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Poesie


FELICE SERINO

POESIE


GIOIELLI RUBATI

Dal Domenicale di Flavio Almerighi

https://almerighi.wordpress.com/.

.

Geografia di graffi

dirò di quella volta

che l’ondata mi strappò

come una gigantesca mano

dallo scoglio

pensavo fosse finita

mentr’ero sballottato

come una cosa

poi mi guardai

la geografia di graffi

e mi toccai

inebetito

Gioielli rubati 3

https://almerighi.wordpress.com/

Lungopò

noi due mi dici

siamo della stessa pasta-

quanto a me non so dire i difetti

la trave nel mio occhio

le anatre abboccano

le nostre briciole

tra dorati riflessi e giochi d’acqua

tu

ti mantieni bella e gli anni non sciupano

questa luminosità del viso

mi chiedo quanti inverni

ancora nelle ossa

che gemono nelle giunture

Gioielli rubati 5

Angelo

angelo icona della volta

che mi vedevi da lassù

la testa all’ indietro

a contemplare i lineamenti perfetti

nei tuoi occhi vedevo palpitare

il cuore della Bellezza e

m’incantavo

poi per paura

del male del mondo

la sera mi rifugiavo nel sogno

di te e toccavo il cielo

quando

dopo la mia accorata preghiera

venivi a visitarmi

Gioielli rubati 8

La rosa di sangue

in sogno spio

se riesce a passare “qualcuno” per la cruna

Dio non è stanco

mai dell’uomo

gl’ insulti gli sputi

gli scivolano addosso

Lui perdona sempre perché “non sanno”

sempre viva è la rosa di sangue

e splende di bellezza

Gioielli rubati 18

Sapremo

sapremo – io di te tu di me dei nostri

scheletri nell’armadio

di ciò che non ci siamo detti

delle ammutolite coscienze nell’ora

alta delle scelte

dove si curva l’orizzonte dei pensieri

sapremo – ùnon per speculumin aenigmate:

trasparenti saremo

Gioielli rubati 23

E oggi che mi ritrovi uomo fatto

padre che sei rimasto di me più giovane

consumato anzitempo

una vita sul mare e le brevi

soste col mal di terra

avevi la salsedine nel sangue

così presenti mi restano

le rare passeggiate mattutine

e mai che mi avessi preso

per la strada in discesa

a cavalcioni sulle spalle

di carezze non eri capace

e oggi che mi ritrovi uomo fatto

sai: mi fa male quel distacco

Gioielli rubati 24

Elegia

ora m’incolpi del mio silenzio?

e Tu dov’eri mi chiedi

quando a migliaia

venivano spinti sotto le docce a gas

Io ero ognuno di quei poveracci

in verità

ti dico

Io sono la Vittima l’agnello la preda

del carnefice quando fa scempio

di un bambino innocente

Io sono quel bambino ricorda

anch’io in sorte ho avuto una croce

la Croce

la più abietta la benedetta

ho urlato a un cielo distante Padre perché

perché solo mi lasci in quest’ora di cenere e pianto

Gioielli rubati 27

Anche per voi

salgo sulla croce anche per voi disse con gli occhi

rivolto a quelli che lo inchioderanno

anche per voi che ancora nei secoli

mi schiaffeggiate sputate

negando la vita buttandola tra i rifiuti

aizzando popolo contro popolo

sotto tutte le latitudini

salgo sulla croce anche per voi

che mi sprecate nelle icone

per voi nuovi erodi/eredi della svastica

che insanguinate la luce delle stelle

oscurando la Notte della mia nascita

anche per voi potenti della terra

razza di serpenti

che non sopportate di sentirmi nominare

dal mio costato squarciato fiumi di sangue

tracciano il cammino della storia

la mia Passione è un solo grande urlo muto

di milioni di bocche imploranti

dinanzi al vostro immenso Spreco

con cui avete eretto babeli

di lussuria come cultura di morte

Gioielli rubati 31

Qui ci sta bene uno spazio

ecco vedi

la poesia deve respirare

nascendo dal bianco

innalzarsi come

cresta d’onda per poi

immergersi fino allo spasimo

in profondità d’echi e ancora su

con lo slancio felice d’un

enjambement

vedi

la poesia è una tipa

selettiva

sfoglia scandaglia spoglia

immagini le riveste a sua

somiglianza

porta

sogni e nuvole al guinzaglio

Gioielli rubati 88

La casa delle nuvole

cieli d’acqua e cavalli

d’aria

lì custodisco ore

sfilacciate e segrete pene

-oh giovinezza di deliri e

notti illuni

lì dove il turbinio

degli anni

è rappreso in un palpito

che nell’aria trema

Gioielli rubati 92

Luna park

ride la piccola Margot

alle smorfie del papà che si rade

“suvvia ti porto alle giostre” e

lei s’illumina di gioia e

poi a cavalcioni sulle larghe spalle

nella fantasmagoria delle luci

un po’ ci si attarda

nell’aria ancora calda di fine settembre

riverbera una miriade di

stelle negli occhi innocenti

mentre le nasconde

il resto del viso una montagna

di zucchero filato

Gioielli rubati 93

Spleen (2)

lo scoglio

e tu

come un tutt’uno

quasi sul ciglio

del mondo avvolto

in una strana luce

labbra di cielo

questo

contatto di sole

vedi nell’aria

marina

un gabbiano planare

su una solitudine

che ti lacera

all’infinito

Gioielli rubati 106

Le vele del sogno

me ne andrei quasi di soppiatto

alle prime luci

mentre si fredda la tazzina

mai portata alle labbra

entrerebbe il vasto orizzonte

nei miei occhi azzurrocielo

il mare aperto

nell’abbraccio

delle vele del sogno

Gioielli rubati 123

L’ombra 2

meridiana a perpendicolo

poi eccola s’allunga

l’ombra oscuro specchio

che mi ripete

si spezza allorché riflessa

tra pigre nuvole nel lago

Gioielli rubati 124

L’albero di Giuda

tagliando per la pianura

non trovavi più il cuore

sulle punte delle stelle ti volevi trafitto

e il sangue quasi ricamasse

una scritta ingloriosa

ma il tuo albero

ecco venirti incontro

e già il cappio

vederlo

-sinistro

Gioielli rubati 131

Cavalli di nuvole

i primi smarrimenti: quando ti sembrava

dovesse cascare il mondo-

disegnavi angosce o voli

pindarici nell’aria

da una feritoia ti guardava

un pezzo di cielo-

tu ragazzino -ricordi-

rifugiato in una baracca

a smaltire l’ “onta” di una derisione

non sapendola costellata di prove

la tua stella

intanto

cavalli di nuvole

a sequenza

dicevano la vita leggera

Gioielli rubati 140

Fedele alla vita

mia vita

senza rete t’appigli

alla Bellezza intaccabile

a quella del cuore e alle

armoniose figure della danza

o del cavallo nel bianco salto

finché ti chiedi dov’è

lei l’irraggiungibile

non tutto è perduto

voltato sei sul giusto

versante lucente ancora

una volta – vita

fedele alla vita

Gioielli rubati 160

Avevo in mente una poesia

stamattina avevo in mente una poesia

stasera

non ricordo più nemmeno un verso

ho lasciato il foglio bianco

con flebili echi d’un mezzo secolo e

ora rammento solo una pioggia di luce

di stelle sopra il letto

e il caldo abbraccio di lei

sullo schermo della mente

un vissuto che sembra ieri

Gioielli rubati 167

Ai piedi della notte

un nodo d’inquietudine sospesa

si scioglie ai piedi della notte

sotto una luna ammiccante

l’amore è come l’ansimare del mare

s’abbevera del sangue delle stelle

aduna in sé il sentimento del tempo

vòlto dove è dolce la luce

Gioielli rubati 178

Emarginato

quest’uomo: tristezza

d’albero nudo

avanzo di vita aperta

ferita

-occhi scavati

che perdono pezzi

di cielo

quest’uomo

puntato a dito

quest’uomo fatto

torcia

per gioco

Gioielli rubati 184

La luna dei poeti

ho la luna dei poeti

-pesci sull’ imum coeli–

scivola

la barca della passione

verso terre di mistero

pesco sogni di ragno

nell’ intreccio di parole

nate sulla bocca dell’ alba

mentre

uno sbuffo di vento

porta afflati d’ amore

Gioielli rubati 190

Dei miei detrattori

(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)

lasciai alla terra il corpo-zavorra

da cui forse con sollievo mi trassi

se sia ala d’angelo a coprirmi

il disonore -si dirà- ora che

s’una misera tomba s’accanisce

dei miei detrattori il ghigno

feroce e lo sputo

Gioielli rubati 195

Il mare era una favola

“non vorrei più uscire da questa

dimensione eppure basterebbe

come altre volte

stringere forte gli occhi e…”

ma voglia non ne avevo – poi giocoforza

mi ritrovai quasi deluso nel mio letto

avevo lasciato un mare che era

una favola

un’immensa tavola

imbandita per i gabbiani a frotte

Gioielli rubati 204

Spleen 4

brusio di voci

galleggiare di volti

su indefiniti fiati

si sta come

staccati

da sé

golfi di mestizia

mappe segnate

dietro gli occhi

vi si piega

il cuore

nella sanguigna luce

Gioielli rubati 210

La colpa

sono io quel ragazzo che

scappò da casa con poche lire in tasca

e un quaderno d’improbabili versi?

lo sono sì ma dopo sei decenni

non mi riconosco in lui se non nel sogno

ricorrente che al mattino mi lascia

il cuore stretto dall’angoscia

sarà un residuo di “colpa da espiare”

per aver procurato un veleno sottile

a chi bene mi voleva

Gioielli rubati 215

Creatura

sembra che il solo sguardo

la mantenga in vitala sua creatura

ché Lui la pensò

ancor prima di sognarla

in forma ed essenza

poi del sogno

il suo farsi

carne e respiro

Gioielli rubati 222

Non sei dei loro

nel chiuso della stanza o

di pomeriggio nel sole

da un po’ ti sorprendono

a parlare coi morti – questi

non tornano e tu non sei

dei loro -ancora-

sono spirito (ma di essi

poco si sa) -ubiqui

ti leggono il pensiero e a volte

giocano con le nuvole – quando

nelle tue pareidolie

ti pare ravvisarli

Gioielli rubati 228

Dammi cuore (preghiera)

dammi ancora tempo

tempo per sognare

altre vite

tempo per arcobaleni e luce e voli

e che io fedele sia

alla verità

alla fine dei giorni

che non debba vergognarmi di me

dammi altro tempo – dammi dolore

per gli ultimi

dammi cuore per gli ultimi

Gioielli rubati 236

Di noi.

di noi

mostriamo esigua vita

più l’esteriore che

quella che ferve nel sangue

i viaggi mentali i sogni

mistero ch’è appannaggio

di proprietà esclusiva

-la testa reclina

il nostro fido ci guarda attento

come cogliesse pensieri

.Gioielli rubati 247

Fogli-aquiloni

impregnati dell’humus dell’estro

del vasto respiro di cielo

svolazzano s’impennano appena

liberati dall’artefice dei versi

-suoi non più suoi-

a volerli divulgare per il mondo

Gioielli rubati 254

I tuoi santi

corda tesa tra la bestia e l’angelo

scala al cielo per

l’Assoluto

c’è sempre

l’iconoclasta che

lascia osceni echi nel sangue

dileggiando i santi che

tu Nina preghi incessante

Gioielli rubati 261

Reliquie

a scrivere non la mano

ma la mia radice ferita

testimonianza siano

non lettere storte sull’acqua

o che volteggino eteree

dissanguandosi in volo

ma i momenti che restano

nel tempo appesi al cuore

Gioielli rubati 277

Primavera

mattina sul lago: si spalma

sugli occhi la luce

intonano melodie uccelli di passo

è un fremere di gioia la pineta

Gioielli rubati 291

Era una favola il mare

consapevole di trovarti nel sogno

chiederti se riuscirai ad uscirne

tuttavia volendoci restare ancora un poco

ché

era una favola il mare

su creste d’onde guizzavano pesci

dalle squame luccicanti nel sole

calavano gabbiani a frotte

Gioielli rubati 301

Divagazioni sullo zero e sulla o

il nucleo l’anello l’uroboro

due zeri abbracciati ti danno

il simbolo dell’infinito

puoi notare

la vocale o di rimbaud

gli ovali dell’ottocento

la bocca spalancata nell’urlo di munch

le bolle di sapone

immagina

gli occhielli delle forbici gli oblò

simili allo zero o alla o

Gioielli rubati 325

Calvario

(a San Massimiliano Kolbe).

portavo le mie quattr’ ossa sul calvario

accomunato alle migliaia di sventurati

lungo i binari della morte.

ti parlo

a nome di chi nome non aveva

ti parlo dalla regione del dolore

con la bocca dei morti.

ove germogliano fiori

di quel perdono che non è dei vivi

.Gioielli rubati 339


Si spalma la luce


"come ti butta?"

i passeri hanno fatto il nido

primavera s'infiora la luce

si spalma sugli alberi le case

quanto a me una distanza

mi separa sempre da me


Gioielli rubati 353

*

VERSI PER NINA

‍sento la vita quasi fosse

apparenza in vaghezza di sogno

l’anima è spersa dove fitta

trama d’ambiguo s’incaglia

ah le uve dei tuoi occhi: uno spasmo

di luce una spina nel sangue

e quel sorriso – oggi

che mi sorprendo a inseguire ombre

in cerca del tuo profilo –

mi si trasfigura in un graffio

difficile da decifrare

*

la mano disegna nell’aria

il tuo profilo indugia

su bocca naso e occhi

la mano della mente ben conosce

quei dettagli come una madre – Nina

stella del cielo che mi cammini nei sogni

ora sono aghi

che trafiggono

nell’ accendersi nel sangue

la mai sopita passione

mentre la mente disegna

dove fermenta il cuore

*

silenzio allagato di luna – una

silhouette nella mente ondeggia

e gli arzigogoli

a dirmi vano

il ricordo sgualcito dal tempo

dalla foto color seppia

mi guarda

coi tuoi occhi velati di mestizia-

ah l’assedio degli anni

e il cuore

a dare smalto a un sogno sbiadito

*

donna dei boschi: occhi

di cerbiatta – la tua

anima di foglia

di sé m’innamora

*

entro ed esco dalla tua anima

dove dimorano pezzi di me

un odore di pini ci avvolge–

certo lo senti anche tu –

i nostri passi sul viale

accecato di sole

un grido di gabbiani e l’ascolto

del mare in una conchiglia:

questi i momenti

d’incantamento

fermati dal nostro amore imperituro

*

rosa il tuo fiato

fragranza di bosco la tua pelle ambrata

apparivi sirena

distesa s’uno scoglio

allucinazione forse

mi facevi un cenno

mentre il cielo s’apriva in una luce

aurorale

come il tuo sorriso

*

sparire nel nulla

è l’urlo della rosa strappata

da mano indelicata

consola a tratti un palpito

di luce selenica

che abbraccia il ricordo

ravviva empatie

gentile il velo spiegato

dell’angelo

su un lato del cielo

*

forse solo nell’ oltre saprò

si scioglierà l’ enigma – e intanto

i tuoi modi garbati che ritornano

nella camera viola della mente

mi sorreggono per il tempo a me concesso

mentre perso sono

nel perimetrare il vuoto che lasci:

un’ ombra feroce

mi strappa all’abbraccio del sangue

il buconero risucchia

presenze umori respiri

non il tuo garbo che in me

non si cancella

*

non ti vedrò più Nina

se non in vaghezza di sogno –

oggi mi nutro come un passero

dei tuoi scritti di luce che aprono

su universi solo a te noti

e che forse ospitano la tua

essenza mentre mi appare

delinearsi il tuo volto

in una nuvola vagante

in questo cielo bianco di silenzi

*

e tu a lumeggiare le mie sere

anima di candore e di sogno

si fa conca il cuore

ad accogliere

dei versi dettati da un altrove

*

l’anima tendeva alle stelle

quando tu Nina apparivi

rosavestita

stagliata contro un lembo di cielo

ti fermavi nella piazzetta e

ti facevano festa i colombi

planando sul mangime che spargevi

allora

il tuo sorriso era una pasqua

mentre il tempo aveva una sosta

*

dimmi Nina: che vedi

tu che hai casa nelle nuvole

tu che sai il linguaggio dei voli?

forse

la giovinezza spezzata

che ora in lampi di déjà vu ritorna?

o

rivivi nel cuore

verde dell’acqua

che ti vide sirena emula del canto

di odisseo

rapimento

dei sensi

che in sogno ancora mi seduce

*

ahi i ponti sgretolati

o pure considera quelli

detti collanti di carne e di sangue

e il desiderio che

si fa arco d’amore

filo teso d’acrobata

all’altro capo sei Nina

e mi vedi adesso

varcare fra nuvole in sogno lo spazio

di un volo fino alle tue braccia

*

il tuo volteggiare Nina

nelle stanze viola della memoria–

dicevi il reale non è fatuo

apparire o entrare nello specchio

dell’essenza evocando

palpiti di luce

di un tempo senza tempo

noi dal celeste palpito

dicevi – qui siamo

affratellati nel sangue

con la terra e la morte

© Felice Serino

*

Segnalazione al contest di Oubliette Magazine – nov. 24

*



FUOCO DIPINTO

(2002)

1

CIELO INDACO

confondersi del sangue con l’indaco

cielo della memoria dove l’altro-

di-te preesiste – sogno

infinito di un atto d’amore

2

DENTRO UNA SOSPENSIONE

forme-pensiero dilatò

il mandala e una rosa di immagini

gli si aprì a ventaglio dietro

la fronte –

col terzo occhio (in un

capriolare all’indietro di dolce

vertigine) fu risucchiato in stanze

della memoria archetipa e

da luce noetica immerso

in una pace amniotica

-appena un grumo

in sintonia col pulsare di miriadi

di cellule ora si fondeva

col respiro dell’immenso corpo cosmico

3

AZZURRE PROFONDITA’

la testa affondata nel cielo (azzurre

profondità rivelano ombre

essere i corpi) -il foglio la mano un

vuoto-

mi levo dal sogno bagnato

di luce

4

SONO UN MISTERO A ME STESSO

da me una distanza mi separa

attraversa un incendio

la carne

per farla d’aria – vitreo

sperdimento

mistero a me stesso

e il mondo

fuoco dipinto

5

DOPPIO CELESTE

entrare nello specchio esserne

l’altra faccia:

uscire dal sogno di te stesso

apparenza tornata pneuma:

ri-unificarti col tuo doppio

celeste il-già-esistente di là

dal vetro: tua sostanza e pienezza

6

TRA ONIRICI LAMPI

tra onirici lampi

ride la tua immagine d’aria

intagliata nell’ombra del cuore

7

I FUOCHI DELLA LUNA

Giro di luna

giro di luna bivaccante nel sangue

baluginare d’albe e notti

che s’inseguono

dentro il mio perduto nome

per le ancestrali stanze un aleggiare

di creatura celeste

che a lato mi vive nella luce

pugnalata

8

PAESAGGIO INTERIORE

segreti cosmici ha il sangue: sperimenti

il mondo immaginativo nuotando

nel sangue come un pesce –

abitando le stanze dei nervi – leggendo

la geografia delle vene:

ti sintonizzi con la danza

delle molecole: sei nella danza: la danza

la circolazione

sfocia nei sensi: emerge un mondo

ispirato – da musica delle sfere –

9

FUNZIONE DEL CORPO

polvere stellare

corpo-immagine specchiato

narciso

corpo-mito

venere da spuma

desiderio / vita che non demorde

corpo piagato

primavera del corpo

10

LA DIFFICILE LUCE

esistere nel mondo: l’Essere

decentrato estraneo a sé

(lobotomia della propria

Immagine interiore –

da dispersioni di Energia

cristallizzati aneliti in un cielo

strappato voci

spezzate sul nascere)

rimanere in essere

incapsulati in una vita ch’è copia

sfocata dell’Originale:

diminuzione vita

a metà

pure:

zampillo d’acqua viva

dall’Io subliminale

la difficile luce

11

GRIDO IL MIO NOME

smarrimento dell’essere a

mimare la morte

io anelito sulla

bocca di Dio

perduto grido il mio nome

nei crinali del vento

discendo

nel mio specchio

attendo

una nuova nascita

12

TIRO ALLA FUNE

luce/ombra le mie due metà

tendo all’Uno all’androgino

l’io la linea che mi

divide

in grovigli di vene

sussistono tutti i contrari

un tiro alla fune

finché

non si frantuma il mio corpo

di vetro

13

IO

da acque amniotiche

gettato dentro il mare-mondo

l’io: tanti io diversi

io sospeso spasimo

fatto vertigine e sogno

io-onda io moltiplicato

e pure a sé ignoto

io mancanza vuoto

d’arto amputato

14

AZZURRO

passaggio dal

nero al bianco

l’ascendere alla luce

azzurro quello delirante

di mallarmé la vocale

o di rimbaud

la rosa azzurra

azzurro: tutto il cielo

negli occhi

azzurro manto

di Maria

15

VIA LATTEA

cammino luminoso scala che unisce

il mondo dei morti a quello dei viventi:

a una estremità la costellazione

del Lupo – Antares – sorveglia

l’entrata nel regno dei morti – all’altra

quella del Cane – Sirio – apre

la salita del cielo e guida

i naviganti: è la stella

Maris – la stella del mare e la stella

di Maria

16

VITA

lascia che m’incenerisca

per nuovo sorgere

adamantino

nell’aria secca del fuoco

lascia

ch’io mi bagni fino al cuore

della luce della tua saliva

voglio sentire il mio essere

avvolto nel risucchio

del tuo imbuto cosmico

del tuo vuoto affamato

17

L S D

nella magnetica notte allucinata

a vivere la tua morte urlata

anima infeconda strappata alla

pseudoincarnazione di un sogno:

parvenza d’amore immagine

accartocciata mortale

18

MAGNETICI OCCHI HA LA NOTTE

(a Hemingway)

come una morte tenuta in vita

questa vita

compagna la bottiglia

che almeno stanotte allenti

quel suo morso

a ricucire lo strappo infinito

domani un colpo e

ti adagerai nell’ombra

occhi in liquido cielo

capovolto

19

LA VITA NELLE MANI DEL VENTO

palpebre d’aria

chiuse sulla disfatta del giorno

(depistate tracce

rotte smarrite

a insanguinare il vento:

ruotare del tempo

nella sua vuota occhiaia)

anse d’ombre

annegano il grido

dell’anima giocata testa e croce

20

COME SOSPESI

è perdersi nelle stanze

arimaniche

questo disconoscerti

poesia della vita

è come stare sospesi

nello sporgersi

da delirante vetta interiore

l’aprirsi

di crepaccio

la sua bocca ad urlo

21

PAROLA

(una stella di sangue è il sole

della pagina)

parola – tua preda o forse

tu

sua preda

amore

zenitale

le nozze del fuoco

22

SOGNO

(a Dino Campana)

si librava lo spirito nello

splendore di quel sorgere:

si chinava

il Sole a baciare la

sua storia: a

rischiararla tutta – in un istante

l’anima del

poema mai concepito

s’imbeveva di alfabeti

ineffabili –

galleggiava in quella luce

bianca

23

IQBAL

[in memoria di Iqbal Masih, tessitore di tappeti,

portavoce dei diritti dei bambini lavoratori,

ucciso a 12 anni, il 16 aprile 1995.]

come un bosco devastato

intristirono la tua infanzia

di pochi sogni

tra trame di tappeti e catene

ancora grida il tuo sangue nei piccoli

fratelli

quel mattino che nascesti in cielo – dimmi –

chi fu a cogliere il tuo dolore adulto

per appenderlo ad una stella?

24

NEI TUOI OCCHI DI VENTO

[A Davide, morto a 17 anni

il 16.4.1995, la domenica di Pasqua]

ti videro rimbalzare come un fantoccio

contro il parabrise

eri la loro preda di turno: sul collo

il fiato di quella banda di cani

armati di mazze

(arancia meccanica

una domenica pomeriggio

quando le ore si dilatano e

la città è una giungla)

sui tuoi sogni si era chiusa la Notte

ti ho rivisto all’obitorio: sentivo

palpitare un intero

universo

nei tuoi occhi di vento: Davide

non più diviso tra terra

e cielo

25

.

‍NELL’INDICIBILE

tu dici è scandalo la morte ma può

esserlo la bellezza perduta del fiore o

della farfalla che vive la luce di un giorno?

dietro il velo dell’esteriore il fiore

il verde la foglia – parte del cosmico

sé di cui è specchio il di qua – vivono ab aeterno

l’indicibile essenza di fiore/verde/foglia

26

A RISALIRE VORTICI

a specchio di cielo

cuore

a risalire vortici

di vita dispersa

(d’ore

ubriache)

vorresti tuffarti

nell’azzurro fonderti

con la luce

27

ESSERE

bava di ragno a tessere

unità del tempo

(gusci d’entità

masticati da morte)

essere

come momento

il Sé

universale

perdersi in chiarità

di cielo

farsi libro aperto

(dove albeggiano

azzurrità

di strade alte)

28

DA QUESTO MURO

da questo muro

trasudo le morti di tanti

sono l’urlo di ginsberg

il grido di munch di guernica

queste parole sono pallottole

dirette al cuore

voce di chi non ha voce verità di Cristo

di certo m’imbavaglieranno

non sopportano di guardarmi negli occhi

29

ANCHE PER VOI

salgo sulla croce anche per voi disse con gli occhi

rivolto a quelli che lo inchioderanno

anche per voi che ancora nei secoli

mi schiaffeggiate sputate

negando la vita buttandola tra i rifiuti

aizzando popolo contro popolo

sotto tutte le latitudini

salgo sulla croce anche per voi

che mi sprecate nelle icone

per voi nuovi erodi/eredi della svastica

che insanguinate la luce delle stelle

oscurando la Notte della mia nascita

anche per voi potenti della terra

razza di serpenti

che non sopportate di sentirmi nominare

dal mio costato squarciato fiumi di sangue

tracciano il cammino della storia

la mia Passione è un solo grande urlo muto

di milioni di bocche imploranti

dinanzi al vostro immenso Spreco

con cui avete eretto babeli

di lussuria come cultura di morte

30

LA FORZA DELLA PAROLA

a Dalton, Heraud, Urondo

-tre poeti assassinati – mi diceva

(occhi persi nel vuoto

a inseguire chissà quale visione) – tre

in posti diversi – (ne rammentava solo

vagamente i nomi e i luoghi)

-vedi: – puntualizzava – il potere è nemico della luce:

non sopportando la forza

della parola

si mimetizza viscida serpe

tra sterpi e inietta il suo veleno –

31

LA FORZA OSCURA

ingoio tenerezze davanti

alla poesia di un tramonto ma so

d’essere anche di quelli che non sanno

guardare la bellezza negli occhi

senza assassinarla

… e allora cos’è

questa forza

oscura che mi strappa

gli angeli dai sogni? chi

il nemico di dentro che affiora

a violentare

il fragile azzurro?

32

UN DIO CIBERNETICO?

vita asettica: grado

zero del divino Onniforme

(ma la notte del sangue

conserva memoria di volo)

vita

sovrapposta alla sfera

celeste regno d’immagini

epifaniche / emozioni

elettroniche

eclissi dell’occhio-pensiero

33

RISALIRE ALL’IMMAGINE INFRANTA

(A Danilo Dolci)

risalire all’immagine infranta

dove è voce del sangue

la ferita aperta del cielo – limare

le parti non combacianti

con la figura del divino: è questo

il tuo credo e

la chiami città

terrestre la tua voglia

di rivoluzione: tu innamorato

dell’uomo nuovo – del suo

costruirsi incessante –

34

AION

1.

chi ti ha fatto sapere ch’eri nudo?

l’entrare della morte nel morso

della mela

(si erano creduti il Sole

scordando di essere riflessi)

1.a

il serpente mi diede dell’albero e…

eva la porta

di sangue

per dove passa la storia

2.

nell’incrocio dei legni

la conciliazione degli

opposti (lo scheletro del mondo)

2.a

è il Figlio che pende

dai chiodi

la risposta a giobbe

3.

ancora l’assordare dei martelli ancora

un giuda che fa il cappio abbraccia un albero di morte

sulle labbra il fuoco del bacio

35

LA VIDA ES SUENO

A Calderon De La Barca

col poeta dici la vida

es sueno mentre ti dibatti

in un non-tempo onirico:

ma

se nel saperti

forma vuota volessi

uscire dalla vita

non c’è

grido o sussulto che tenga

36

TRASFIGURATI ANELITI

(a Emanuel Swedenborg)

(quest’abito sta stretto – è

peso di terra

un fuoco passa per la carne)

ali ha lo spirito per

vastità ineffabili

per volare fra le braccia della

luce

profonde azzurrità

l’attraggono – sua origine e

sorgente

trasfigurati aneliti hanno

occhi di cherubini

di là – benevoli

37

NEL PAESE INTERIORE

nel paese interiore eiaculo i miei sogni –

fuoco e sole dell’anima – vivo

una stagione rubata al tempo (mimesi

icariana sul vetro del cielo)

nel paese interiore brucia il mio daimon

di febbre e di luce

38

NEL ROVESCIAMENTO

non vedi al di là del

tuo naso scientifico:

come leggessi sull’acqua

lettere storte: poiché noi siamo

nel rovesciamento e

negazione

ci appare la grazia

39

QUALE AMORE

nell’amore sai non c’è ricetta

che tenga: è buona regola giocare di

rimessa / vuoi

possedere l’oggetto d’amore e

resistere all’amore Quello-che-si-

dona

tu cuore diviso tra cielo e

terra carne/amore non più che sparso

seme

40

‍CANTO PER NKOSI

(E violentaci dunque)

(In memoriam: a Nkosi Johnson, morto a 12 anni, il 1° giugno 2001, a

Johannesburg. Nato sieropositivo, fu scelto come testimonial contro il

morbo dell’ AIDS)

(Non posso pensarti dolente

da che morte odora di resurrezione.

Eugenio Montale)

colei che ti diede vita

la sai madre di cielo

bambino che hai corteggiato la morte –

tu messo in un angolo come vergogna

presto non più

che mucchietto d’ossa – Nkosi

sei la nostra Coscienza:

e violentaci dunque nel profondo

-tu bambino già adulto-

con la purezza del tuo giorno breve

mentre questa morte – vedi –

già s’ingemma di sole

41

UROBOROS

calato

in un io che non sai dire

chi sia se non presenza

passeggera:

sospeso esistere

nel seme dell’amore:

attesa di pienezza nel pleroma

42

CONIUCTIO

(a C. G. Jung)

quando si unificheranno gli opposti e il Sé

riaffermerà la propria natura ermafrodita

e dallo squarcio del velo di maya

si manifesterà l’Altro – la nostra

controparte

(sconosciuta e prismatica) che

ci visita in sogno – l’occhio

interiore: allora còlta la totalità

si sarà dissolto insieme allo schermo

di apparenze nomi e forme

insieme alla rappresentazione della storia

e ai fiumi di sangue e di parole

anche il sale delle nostre lacrime

43

CHI SIAMO

caduta la carne

svelati a noi stessi

(resteranno graffi

nel cielo a presenza

d’un vissuto stuprato):

non più un vedere attraverso

uno specchio in enigma

dove l’essere si aprirà

in fiore

44

ATTIMO-FUTURO

1.

nell’addentare il frutto proibito

si ritrovò affamato d’amore

1.a

(fu il creare gioco o sogno di Dio / coito mentale)

1.b

(si mordeva la coda il serpente uroboro

racchiudeva in sé l’uovo del mondo)

1.c

in quell’attimo infinitesimo la

storia dell’uomo era già scritta: passato e

futuro un tutt’uno simultaneo

2.

non lui va verso il futuro: esso

gli viene incontro ed è già presente

focalizzandosi in fotogrammi: ciò che avviene

esiste prima di lui: forse in un’altra

dimensione egli l’ha già vissuto (presente

a sé come il sé nel sogno) (abitante il riconoscibile istante

dentro una sospensione)

3.

il déjà vu è acquattato tra pieghe dell’inconscio

3.a

come in una sequenza di specchi

gioca con l’alter ego nell’eterno presente

punto da cui si vede il Tutto

versante luminoso del Sé: l’aleph

45

PLATONE

essere

notte dell’anima

il cammino

il tempo è la caverna

lancinante

attendere ti trapassi

amore sole cosmico

46

LETTERA DA UN AMICO

-non serve voltarsi indietro- mi scrivi -:

se metti in conto i limiti

le morti contratte le paure

passate e avvenire se porti in cuore

sventrate lune albe-capestro

se non ti esponi per

puro calcolo non fai

che raccogliere i frutti d’una vita

spesa male: presto

essa ti presenta il conto – deve questa vita

restarci nelle mani: dare tutto

se stesso a perdere arricchisce:

amare non è forse una scommessa?

dici (e la parola è bisturi): percorri

lo stretto marciapiede a lato

del cuore: nel profondo di te nel buio

di stelle calpestate ascolta il grido

verticale

che da caduta può farsi preghiera

47

DEUS ABSCONDITUS

(sempre a metà strada noi: sempre

nella terra di nessuno: il

fratello oscuro che s’agita nel sangue

(lato notturno dell’anima) che mima

il dolore del cosmo

(attraversando la valle della morte

penetrati da tutto il freddo del mondo: immersi

fino all’ultima fibra dell’essere

in un dramma da consumarsi fino in fondo)

il Dio che sta dietro le apparenze: il Dio

sconfitto nella storia Dio-del-paradosso

che vince con la debolezza – il Totalmente

Altro: l’increato (ab aeterno) che si

a u t o l i m i t a

per recuperare la sua potenza alla

fine dei tempi – grumo di vortice d’astri –

48

LUCE AL TUO PASSO

(dal crogiuolo del dolore guardare

oltre il visibile oltre

l’io – schermo di carne)

ma più in là non vuoi vedere – solo

cattiva stella che graffia

l’azzurro del tuo cielo

(ed è gioco perverso pensarla

nel tuo codice iscritta):

non esiste solo nelle favole

il tuo angelo: egli da dietro il velo

del tempo è luce al tuo passo

perché vivibile sia questa vita: perché batta

nel sangue un tempo tuo – rotondo

(non sai che della polvere dei sogni

son fatte le sue ali?)

attiva il terzo occhio – sii come

la clorofilla che si nutre di luce

49

CIELO INTERIORE

(a Gustavo Rol)

cosmonauta di spazi

sovramentali

trasfiguravi il tempo

velandolo d’irreale:

quiddità di un cielo

interiore

aperto su mondi paralleli

50

IL LAGO DEL MIO SPIRITO

al di fuori di me –

io stesso luogo-non-luogo –

mi espando

di cerchi concentrici è il lago

del mio spirito: sasso gettato

dal capriccio della musa

fremito d’acque e stelle

51

JUNGHIANA

legato a un vago giro di pensiero

alla tua libido caro freud antepongo

la vita che guarda se stessa guardarsi:

il centro del mandala dove la luce

pensa – le nozze alchemiche – alla

mancanza di sacralità il Pesce *

(Unus mundus) –

all’analità l’Anima l’Animus

l’Ombra – il corpo che si apre nel suo doppio – la

nostalgia di un cielo prima della caduta

  • Simbolo del Cristo

52

NELLA VALIGIA (NOTE DI VIAGGIO)

(il chi-siamo-dove-andiamo:

dove la mente

inlabirinta)

l’io

vestito di nebbia

promesso alla morte –

(nella valigia pronta la perdita

originaria la vita a

metà)

destinazione: il Sé

53

AGAPE / EROS / PHILIA

imago dèi: noi chiamati

ad amare (senza essere nostri)

noi abbracciati dalla

Luce: dai tre aspetti dell’amore:

Dio madre / amante / amico

(agape / eros / philia)

l’Uno dai molti nomi:

sole – oceano – fortezza

LA DIFFICILE LUCE

(2005)

54

LA TUA POESIA

capriolare nel mare prenatale

ripercorrere a ritroso

la vita

azzerando l’Io spaziotempo –

leggere la vera sola poesia

aprendo

gli occhi sul Sogno infinito:

Poesia cavalcherà

in un’ albazzurra i marosi

del sangue

fiorirà negli occhi di un’eterna

giovinezza

55

ANGELO DELLA POESIA

librarsi della tua ala azzurra nel mio sangue

io-non-io: in me ti trascendi e sei

d’ineffabili alfabeti s’imbeve il nascere delle mie aurore

56

TECNICHE DELLA MORTE

atomi di solitudine

abbandoni / distacchi / fini

assaggi di morte

le morti figurate i

suicidi/omicidi camuffati

la notte blu dell’anima

morte presente dalla nascita

morire porta sul nascere

emigrare di forma in forma

o Dieu purifiez nos coeurs

ora e nell’ora della nostra morte

57

LA VITA INESAURIBILE

la mente in stand-by

ti culla un canto

d’alberi e di cielo

assapori per poco ancora

il tepore delle lenzuola: ora

senti la vita che ti scorre

dentro come un fiume (batte

rotondo nel sangue il tuo tempo –

ti senti in comunione col sole):

adesso che afferri

vita – più vita – allontani

per paradosso la tua

dissoluzione

58

ANGELI CADUTI

fuori dal cielo

bevvero l’acqua del Lete

ora non sanno più chi sono

presi nella ruota del tempo

mendicano avanzi di luce – curano

le ali spezzate

per risalire nell’azzurro

59

VENTO DI MEMORIE

è salamandra

sorpresa immobile

che finge la morte

due braccia schiuse a croce

vento di memorie

la vita

-ora sospesa

carne e cielo

60

LA FORZA GENTILE

Dio è paziente: ha sogni

per l’uomo infiniti – frutti

immarcescibili

(centro del cosmo: non è

il suo un giocare a dadi)

egli visita le nostre

piaghe – manda angeli

a spazzare gli angoli del cuore

(suo disegno è

la Bellezza)

la sua forza è gentile

61

I LATI DEL VOLTO

tra reale e apparente l’ovale

del volto che ti guarda dal fondo

dello specchio – il non poterti

vedere come gli altri

ti vedono – la parte di te

l’inespressa forma

spiandoti

di sbieco è perverso

gioco: incontro con l’Ombra

62

IN FONDO AGLI SPECCHI

(a J. L. Borges)

in un moltiplicarsi di specchi

imprigionata è la luce

dei tuoi déjà vu –

s’odono se ascolti i sordi

tamburi del sangue

in fondo agli specchi dove si

legge l’eterno ritorno

-lì è il centro il mondo

rovesciato

63

ONNIAMORE

accettare di farsi

trasparenza (libro aperto)

lasciarsi attraversare

dalla vita – da morte-vita (rosa

e croce) –

da Colui-che-è: l’Onni

amorevole

di fronte all’Assoluto

…immersi

nell’Assoluto –

quando il R a g g i o

assorbirà le ombre

64

SOSPENSIONE

tempo elastico

gli orologi molli di dalì

tempo-sospensione l’aprirsi del fiore

tempo di blake

sospeso nel balzo

lucente della tigre

tempo diluito non-tempo onirico

tempo dilatato che

scandisce deliri di luce

in una tela di van gogh

tempo sospeso

immobile indolore

felicità animale

65

NEL SEME DELL’AMORE

a Tagore

ascolta

…non senti urgere vita più vita

nel seme dell’amore che

aspetta di esplodere in un abbraccio cosmico?

66

VITA IN NUCE

sangue del pendolo

tempo-maya dagli occhi

di giada

capovolti

nell’oltre è cuore

del sole abisso

di cielo – antimondo

67

A

1.

vocale

in sospensione come urlo

muto – il bianco

dell’urlo

il nero

di rimbaud

2.

ritrarsi del

fuocosacro a un

vaneggiare di gole

spiegate /

scimmiottanti maiacoschi

68

COGLI IL MIO MORIRE

cogli il mio morire tra una

radice di sangue strappata e un’altra

appena nata dal suo grido

69

GANDHI

miracolo il sorriso

interiore

mentre il mondo ti ringhia addosso

ti offri s’apre una rosa

di sangue

nel Cielo un canto d’alleluja

70

VERSI ALL’AMORE

irradia un sole il cuore

che vuole incenerirsi

nelle tue braccia

ove la Bellezza delira

il tuo sguardo s’instella

dove comincia il cielo

anima bella

farfalla imprevedibile del volo

71

PARUSIA

(nell’ultimo giorno: scaduto il tempo osceno)

sporgersi sull’oltretempo ai bordi

della luce

presenze

evanescenti in chiarità

di cielo: farsi

corpi di luce

72

INFANZIA

[Eravamo nell’età illusa

Eugenio Montale]

la tenerezza dei giorni verdi

sparpagliati

nell’oro del sole appesi

alla luna

il papà dalle spalle

larghe come la volta

del cielo

quel sentirsi dèi – quasi

alati senza peso – e

non sapere la vita

Innocenza nostalgia del paradiso

73

ADOLESCENZA ASPRI SAPORI

adolescenza aspri sapori

occhi belli fieno nei capelli

alle spalle della notte

fuggire nello schiaffo del vento

74

NEL PERDURARE LA LUCE

le ore arroventate: erano

estati lunghe a morire

le corse pazze le ginocchia

sbucciate nel perdurare la luce:

ancora un mordere

la sanguigna polpa del giorno – ricordi? –

75

IL NULLA LUCENTE

in ka* nulla è casuale

credi morire non è farsi

pietra e silenzio: è grido

liberato pietà che vede –

ruotare

su cardini rovescio

del guanto – essere

sogno? luogo-non-luogo ubiquità

e s p a n s i o n e : lacerante

biancore il nulla lucente **

  • ka: il “doppio” incorporeo dell’io
  • ** P.P.Pasolini, da Poesia in forma di rosa

76

GRAVIDE DI LAMPI

la luna piegata sui miei fogli

compone queste lettere

gravide di lampi

tagliate nella luce

assetate

nel supplizio dell’inchiostro

vibranti

su pentagrammi di sogni

77

SEI LUCE SEI FUOCO

presente a te

chiamami amore

la bocca colma di luce

sei fuoco

antimondo

chiamami a un silenzio

galattico

presente a te

fuoco-luce chiamami

da un mondo di vetro

78

POESIA ONIRICA

il sogno sfoglia

spirali di memoria

al lume di luna

disegna

il sonno delle cose

79

LA LUCE GRIDA

la luce grida aprendosi

uno spazio nel cuore

80

UN VERSO SALVAVITA

un verso salvavita ti bagna di luce

nell’orfanezza del Sogno

81

‍FIGURA

indiafanata da un vento di luce

sei immagine di sogno che svapora

in un cielo di cobalto

82

POESIA

scavare nascere nel bianco – parola

intagliata nel cielo del sogno –

è come estrarre sangue dalle pietre

(ecco forbici di luce

sfrondarti):

la pagina è tuo lenzuolo

mentre in amplessi

cerebrali muori-rinasci

(da un luogo puro giunge questo sole

sulla pagina)

83

ZEN

(non

studiare il taglio

di luce come l’artista)

non scegliere:

lascia

che sia fa il vuoto

fino

a essere e non essere

84

SONO DEL CIELO

sono del cielo

circumnavigo

psiche

abito la morte

di me stesso

insieme a tanta vita

85

CADUCITA’

il tempo è uscito dal calendario

in un balenìo

di stagioni e amori

svolando

obliquo

nel sole con ali d’icaro

86

A META’ DEL SUO CORSO LA NOTTE

a metà del suo corso la notte

inghiotte l’ultima luce

rende

suoi ostaggi i corpi

su un mondo immateriale

-più nostro-

il sogno apre il sipario

87

CREATURA DI SABBIA

io non io esisto

di qua di là dello specchio -una

distanza mi separa: vivo mi

avviluppo in un sogno

lucido

Sogno sono di me

io creatura

di sabbia

88

VOLI A SOLCARE L’INDACO

(voli a solcare l’indaco

staccandosi dal tramonto)

ti sveni come questa luce –

dai muri diroccati

dalle feritoie a spiarti

gli anni spogliati nel cuore:

l’infanzia che rimonta

dentro te come un sole (il sangue

sparpagliato nella luce):

l’esplodere dei sogni che aprivano

i mattini – l’innocenza

negli occhi di pianto

di quel fanciullo col suo aquilone –

sparito nel profondo azzurro…

89

IN UN PUNTO DELL’ETERNO

(momento)

spiove luce di stelle

la stanza si riempie di cielo

come quando

in un punto

dell’eterno palpitò la mia essenza

biancore irreale

carne-e-cielo

l’Io

nell’oceanosogno si guarda cadere

a imbuto

fuori del tempo

fino all’attimo prenatale

alla luce del sangue

90

M’INONDO’ IL SOGNO

fuggii negli specchi

sprofondai nei cieli anteriori

cavalcando eoni-spaziotempo

vidi nella memoria cosmica

il centro di me

dove ardeva il mio sangue

in simbiosi col palpitare degli astri

il mio sangue confuso col cielo

della memoria

precipitato nella vita

——————————————-

IL SENTIRE CELESTE

(2006)

91

ARCHETIPI O LETTERE CELESTI

sulla pura pergamena

della sostanza primordiale

tutti i pensieri lo Spirito scrive

con l’inchiostro luminoso

della divina emanazione: nel Libro

dei libri sotto forma di archetipi

o lettere celesti si trova tutto

quel che fu è e sarà

92

POESIA COSMICA

io-non-io:

lasciare che mi superi

la luce

sentirmi espandere

nell’amore

infinito sparso per il cielo

83

ROL

Fantasia

nel giro d’una

luna

ti sognerò levarti

da orizzonti di fuoco

su cavalli

d’aria

dipingere arcobaleni

coi colori dell’amore

94

MIO SANGUE ALATO

tu come un’esplosione

all’aprirsi del fiore –

vita: mio sangue alato

ah sentirmi avvolgere

nel risucchio del vuoto

tuo affamato

95

SPRAZZI DI PACE

spiove dal cielo una luce

di stelle gonfie di vento – quasi

provenisse dall’oltre

nel cuore un aprirsi

di sprazzi di pace: vedermi

in tutto con il mio sognare –

il vissuto la vita

sognata

96

L’OMBRA

negativo di me mio vuoto

in proiezione mi copia con inediti

profili tagliati nella luce – se dal

di fuori la spiassi mi direi sono

io quello?

pulviscolare ha i contorni

del sogno e i suoi fòsfeni

si spezzetta se riflessa inafferrabile

fantoccio mi diventa

pure mio vuoto mia metà

che estinta con l’ultima sua luce

rientrerà nel corpo-contenitore

unificata con la terra – senza un grido

tutt’uno con la morte –

senza perché – solo ombra

97

IL PECULIO DI LUCE

(a Simone Weil)

(occhi come laghi

abbracciano da eco

a eco

fremiti di vita)

ha mani che sfondano muri

di solitudine

amore

germoglia grido di luce

da nuovo dolore

98

SIESTA

(Entrando in un sogno lucido

con la visione dilatata di gatta che si stiracchia)

le fauci spalanca la natura animale in enorme sbadiglio

della tigre di blake a ricordare la geometria felina

dinanzi agli avanzi della sua preda sanguinolenta

nella solitudine lucente tinta dalla cenere rossa del tramonto

pancia all’aria nella conca del sole occhi socchiusi impastati

dell’ultima luce in un tempo sospeso un silenzio

che disegna l’atavica forma aperta del grido

99

NEI MIEI SOGNI

nei miei sogni ricorrenti il mare

ne attraverso lunghi tratti io che appena

sto a galla – altre volte mi trovo

in viaggio (nave/treno) o mi vedo nella

casa giù al paese a tavola

coi parenti che mi ricolmano fino

agli occhi e mi accorgo che sono in ritardo per

il lavoro ora nemmeno più ricordo dove

ho parcheggiato scendo di corsa salgo

scalinate eccoli i miei morti i parenti

sorridermi mai che mi dessero

numeri

(ora non sogno più a colori

vividi né di librarmi come

falena contro il soffitto

100

CREATURA

mi godo la luce

come farfalla

sul palmo della tua mano

Signore non posso

che offrirti il mio niente –

fragile creatura

una morte ti devo

101

PARVENZA D’AMORE

pietre ancora calde di sole

con la luce declinante

una virgola di amore ti è rimasta

negli occhi

-un sangue rappreso

come un olio è passata la luce

sopra il dolore –

pseudoincarnazione di

un sogno –

102

HA MEMORIA IL MARE

grovigli di rami

disegnano

la forma del vento

voli

di gabbiani ubriachi di luce

a pelo d’acqua decifrano tra

auree increspature le vene del mare

interroghi sortilegi nella

vastità di te solo

ti aspetti giungano da un dove

messaggi in bottiglia un nome un grido

ha memoria il mare

scatole nere sepolte nel cuore

dove la storia

ha un sangue e una voce

103

SPAESANO LE ORE DEL CUORE

i primi turbamenti i morsi

dell’amore – luce

d’infanzia come sogno scolora

dove l’orizzonte taglia il cielo

spaesano le ore del cuore

nel giorno alto

104

ANANKE

più a morire che a nascere a

volte – un colpo e via è preferibile

dici ma anche la pianta si

ammala e soffre in natura si sa

tutto soggiace a legge:

la

supernova che collassando si fa

buco nero e noi

mortali…

105

GIOCO DI SPECCHI

l’ambiguità è forse nel sogno

mentre vivi e ti cammina a lato

un altro te – insospettato

allora è sogno la vita? o

riflesso copia sbiadita o

gioco di specchi in cui

ti chiami e ti perdi…

106

ROSA D’AMORE

letificato d’amore angelicato fiore

si schiude la rosa

fra cristalli dell’inverno

107

A RISALIRE LE ORE

non resteranno tracce

dei giorni informi

solo parole

scritte sull’acqua

a risalire le ore

del sangue il vortice

del vuoto: solo

parlerà l’amore

che si è donato

108

ANCHE A META’ UN SORRISO

(anche a metà un sorriso

è terapeutico:

sprecato è il giorno senza

la sua luce)

fare anima aprirsi

al nuovo come cercare

un tesoro con occhi tornati

innocenti

coltivare la

meraviglia il bambino che

è in noi unico

filo rosso

109

STANZE

[ispirata leggendo Il corponauta –

appunti di viaggio di uno spirito libero,

di Flavio Emer]

io pensiero dilatato

a spolverare le stanze dell’oblio

sulle pareti la memoria

ancestrale

metteva in luce emozioni dipinte

su volti che furono me

rifluiva dai bui corridoi

degli anni il vissuto

a imbuto

mi perdevo come in sogno

nell’abbraccio di quelle figure che

accendevano il mio sangue

110

PER SPECULUM IN AENIGMATE

chi sei: quale il tuo nome nel registro

della Luce quale la tua figura

inespressa

questo non aversi

come morire sognarsi

in seno a cieli di cui non è memoria

…caduto

il velo il tuo Sé faccia a faccia

un ri-trovarsi:

moltiplicato

111

LA SUA LUCE DI MILLE SOLI

ci accecherebbe la sua luce

di mille e mille soli

se solo potessimo

vederlo con occhi di carne

Lui l’absconditus –

Colui

che indossò una carne (e

la sua carne

vestì una croce): che

per sollevarci

si fece bambino e ultimo

112

LE TUE POESIE

sono astruse dici parlano per lo più

di cieli e affini mai di quaggiù – lo

ammetto ma ti pare siamo solo di terra e

non fatti d’infinito e di mistero o

materia dei sogni come il cuore sente?

farsi d’aria e parlare col cielo non

insegna forse a vivere in terra?

a riscattarsi da debole carne?

113

ACQUE

1.

acque uterine dove sognammo di nascere

oceano circolare mare

di nostra madre

2.

lavàti

con acqua e sangue – fonte

battesimale seconda nascita

3.

acqua è porta

acqua è Vita

venite a me

Io vi disseterò

…camminava sulle acque

coniugava le forme dell’acqua

“oceano circolare mare / di nostra madre”: versi adottati

da Jean Debruynne, L’acqua battesimale

114

IO-UN ALTRO

questo sentirmi diviso: e

non riconoscermi come

il fuori del mio dentro:

convivere con gli umori

di un corpo di morte

115

IL MONDO LE COSE DEL MONDO

a padre Pio

il mondo le cose del mondo

ci devono scivolare addosso

come acqua – dicevi

mentre era un sorriso

interiore a illuminarti –

guaglio’:

la casa del Padre è in fondo al tuo cuore

ma è il cuore

un campo di battaglia: a ogni giorno basta

la sua pena –

116

FRAGILE FOGLIA

e nel momento del distacco

l’io si farà fragile foglia

appoggiata ad una spalliera di vento

117

NELL’ABBRACCIO DEL MISTERO

terebrante luce: intima

ferita celeste

(la sfiorano

le balsamiche dita

di Amore)

nell’abbraccio del mistero

farsi trasparenza

espansa

percezione di sensi

———————————————–

DENTRO UNA SOSPENSIONE

(2006)

118

SE QUESTO MONDO

se questo mondo ti ha forse

deluso è perché ho lasciato

che ti perdessi e dal tuo

vuoto mi tendessi le mani

su me che sono altro

scommetti pure la tua vita

di me non vergognarti:

ho offerto il mio Essere

carne e dio

al supplizio del legno

mia rivincita d’amore

sono il mattino che ti coglie

cuore di madre

119

LETTERA

(frammento)

non angustiarti se non sai pregare

se preghi con la testa tra le nuvole

lo fai e bene se spandi

su foglio metafisica luce

e il soffitto ti si fa cielo

120

E’ IN TE NELL’ARIA

è in te nell’aria

sottile la senti

la mancanza di vita piena

ma è regale regalo

questo rapido frullo

d’ali

atto d’amore

non affidarlo nelle mani del vento

sii àncora

gettata nel cielo

121

‍E’ VELO CHE CADRA’

è velo che cadrà

la carne

rendere fruttuosa la morte

perdendo la vita

(rovescio

dell’io tra nome e senza nome)

ma è l’amore che mi sceglie

(nudo

alla luce)

ho sognato d’essere trasparente

122

VISIONE

imbevuto del sangue della passione un cielo

di angeli folgora l’attesa vertiginosa

nella cattedrale del Sole dove ruotano

i mondi

è palpito bianco la colomba sacrificale

123

QUEL SORRISO

oltre lei forse fra le stelle

dura quel sorriso che nell’aria

ti appare ora sospeso come fumo

lucido incanto il tuo

sperdutamente altrove –

l’ha disperso il vento

124

VERTIGINE DEL VUOTO

[leggendo E. M. Cioran]

sognandosi al di sopra dei precipizi

le vene cariche di notti

carpire qualche vertigine all’Abisso

125

ELEGIA DELL’ULTIMO GIORNO

ormai è passata come tutte

le cose dell’aldiqua prendila come

un sogno anche se sogno non è

questo nell’ultimo giorno avrò da dirti

fratello a me nella carne e nello spirito

marchiato a fuoco

ma tutto questo doveva accadere ti dico

perché “si compissero le scritture”

ora m’incolpi del mio silenzio e

Tu dov’eri mi chiedi quando a migliaia

venivano spinti sotto le docce a gas

Io ero ognuno di quei poveracci in verità

ti dico Io sono la Vittima l’agnello la preda

del carnefice quando fa scempio

di un bambino innocente

Io sono quel bambino ricorda

“quando avete fatto queste cose ad uno

di questi piccoli l’avete fatto a me”

anch’io in sorte ho avuto una croce la Croce

la più abietta la benedetta

anch’io ho urlato a un cielo muto e distante

Padre perché

perché solo mi lasci in quest’ora di cenere e pianto

126

DAL DI FUORI

precipitati da un primo

mondo di luce indivisa –

essere qui e insieme

altrove

dal di fuori il pulsare

dell’universo

impregnato di dolore e di canto

questo dolore questo

canto: ne siamo

l’essenza

siamo volti che galleggiano

sulla superficie di un sogno

127

RISVEGLIO

tra le pieghe della storia

c’è sempre il maligno

che strappa

le più belle pagine di poesia

un giorno i morti

risvegliati

da pioggia d’uccelli

le ricomporranno

in musica celeste

128

SOSPENSIONE

un camminare nella morte dicevi

come su vetri non conti le ferite

aspettare di nascere uscire

da una vita-a-rovescio

riconoscersi enigma dicevi

di un Eterno nel suo pensarsi

129

SCONNESSIONE

pensavi guadagnare la chiarezza?

la vita imita sempre più il sogno

nelle sconnessioni avanti con gli anni

ti coniughi ad un presente che s’infrange

dove l’orizzonte incontra il cielo:

e ti sorprendi a chiederti chi sei

oggi da specchi rifranto

e moltiplicato

mentre il tempo a te ti sottrae

130

SPERDIMENTO

silenzio-ombelico di luce –

affondo

in vertigini di cielo

… unforgettable…

le uve dei suoi occhi

ad addolcire il sangue

(sperdimento il tempo

che si sfoglia e squama

questo cuore di paglia)

131

ALZHEIMER

dello stupore della vita

egli non ha memoria

né dell’infanzia

né di un amore

ora intagliato

in una finestra

consuma giorni in attesa

che gli si sveli

il paese della meraviglia –

dove la mente

come un sole si e s p a n d e

132

SOTTO UN MUTEVOLE CIELO

[leggendo Sandro Penna: una cheta follia, di Elio Pecora]

sotto un mutevole cielo chiuso

nel tuo grido di diverso

cresce la luce a cui vòlti

le spalle: voglia di sparire

dentro un sogno o restare

nell’ora dolce dei vivi

133

LASCIATE CHE SOGNI

lasciate che sogni il paese

delle più dimenticate musiche

dove vibra la segreta stella del mio sangue

il paese del Tutto dove nel tutto esisto

senza limiti

in una infinita danza dove sono la danza

134

LA NOTTE LATERALE

unghie crescono nella morte

il gravitare dell’ombra che

ti segue a lato – questo

sentirti enigma vederti

nel sogno moltiplicato

da una vertigine di specchi a

scalare la notte

135

MORIRE A RITROSO

amiamo ciò che passa

legati eppur distanti

a corpi di carne mentre

il tempo scava lento

per noi e per la morte che

buca la notte

è un morire a ritroso finché

si esce da questa

vita da questa

morte

136

PREGHIERA

spogliami Signore da questa morte che mi veste

lasciami rifugiare come un uccello bagnato

nel tuo dolcissimo abbraccio di madre

che racchiude il respiro degli oceani il poema del vento

ch’ è onda di suoni e soavissimo amore

fa’ che nello specchio del cielo

mi pervada l’angelica ebbrezza

del girotondo planetario non prima che quest’anima

indegna si lavi nel sangue di tuo Figlio

137

L’ESSENZIALE

arrivare all’essenziale: via

il superfluo (lo sa bene il poeta – un

sansebastiano trafitto

sul bianco della pagina)

così il corpo: si giunge

col vento azzurro della morte

al nocciolo: all’Essenza: non altro

della vita

che avanzi in pasto al suo vuoto

famelico

quando nella curva

del silenzio

essa avrà ingoiato la sua ombra

138

NON POSSIAMO CONCEPIRE

non possiamo concepire come

chi ci ha lasciati

in un fresco mattino di settembre

ci appaia più grande si espanda

corteggiando le stelle

questo è parte del mistero

non dover essere ma essere-di-più

in pienezza

e perché poi ti sconcerti che l’io

debba disintegrarsi con la sua

tronfia ruota-da-pavone

quest’io a cui credi appartenere?

139

NEL BUCO NERO DEL GRIDO

nel buco nero del grido

s’attorciglia

la spiralante

vertigine di munch

140

LA PARTE CELESTE

vera rivoluzione sarà

l’oltre: mi sveglierà

nel sole in un paese

innocente *- il cuore

s’irradierà di gioia

piena nella vertigine

della luce – ricongiunto

alla parte celeste

puro tornerà alle

origini – perso e

ritrovato –

al seme della meraviglia

*da un verso di Ungaretti

141

AD ALTEZZE SEGRETE

(volontariato)

sperimentare l’Indicibile

spendersi

in un percorso di amore

il cuore aperto

ad altezze segrete

sperimentare l’Altro da sé

nel diversamente abile – pasta da

modellare: ci affondi

le mani e ci rivolti

la vita –

lui ti ricambia con l’oro

di un sorriso

142

RAMMENDI AZZURRI

(per il 25° anniversario di matrimonio)

in braccio al vento

questo giorno dai rammendi azzurri

——————————————-

LA BELLEZZA DELL’ESSERE

2007

143

LA BELLEZZA DELL’ESSERE

la bellezza dell’essere

è di una certa età

dipende

dal modo in cui la percepisci

quando ti commuovi per un nonnulla

scambiando un sogno per una visione

ti senti tornato bambino

lo sguardo perso ad inseguire un volo

non temi l’ ignoto

quando in vita ti sei ben speso

144

SULLE RIVE DEL MISTERO

ciò che non appare mistero

neppure è bello *

fragile come i sogni

spaesa il cuore

di là del mare

tutta

una vita –

… finché lo spaesare

non si adagia

sulle rive del mistero

*frase presa in prestito dal mio amico

pittore-poeta-critico Andrea Crostelli

145

MAYA

il di qua dice l’asceta

non è che proiezione

nel prisma azzurro del giorno

sentenzia

che perfezione

è la carne che si fa spirito

non si terrà conto

del corpo che si nutre

che è già della terra

si è dunque

del cielo o anelito

d’infinito ancor prima

del primo respiro?

-certa è la fiamma che dentro

ci arde – sottile –

146

IN SOGNO RITORNANO

[ispirata nella notte del 25.3.07]

in sogno sovente ritornano

amari i momenti del vissuto

che non vorresti mai fossero stati

si affaccia nel tuo sogno sudato

quel senso di perdizione

incarnato nel figlio

prodigo che fosti

emerge dai fondali

dell’inconscio dove naviga il sangue

e tu non puoi disfartene

147

INSOSTANZIALE LA LUCE

insostanziale la Luce

nella carne si oscura

(energia fatta densa)

luce verde della memoria

scuote la morte:

il nocciolo del tempo

nel buio delle vene è universo

presto deperibile

148

UNA VITA

(a Jung)

perdutamente

dei sangui

l’aprirsi d’echi

su cieli

anteriori

lo spazio

d’un grido

149

PREVITA

cosa saremo ora non sappiamo

bene ci conosce il Demiurgo già

in mente Dèi eravamo prima

della creazione pur senza saperlo

ingabbiati come siamo in questa vita

puro anelito di spiccare il volo

150

EVOCATIVO

come in una bolla d’aria

si ha vita

dentro il fiato

di sogni sgretolati

151

RICORDA

[ispirandomi a David Maria Turoldo]

sei granello di clessidra

grumo di sogni

peccato che cammina

ma sei amato

immergiti

nella luminosa scia di chi

ti usa misericordia

ritorna a volare:

ti attende la madre al suo nido

ricorda: sei parte

dell’Indicibile – sua

infinita Essenza

nato

per la terra

da uno sputo nella polvere

152

LACERA TRASPARENZA

insaziata parte

di cielo

vertigine della prima

immagine

e somiglianza

vita

lacera trasparenza

sostanza di luce e silenzio

sapore dell’origine

fuoco e sangue del nascere

153

ALLA FINE DEI TEMPI

“Per risplendere devi bruciare” – John Giorno

deve il maligno consumare

il suo fuoco – stravolgere

la faccia del mondo

fin quando uscirà di scena

la vita: “la vita può andarsene domani” *

-cerchio breve che si chiude

la consolazione per chi resta?

aspettarsi alla fine dei tempi

un radioso trapasso:”ch’io

non resti confuso…”

*verso di Paolo Bertolani

154

QUALCUNO MI CONOSCE

somigliano i sogni

a queste nuvole a stracci

mai come ora

ho bisogno d’un gancio

per appendermi al cielo

155

LONGEVI

brindano al mistero della vita

forzano le porte

della sera – vedono oltre

dove altri non vedono: per loro

il sognare non ha più fine:

hanno occhi

lavati con acqua celeste

156

UN SOLO RESPIRO

la porta stretta –

dove macera amore

(nell’oltretempo risiede

il Verbo e

il suo cuore-battito

d’universo)

a un solo

respiro si tende –

oltre un tempo

di transizione

157

IL PARADISO SE AMIAMO

(sentenza facile con versi facili)

(il grido dell’afflitto

anima sparse stelle)

terra è dolore il cielo amore?

l’inferno ce lo facciamo noi

terra è pianto?

il cielo canto?

il paradiso se amiamo

è già qui

158

NELLA DANZA

quando ti adagerai nella tua ombra

e avrai già l’inverno nelle ossa

esulta perché sarà l’ora

d’essere trasfigurato

pervaderai con una particella

di te ogni cosa

l’anima si confonderà con le stelle

allora entrerai nella danza

nel Signore della danza

159

ENTRARE NELLA LUCE

[ispirata nel dormiveglia il 2.10.07]

leggere sull’acqua

lettere storte

camminare nel mistero a volte

con passi non tuoi

nella parusia entrare nella luce

goccia

che si frange nel sole

-che contiene un mondo

160

IL SOGNO E’ UN’OASI

un grande desiderio di azzurro

urge nel sangue

senza più odio e dolore

solo amore –

un arcobaleno di amore

nella notte dell’anima

acceca il bagliore della lama

dello sparo – “caino dov’è

tuo fratello” –

ancora e ancora

l’assordare

dei martelli che inchiodano al legno

è il sogno un’oasi di pace

nel cuore devastato

… non si tende alla bellezza?

161

SE CI PENSI

capisci quanto provvisoria

è questa casa di pietra e di sangue

dove tra i marosi il tempo

trama il tuo destino di piccolo uomo?

se ci pensi:

quale enigma ti sovrasta

mentre la vita non è che un batter d’ali

-e tu immagine

passeggera

dentro gioco di specchi

copia sbiadita riflesso del riflesso –

ci sei ma non ti appartieni

sebbene all’esistere

ti attacchi

come ostrica allo scoglio

mentre ti ripugna

il disfacelo lo scandalo

della morte

il salto nel vuoto

162

MONDO

freddo incanaglito la tua iniquità

è specchio che deforma

la bellezza del creato

tu esperienza della ferita

per l’amore che lasci morire

ci lascerai incastrati

tra questa e un’altra dimensione?

dell’uomo incompiuto vòlto al cielo

tu mondo piaga e grido

163

MOMENTO

ad Angela

torpore:

velo di tenebra sugli occhi

mano che ti muore nella mano

ed è bellezza anche questa:

minimo ritaglio dell’eterno

164

A SPECCHIO DI CIELO

a specchio di cielo

il tuo coniugarti

corpo-amore

albero che veste

primavere

grido

di terra

benedetto –

fonte di luce-vita

corpo-amore

165

ANELITO

rinascere dal cuore

come una fortezza

il peculio di pena ha elevato

il silenzio al rango della luce

166

SU UN VERSO DI PESSOA

(In un volo)

di felicità effimera

brucia il tramonto in un volo

che si perde dietro l’ala

di vetrocemento

fin che giunge lo sguardo…

(apparizione o forse

déjà vu)

IN UNA GOCCIA DI LUCE

2008

167

IMMERSI NELL’ASSOLUTO

come in una bolla d’aria o goccia

di luce

si ha vita

nel fiato del Sogno infinito

168

‍SPIOVE LUCE

spiove luce

di stelle gonfie di vento

col tuo peso

greve di limiti

ti pare quasi vita sognata

il vissuto già divenuto memoria

siamo frecce

scagliate nel futuro

o il tempo che ci è dato è maya

e si è immersi in un eterno presente?

169

AVVOLTI NELLA LUCE

se nascere nella morte

è questa vita

breve sarà il vagare

nella tenebra della conoscenza

per noi apprendisti

dell’Indicibile

legati da una promessa di sangue

a Chi ci tende nei secoli

le braccia aperte in forma di croce

170

SIC TRANSIT

confidare

nelle cose che passano

è appendere la vita

al chiodo che non regge

è diminuirsi la vera ricchezza

-arrivare all’essenza

lo scheletro la trasparenza

171

DISTACCO

giungere dove ogni linea s’annulla

un brivido bianco… e sei altro

fiume che perde nel mare il suo nome *

*da un verso di Billy Collins

172

IN UNA GOCCIA DI LUCE

s’arresterà questo giro del mio sangue

lo sguardo trasparente riflesso

in un’acqua di luna

sarò pietra atomo stella

mi volgerò indietro sorridendo

delle ansie che scavano la polpa dei giorni

delle gioie a mimare maree

nullificate di fronte all’Immenso

allora non sarò più

quell’Io vestito di materia

navigherò il periplo dei mondi

corpo solo d’amore

in una goccia di luce

173

LIBRO SACRO

perché la fede non sia acqua

Colui che te la dona

fallo uscire dal libro sacro

le righe nere diventino il tuo sangue

fa’ che sia pane

non polvere nel vento la Parola

174

SCAVANDO NEL PROFONDO

a Giuseppe Soffiantini

rimuovere i macigni

di odio e vendetta

che tengono in ostaggio per la vita:

questo rispecchia

il tuo animo regale

tu che umanizzasti il tuo carnefice

tu che sai il dolore

della luce – sentinella dell’aurora

175

NEL SEGRETO DEL CUORE

tenere in serbo scomparti

colore del vento che oblìa

memorie: rossi

come il sangue della passione

verdi come le prime primavere

azzurri come il manto di madonne

custodirvi gocce di poesia

cavalli di nuvole ed arco

baleni –

le coordinate dei sogni – e

l’insaziato stupirsi della vita

da respirare su mari aperti

-che tenga lontano la morte

176

L’ESISTERE SPECCHIATO

con lo stillicidio

del tempo a subire

questa piaga dalle nove porte *

ma a te presente un altro

te – il Sé celeste – l’esistere

specchiato: vita che si guarda

vivere –

un mondo in un altro

*il corpo secondo la Bhagavadgita

177

BARLUME

qui non altro

che un barlume di vero

dove cielo decaduto

è il cuore in tumulto

che spera anela a una riva

di pace

per acquietarsi

178

RI-CREARE LA BELLEZZA

A Lolek (Karol Wojtyla)

la pietra scartata è la prima

della Bellezza – che trasuda

il sangue della luce

-posata sulla stoltezza

del mondo

179

PENTECOSTE

aleggiare dello Spirito sulla

creazione

l’Avvento: respiro

dell’Altissimo

(virgola-di-fuoco) in

fragilissimo cuore

– un angolo

di cielo

180

TURBINE VORTICA

turbine vortica intorno al chi sono

non altro sapere che la tua

inconsistenza

-ma a un tempo

di contenere un mondo –

181

IN LIVIDA LUCE DI CREPUSCOLO

sulle braccia

della Croce

ci amasti da morire

in livida luce

di crepuscolo

per compassione Tu

ti spezzasti *

… e

fioristi

amen

*verso di Ungaretti

182

L’INVITO

Il poeta: un vuoto

G. Seferis

e tu di nuovo ostaggio della notte

l’invito

l’abbraccio del vuoto

parola neo-nata

la chiami nel buio

l’innervi in parole

la plasmi a scalpelli di luce

183

UNGARETTIANA

su un refolo di vento

adagio

la vita

trasognata

184

A CARLO ACUTIS

(Ti so dolce presenza)

A Carlo Acutis, morto a 15 anni di leucemia l’11.10.06

(del quale è stato avviato l’iter per l’apertura della Causa di Beatificazione)

ti so dolce presenza

-tu che visitavi i giardini

del cielo-

ti so dentro di me come

un amico o un figlio

nell’apparirmi in sogno mi dicevi

sono uscito dalla vita vivo più che mai

-qui è il prima da dove siamo

venuti

si sta di un bene è un’infinita

fonte di stupore

noi voluti dal Cielo siamo stelle

per corona alla Madre Celeste

185

STEP

pensieri distesi nell’ora

canicolare

… una lama di luce

obliqua sul letto e

nella mente

in sopore -in simbiosi

con lo sciabordio del mare-

il perdurare

il dondolio del corpo

fatto d’aria

186

QUESTO PANE

perché lo permette ti chiedi

permette tutto questo

ti senti dire: è una prova che ti dà

“dal male trae un bene” anche se

non puoi capirlo – allora

giustificato dal Suo sangue

spezza insieme agli altri questo pane

bagnalo di tutte le lacrime

del mondo

non una briciola si sprechi di questo

dolore

187

DELL’INDICIBILE ESSENZA

dell’indicibile essenza -l’altra

faccia del giorno-

noi sostanza e pienezza

solleva l’angelo un lembo

di cielo: in questa vastità soli

non siamo: miriadi

di mondi-entità ognuno

in una goccia

di luce

188

DA UN’ONDA DI SOSPIRI

da un’onda di sospiri

risalire in sogno

la morte

fiorita

dal grido

di albe di cenere e

fermenti di voli

nel turbinio del vento

189

NEL GIORNO ACCESO

nel giorno acceso

-avvolto nel mantello

del vento-

sporgersi da una rupe di passione

in un amen il ripercorrersi

di stagioni di là del mare

cogliere il fiore-essenza del tempo

sognare d’essere quasi

una finzione

-la morte un paradosso

190

ARMONIA COSMICA

espansione a irradiare

poesia a labbra

di luce

indicibile fiore

del sangue

191

NEGLI OCCHI FORTI DELLA LUCE

negli occhi forti della luce

vive il paese innocente

-dove approdare l’anima

esausta

di vita dispersa-

(una

gomena di avemarie

porge l’angelo a riva)

192

VASTITA’ DI TE SOLO

[su un verso di Ungaretti]

vastità di te solo

penetrata nei sensi:

nella tua fragilità

lo stupore

di sentirti

una “fibra dell’universo”

Felice Serino

CASA DI MARE APERTO

2009-2011

LACERE TRASPARENZE

2009

1

E TU A DIRMI

lanciarmi anima-e-corpo

contro fastelli di luce

specchiarmi

nella sua “follia”

e tu a dirmi: Lui

l’irrivelato

nasconde il suo azzurro – è

lamento amoroso

(2009)

2

L’ ANGELO

noi lacere trasparenze

-sostanza di luce e di sangue-

a superare d’un passo la morte

solleva l’angelo un lembo di cielo

svela l’altra faccia del giorno

(2009)

3

IL LATO OSCURO

e se fossi stato

dell’altro sesso in una

vita precedente

e ne avessi perso

memoria?

(ipotesi remota dici – di certo

campata in aria)-

junghiane profondità

tralasciando

scoprire come in un test

il lato oscuro del Sé

totale la parte

inconfessata (semplicemente

naturale) – la tua percentuale –

4

PER METAFORE

a mimare un amore

anteriore a noi si vola

nel vortice della luce

(farfalla

di fumo)

foglio bianco

schizzato grido

(2009)

5

DOVE PIOVE MUSICA

[a David Maria Turoldo]

ai confini del cuore

zona rischio lebbra

dov’è l’ essenza

luogo non luogo dove

piove musica

rendimi bianco

come neve delle vette

Signore

(2009)

6

A RITROSO

(Hikikomori)

un vivere a ritroso

le spalle all’oriente

dove

cresce la luce

vuoto delle braccia

vite

separate

tra l’ombra e l’anima

(2009)

Nota:

hikikomori: in Giappone sono oltre un milione.

E’ il fenomeno di ragazzi che vivono di “rapporti” virtuali

chiusi nella loro stanza fuori dal mondo.

7

DI QUA DEL VELO

onirica visione dell’eden

dove profuma Signore

di abele il tuo giorno

un cielo bianco di silenzi

di qua del velo vascello

fantasma

(2009)

8

L’ INDICIBILE PARTE DI CIELO

indicibile la parte di cielo

ch’è in te e ignori – dice steiner

l’uomo in sé cela un altro

uomo: testimone che ti osserva e

sperimenti ogni ora:

basta che solo

un verso o poche note ti richiamino

a una strana forza interiore:

e cessi

di sentirti mortale

(2009)

9

RIESSERCI

in noi con noi come un

riesserci

spessore davamo alle

emozioni

cercavamo lo stupore

e lo stupore era Dio *

*da un’epigrafe

10

NON RICORDO

-e gli esecrabili

delitti e la vita

tradita?

e il sangue innocente?

-non ricordo: in verità ti dico

l’Albero di sangue

virgulto di mio Figlio

il Giusto

si è ingemmato

ed espande nei secoli

le sue radici

in un abbraccio totale

(2009)

11

RIEMPIRE I VUOTI

riempire i tuoi vuoti di cielo

e un angelo che ti corre nelle vene

come sangue e il bianco grido

del vento che sfiora

i contorni del cuore a smussarne

gli angoli vivi il dono

di una parola (cara

e rara non di circostanza)

corredata dalla luce di un

sorriso ad hoc

12

AUNG SAN SUU KYI

non violentate la primavera

del suo giovane sangue

non pugnalate la colomba

del suo cuore aperto

alla compassione

non schernite la disarmante

verità che proclama

aizzandole contro

i mastini della notte

dal suo sangue si leva alto

il grido di purezza

a confondere intrighi di potenti

(maggio 2009)

13

DI ALTROVE

[La gente non è cattiva: ha solo paura di essere buona.

Eduardo nel film Campane a martello.]

di altrove

è lettura capovolta il mondo

chi ti dà

occhi buoni per il cielo

se non sai vedere

così la cieca

sopraffazione

la gioia cattiva del sangue

(2009)

14

CASA DI VETRO

carne fatta velo d’aria

dalla consistenza del sogno

ectoplasma o luce-

ombra che si ricrea

questa e non altro la fragile

casa del corpo di vetro

15

CUORE TRASPARENTE

1.

non la doppiezza non l’apparire:

chi sei veramente è più forte di te

2.

fra cristalli dell’inverno è schiusa la rosa:

l’amore sai impollina la morte

16

QUEL SENSO DI

aspettando sempre qualcosa

qualcuno:

in attesa giungano da un dove

riconoscibili

un nome una voce –

quel senso

di sperdimento quando la vita

è a chiederti

dove sei tu

quel senso di…

aspettandoti –

aspettando di nascere

(2009)

17

LIBRO

mastica piano la morte

il libro del corpo – orecchio

del cuore – : fatuo

risillabare palpiti di soli

fino all’ultimo

rigo-respiro

-congelato di bianca luce

(2009)

18

EFFETA

di Dio il dito

la saliva il fiato

ri-fiorisce vita

in cuore

disabitato

19

NASCOSTO STARO’ NELLA ROSA

finché non avrà inghiottito

il tempo osceno il suo grido

nascosto starò nella rosa

azzurra

perché non intacchino

i veleni del mondo

la bellezza del cuore

(2009)

20

VITA IN SALITA

vedersi su un piano

inclinato esistere –

sperdimento in

lunato albeggiare

su deriva dei sogni

-lama nella mente-

incrinata azzurrità

il vetro del cuore

21

LA LINEA SOTTILE

non crederlo un viaggio

interspaziale o come andare

sulla luna ora più “vicina”:

è varcare quella linea che

divide l’essere dal Sogno

infinito: l’oltretempo ai bordi

della luce ove fanno corona

frange angeliche ad accoglierti

veramente v i v o

22

WILLIAM BLAKE

cielo riflette l’occhio

interiore che veste

luce

specchio

d’azzurro dimora di

cherubini a te

benevoli

23

A COME AMORE

a come Amore

a-mors non morte –

prima del tempo

non c’era che amore: quello-che-muove-

il-mondo: danza nel cielo

della Luce-pensiero: della notte

a scalzare le tenebre

24

VERSI PER UN TRAMONTO SUL LAGO

[fine anno 2009]

(perle d’acqua ed ali)

oro trasfigurato in sorriso

di sangue /

cenere / silenzio

d’ombre

.

COSPIRAZIONI DI ALTROVE

2010

25

A STEPHANE MALLARME’

tenue rosa d’albore

nel cuore fiorite di cielo

26

DENTRO SILENZI D’ACQUE

sul lago s’è alzata la luna

dentro silenzi d’acque

è dolce la luce

nel respiro

delle foglie una smania che dilania

abbraccia i contorni della notte

(2010)

27

HO SOGNATO DI ESSERE TRASPARENTE

vortico in un vento

di luce

da fenditure di un sogno

spio il mondo

(2010)

28

CONSAPEVOLEZZA DELL’ESSERE

tanto piccolo sei e disperso

come pulce sul dorso di un mulo *

ma il cuore che non può morire

infiniti universi racchiude

*da una frase di Erri De Luca

intervistato dopo il terremoto di Haiti

29

EMANUEL SWEDENBORG

lasciami entrare nel tuo sogno

adesso che col soffio di Dio

ne scrivi pagine ineffabili

pensieri pettinati di luce

eccelsa danza dell’aria

dalle labbra della notte stanotte

mi pare udire da un-dove-che-non-so

una sinfonia da musica delle sfere

lascia emanuel che entri

nel tuo Sogno

30

NELL’URLO

nel giro delle braccia

le acque del mutamento – le mani

a impugnare il limite

penetrare in sé

nel profondo – eredità

di cicatrici – dove si tende

una strada nel cielo

rigenerarsi nell’urlo

della croce

(2010)

31

UNA LUCE

non sarai tu a scagliarla la pietra

che negli anni sfasati

più d’una volta tornasti contrito

a casa anche se non t’accolsero

braccia festose

che ti specchiasti nel fondo più nero

del nero pure se non s’udì

canto di gallo quando

tradisti la vita spinto ad un atto

anticonservativo

che infine piegato

dalla croce una luce

a forma di un angelo fu

a strapparti dall’oscenità

del tuo tempo facendoti espandere

in un’emorragia di versi e di

energia positiva

che nel viola del tramonto

fosti padre e ora nel tempo

declinante sarà forse tua figlia

che ti farà da madre

32

GIORNI ORFANI

piange il mio spirito

nell’usura dei giorni

orfani di poesia

la morte della Bellezza

33

ALBERI CHE CAMMINANO

[ispirata a un intervento di Erri De Luca per Emergency]

a Madre Teresa

e altri ‘grandi’ fino a Gino Strada

il cieco della parabola vide

quel giorno

allucinate figure

uomini a forma d’alberi

che camminano

oggi dallo scrittoio del cuore

vorrei dirti gino

che insieme a te si alzano

dalla radice del bene

alberi che camminano

anche se

quasi nessuno li “vede”: santi

di questo tempo

(2010)

34

VOLTI AL CIELO

(ai martiri della cristianità)

(testimoni –

non maestri coi loro

fiumi di parole)

vòlto al cielo colui

che grida nel deserto – l’uomo

pneumatico – *

in visione celeste rapiti e

fulminati

sull’altare le mani

a benedire – rosso fiore

sul petto –

*per San Paolo è l’uomo spirituale

35

NIENTE DA PERDERE

appollaiata sulla tua spalla dalla culla

se la pensi ogni giorno quando

ti radi o vai a letto è per

esorcizzarla o scacciare la paura

dell’ignoto

fartela amica

la morte

-essa

non dissimile dalla vita: seme

che trama nel buio

cospirazioni del nascere-

e dunque: niente da perdere

col disfacimento se oltre il fragile

apparire sarai tutt’uno

con l’immenso corpo cosmico

nell’eterno girotondo dei

pianeti

nel sorriso di Dio

36

DAI CIELI DEL SOGNO

precipitare dai cieli del sogno

fino all’età adulta

richiami di sapori

di voci l’odore

del mare inalare il vento

salato sibilante sotto

le porte –

gibigiane echi

liturgie

di memorie

l’iniziazione del sesso

i segreti

cieli dell’adolescenza

passati come in sogno

(2010)

37

IL RAGGIO VERDE

[ad Agnes (Madre Teresa)]

filtra raggio verde

dalla porta

della conoscenza

vi accede l’anima

assetata in estasi

sanguinando amore

(2010)

38

ABITO CELESTE

(parusia)

“tutta la creazione geme…”

1.

da sogni di vetro e

da pioggia d’uccelli sarai

risvegliato

e

di luce

rivestito

(staccato il pungiglione

alla morte)

2.

e la tua lucy? e il tuo rex?

questi un’animula non sai se

ce l’hanno

di certo gli manca il senso

del trascendente

essi non si sporgono

sulla loro morte

a cogliere

il proprio profilo finito

39

GRAFFIO

[leggendo “Lume del tuo mistero”

di Giovanni Giudici]

graffio di demone mi brucia

seguitando sua scia di miele

40

SOGNO BAGNATO

[dalla parte dei traditi ed uccisi]

vedere l’angelo

della morte

entrare nel mio sogno

ed io riverso

sul selciato

lo stupore del sangue

le viscere nelle mani

“tu quoque brute”

… per mano di chi

si credeva amico

(2010)

41

NEL GIRO DI POCHE LUNE

questo corrermi nel sangue

del transeunte l’istante

mai vissuto appieno

questo accadermi

42

COSA RESTERA’

siamo mistero a noi stessi

cosa resterà quando dopo

di noi sarà a sopravvivere

finanche l’albero

vetusto del giardino di fronte

e le suppellettili e i cari libri

la tua la mia storia

scritta sull’acqua

(2010)

43

PREGHIERA

dinanzi all’Assoluto

misericordia mi vesta

di un abito di luce

amen

44

VERTICALITA’ (AL NEGATIVO)

carpe diem epoca

di trapasso

il linguaggio i riti

stravolti (e la

famiglia? – e

la sacralità

della vita?)

“civiltà” del ludibrio

verticalità

saccente di chi

si crede dio

l’autentico violentato dal

mediatico

narciso edipo in

annuvolati cieli

ingombranti la

psiche

l’aprirsi

in essa di

crepaccio

-la sua

bocca ad urlo

45

‍IL SOGNO

(insensatezza della storia)

il sogno di riavvolgere

il film della vita

utopia – sebbene

affrancato è il cuore

dall’essere eterno

e mortale

46

ERA IL PROFUMO

nel mezzo della notte un ululato

alla luna (o mi è sembrato?)

ho fatto che voltarmi

dall’altra parte

come in un sogno lucido mi vedevo

librare oltre le nubi in levità

l’altro lato mi appariva il versante

luminoso di ancestrale armonia

esso non era che il vissuto

compreso in una bolla d’aria

un frammento d’eterno

mi espandevo su quel versante lucente

linea sottile del sonno dove

poesia era il profumo

del mare

mare aperto

47

SEI DEL CIELO

chiedere a Dio quella protezione

che il mondo non può dare

rifugiarti a quel nido dove

Egli attende come una madre

il suo piccolo perduto

nuda allo scoperto

sei creatura nata per la terra

-ma del cielo-

dove sempiterna dimora

Compassione

(2010)

48

INVERNI

quanti ancora ne restano

nel conto apparente degli anni

incorniciati nella finestra i rami

imperlati di gelo e la coltre

candida che copre

anche il silenzio dei morti

immacolato manto

come una immensa pagina bianca

la immagini graffiata da

due righe di addio

il sangue delle parole già

rappreso mentre

è lo spirito a spiare da un

lembo del cielo

(2010)

———————————————–

CASA DI MARE APERTO

2011

49

IN QUESTO RIFLESSO DELL’ETERNO

credimi vorrei dirti che quanto

avviene anche là avviene

oltre le galassie oltre

lo specchio dei tuoi occhi amore

anzi certamente è presente

da sempre in mente dèi

imbrigliati noi siamo in un giorno

rallentato

noi spugne del tempo

assediati da passioni sanguigne

credi mia cara che quanto

avviene semplicemente

lo rappresentiamo

sulla scacchiera del mondo

noi essenze incarnate

in questo riflesso dell’eterno

dove l’anima si specchia

mentre ci appare infinito

mistero la vita – miracolo

tutta questa luce che

ci attraversa

50

DELL’OLTRE IL DOLCE SENTIRE

dell’Oltre il dolce sentire

apre sogni e lune

mi è specchio il cielo

51

L’ALTROVE

questa casa di vetro

eretta sulle nuvole

concepita forse in sogno

sai cara

si sta di un bene qui

l’erba folta alle caviglie

uscendo nel sole

vieni

52

ULISSIDE

noetica luce

a trapassare aneliti

su aperti mari dei sensi

53

DA UNA PARABOLA

“non puoi servire due padroni”

scrivere con la luce

la vita la morte

vestire

di primavera i gigli

non così l’uomo

dal suo apparire

preso nel vortice

delle cose

egli scrive su sabbia l’avere

-nel cuore la paura

del bambino

(2011)

54

NOSTOS

Siamo… fatti di orizzonte

Andrea Zanzotto

in lampi di visioni

vita sognata

con occhi di cielo

il sangue ad ascoltare

la verde età

fuggitiva

(2011)

55

COME UNA MADRE

irradiata

benevolenza

da madre cosmica:

fragili creature

a suggere luce

da poppe del cielo

56

DEJA’ VU

e ci sorprendiamo

a un viverci addosso

noi gli occhi riempiti di luna

smaniosi di un certo

non-so-che

quando tornano le stagioni

delle promesse di luce e voli

i luoghi onnipresenti

fra lampi di memoria

un cancello uno sguardo

rubato oh l’emozione

di quei momenti impressi nel

sempregiovane cuore

gonfio di vissuto

ora sorpreso da una lacrima

mentre fluttua lieve in uno stadio

di sogno che sa di eterno

(2011)

57

L’ INVITATO

ho sognato che l’ultimo giorno

era anche il primo della mia

nascita in cielo come stella

-o se atomo o fiore non so dire

ma ero più che mai vivo-

che annullato ogni affanno

mi vestivano da festa angeli belli

giacché quel giorno ero io

l’Invitato – anche senza

esserne degno –

58

NEL CERCHIO DI DOLORE

nel cerchio di dolore

lo tiri in ballo – ed è sì umano

quel “Padre perché m’abbandoni”

occhi rovesciati e veste

di sangue –

tu cerchi

una via d’uscita

eviti la porta stretta

59

FOSFENI

a Maurice Maeterlinck, drammaturgo

è finestra sul cielo

il cuore invaghito a carpire

fòsfeni lampi

tu custode

dei sogni – dal cuore puro –

ti libravi come

i tuoi uccellini azzurri

che “si nutrono di raggi di luna”

e

si espandono

nell’Inconoscibile

tra svolìo di ali…

(2011)

60

“DAI TETTI”

chi a invadere il campo

“uomo”

se non Colui che a te

in libertà si concede

(nessuno “incapace”

del suo amore immenso)

vedi: la vita non tarda a guardare

che in un senso: “dai tetti

in su”

61

VENNE A TROVARTI LA POESIA

giunse come un vento lieve

a frugarti le pieghe

dell’anima

e guidandoti verso stanze

inconsce

mondi paralleli ti apriva

ora sperimenti

il tuo daimon

-a divorarti

per sempre

(2011)

62

SI DICE DI AGOSTINO

[Al Dottore della Chiesa

il quale dava da “masticare” il Verbo]

si dice di Agostino – era forse

un sogno? –

gli fosse apparso un angelo-bambino

che voleva raccogliere

con una conchiglia

tutto il mare in una buca

la morale tra le righe: nulla è

impossibile a Dio

(2011)

(prima che passasse nell’aria e fosse aureolato

da giovane Agostino era un dissoluto)

63

FRAGILE PALPITO

in una selva di gridi

come lepre braccata

dal tuo incondizionato amore:

Tu che governi i cieli

“bisogno” hai di me?

perché pungoli questo

fragile palpito

fino al sonno della morte?

(2011)

64

OLTRE IL VELO

nulla si disperde

la banca del cielo

a custodire i fondi –

bagaglio di vita

dolore-amore

nulla va

perduto – chiusa

l’ultima tua pagina

di vita

bagnato di Dio

sarai

al suo appello

presente

65

L’OFFICINA

[ispirata dalla definizione di sé

di Quasimodo: “operaio di sogni”]

sgusciante come anguilla

l’ispirazione

puoi lasciare ti visiti

quando non te l’aspetti

si levi allora

questo sole interiore

in sogno o ancora nel dolce

dormiveglia prima che sia giorno

come un bianco palpito

… ti alzi la mattina ed è quasi

un miracolo

il silenzio dell’officina

66

DI UN DOVE

di un dove

d’un altrove

striscia

di luce verde la mente

l’interrogarsi serpeggia

si morde la coda

(2011)

67

MARE DENTRO

riverberi maja di luce

rosso schermo dietro

gli occhi (te supino) in

barbagli a lenti

tratti

le vene del mare coniughi

con geometrie

di gabbiani sul filo arcuato

d’orizzonte

questa vastità

di cielo e mare

dentro – le

anime del mare –

… come perdersi

[Pola, 6 agosto 2011]

(2011)

68

COME UN IRRADIARSI DI CIELI

Amore è una parola a rischio

Nelo Risi

Amore è

come un irradiarsi di cieli

anteriori

esaltazione al calor bianco

o

pane impastato con lacrime

un lungo lungo gemito più

che sospiro di vento e foglie

casa del sole e delle ombre

dove disarmato

è il cuore

(2011)

69

CONGETTURE

si vive

per approssimazione

si sta come

d’autunno…

di ungarettiana memoria

o

dall’origine

scollàti dal cielo

a vestire la morte

fino

al fiume di luce che

ci prenderà e saremo

un’altra cosa…

congetture

ma lasciatemi sognare

un sogno che non pesa

(2011)

70

ALEPH

nell’oltre non c’è ombra

-lo sai- ombra che ti possa

nascondere allo sguardo

è una chiarità che t’attraversa

non come qui che guardi

per speculum in aenigmate

lì non si consultano dizionari

né atlanti: sei tu la biblioteca

il motore di ricerca

-alfabeto voce conoscenza- :

nel Tutto tu sei e tutto

è te – (l’aleph del poeta cieco)*

è dove ti si svela ogni

contrario – la vita non è prima

della morte

*Jorge Luis Borges

(2011)

71

AVEVO PERSO LE CHIAVI DI CASA

(conversione del non più ragazzo e non ancora uomo)

nuvole a stracci

che promettono pioggia

… dai recessi una voce

catartica

a sovrastarmi a farmi

piccolo

la faccia contro il cielo

mi ritrovo

assetato

72

LADRO DI PAROLE

[l’ispirazione della poesia]

la farfalla immagine-pensiero

sotto la volta del bicchiere

-della cattura l’ebbrezza ma d’un solo

attimo e poi il volo…-

la destrezza nel carpirne la luce

frangente nei colori –

l’inavvertito suono

(2011)

73

NOI ANGELI

sospesi nel tempo

a frange del cielo

noi angeli

caduti

mendìchi d’amore

74

DEI ME STESSI

l’esistere

l’evanescente:

un volgere altrove

la vita

vista come

sogno di me

dei me stessi

75

MI SPECCHIO NELLA MIA TRASFORMAZIONE

quando il mondo continuerà

dopo di me

a chi vi dirà lui non c’è più

fategli uno sberleffo

76

ANAMORFOSI

[ispirata da un sogno

la notte del 20.11.11]

come amante

mordicchiare

lo spazio-carne

… e i denti frantumati

… e non riconoscersi allo specchio

(bambino e vecchio)

(2011)

77

L’ALBA CHE SA DI NUOVO

Per fortuna ciò che sta per nascere è il giorno.

(Fernando Pessoa “Il libro dell’inquietudine”)

la si vive nel sangue la nottata

ha uno spazio aperto

l’alba che sa di nuovo

al rango della luce

78

D’ UN PRESENTITO CHIARO D’ ARMONIE

d’ un presentito chiaro d’ armonie

d’ un trasognato dove

vivi e scrivi

-tuo credo-

tua casa di mare aperto

D’UN PRESENTITO CHIARO D’ARMONIE

POESIE DELL’IMPERMANENZA

1

DISTACCO

farsi fragile foglia

appoggiata ad una spalliera di vento

(2011)

2

EVANESCENZA

in trasognato sfarti figura

-quasi rito-

t’invetri

incielata diafana

3

COS’E’ IL MARE

non puoi spiegarlo

alla bimba dagli occhi di luna

se non l’ha mai visto prima

se non è rimasta rapita

dal ricrearsi sull’acqua

di riflessi dorati

-ed è poesia…

lei può solo sognarlo – il mare –

come una carezza di vento

salato e spazi

aperti e voli

vederlo nel proprio cielo

alla stregua in cui s’immagina

un altrove

chiamato paradiso

(2011)

4

NASCITA

come appena

emerso

da naufragio di sangue

a luce

ferita

rosa

del tuo fiato – madre –

(2011)

5

IL CAMBIAMENTO

(sfogliando la fine anni ’60)

una luce pensante

di sorpresa

visita il cuore

che si è negato all’altro

da Sé

al suo versante celeste

-per giorni spavaldi

da cucire sulla pelle

(ora è un coniugarsi all’opposto

il restarvi connesso

è l’attesa

-in traslucere d’anima arresa-

che Colui che t’invita ti dica

“amico vieni più avanti”

-cfr Lc 14,10)

6

NEGAZIONE DELLA MORTE

inargenta sul mare la fine del giorno

sapere che Qualcuno

da sempre mi conosce

notte d’ossidiana ora m’avvolge

mi sogna nelle vene del buio

io

non posso morire

morire alla vita…

(2011)

7

VORTICE DI FOGLIE

distrazione

del Supremo – dici – la nostra parte

mancante? ovvero caduta

d’angelo nel mare-mondo?

non siamo

che un vortice di foglie

ma se il precipitare

in se stessi è in vista di risalita

(alla notte

segue il giorno)

allora non esiste

-sai- chi potrà recidere

questo cordone ombelicale col cielo

(2011)

8

ESTASI

avvitato nel rosso

tuo palpito

m’incielo

9

L’ENERGIA S’ADDENSA

l’energia s’addensa in un tempo

rallentato

-noi qui nel divenire

-palpiti d’anima e cielo

(un

trascendersi)

(2011)

10

AMORE E’

Amore è una parola a rischio

un irradiarsi di cieli…

esaltazione

al calor bianco

o

un lungo gemere come di vento

che squassa

-sottile

“privilegiato” dolore

dimora di sole e d’ombra

-dove disarmato

è il cuore

*Il primo è un verso di Nelo Risi

(2011)

11

RADICI

potrebbe accadere che a volte

ti domandi

se ti trovi in un sogno o

un déjà vu

un sentirti perso – fuori

dal tuo centro – quasi senza

un io reale

… e in quel frangente

aggrapparti con l’anima

a radici del cielo

-come ad una madre

12

NON E’ CHE UN PERPETUO TRAMARE

la vita ha in tasca la morte

-siamo noi

divino seme:

non è che un perpetuo

tramare

“cospirazioni” del nascere

miracolo d’amore

(2011)

13

COLUI CHE INTINGE

non si estingue questo fuoco

che passa per la carne del cielo

-il mio abbracciare dalla croce il mondo

-il tuo trafiggere nei secoli

questo Cuore senza più sangue

di giuda è piena la storia – tu

guardati intanto da chi

credi un amico:

è quello che con te condivide

il pane la luce l’obliquo raggio

degli occhi

(2011)

14

IL ROVESCIO

capovolte

le apparenze

… se era questa la vita – ti chiedi –

figura d’un sogno che

se stesso sognava…

15

VERTIGINE DEL CERCHIO

vertigine e chiusura

del cerchio

compasso che gira sulla punta

per mano dell’angelo personale

… l’uscita dal cerchio

-nella luce

16

LA BELLEZZA DELLA ROSA

[ispirata da una omelia]

le tue scelte abbiano

profumo di Paradiso

-anche se

verità attira

l’odio del mondo

la bellezza della rosa brilla

del sangue sulle spine

(2012)

17

L’EGO

ovattata vita

di chi l’altro non “sente”

-muro eretto

con impasto dell’ego

inutile imbiancarle

le pareti pregne di dolore

-sale silenzioso l’urlo

fino al cielo

(2012)

18

SOGNO UN MARE D’ERBA

(a Walt Whitman)

amo le tue odi dolce vecchio

Whitman –

un lampo ed ora ti vedo

tra nubi giocare coi capelli

di Dio Padre (tu ritornato

bambino) – ed ecco

ti si ricongiunge l’ex

“allievo” – il profeta *

barba-di-luce – fluttuante

nel mare d’erba del cielo

*Allen Ginsberg, che s’ispirò a Whitman,

morto il 5.4.97

(2012)

[poesia del 2000, ripresa nel 2012]

19

IO ERO LA’

(nella ricorrenza dell’11 settembre)

quasi un assentarmi da me (stato

catatonico davanti allo schermo)

(auto-

difesa inconscia per non viverlo

quel momento?)

-ma io “ero” là

tra vite spaginate nell’aria:

io presente-assente

stagliato contro un cielo stravolto

…e in me

cadevo

(2012)

20

IL RIMEDIO

non lo trovi in nessuna

enciclopedia: malessere e

rabbia si contrastano

con meditazione e preghiera rubando

spazio alla bile – ripudiando la

pratica di chi

si disistima

con alcool e pasticche a effetto

placebo (col pensiero

-inconscio- di sparire)

21

AD ANTONIA POZZI

Poesia – azzurra

eco del cuore –

sei musica che piove

pulviscolo dorato nelle stanze

della Bellezza

-eterna armonia

(2012)

22

MILLE E PIU’ PAGINE *

(ah la poesia!)

sulla spalla mi pesa la merini

tornando dal mare un cambio

spalla versi da ruminare

in un vago giro di pensiero

nell’aperto cielo

istriano

in questa canicola agostana

[Porec (Parenzo), ferragosto 2012]

*Alda Merini, Il suono dell’ ombra, Mondatori 2010

23

AD UNGARETTI

nel carnato della terra

d’alessandria -zolla

palpitante nel sole

nascita di un dio minore

a battesimo d’inchiostro

(2012)

24

COME IN SOGNO

[a chi è affetto da attacco di panico]

come nel sogno quando

a quattro zampe ti trovi

-impotente-

a graffiare la terra in salita

… poi la libertà del risveglio

mentre ad allentare

la morsa è quella

impressione di morire

25

ALLA MENSA DEI POVERI

[ispirata da una intervista in tv

il 21.10.12]

-nella vita chi non si dà muore

mangia se stesso- la saggia

ultraottantenne (cuore fanciullo)

sentenzia servendo

ai tavoli con fievole voce quasi

d’un fiato

luogo ospitale dove tutti

-alla buona- ci si dà una mano: sono

per un piatto caldo ma non

vogliono pietà –

(incorniciati nella finestra dai vetri

appannati sagome d’alberi

senza chioma nell’autunno

inoltrato – al caldo

la nuvola di vapore dalla cucina offre

un che di magico di familiare)

26

NELL’AZZURRO RIFLESSO

(ad un corrispondente immaginario)

un altrove in me ride sereno

-ti scrivo oggi col cuore

come vorrei -in quest’ora benigna-

che la sprezzante tua penna

s’intingesse

nell’azzurro riflesso

dove sputi

27

GLORIFICARE LA LUCE

(a un martire della cristianità)

complice il buio: a perdersi fra

le cose i gesti – nessuno

ad ascoltare il Grido – Dio

dov’era…

nessun canto d’angelo

-il suo cadavere trafitto

sulla punta delle stelle

(2012)

28

UN SENSO

vorrei con le parole aprirti

questa vita come una mano

Franca Mancinelli

da “Mala Kruna”, Manni 2007

.

se sei in ritardo sulla vita

sulla sua “tabella di marcia”

… alza gli occhi al cielo

datti un senso

la vita una

pensaci

aggiusta il tiro

D’UN PRESENTITO CHIARO D’ARMONIE

29

QUESTO SOGNO

nel momento che

questo sogno di carne

si trasfigura

in cristalli di luce

una nuvola di uccelli

uscirà dal suo arioso

cranio

a glorificare il Signore

(2012)

30

LUCE CATARTICA

uscire dalla notte

con passi nuovi

con occhi nuovi

bagnato di Dio

31

NEL SANGUE DELLA PAROLA

[scritta a Capodanno 2013, a 26 mesi

dalla morte di Alda Merini]

nel sangue della parola il canto

tuo del tuo amore

per la vita

segregata incompresa crocifissa

nel sangue della parola

l’azzurro

canto della “follia” che sale

dalle sbarre di carne dei manicomi

nel sangue della parola il grido

dell’innocenza violata e dei

diseredati che tu amavi

tanto

32

DEDICA

credimi alda: a te io canto

con un’ala spezzata

(prendere il volo

vorrei – oh sì vorrei…)

sul sangue della bellezza io canto

d’un presentito chiaro d’armonie

33

AVE MARIA

il nuovo giorno si china

sull’azzurro tuo manto

bagnato mi so della tua

grazia – Gospodine *

*in croato è la Madonna

[Pola, agosto 2011 / Torino, febbraio 2013]

34

Il SE’ L’ENIGMA

limitato il senso del

chi siamo

“per speculum in aenigmate”

sarà il prismatico Sé

-dentro- a sognarci?

35

VITA A ROVESCIO

sarebbe vita a rovescio questa

perché

gli ultimi saranno i primi?

considerare tutto

vanagloria?

capovolte anche le

apparenze

non abita qui la trasparenza

36

L’IMMAGINE SPECCHIATA

l’uomo “affamato” grida

la propria fame di senso

finché nella luce

inaccessibile

-che smemora il finito-

non combacerà col Sé

l’immagine specchiata

(2012)

37

FORGETFUL

ti supera la luce – non

ti appartieni che in parte cerchi

nel sangue l’immemore

tuo nome

38

L’IRRIVELATO

Lui l’Irrivelato

si fa trovare

se provi a squarciare la

maschera che indossi

… così

sarà come trovarti

in una selva di gridi

lepre braccata

dal suo amore esclusivo

39

KRONOS

fratto il Tempo

non più riflette

lo specchio – esser vivo

quasi una finzione

Sogno congelato

dove si piega

il cuore

-senza remissione-

(2012)

40

COMA

(esperienza di pre-morte)

sta per sfociare la vita

nel mare di luce – un rapido

sguardo di là in un tempo sospeso:

come un batter di ciglia: non era

quello il Disegno

41

LA VISIONE

ancora sono sogno e inizio

di pensieri e sento

un angelo con l’ali

vellutate coprirmi

nel bianco silenzio

allagato di luna

mi do d’amore mia “fuga”

nell’intima mia essenza

sorda al mondo

(2012)

42

CANZONE

[ispirata a una poesia del 2006]

spiove luce

di stelle e in cuore

echi di pace-

vedermi in tutto

col mio sognare

il vissuto

vita sognata

… spiove luce

di stelle stasera

guardare gli anni

in cuore spogliati

43

VERTICALITA’

dolore non solo quello

da carne-urlo animale

ma sublimato

negli assi della croce

guardando in divenire

là dove conduce

Passione per la porta stretta

(2012)

44

AL NOSTRO CENTRO

come in sogno ci desteremo

in un’altra maniera * –

giungeremo

al nostro centro dove

in eterno si brinderà col sangue

della passione al desco

dei martiri e dei santi

-amen-

*”dimensione” espressa in un verso di Pessoa

45

DIVAGAZIONE SULLA MORTE

è il morire ciò

che affratella –

ma davanti al mistero chi non resta

confuso: nessuno a farci

un fischio dall’aldilà e

il dubbio è che sia come

un impalpabile sogno o risibile

sorte

esoterismo karma re-

incarnazione: per nessuno

c’è il nulla e la morte

definitiva

(2012)

46

PER LUNGA ARIDITA’

(drastica soluzione

disincagliarsi dalla vita

prenderla “per il collo”)

per lunga aridità

creativa c’è chi

si autoelimina

47

L’ESCOGITARE

(leggendo Montale)

l’escogitare non è sapere

nulla sappiamo

altrimenti sarebbe dissoluzione

(si sta come in sogno

in una sala d’attesa)

48

SENZA CARTA E PENNA

(semiseria)

a tratti l’anima

ora esulta ora si perde

nei bui corridoi di parole dove

una quartina balenante e poi indistinta

vuol farsi luce ma quasi per sfida

inafferrabile si fa

gioca a nascondino con lui preso

di sorpresa nei suoi vortici… ahi!

sprovveduto poeta che non sa

raccogliere in tempo un sangue vivo

(2012)

49

LA POTATURA

(a Pablo Neruda)

(in terra d’araucaria

è luce che tarda a congedarsi

il tuo poema mai finito)

non rami tagli ma versi

a carpire luce a quel sole

d’un generoso Iddio

e maturare frutti sanguigni

dolcissimi come

gli abbracci dei ritorni…

(2012)

50

DISQUISIZIONE SULLA MENTE

grossolano errore – mi spiegavi

col sorriso di chi sa –

scambiare la mente

col cervello: questi è del corpo-

contenitore mentre

la prima coi suoi azzurri

echi è parte della Mente

Universale che governa

la terra e questo essere

formica che la percorre…

la mente è cielo e l’una

contiene l’altro

51

DICE IL SAGGIO

sei del cielo

… ma avanti

negli anni ancora

non ti conosci

52

NEL GIORNO ACCESO

nel giorno acceso (avvolto

nel mantello del vento)

sporgersi da una rupe

di passione

in un amen

il ripercorrersi

di stagioni di là del mare

cogliere il fiore-essenza

del tempo

sognare d’essere quasi

una finzione

-la morte un paradosso

(2012)

53

UN DEJA’ VU

del luogo sente quasi il profumo

salire dalla terra

lo spirito che si piega

a contemplare

gli sembra di esserci già stato

o forse l’ ha sognato

… e quell’albero vetusto

sopravvissuto

a suo padre a fargli ombra

a occultargli

in parte l’ampia veduta

del mare quello stesso mare

che vide i suoi verdi anni

e il vissuto

(come in sogno) divenuto

lontana memoria

(2012)

54

STEP

pensieri distesi nell’ora

canicolare

… una lama di luce

obliqua sul letto e

nella mente

in sopore -in simbiosi

con lo sciabordio del mare-

il perdurare

il dondolio del corpo

fatto d’aria

(2012)

55

TURBINE VORTICA

turbine vortica intorno al chi sono

non altro sapere che la tua

inconsistenza

-ma a un tempo

di contenere un mondo

———————————————–

UN LEMBO DI CIELO

2014

1

D’AZZURRO

delirio di luce

d’azzurro

dell’anima

cerchiata di spine

2

IL QUADRO

lo vedi meglio a freddo da fuori

se non preso nel vortice della

sindrome di stendhal

meglio

che non lo stesso

autore immerso e perso

nella sua creazione

il sangue sparpagliato nei colori

(2013)

3

MOMENTO DI ESTASI

la felicità

è in braccio al vento

brucia questo tramonto in un volo…

4

L’ANGELO PORGE UNA GOMENA

l’angelo porge una gomena

di avemarie

all’anima che approda

-vela stracciata-

sulla riva del cielo

-dove ogni linea s’annulla

5

‍UN APPIGLIO

[Studiando una poesia (in questo caso propria) può venirne un’altra e forse un’altra…]

giorni sui precipizi

vivendo

in braccio a capricci del vento

un appiglio sarebbe il cielo

a rinascere

in echi d’inchiostro?

6

MARINA

sull’onda bianca della pagina

inavvertita la musa

come un’ala si posa e

si china discreta

a ricreare di palpiti un vago

sentire di mare

(2013=

7

VORTICE

sospeso in un limbo

gelatinoso o

risucchiato nel vortice

di porte girevoli…

affidarti a una

mano di luce per

uscirne…

8

NELL’ULTIMO

a Madre Teresa

di Cristo mi graffia

la bellezza

tocco

nell’ultimo la sua

dolorante carne

9

IL VERSANTE CELESTE

una luce pensante

di sorpresa

visita il cuore

sul suo versante celeste

da sempre in attesa

-in traslucere

d’anima arresa

10

MISTERO IN ME

mistero in me

io nel mistero

la vita come un’ostia

di luce

levata ad affermare

il suo ri-crearsi

la forza segreta

di stupire

il suo amare lasciarsi

scoprire

11

IL MIO POSTO

a David Maria Turoldo

nella tua costruzione

Signore dove

metti il mio tassello

quale

il mio posto:

sia pure

l’ultimo – ma

come Tu disponi:

indelebile

profumerà

per Te il fiore

del mio sangue

(2013)

12

IL VERSANTE LUCENTE

espandermi

su quel versante lucente

perduta armonia

dove poesia era il profumo

del mare

mare aperto

13

ALTA ENGADINA

diario [mentre “mi” scrivo spiando

il mondo da qui tra terra e cielo]

è il caso di dire

un bianco

da ferire gli occhi

la parete del

ghiacciaio

riflettente una luce

quasi

ultraterrena

a bucare la notte

-mentre qui

mi scrivo

(2013)

14

CONDIZIONALE

vivi al condizionale

i segnacci rossi che

portavi a casa

scambiandolo col congiuntivo

privilegi il fantasticare

al condizionale

dando forma al sogno

così potrebbe

il fiume

risalire la corrente

camminare

sulle acque

si potrebbe…

15

CHI SIAMO

caduta la carne

svelati a noi stessi

(resteranno graffi

nel cielo a presenza

d’un vissuto stuprato):

non più un vedere attraverso

uno specchio in enigma

dove l’essere si aprirà

in fiore

(2014)

16

GIRO DI LUNA

giro di luna bivaccante nel sangue

baluginare d’albe e notti

che s’inseguono

dentro il mio perduto nome

per le ancestrali stanze un aleggiare

di creatura celeste

che a lato mi vive nella luce

pugnalata

(2014)

17

IL NESSUN LUOGO

(leggendo “Predario”, di Giorgio Luzzi)

cominciare da qui per un

mondo più prossimo alle

origini –

il nessunluogo

eletto

18

ALTRA VESTE

vedermi lontano

io che indosso parole

di carne

e alfabeti di sangue

… altra veste mi attende

19

LA RICERCA

uscire

dal porto -il cuore in mano-

issare la vela della

passione

dietro lo stridulo

urlo dei gabbiani

tra le vene bluastre del cielo

foriero di tempesta

squarciare

nel giorno stretto

il grande ventre del mare

che geloso nasconde

negli abissi

i suoi figli

(2014)

20

IL CAPO RECLINO

i cadaveri dei giorni di festa

-la spada

di damocle

dell’impermanenza

che a volte ti spiazza

a strozzare la gioia –

immaginarsi fuori

dall’ “impasse”

attraverso il sogno della morte

il capo reclino

sul foglio

graffiato da versi

“congelati”

21

NESSUNA STRADA MUORE

(Condivisione)

sentire

i fiori bisbigliare

col vento

all’unisono

un intonarsi

di voci sole

un respiro

solo –

svolìo di farfalle

sui colori

a inseguire

il fiato del giorno

22

GONFIE LE VELE

gonfie le vele

a soffio di preghiera

per l’ultimo porto

23

COME SE

vivere come se

non ci fossi

non riconoscerti come

il fuori del tuo dentro

-il corpo ad

accompagnarti

24

LA TENTAZIONE

(a Padre Pio)

estenuante lotta sanguinosa

poi alla luce ubriaca

del nuovo giorno ecco librarsi

sull’umano

azzurra ala la parte angelica

(2014)

25

L’OFFERTA

vagheranno le nostre ombre

la sera sulla terra

quando non saremo più

inavvertite

si chineranno sul fratello

come offerta

di perdono ad un’offesa

legata al sangue o alla lama

della parola

-balsamo sul cuore

inconsolato

sarà l’angelica

ala

(2014)

26

LA CONDANNA

(a tutti i carcerati e alla loro metà)

bianco urlo dell’altra metà del cielo

(tempo scandito

a elaborare:

due prigioni – di qua di là

delle sbarre

-patteggiare dell’essere

con lo stillicidio che squaderna le ore)

dal fondo del mondo

luce ferita dove è terra

di nessuno

dove il cappio

oscilla

(2014)

27

SCAMPOLI DI VITA

tra le pagine del cuore

sfogliate dalle dita del vento

passano bluffando con la morte

scampoli di vita

non può dimenticarci

la bellezza

(2013)

28

ALI

riscattare le ali

contro l’ingiuria del tempo

risalire

luce dopo luce

a un’alba rossa di vene esplose

(2014)

29

BRANDELLI D’AMORE

dammi Signore

un collante di passione

-atto di fede

che snudi il giorno-

per fissare nel blucielo

brandelli d’amore

pezzetti

di me

(2014=

30

D’UN SOGNO

casa sul mare dove vidi

la luce

sulla porta un ritaglio di cielo

a visitarmi i miei morti

venuti sembra

dal mare

sorridermi mentre

mi vedono

con naturalezza librarmi

falena contro il soffitto

(2014)

————————————————–

FRAMMENTI DI LUCE INDIVISA

2014

31

DOCILE ALLE TUE MANI

docile pasta alle Tue mani

plasmami secondo il Tuo volere

sgabello di gratitudine ai Tuoi piedi

farfalla lucente di Tue piaghe

32

SONO ANCHE ALTROVE

d’albore un tenue rosa

anelito d’espandermi

in fiorite di cielo

33

PARTICELLA

noi siamo tra l’angelo e

la bestia mi dici sciorinando tesi

astruse ma dove lo metti il

bosone di Dio così bene immerso

nella materia: l’infinitesima/infinita

particella che ti trascende è il

tuo Tempio e brilla di luce

propria

34

ALLO SCOPERTO

(a Francesco d’Assisi futuro Santo)

uscire nudo allo scoperto

un morire al mondo

spoglio

di alibi-corazze

il cuore che risale

in luce

sue macerie

la vertigine del tempo vuoto

35

ALZHEIMER

i suoi giorni

come un vortice di foglie

a dilatare deliri

gioca

con le ombre sui muri

vuole afferrare

la biancaluna

incorniciata nella finestra

alle prime luci riaffiora

un barlume

di quell’io bifronte

che ha perso la strada di casa

36

L’ESISTENTE

è dall’origine

della foglia la foglia-madre

così della parola

il cuore la luce

Verbo che muove

i mondi

il dio in noi

la bellezza dell’oltre

37

ANELITO

(a Sant’Agostino)

uscire dalla gabbia

di carne e fendere l’azzurro

con revisionate ali

lasciarsi invadere

dalla luce del Tuo volto

fulgente più di mille soli

38

AL PARCO

(fuori da un periodo depressivo)

vade retro male di vivere

nuova luce

di orizzonti leggo nello sguardo

dell’anziano sottobraccio nella

macchia di sole a farci isola

ora che nuovi

m’appaiono i semplici gesti

un sorriso una parola

forse questo

il senso mi dico

Lui ben sa

“utilizzarmi” al meglio

va-de re-tro mal du vivre

ti riconosco dal tuo odore

acre ti ricaccio nel buio

fondo

39

LA LUCE BUONA

riempire vuoti

di cielo

cogliere la luce degli occhi

una mano tesa

nel bianco grido

del vento

40

A LATO DEL CUORE

non voltarti

indietro – mi dico –

percorri lo stretto

marciapiede a lato del cuore:

nel profondo di te nel buio

di stelle calpestate

ascolta il grido

verticale

che da caduta si fa preghiera

40b

PRIMA DEL TEMPO

prima del tempo

non c’era che amore

quello-che-muove-

il-mondo

danza nel cielo

della Luce-pensiero

della notte

a scalzare le tenebre

41

UNA SPALLA DI LUCE

non ricusare mi dice

questa spalla di luce

e se ho lasciato

che ti perdessi è perché

dal tuo fondo mi tendessi le mani

non sia tu di quelli

“che non si voltano” e hanno

fumosa aureola

appoggiati alla

spalla di luce che

è l’Io sono

42

CERCHI SULL’ACQUA

sospensione lucente

petali vellutati fanno

cerchi sull’acqua

si staccano voli

dal tramonto

43

MIO SANGUE ALATO

tu come un’esplosione

all’aprirsi del fiore

vita: mio sangue alato

ah sentirmi avvolgere

nel risucchio del vuoto

tuo affamato

44

NELL’ARIA VEGETALE

si aprì il mattino azzurro

nell’aria vegetale

come un mare nel seno del cielo

e da una costola

per lui Egli la plasmò

dalle sinuose forme

a far tondi gli occhi vogliosi

d’un amore tendente alle

stelle

45

PIU’ D’UNA VITA

l’insistente

mostro della mente

e l’embolo d’ombre

e quanta

morte in questa vita

più d’una

a far nascere

ali

dove sanguina

la trasparenza

46

IL PREESISTERE

[ripresa da una poesia datata]

e tu a chiederti il perché

dell’effimera bellezza del fiore o

della breve luce che vive la

farfalla

e del preesistere

d’ogni singola specie non dici

che si sa nominata

e trasfigurata è oltre

quell’orizzonte dove

continuano

il mare i gabbiani nel fondo degli occhi

47

ULISSIDI

[ripresa da una poesia del 2011]

veleggiare verso lidi

dell’Origine

impastati di luce

alchemica

in fondo agli occhi

aperti mari

dei sensi

48

FAR POSTO ALL’ANGELO

dev’esserci forse un angelo

alla mia sinistra

e sì che per natura

non sopporto nessuno da quel lato

camminando per strada

che non sia una benefica presenza

chi mi accompagna nella luce

declinante degli anni

non sa di dover fare

posto all’angelo

che provvido

mi aiuti a scalzare

ogni giorno la morte

49

QUEI VERSI PERSI

[nel percorso col bus verso Brescello]

poi di ritorno a sera

carta e penna o se vuoi tastiera

il bianco che ti fissa

e ti ci perdi

un muro

la mente un muro

provi con un verso

impreciso poi un altro

ma no non era così

che l’avevi pensata

eppure ce l’avevi tutta lì

come una cantilena tra veglia e

sonno negli occhi la confusa

striscia bianca sulla destra

ed eri in uno stato di

tortura-goduria

trattenendoli ancora quei versi

ma ora niente

un muro la mente

risucchiati da un buco nero

50

BORDERLINE

[ispirata a un’altra mia poesia a tema sociale]

la tua carne dolorante

tu crocifisso alla

sopravvivenza

non un tetto un letto d’amore

i figli

sconosciuti

cieli caduti nel fondo degli occhi

ti perdi

tra i rifiuti dove

sembri cercare brandelli

di quella vita che ti ha tradito

51

CIELI BIANCHI

cadute virgole

dalle pagine dei giorni

come un assordare di cristalli

poi brividio

di luna nel cerchio delle sere

cieli bianchi di silenzi

a propiziare un appiglio

per reinventarsi

la vita

52

NUVOLE VAGHE

le nuvole vaghe a guisa di pegaso

o capra e in pacato risveglio

il sangue del tuo ieri connesso

alla vista del bimbo nel levarsi

dei piccioni in volo davanti

ai gridolini acuti e

più a lato

della piazza il vecchio

in carrozzina

tornato bambino a ricordarti

l’esistere parabola

di carne

nel pulsare dell’universo

e il conto degli anni

i voli pindarici del

sognare

53

CIELI INDIVISI

i voli pindarici e

come in sogno il passato

divenuto memoria di voci

impalpabili essenze

residenti in un altrove

di cieli indivisi

54

VITA DI MARE

essere circoscritto

nel tuo spazio ti sta stretto

assumere come l’acqua

la forma

del suo recipiente ti deprime

aneli come la sorgente

alla sua foce

amalgamarti coi fondali marini

conoscere

l’alfabeto dei pesci

gli anfratti i fatti

del giorno dispute e amori

coordinate d’una

vita di mare in divenire

le tempeste che tengano

l’anima tesa sul grido

come achab

55

LA TUA STAGIONE

(a Rimbaud)

in echi d’inchiostro

verde virgulto tu

esploderai

vergini pensieri

incolli nel tuo cielo

ispirati a scandire

la tua stagione

età dell’oro e

“maledetta”

56

NON MANDATE A CHIAMARE

[rifacimento di una poesia del 2012]

quando il mondo continuerà

dopo di me

non mandate a chiamare prefiche

che versino lacrime sul

contenitore del corpo-contenitore

e a chi vi dirà lui non c’è più

fategli pure uno sberleffo

com’è giusto che sia

57

IL TUO DETRATTORE

come a dire quello

del “tu pensa per te”

l’alterego che

va col lupo seguendo

la pista del sangue

lo stesso che ti seduce e

lo sguardo svia dagli occhi

forti della luce

58

IL TUO DETRATTORE 2

quello che

in un buffo di vento

fa orfano di stelle

il tuo cielo

dimora dell’angelo

compassionevole

59

LUCE ANNODA

luce annoda le voci

nell’aria liquida

fuoco delle attese

dove

anime si cercano

-un fiume d’echi

60

SIMILE ALLA VITA

simile alla vita il morire

mi dici

naturale ma strano se ci pensi

vi si entra con uno schiaffo e

se ne esce con una

manata di terra

con un io ridimensionato

m’immagino di sparire

come chi in sogno segua

una successione di stanze

allora uccelli vedrei uscirmi

dalla testa

nel becco i versi d’una vita

TRASFIGURATI ANELITI

(2014)

61

E’ DA GIORNI

è da giorni che

persiste una visione

come di creatura uno scricciolo che

voglia nidificarmi nella testa

decido di adagiarla

sul bianco della pagina-lenzuolo

con la delicatezza d’una nutrice

quasi ne tremo ed è

un tripudio del sangue

come chi trovi un tesoro

62

NUOVA POESIA

non dirmi

che questa in grafia minuta

è “inconsistente” come

la mia “collezione di farfalle”

cielo grigio si riflette

negli occhi

-unforgettable

piove l’immagine

di te attraverso il vetro

mentre

il marciapiede si allontana

ho da dare i miei occhi a quel che passa

63

RINVERDIRE

aria screziata

d’umori anonimi

in un rigurgito

rinverdire dell’anima

dissolta quasi nel bailamme

biancore di cieli

dove annegare

il grido

64

ELDORADO

aneliti annodi al tuo giorno

novello ulisside

voci di conchiglia echi

si fondono

col sangue in luce

nel sogno di eldorado

rammendi la tua vela stracciata

65

DIVAGAZIONI SULLA FISICA

[Poi come una macchia anche questa vita

sparisce senza traccia.

Durs Grumbein]

ti convinci che l’io sia

un riflesso condizionato

-e il mondo? il mondo dell’occhio

l’Io-sono è l’Orologio cosmico

e non è più un mistero la particella

detta il bosone di Dio

una danza di cellule e -incredibile-

una montagna di materia contenuta

in un cucchiaino!

66

CRITICI

(semiseria)

ti mettono a nudo sulla pagina-lenzuolo

ravvivano il grido di luce

della parola sofferta

concepita nelle viscere

ove hanno asilo le lettere del sogno

vanno con la lente fino

all’intimo pertugio

ti spellano rivoltano

risalendo al lampo

della musa

dove regna la parola annunciata

hanno l’aureola da edotti

sotto i soli bianchi delle lampade

67

NELL’INDACO CIELO DEL SOGNO

a Walt Whitman

nell’indaco cielo del sogno

odo l’aedo

cantare le tue odi

con sottofondo di musica celeste

mentre

fluttuante nel mare d’erba del cielo

tornato fanciullo ti vedo

giocare coi capelli di Dio

68

IN DIVENIRE

appoggiato alla spalliera

d’aria del divenire

tu –

arcoteso

futuro anteriore o

tempo che ti mastica

sangue del pendolo

69

VITA CONTROMANO

(a James Dean)

teso sul grido

d’una vita contromano

animo di ragazzo bruciato

a perderti in un oceano di

spleen

brami ti visiti in sogno

nel risalire dagli anni

la dolce madre

-profondità celestiale-

le dita affusolate

nei capelli

70

NELL’ARCO DEGLI OCCHI

andare come su cocci

la pelle dell’anima

tesa come tenda

oltre le stanze viola della mente

vedere

infine quel male oscuro

uscire dal tuo specchio e

il fiore della grazia

aprirsi a ventaglio

nell’arco degli occhi

71

SULLE LABBRA

(ad un interlocutore immaginario)

come dire ferire di penna

tu a dileggiare il vero

intingendo nell’azzurro

eludendo l’angelo

poi svanirai nella luce

anche tu

qualcuno al tuo capezzale

forse potrà leggere il verso

più bello

sulle labbra morenti

mentre invochi la madre

72

ALTRA VESTE

(rifacimento di una poesia inizio 2014)

un vedermi lontano

io che vesto parole

di carne

alfabeti di sangue

da me lontanissimo

ché ad altra

sembianza anelo

per voli su mondi

ultraterreni

73

LA NOTTE LATERALE

[rifacimento di una poesia del 2006]

è il gravitare dell’ombra

che ti segue a lato

o l’orbitare dell’unghiuta morte

questo saperti

enigma

vederti come

in una vertigine di specchi

a scalare la notte

74

I RICORDI DEL CUORE

quel po’ di stordimento

dopo un bicchiere di troppo

è la vita che scorre al contrario

la brezza marina la mente a vagare

resuscitando fantasmi

ti risalgono dal profondo abbozzando

la smorfia del pianto

il loro grido a confondersi

con quello dei gabbiani

bianche creature danzanti

sulle onde crestate

che a beccate ti sembrano

straziare

i ricordi del cuore

74b

KRONOS

fratto il Tempo

non più riflette lo specchio

–esser vivo

quasi una finzione

sogno congelato

dove si piega il cuore

senza remissione

75

MAGNETICI OCCHI HA LA NOTTE

(a Hemingway)

come una morte tenuta in vita

questa vita

compagna la bottiglia

che almeno stanotte allenti

quel suo morso

a ricucire lo strappo infinito

domani un colpo e

ti adagerai nell’ombra

occhi in liquido cielo

capovolto

76

FORSE UN ANGELO

a trascendersi in me

è forse un angelo

nel punto dove l’anima vibra

come diapason

e in un mutevole cielo d’occhi

mi asseconda

a snudare la bellezza

da frammenti di parole e suoni

qui nel mio sangue

ecco si leva il fiore

che non so dire

77

ANCHE TU A PRECEDERMI

(all’amico Flavio)

anche tu a precedermi

sulla via dell’Inconoscibile

piena la valigia

avevi di falci di luna

e di balenii di vergini aneliti

te ne disfacesti insieme al corpo

per “vestire” una verità nuda

oggi dallo scrittoio del cuore

a te mi volgo

e i tuoi versi mi suonano

come una profezia

78

OASI DI VERDE

sul lato opposto un po’ d’ombra

il solito giro poi

la panchina il libro

oasi di verde da respirare

vaghezza di nuvole a riflettersi

sulla pagina

e i gridi

dalla vicina scuola

di chi anela alla libertà degli uccelli

e la ragazza a fare footing

tempo quattro minuti tondi

e ecco da dietro l’isolato laggiù

ti rispunta la maglietta rossa

79

COME IN SOSPENSIONE

aria dolce della sera

unghia di luna

sovrastante

la linea cielomare

questo sentirsi

come in sospensione

un sognarsi altro da sé

a dilatarsi in un

ignoto spazio

mentre la vita impone

suoi ritmi

80

ALI DI FARFALLE

sono emerso da profondità oniriche

come da abissi senza scafandro

lì ho incontrato i miei morti

la luna si bagnava nei loro sguardi

dai sorrisi spiccavano voli

improponibili farfalle

ali enormi mi avvolgevano

in un senso di pace

mentre mi perdevo

nei loro vertiginosi colori

come in un quadro di kandinskij

81

NEL CHIUSO DELLA STANZA

le mosche assassine della mente

nel cantare il Tuo nome

nel chiuso della stanza

ah più breve sia l’arco

che da Te mi separa

e da questo naufragio di sangue

la Tua mano mi tragga

82

SAREBBE FORSE UN CADERE

sarebbe forse un cadere in demenza

meno devastante

che questo abbuiarsi del sangue

mostro della mente che

come un gioco m’intrappola

in un giro vizioso ed io

a mordere il giorno

come sfuggirgli dove nascondermi

uscire da me stesso

annullarmi

ah trafiggetemi stelle mare avvolgimi

nel tuo fresco lenzuolo

oggi è un penare che non sostengo più

83

UN LEVARSI D’ALI

stato celeste antimaterico

in sogno un levarsi d’ali

fiammante fiore

di sangue

disincarnato

84

FIORE DI SANGUE

vuoi bastare a te stesso

il tuo “assoluto” è polvere

che abita nella bocca dei morti

pazzia fare a meno di Lui

quattr’ossa in croce

altro non sei nella vastità di cieli

ma a un tempo quel fiore

di sangue del divino

in te profuma e canta

-urla la radice se la strappi

85

LE RADICI DEL CUORE

[Spunto tratto da una poesia del 2005]

cogliere una piccola morte

nello strappo di radice

dove altra ne nasce

dal suo grido

cogliere l’inesprimibile

di questo morire

che s’ingemma d’eterno

86

DELIRI

in buona compagnia

dei saltabeccanti piccioni

raccoglieva torsoli di mela

tra i rifiuti e

biascicava versi improbabili

parto dei suoi deliri

nel nosocomio

conobbe una sua pari

portava con sé dei versi

di campana e una foto sgualcita

lampi di visioni

a mordere giorni di macerie

poi un mattino li trovarono

abbracciati le vene recise

che già sorvolavano cieli

sconosciuti ai mortali

87

IL GIORNO A SCHIARIRE

il giorno a schiarire

risalendo

con gl’occhi della memoria

ad arcobaleni e

transiti propiziatori

riscoprendo quel vento che

nel suo azzurro vortice

risucchi lo sprofondo d’apatia e

rigonfi le vele per

l’avventura

88

LA VITA A RACCONTARSI

volti

galleggianti sul mare del sogno

nella composizione

della luce

aprirsi di corolle

palpitanti anemoni

la vita

a raccontarsi

con la bocca dei morti

col sangue delle pietre

89

SALE LA LUCE

(a Dario Bellezza)

alba d’un bianco cadmio

che annega i sogni d’una notte

famelica di corpi

alle spalle

di quest’ombra che ti pesa sugli occhi

sale la luce che ti tiene

avvinto

all’arida ora dei vivi

90

QUEL CHE SONO

(ispirandomi a Nicodemo)

sono quelle immagini

che in me parlano

a consegnarmi a un io

vissuto come in sogno

nell’avvicendarsi degli anni

m’inerpico sulle spalle

di quell’io di ieri

per vedere il mondo dall’alto

91

LA SALITA DEL CIELO

(a San Pio)

ti sogno muta presenza

china sull’ora esangue

apre

in me la salita del cielo

una strada inondata

di noetica luce

sanguata della passione

di tue piaghe

92

FIUME D’ECHI

fuoco delle attese dove

anime si cercano e

nell’aria liquida

voci annoda il fiume

di luce e ricama

sospiri

93

IL LAMPO

livida luce a torino

questo cielo che non promette

la testa sul libro e dei versi

che vengono a torturarmi

alla mia destra in panchina

il fumo di un tizio s’inanella

grazieadio sottovento

in soccorso il lampo verrà

della musa a posarsi

colomba sulla mente aperta?

94

QUEL NUGOLO

più quel nugolo

di mosche assale il mio “desco”

più il mio cuore Lo cerca

allo stremo d’una impari lotta

sparire vorrei le volte

che nei sogni mi vedo

un giuda

il cappio a oscillarmi davanti

può la pianta ripudiare

la radice?

e la corolla che s’apre nella luce

odiare la luce?

95

CIELI DI COBALTO

segmenti

di luce schizzati dalla tela

a colpire i sensi

in forma di danza

ad accendere i sogni:

all’orizzonte

lungo le rive degli occhi

cieli di cobalto

venati

in prismatico chiarore

dal grido giallo di kandinskij

96

IL GUARDIANO

il mostro è guardiano

del labirinto interiore

oh quale dispendio

della mente in sudari di calce

anelante alla riva

primigenia del sangue

l’angelo è di cenere

dove grida

la carne

le ustioni della luce

97

SPAZI APERTI

(a Danilo Dolci)

palestra di vita

a formare allievi

aperto seme

l’anima che s’infinita

nei colori del cielo

sognavi la “città terrestre”

di là delle notti

che si spaccano alla volta

del cuore

al rango della luce

spazi aperti

sognavi

per un’alba che sa di nuovo

98

LA MASCHERA STRAPPATA

ti scoprirai alla fine

vulnerabile

offrendo il costato alla lancia

dell’amore

dallo squarcio il sangue redento

non ti darà adito

di scaricare

la tua croce addosso al vicino

la tua maschera

la strapperà per sempre

l’amore che ti av-vince

99

NON ERA QUESTA LA VITA

non era questa

la vita che volevi

bambole in panno lenci un amorino

più avanti negli anni poi

il male che covava nascosto

sedicianni:

vita breve ma abbastanza per dirci

se davvero hai amato e quanto

da angeli ora sei accolta

lì nella casa del cielo

non bambole o un amorino

per il tuo non-tempo

nel mistero di luce corteggi

le stelle

99b

RADICI

potrebbe accadere che a volte

ti domandi

se ti trovi in un sogno o

un déjà vu

un sentirti perso: senza

un appiglio o un io

reale

e vorresti in quell’attimo

aggrapparti con l’anima a radici

del cielo

-come ad una madre

100

LUCE ED OMBRA

luce ed ombra rebus in cui siamo

impronte di noi oltre la memoria

forse resteranno o

risucchiati saremo

ombre esangui nell’imbuto

degli anni

guardi all’indietro ai tanti

io disincarnati

attimi confitti nel respiro

a comporre infinite morti

100b

LA MIGLIORE POESIA

quella

che devo ancora scrivere

-si dice così e sarà vero

è un brusio indistinto

a volte

come un moto del cuore

a ispirarmi: forse un angelo

la cui ala si libra

nel mio sangue

ma lettere storte

restano scritte sull’acqua

fermentano

in me alfabeti

che attendono sempre

di nascere

101

LA SEPARAZIONE

alla fine del tempo

è come ti separassi da te stesso

in un secondo ineluttabile strappo

simile alla nascita

quando

ti tirarono fuori dal mare

amniotico

luogo primordiale del Sogno

stato che

è casa del cielo

102

QUESTO IMPROBABILE AZZURRO

(risposta da un corrispondente immaginario)

che ne so di questo

improbabile azzurro

rarefatto e mutevole

scandaglio il mio tempo-clessidra

di sangue emotivo

attendo

giungano da un dove un’eco

un nome

guardo in fondo

al pozzo degli anni

l’ombra dei miei io perduti

o semmai vi tremi

sospeso

l’angelo che dici

103

CONOSCO LE VOCI

conosco le voci che muoiono

agli angoli delle sere

conosco le braccia appoggiate

sui tavoli nel risucchio

delle ore piccole

l’aria densa e le luci

che lacrimano fumo

e lo sferragliare dell’ultimo tram

la nebbia che mura le strade

conosco

i lampi intermittenti della mente

i singulti che accompagnano

quel salire pesante le scale

la morsa che afferra e non sai

risponderti se la vita ti scava

e il freddo letto poi fuori

dal tunnel

un altro mattino

104

NOMADE D’AMORE

la Tua luce

abita la mia ferita

che trova

un lieto solco

nel suo risplendere

Tu

a farti bambino ed ultimo

per accogliere

il nomade d’amore

dalle aperte piaghe

105

UNO DI QUEI SOGNI

quando sai

essere un sogno e ne esci

o vorresti trattenertici

trovandoti davanti a un mare

sconfinato

fasciato di luce

vivissima

dai colori caldi

da far vibrare

l’anima e i sensi

quasi un flash

frammento di sogno

vigile

come fosse solo dipinto

LA COMPOSIZIONE DELLA LUCE

(2015)

106

L’INDEFINITO

è nello spazio delle attese

nel bianco del foglio

nel buco nero del grido di munch

l’indefinito

è nell’aprirsi del fiore

nel fischio del treno in un lancinante addio

nell’intaglio

dello scalpello su un marmo abbozzato

l’indefinito è in noi

sin dallo strappo

di sangue della nascita

107

ANCORA A SORPRENDERCI

dici non siamo che ombre

al sole della morte

indossiamo l’inverno

di un corpo caduco

ma dai muri il verde grida

in folti ciuffi e gli alberi

si cambiano d’abito e

al guaiolare dei gatti s’affaccia

pettegola la luna

ancora a sorprenderci

in fermento la vita

e tu che vai

filosofando

108

SEI ALTRO

forse meglio l’attesa

a dipanare e sdipanare le ore

che l’appagamento

senza più desideri: il libro

di poesie fresco di stampa

fra le mani e ti ritrovi

ora in una sorta

di vortice

le parole vive strappate

all’anima vagano leggere

non più

tue ma del mondo

mentre tu sei altro

109

VELE

acqua mutata in vino

perché continui la festa

così al banchetto del cielo

con l’Agnello sacrificato

acqua e sangue dal Suo costato

dal sacro cuore vele

le vele rosse della Passione

nella rotta del Sole

per gli erranti della terra

110

NELLA FRAGILITA’ DEI GIORNI

un sé

perduto

nella fragilità dei giorni

e questa

insaziabilità dell’anima

da vivere come

una croce

laghi d’occhi vaganti

in cieli di spleen

sull’eco d’un io

espanso

e in sé disperso

111

MAREMONDO

gettato dentro il maremondo

a masticarmi kronos

avevo smesso di capriolare

in quel naturale mare materno

tornerò ad essere un grumo appena

come quando

impastato di una luce di mistero

mi fondevo

col respiro del cosmo

112

SOGNO TRAVESTITO

dove generi

giorni dissipati

dove non ti travolgano

le acque del dolore

la realtà è sogno travestito

da clown dal perenne riso

-dietro la maschera

una tristezza che

invade

113

QUI CI STA BENE UNO SPAZIO

ecco vedi

la poesia deve respirare

nascendo dal bianco

innalzarsi come

cresta d’onda per poi

immergersi fino allo spasimo

in profondità d’echi e ancora su

con lo slancio felice d’un

enjambement

vedi

la poesia è una tipa

selettiva

sfoglia scandaglia spoglia

immagini le riveste a sua

somiglianza

porta

sogni e nuvole al guinzaglio

114

LA POESIA

in luce di sogno

ti seduce la vita altra

nella dimora del sangue

veleggiano

navi di nuvole

un ventaglio di palpiti

apre la casa della mente

115

NELL’INFINITO DI NOI

(visione)

abbracci senza

mani

di corpi immateriali

i nostri

volti unificati

noi fatti d’aria

tu ed io

una sola persona

116

IL POSTO RISERVATO

chi mai ti toglierà quel posto

da Lui riservato

secondo i tuoi meriti

altro è la poltrona

accaparrata a

sgomitate

trespolo che pur traballa

come in un mare mosso

finché uno tsunami

non la rovescia la vita

117

LE VENE CARICHE DI NOTTI

(stato depressivo)

le vene

cariche di notti

a carpire vertigini all’abisso

laddove

è a confondersi col sogno la vita

il tuo imbuto a

risucchiarti

118

ECHI D’INFANZIA

bacia il sole

immense distese a

maggese

così anche il cuore in

fioritura

con l’eco dei gridi

di ragazzini a frotte

tra sciabolate di luce

vedermi uscire

dal ricordo

nell’agitarsi in quella corsa

dei grembiuli come ali

in voli bianchi verso

casa

119

NELL’INQUIETO MIO CIELO

[ispirandomi alla figura di Giobbe]

nell’inquieto mio cielo

ferite gridano

il Tuo nome

disseminato altrove

fiorirà

il mio spirito

sì fiorirà

come nel cuore della pietra

la Bellezza

di angelica veste

120

‍AL CROCEVIA DEI VENTI

(la fatica dello scrivere)

magari ti soccorra

una voce fatta carne

scavata nel sogno

complice la luna

una quasi presenza

al crocevia dei venti

121

GOCCE DI SOGNO

navigare di nuvole pigre

nel cielo della mente

da queste aspettarti quasi

sprizzino gocce di sogno

come da mammelle

come nasce una poesia ti chiedi

e inatteso ti si offre

un appiglio in quel

dondolarsi del bambino al parco

ti lasci condurre come

un cieco e non sai mai

dove ti porta poesia

122

L’ALTALENA

è poesia

quel dondolarsi del corpicino quasi

fatto d’aria e

avvertire l’alone di mistero

nella figura del nonno dietro

il giornale

-il confondersi

delle lettere all’occhio attento

nel suo sangue un tripudio d’azzurro

nell’affacciarsi l’emozione

di giovani voli

123

DA MONDI DI VETRO

(visione)

da mondi di vetro

mi giungeva il respiro

di cieli anteriori

dov’ero sollevato

su ali d’aquila

dimora del mio centro

luce del sangue

lì custodita

in comunione col palpito

degli astri

124

LA CASA DELLE NUVOLE

cieli d’acqua e cavalli

d’aria

lì custodisco ore

sfilacciate e segrete pene

-oh giovinezza di deliri e

notti illuni

lì dove il turbinio

degli anni

è rappreso in un palpito

che nell’aria trema

125

LA PENNA NELLA LUCE

(ad un agnostico)

e tu a ripetere

non credo nei miracoli

tutte balle

ma se sei in vita è già un miracolo

sai

che si perpetua nell’oltre

glissando sul tuo intercalare io

t’intingo la penna nella luce

scrivo per Dio e la sua gloria

tu segui pure le tue ombre

fantasmi che ti succhiano la vita

126

LUNA PARK

ride la piccola Margot

alle smorfie del papà che si rade

“suvvia ti porto alle giostre” e

lei s’illumina di gioia e

poi a cavalcioni sulle larghe spalle

nella fantasmagoria delle luci

un po’ ci si attarda

nell’aria ancora calda di fine settembre

riverbera una miriade di

stelle negli occhi innocenti

mentre le nasconde

il resto del viso una montagna

di zucchero filato

127

L’ORA CHE DALL’ALTO

l’ora che dall’alto

giungerà come un ladro

ti troverà a mani vuote e

cosa dunque Gli offrirai

se non lune lacerate

dai cani della notte

e capestri

di nebbie

nel delirio dei giorni

e vomiti

esiziali

di una vita in perdita

128

AGLI OCCHI DEL CIELO

agli occhi del cielo

padrone dei tuoi beni

sarà la ruggine

quando avranno rovesciato

i tuoi forzieri gli angeli

della morte

e tu non avrai più nome

allora la tua casa vuota

sarà preda della gramigna e

di avvoltoi affamati

mentre a essere elevato

sarà il plebeo

che condivideva il pasto coi cani

129

LETTERE AMO INDORARE

finché loro ci sono

e hanno le mani nel sangue

quasi presenze

percezioni inconsce a ravvivarle

come in padella a fuoco vivo

galleggianti in olio bollente

dagli scoppiettanti schizzi

insieme a parentesi a guisa

di unghie-di-luna appena

scottate

ecco che il cuore

madido di luce

ci si nutre

invaghito di lettere appena

pescate

dall’inferno dell’olio

130

ALLUCINATE VISIONI

la sensazione di cadere

in un vuoto vertiginoso

ma si era soltanto assopito

le voci confuse

della tivù si fondevano

con le sue allucinate visioni

di fosfeni

più netta la linea

di demarcazione

ora

che la sua testa emergeva

come da alti muri d’acqua

131

MUNCH

nel buconero

del Grido

spiralante la vertigine

la raccolgo dentro

un foglio

vedi

pesco sogni di ragno

rimasti

nell’intreccio della tela

132

RICORDO UN ANGELO

da piccolo

ricordo un angelo

raffigurato al soffitto

con lui mi confidavo quando

la febbre mi teneva a letto

nell’azzurra volta

trovavo altre nuove figure

lassù nascoste

mute testimonianze

di mie visioni

così passavo le ore

pomeridiane

mentre una lama di luce

cadeva obliqua

dalle socchiuse persiane

133

FIORE NERO

l’avvicendarsi degli anni a cogliere

il nero fiore della morte

i figli emigrati

in cerca di eldorado

e l’anima che ha perso pezzi del suo cielo

trasudano presenza della tua metà

le fredde pareti e

le lettere d’amore ingiallite

nel fondo del baule

134

L’INESPRIMIBILE

questo rebus

che sei

intreccio d’anima e istinto

sul bordo del tempo

vago sogno in te

specchiato

l’indefinito

di te

un sé

dilatato in cieli

ancestrali

dove l’esistere è il suo

pensarsi

135

LUCE AL TUO PASSO

(ad un figlio)

reinventati la vita

non t’accorgi d’essere

vivo per apparire

dai una mano di bianco

alla tua anima d’autunno

migliora la tua aura

fermati estatico

davanti ad un volo o l’esplodere

gemmante di un fiore

ringrazia il Signore

fai pace

con la vita che mordi e ti morde

è luce

al tuo passo l’angelo che

sulle tue orme cammina

136

IL TUO SANGUE CHE VOLA ALTO

(a Madre Teresa)

non ombra che occulti

la tua anima di piccola donna

immensa

come il mare

specchio alla bellezza

la verità è il tuo sangue

che vola alto

planando

su celestiali lidi

oltre

le sere che chiudono le palpebre

sul cerchio opaco del male

non v’è ombra a coprire

il grido di luce in te

gemmante

137

SGUARDI E IL TRACIMARE

sguardi e il tracimare

di palpiti

alle rive del cuore

aria dolce come

di labbra

incanutire di fronde

nella liquida luce

138

FLEBILI ECHI DI CONCHIGLIA

fai che voltarti

alle spalle ampie aperture

d’un livido cielo

dove gorghi

hanno succhiato linfa

ai molteplici io

ancora flebili echi

di conchiglia

dal mare aperto dei ricordi

che il sogno criptato

fa suoi

139

FINESTRE D’ARIA

fa strano guardarlo

mentre il bacio deponi

come su freddo marmo

dici sembra

dormire

se immagini di aprirgli

la spaziosa fronte

vedresti attraverso

finestre d’aria

come uccelli aleggiare

alfabeti felici

che dicono l’inesprimibile

140

FINE ANNO

semmai un aggancio

la mano del vicino

ora

che un senso di sperdimento

è la vita rivoltata

ma le volte che vi hai sputato

girovagare tra

luminarie e vetrine

ti richiamano all’incanto del bambino

mentre ti lacera dentro

la morte del clochard

sotto i portici nel gelo

141

SOGNO DI CARTA

alti muri

di carta

laceri strati e strati

senza via d’uscita

labirinti mentali

ove galleggiano improbabili

parole e voci

bagaglio d’un viaggio kafkiano

142

MI PIACE IL TUO GARBO

(a mia moglie Angela)

ora dici mi piace

ancora il tuo garbo

e un pizzicotto mi chiedi

per vedere se non è un sogno

nel letto abbracciati

nel dolce tepore

l’attesa

che salga la luce e c’inondi

grati al cielo d’essere

insieme sembra anniluce

o primavere scandite che

han visto le nostre tenerezze i silenzi

143

POESIA SI FA

è che poesia si fa da sé

nel seme del suo autocrearsi

è nella danza del calabrone sul fiore

nel gioco

della luce con l’ombra attaccata ai piedi

nelle parole bagnate in un lancinante addio

casa della poesia è dove nasce l’onda

la radice del vento il volo aquilonare

è vedo non vedo in una grazia velata

poesia è la bellezza

che tiene in scacco la morte

144

CASA DI RIPOSO

sono io oggi

ad imboccarti

al pomeriggio poi il solito

giro nel viale

lo scricchiolio delle ruote sul selciato

gli alberi vedi han perso la bella chioma

ed è ancora clemente il tempo

tu adagiata in una smarrita indolenza

riflesso

nei tuoi occhi il cielo

t’asciugo con garbo un filo

di bava lucente

ora che non hai più voce

mi giunge eco di madre

mangia se stesso chi

non si dà

145

FUNAMBOLI

metti noi due

guardali

in bilico sulla corda

tesa dell’esistere

a contare gli anni come grani

nelle curve dei silenzi

gli abbagli nel vuoto del cielo

lo sporgersi sul tempo che viene

e le cicatrici di luna nelle

primavere risalendo in luce

da inverni amari di

catarro e croci

146

SE GRATTI L’ARGENTO

[ispirata leggendo “Finzioni”, di J. L. Borges]

paradosso

temere di sparire se

gratti l’argento dello specchio

quasi

non t’appartenessi

realtà sfumata nel mistero

non sei che parvenza

sognata da un dio

nell’insondabile

suo cielo d’esagoni e sfere

147

LUCE D’AMORE

carne che presto

si dissolverà nell’aria

occhi

che rideranno al cospetto

dell’Assoluto

il tempo è breve

delle ombre allungate sul cuore

invaderà tutto l’essere

quella Luce che addenti

148

POESIA TI LIBRI

dal sangue un nascere d’ali

poesia ecco ti libri

in verde cielo d’alfabeti

dove l’anima si ascolta e

la vita si guarda vivere

149

ROSA D’AMORE

vita che ti attraversa

in un vento di luce

angelicato fiore

rosa che si schiude

fra cristalli dell’inverno

150

AUSCHWITZ

impigliato

il cuore al filo spinato

sui prati di sangue

decorati dal fiore dell’urlo

mai dissolto nell’aria tremante

-grido

che cammina

nella memoria della storia

coperto dal velo

di pietà

——————————————

PALPITI DI CIELO

(2015)

151

SPLEEN

lei dagli occhi blucielo

inquadrata in un ritaglio del

tuo sogno lucido

ed è un morire dentro

percorrere

l’acciottolato d’un bianco accecante

che conduce al mare

e quel sorriso

a durare nel cuore

perdutamente altrove

ti fa il verso il gabbiano

planato

sulla tua isola di spleen

152

IL GRIDO

ad un cielo

sordo ad ogni voce ed eco

appeso il grido

testa e croce ti giocasti l’anima

nel bailamme

d’un’allucinata notte

a simulare la morte

153

L’ATTESA

ti tiene in vita come a fine inverno

la primavera canterina

(non già l’appagamento

senza più desideri)

ti tiene in vita quel non so

che riempia i vuoti

(come il trepidare per l’uscita

delle prime poesie o

per il primo appuntamento)

ecco risuona l’attesa

come un’eco di mare

sei la vela che si gonfia di vento

154

IL LEBBROSO

alle sue spalle

un cielo bianco cadmio

e la figura

ieratica

a fendere la folla

chiudere le distanze

luminosa

Farfalla “vede” posarsi

sulle dolenti piaghe

155

L’INDICIBILE

dove deflagrano

nude parole al di là

della scrittura

ho cercato nel calamaio del cuore

l’inesprimibile

ciò

che non può essere detto

ho cercato stanze

inesplorate

negli anfratti del mare

le voci

trattenute

nella gola del vento

l’indicibile

nella luce della bellezza

156

ANCORA IN VOLO

perduto in me

l’aquilone ancora in volo

dal tempo che

più che reale m’era sogno

la vita

ora forse nascosto

dietro le nuvole o

a giocare col vento

in cadenza di vortici

imprevedibili

come l’esistere

157

NEI FONDALI

per nulla mi separerei

da questa pena

nel macerarmi chino sulle parole

tra respiri di solitudine

-v’è un accendersi

di segni e strade

mentre attraverso l’inconoscibile

che in sogno spio

non altro anelo che questo

inabissarmi

nei fondali di fonemi

finché la morte

mi sorprenda

in un’emorragia d’inchiostro

158

CHIEDILO ALLA LUCE

scrivere la luce

inginocchiato nella luce

inspirando bellezza

ch’emana

come da un tempo altro

pure

ami la luce

ferita:

chiedile

delle infinite crocifissioni

fattene guanciale

in notti di pianto

159

DIVERGENZE

la luna

china sulle mie notti disfatte

di poeta in erba

a carpire versi da “urlo”

beat ante litteram

coi sogni di gloria nel cassetto

in cerca della parola

luminosa che “spacca”

e tu rivolto alla mia

“crisalide”

che andavi blaterando nel

citare la preistoria

carducci et similia

160

UN CIELO CI NASCE

dal peso mortale

un cielo ci nasce

penetra luce

nella ferita più fonda

siamo respiro cosmico

legati a una stella

di sangue

originaria armonia

che nel vivere si frange

161

SENZA TITOLO

ora

il mio sangue si eleva

al battesimo della luce

vedi

sono fiorito

e la morte non la ricordo più

sono uscito da lei come da un fiume

di tenebra

162

LUCE DI LUNA

(l’ispirazione)

ti dai d’amore e in veste

notturna t’ammanti

all’occhio del cielo

in silente vaghezza

il tuo porgerti china

sul sangue che ridèsti

nell’essere mio: m’irradia

d’epifanie luce

di luna

163

A DARTI L’ABBRIVIO

a darti l’abbrivio

sarà forse l’urlo

del fiore che s’apre

creare

è del funambolo senza rete o

è come andare su vetri

una parola un taglio

164

RESURREZIONE

rinfranca

il Tuo offrirti in croce

chicco che germoglia

in esplosione di vita

ma il silenzio del cuore

si fa abisso:

duemilanni e la pietra

sepolcrale come non fosse

rimossa:

al primo canto

a rinnegarti

165

TI CADEVANO GLI OCCHI

capre e cavalli di nuvolette pigre

in un cielo dilatato nel respiro

ecco da dietro l’angolo apparire

la ragazza dalla maglietta rossa

a fare footing nella luce

lattiginosa del mattino

poi t’accorgi d’aver solo sognato

-desiderio fatto pensiero allucinato-

e nel ritrarsi quel cielo

la ragazza s’è come sovrapposta

a quella vista la prima volta

al parco or sono trentanni

quando

dovunque guardavi

ti cadevano gli occhi su quella figura

esile nell’alone

di luce lunare

ma tant’è che stasera

ti “cadono” gli occhi davanti

al teleschermo

166

CONTROLLARE IL SOGNO

è diventata la sua arte

ne sa uscire

e rientrare quando vuole

e secondo l’umore persino

programmarlo

mentre prende sonno

basta che si concentri

e in vividi colori le appaiono

pesci uccelli fiori

vasta varietà di flora e fauna

finestra su cui s’affaccia

un mondo altro

nel suo luogo di degenza

un bell’evadere dal grigiore è vivere

questo exo-esistere

parallelo

lei divenuta oggetto di scherno

un libro aperto

lei amica-madre dei gatti

col loro gnaolìo alla luna

167

SPLEEN 2

ali e croci dell’esistere

sono il veliero che attende il buonvento

sotto i mille occhi di un cielo allucinato

a farmi il verso un gabbiano

in volo da un dove non so dire

168

BLASFEMIA

ricusi l’abisso capovolto

intriso

del Suo sangue

dall’orlo della luce

ti distanzi

in vaghezza dell’effimero

vanagloria leva al cielo

un pugno d’aria

169

PASQUA

del Suo olocausto

ha ribaltato il fondo

rovesciato la pietra

che teneva in scacco la Vita

-escono lucenti raggi

da acqua e sangue del costato

al canto d’osanna

l’angelo

si china sul giorno umano

170

NELL’ANIMA BAMBINA

come non ricordare il rifugio

del passerotto intirizzito

le mani a coppa e il caldo fiato

o il micino di pochi giorni

lucido di saliva

portato in bocca da mammagatta

come non riconoscere

le tracce lasciate

sul sentiero teatro di giochi

e l’acuto

richiamo della madre

la tavola apparecchiata

inondata da sciabole di sole

immagini vive custodite

nell’anima bambina

che ancora ti chiamano dal buio

fondo degli anni

171

L’ESTRO

dicono abbia avuto

da piccolo

“familiarità” con le feci

-oddio! strillava la madre

e le comari:

-niente paura è roba sua

e già l’estro emergeva

ché ci scribacchiava per terra

tra losanghe di luce

172

I CIELI DEL JAZZ

capricci di note

facce ondivaghe in acque del sogno

la nausea lungo

i corridoi di latrine

il gemito del sax le gonfie gote

tempo

rallentato avvitato

nel marasma di umori

poi il mattino li raccoglie

spugne

e l’anima della musica che attraversa

muri di separazione

173

SENZA TITOLO 2

ho sognato d’essere

un bosco devastato

e in me cadevo

cadevo

con schianti d’alberi

174

QUESTO GIOVANE CUORE

(alla figlia)

capriolare nell’ante-nascita

tu rosa vestita per la vita

tuffarti nell’azzurro e

respirare la poesia pura

d’incontaminati cieli vorresti

ah non debbano i veleni del mondo

-mio e tuo anelito-

intaccare questo giovane cuore

175

SCHEGGE DI STELLE

a mitigare il gelo delle parole

che il tuo volto a volte

veste

non riesco ma a notte

quando

il tuo corpo s’apre a una luna complice

schegge di stelle mi

sorridono

176

COME IN PRIMAVERA

impoverito mi sento

quando

sfuggono a volte le note

di quell’aria struggente che alberga

nell’anima e

-breve appagamento

di fioriture e voli-

nelle ore vuote m’accompagna

a sprazzi

pure ritorna

rivivendo in letizia

come in primavera la chioma di verde

a ornare quell’albero triste

-superato il morso del gelo

177

A VOLO D’ANGELO

il nero asfalto il lenzuolo

i nasi all’insù l’attico

al ventesimo

depressione dicono

autopsia perché:

se non s’è

tirato un colpo

si è “solo” spaccato

178

IN UN ANGOLO REMOTO

la vita d’un uomo

nella luce degli occhi

i paesi esotici i mari

che ha varcato

a barattare per nuove

esperienze

la vecchia pelle

di coriaceo ulisside

ma si passa una vita

intera

senz’ancora conoscersi:

in un angolo remoto

l’ ombra da tenere

al guinzaglio

179

LA MUSA

dove inginocchiata è la luce

lo spirito contempla

come un incantesimo

la novità di lei la tua corda

sfiora

accordando

il tuo vagheggiare

s’anima il tuo cielo

in volo d’angeli

e febbre

è la parola

180

E’ BELLO SOGNARE

come tirare su

un secchio di ricordi

custoditi in fondo al tuo cuore

come riesumare

i tuoi morti

aspettarti da loro fausti presagi

o l’apparire

di vagoni di nuvole e lunghi

corridoi di porte chiuse

dove ti sembra essere stato

181

VITA SOLLEVACI

vita sollevaci

dall’ignavia dei giorni

-serpe mimetica

fa che non sprofondiamo

in questo buio di stelle calpestate

le addomesticate coscienze

fanne bottiglie

a navigare mari di speranza

e

come un fuoco

vivo a forma di croce

giunga

il messaggio

della tua sacralità

182

LA PAROLA ESSENZIALE

non altra che quella

l’unica

annunziata

che la mente arrovella

fanne cuore e centro

il raggio renda armonico il disegno

senza

ne urlerebbe la trama

il sangue fatto

acqua

183

IN QUEST’ARIA STAGNANTE

pensando a te vedo

il vuoto di una porta

e dietro la porta ricordi

a intrecciare sequenze indistinte

sogni e pensieri asciugati

mentre un sole

di sangue s’immerge nel mare

in quest’aria stagnante

come un olio passa

la luce

sopra il dolore

184

ANTINOMIA LA MORTE

ritenere antinomia

la morte – la tua

come un abbaglio o un

trapassare di veli

e nel distacco

quando

il mondo senza più te sarà

impregnato della tua essenza

” leggerai” il tuo

necrologio

pagato un tanto a riga

185

VANAGLORIA

vita che mi mastichi

mia vita

dagli equilibri spezzati

e anse d’ombre

dove annegare il grido

difendimi

dal mio profondo

uccidi in me quel capriccio

aureolato

solo

da esibire

186

VOLARE BASSO

volare basso

per dare tanto con poco

lei a volte si cela

nello specchio o nel buio del divano

luce affebbrata

la parola che ti tiene avvinto

celeste fuoco

187

DAL GIARDINO DEI SOGNI

forse quando

il tuo orizzonte è a chiudersi

sullo scenario del mondo

e tutto è consegnato all’evidenza

della fine

dal giardino dei sogni

ti strizzerà l’occhio

ancora qualche verso

lo vergherai in fretta

su un tovagliolo al bar

prima che si disintegri nell’aria

come i tuoi io

dagli anni risucchiati

188

LA NUDITA’ DEL SANGUE

pindarici voli

leggevo nel tuo cielo

e i tumulti del sangue

in cadenza di note

sul pentagramma di sogni

rubati e franti

oltre quel fatuo fuoco

è ora un discendere

nel tuo specchio

incrociare la nudità del sangue

dal profondo ti vedo

riavere il cielo

veleggiando sicuro

ed è la corazza che indossi

a darti la forza del perdono

laddove

ti appariva debolezza

189

IN LINFA D’ALFABETI

manca poco possano piovere

lettere

nel tuo sogno controllato

e tu

ti veda

riflesso in pozzanghere

a cogliere parentesi unghie-di-luna

e il grido

delle a le sospensioni delle e

poco manca

sia la musa un donarsi in linfa

d’alfabeti

di cui s’imbeve il tuo sogno

lucido

190

SPLEEN

lo scoglio

e tu

come un tutt’uno

quasi sul ciglio

del mondo avvolto

in una strana luce

labbra di cielo

questo

contatto di sole

vedi nell’aria

marina

un gabbiano planare

su una solitudine

che ti lacera

all’infinito

191

UN DOVE

trafitto

da ustioni di luce

quasi a difesa avvolto

in un mantello di vento

vano

interrogare un dove

in bianchi cieli

l’angelo è di pietra

l’anima un buco

nell’immenso

192

QUELL’UOMO CHE

quell’uomo che

“incurante”

della tempesta dormiva

che ha diviso il mare

che è uscito dalla morte

squarciando i cieli

quell’uomo che

se il granello

di senape non muore

uomo-dio fattosi

bambino ed ultimo

Dio incarnato

trascinato dal cielo

dal peccato

193

ASIMMETRICI VOLI

parole

colte e frante

nella febbre d’un grido

aperte ali dei sensi

contro

pareti di cristallo

scrivere sul sangue

di un sogno kafkiano

194

KANDINSKJI

sfilacciano sogni

di ragno

graffi di luce

a destarti un’alba

bagnata di colore

quel giallo

spalmato

nel canto della tela

195

DALL’OBLO’

la poesia quella di lungo

respiro dà vertigine

è come

prendere il mare e non vedere

che l’orizzonte e mai la terra

le immagini vedi dall’oblò

del cuore sovrapporsi

fare ressa e

infine sbarchi

boccheggiando

col mar di terra

NELL’INFINITO DI NOI

(2015-2016)

LO SGUARDO VELATO

196

LO SGUARDO VELATO

dò i miei “occhi” a quel che passa

in questo scorcio di tempo che mi resta

d’intenerimento

la stessa

luce la losanga sul letto

la goccia pendente

dal ciglio lo sguardo velato

ora come allora

quando

“morte ti colse fior

di giovinezza” scrivevo

ventenne o giù di lì

-ah ridicolaggini

197

COME SBUFFO DI FUMO

riconoscilo

l’hai tirata per i piedi

non un’immagine

viva che susciti

un tuffo al cuore

né metafore o

enjambements

se spazi nel tuo mondo trovi

-anche un

batter d’ali a ispirarti

invece

buttata lì

lei dal fondo

del bianco grida

la immeritata

striminzita vita

198

VAGHEZZA D’IMMAGINI

non un appiglio neppure

l’aggancio da un sogno

vaghezza d’immagini

preavvertite quasi

a scivolare di sguincio

nella immensità dei silenzi

senza il tempo di rubargli

l’ultimo fiato

-complice una quasi

misterica luce

boccheggia l’anima

nell’eco d’un grido

come di un frantumarsi di cristalli

199

COLUI CHE INTINGE CON ME

Gesù aveva i suoi “followers”

ma per nessuno vorresti la sua fine

(in)gloriosa

quale fuoco ti attraversa la carne

giuda-di-turno

nel laccio dell’inganno il mondo

la croce è la porta stretta che

ha chiavi d’aria

200

QUANTE PICCOLE VITE

(a Iqbal)

tra trame

di tappeti e catene lasciò

a terra la sua ombra e

s’involò

quante piccole vite

su di sé per farne

una

-indivisa-

la sua

firma di sangue su

un Sogno immenso

201

SPLEEN 2

brusio di voci

galleggiare di volti

su indefiniti fiati

si sta come

staccati

da sé

golfi di mestizia

mappe segnate

dietro gli occhi

vi si piega

il cuore

nella sanguigna luce

202

TROMP-L’OEIL

(l’ispirazione)

nella mezzaluce

t’invita l’occhieggiare

del trompe-l’oeil

la visione centrata

nell’intime corde

ti sale

da un remoto

di ancestrali lidi

IL TUO SPLENDERE

su un remoto

di assonnate rive

-spiumata

di luce l’anima-

torna

a far breccia il Tuo splendere

settanta volte sette

ho conficcato i chiodi

altrettante non

basteranno

lacrime da versare

sulle Tue luminose piaghe

204

IL PENSIERO VOLA

il pensiero vola

quindi

volo

anche se zavorra

giù mi trattiene

le invidio tuttavia

per quegli ossicini cavi

le creature del cielo

noi

-peso di terra-

ossa come vetro

a sbriciolarsi con gli anni

205

NUDITA’

(di un sogno ricorrente)

labirintici corridoi

ti vedi venire contro

traversandoti una

moltitudine

ti fa strano che

non fan caso che giri nudo

poi come un ladro ti trovi a spiare

dentro stanze ottocentesche

aspettandoti semmai

un incontro piccante

206

CHIMERA

vaghezza di nuvole a stracci

tu

nella mezza luce mi chiami

poesia chimera

mi conforta la tua ala

vellutata d’angelo

quando come in sogno

visiti

le vuote stanze

di quest’anima vagante

207

I PASSI ALL’INDIETRO

nell’ora dolente

Ti consegno i passi all’indietro

le volte

che ho svoltato l’angolo

davanti all’ingiustizia

al cuore sperso

dona corazza

di verità senz’alibi

rivestimi Signore

con veste di fuoco

208

AUSCHWITZ

il velo della memoria

in luce di sangue si ravviva

è fiore che s’apre

nell’urlo

209

FAMMI LUCE

ti prego fammi luce

in questo pauroso dedalo dell’io

assalito dai mostri della mente

avvolto

nella camicia di nesso degl’istinti

sono cieco fiume senza foce

da me diviso arreso

fammi luce

e sarà giorno quando

ti saprò riconoscere

staccato dalla mia ombra mortale

210

CUL-DE-SAC

dritto ti c’infili

se pensi che

la fine è sempre in atto

e il mondo

è un addio dopo l’altro

è maschera invece per chi

finge di non accorgersi

negli occhi ti restano

saltabeccanti

sui resti di una festa

colombi a frotte

211

E SARAI RAGGIO

sei disceso angelo per vivere

in carne la morte

non sguardo dal ponte: vieppiù ti lega

trama di dolore e rara gioia

le spoglie deporrai e sarai raggio

di quel Sole che non puoi vedere

212

OCCHI SECCHI

clessidre di sangue emotivo

a sovrastarti

stillicidio nella mezzaluce

a chi chiedere di questo

ginepraio di pena e

l’oro del mattino fatto piombo

occhi secchi

a perdere

pezzi di cielo

nel sangue degli echi

213

CIELO AMORE

manto d’azzurro palpito

capovolto abisso

misericorde

ben conosci il fondo delle pene

di noi mendichi d’infinito

specchio sei

dove invertigina il cuore

nell’abbraccio delle stelle

214

VELE STANCHE

leggi scavi ché nasca

-ne va del creare affossato-

linfa nuova a diradare

quella nebbia della mente

dal grembo della notte esca

la tua barca

vi spiri augurante

il buon vento a gonfiare

le tue vele stanche

per nuova ventura nel mare

blu d’inchiostro

dove è bello

finanche morire

215

DOPPIO CELESTE

rigenerarsi in linfa a disperdere

grumi

dove si china

l’anima a contemplare

nel profondo di te ecco

il cielo farsi d’un “azzurro”

misterico e

tu da un suo lembo

a spiare

un te senza morte

-specchiato

216

DA UN DOVE

i repentini voltafaccia del tempo

alle soglie dell’autunno

le foglie già morenti

invita due corpi il tepore

delle lenzuola

nella bocca dell’alba

sai

il momento migliore

per il dono dell’ispirazione è quando

ti giungono ovattati i rumori

e tu in un tuo mondo

col sonno di un eterno respiro

più tardi poi sul lungomare

sulla pelle la fresca brezza

forse un gabbiano

avrà per te

nel becco un verso prezioso

217

LA PAROLA

la parola è nostra

madre

che genera la

danza e la gioia nuda

la parola

dice di sé

del tempo del primo stupore

t’apre

il terzo occhio

parla all’orecchio del cuore

218

NAVI DI NUVOLE

(visione)

raggio verde balena

nel tramonto

su navi di nuvole

vedere apparire angeli

udirne i celesti canti

rassicuranti presenze

ondeggianti lievi

tra i pensieri

orfanezze d’amore a consolare

messaggeri

di luce

ondeggianti nel sogno

ad ascendere dove s’inalba

il cuore

219

SOTTO PORTICATI

sotto porticati

cartoni e

cappotti lisi hanno respiri

a un passo

vetrine ridono in abbagli di sole

più in là privati

paradisi

un rombo testarossa è strappo

d’anima a dividere

la terra tra i “morti” e i vivi

il mondo ha denti aguzzi

220

ALTERIGIA

[Ispirandomi al verso di Vincenzo Cardarelli: “vorrei coprirti di fiori e d’insulti”]

m’appiglio alla tua fredda

grazia come ad un

corrimano: sto su inclinato

piano mentre t’offri

a una vertigine di distanze

ancor più ora ti fai

preziosa

221

UNA CERTA LUCE A FLETTERSI

di buon’ora bisticci con la lampo

t’insegue tiranno il tempo

una certa luce a flettersi nel cuore

fa strada a un dove che non trovi

perdurasse quel lampo che viene va

prima che lo fermi su carta ma

se non torna non ha “dignità”

raduni pezzi di un puzzle scombinato

nello sperdimento d’una stagione andata

222

IL CARRO DELL’ORO

sotto cielo aperto

una ad una

cadute le teste

a calcificarsi sorrisi ebeti

sul trasfigurato carro

dell’oro

223

L’OLTRAGGIO

perso nelle forme strane

delle nuvole mi sento

lontano da un mondo estraneo

assisto all’oltraggio

della rosa che si

perpetua

sono esposto alla vita

224

NEL VASTO MARE DEL SOGNO

nel vasto mare del sogno

galleggia l’immagine

di te esile scricciolo

a sussurrare all’orecchio

del cuore edulcorate parole

ritrovarci

nel nostro giardino d’infanzia

mano nella mano

impastati di sole a rincorrere

saltabeccanti piccioni

riandare alle incoscienti

acrobazie per i soli tuoi occhi

interrotte

dall’acuto richiamo

di tua madre per la merenda

smosse le acque del sogno

ora a svanire

da un oltre ti sento

225

COME ASESSUATO ANGELO

sospesa nel vuoto m’appari

asessuato angelo

mentre in dormiveglia mi rigiro

giungerà mi dici squarciando

le nubi lui l’Atteso

ci sorprenderà come un ladro

a strapparci alla morte

carne della sua carne

e ruggine allora sarà l’oro

226

IL LIMITE

(ad un materialista)

devi ammetterlo

come nave incagliata ti senti

bravo al più

nel leggere fondi di caffè

non certo alla tua portata

della poesia il rinnovato sangue

i frammenti di stelle la lucente

coda di cometa a cui s’attaccano

in sogno i bimbi

non certo quei misteri insondabili

che impregnano i muri di casa

con le anime dei morti

che abitano il tuo vuoto

non alla tua portata

quella profondità

del gran mare del sogno che

è vita che si lascia vivere

227

NELL’ORA SOSPESA

quel giorno ti sbarberanno

t’infileranno il vestito buono

ma

non serve prodigarsi più di tanto

non restano che spoglie l’anima è già via

nell’ora sospesa

fisseranno compunti quel viso di marmo

mentre il tuo presente ha chiuso la porta

il pugno o la palata di terra

con la benedizione dell’officiante poi

a tavola com’è uso per dire la vita

continua

qualcuno forse già alticcio

leggerà con deferenza

alcuni tuoi versi trovati in tasca

restano in rete briciole di te

228

GIA’ GRANDE TI VEDO

dai che ti porto alle giostre

finiti i compiti

promettimi

che prima di dormire

stasera dirai una preghierina

per quei bambini saltati in aria

-la larga macchia rossa sull’asfalto

nella liquida luce degli occhi

penetrare

in quell’abbaglio

fino al sogno-incubo

su

da bravo che ti porto alle giostre

ci perderemo nella

fantasmagoria di luci

ecco: già grande ti vedo

a risvegliarti domani

convitato di pietra

il Tempo

229

ANELITI D’INFINITO

è la vela rossa della Passione

a prendere vita nel tuo sangue spanto

nella luce

ti dai d’amore in aneliti

d’infinito

anima persa per rive sfiorite

negli occhi

230

SFIORITE RIVE

sfiorite rive

in cadenza d’anni l’azzurra

vastità di te solo

si svenano

in caducità di foglie i giorni

accartocciati

sul viale della dimenticanza

231

‍VICOLO

dolore antico

di donne in nero a segnarsi

se dal profondo si levano i morti

a dare infausti presagi

vicolo

inghiottito da un grappolo di case

appese a strapiombo

ricettacolo

d’umori ancestrali

in un tempo cristallizzato sospeso

232

DAMMI L’ABBRIVIO

dammi l’abbrivio musa

nel dormiveglia o

nel profondo fa che s’accenda

la mia casa di nuvole in verdi

cieli e alfabeti

sostieni quella

neo-nata struttura

arco di parole e suoni

che si parte

dal cuore a navigare

il più bello dei mari

[ultimo verso: da Hikmet]

233

A BOCCA PIENA

trucidata vita

dai lenzuoli di sangue nei telegiornali

un dire assuefatto freddo

che ti sorprende non più di tanto a bocca piena

che non arriva al cuore

-per quei bambini occhi rovesciati

a galleggiare

su un mare di speranza

la cui patria è ora il cielo

violata la sacralità

vita che non è più vita

vilipesa resa

quale fiore a uno strappo feroce

di vento

234

IN UNA PIEGA DEL VENTO

luce obliqua sui tuoi anni andati

sui tuoi fogli nell’aria sparsi

quale data incideranno

sulla tua lapide un giorno

non ti è dato sapere

ma sono degli uomini

le convenzioni

e scomodare kronos è eresia

rinascere in una piega del vento

senza guerre né odi

per la rotta del cielo

pindarici voli

che ti lasciano

le ali spezzate

235

NAUFRAGI

il viso un libro

le pagine

gli io indefiniti

maschere che indosso

se non mi trovo

poi s’apre

il corpo -occhi

lapidati- nell’emergere

dai tanti me

236

FANTASIA 2

dipingono il mio sonno i morti

veleggiando al chiaro d’una luna

complice sul filo

d’orizzonte

ricreando gl’incantesimi del

bambino in me mai perduto

veleggiano

discreti sul filo del respiro

entrandomi su dalle narici

con la barca di cristallo

dei sogni

le vele al vento per l’ignoto

237

FANTASIA 3

la barca trasparente del sogno

dove ti porta?

palpiti

seguono la scia

uscendo dalla

camera della mente

immagini icastiche

gli argini rompono

del trasognato sguardo

238

ULISSIDI

ulissidi e la vela della

passione su perigliosi flutti

intrisi di mistica luce

a sbraitare di gioia

il cuore

sull’orizzonte la terra

promessa

239

UN OCCHIO DI RIGUARDO

un occhio di riguardo

per quei tralci che non

secchino anzitempo

-noi protendimento

dell’Albero che nei secoli affonda

le sue radici

un occhio di riguardo

ché a prezzo di sangue

fu il riscatto

240

ANAMORFOSI

del sognato

ricordi a brani

mentre l’io è anamorfosi

nella “valvola” del sogno

ti svegli e ti ritrovi davanti

a un te dagli enigmi irrisolti

un circolo vizioso

il tuo uroboro

ti appare anamorfosi

a volte

anche questa vita che imita

sempre più il sogno

nell’avvicendarsi degli anni

i treni persi

alle stazioni

NELL’INFINITO DI NOI

(2016)

241

DOVE L’ANGELO

falesie di pensieri

nella fragilità del giorno

quando alta

s’eleva la parola – dove

il senso di sé t’innamora

dove l’angelo

perde una piuma

242

VAGHEZZE DI LUNA

vola nel sangue della parola

l’anima gemmante

un’alba cadmio

accoglie

in vaghezze di luna

l’erratico cuore

243

CUL-DE-SAC 2

tu che deambuli come

su inclinati piani

dimmi che vedi in questa

bolla d’alcool e droga

se mondi immaginifici o

sorta d’inferni

ti scagli sulla madre per la

giornaliera dose

tu potenziale omicida

su strade d’asfalto allucinate

ahi che non vede mai giorno

il tuo cul-de-sac

è rovi e croci

sangue pestato nei tuoi vaneggiamenti

244

VERTIGINE DI SPECCHI

un’incognita ti resta la vita

nebulosa sogno o cos’altro

che ti avviluppa in una bolla

o forse solo velo da strappare

col beneplacito del tuo angelo

vedi

alle spalle i frammenti di te

in una vertigine di specchi

aggrapparsi al vuoto

ricacciati

indietro

dall’unghiuta morte

245

DI LUCE L’ABBAGLIO

(testimonianza)

colma la bocca

di luce l’abbaglio

della veste

sentivo nelle ossa un fuoco

come lazzaro

mi sono levato

e andavo leggero come nell’aria

246

DI FOSFENI E NUBI

a labbra di luce poesia mi desti

da assonnate rive

vaghezza

vi transita di fosfeni e nubi

ove intoccabili sogni

dimorano

247

VIVERE IN VOLO

fantasia questo vivere

in volo

nella liquida luce

notti acrobate

a fare incetta di sogni

per un’alba d’inchiostro

248

BLU MARINO

sciami di pensieri

sparpagliati

in riflessi di luna fantasma

ore dilatate un’alba fitta

d’inchiostro blu marino

altri me a sciorinare

-tenerezze in sorrisi di fiori-

della vita anteriore

249

LA TENTAZIONE

è innegabile

abbiano avuto debolezze i santi

prima d’involarsi

risalendo in strenua lotta

luce dopo luce

alla parte angelica

250

IL FILO DEI RICORDI

aprire a ventaglio la mente

su pindarici voli e lucidi

sogni

vi ci trovi tra vaghe

nuvole un nugolo

di uccelli a farti corona

riportandoti

nel becco il filo dei ricordi

e i versi

amati e persi

251

COME MONNALISA

dove trovarti nudità

di poesia tu assisa nell’olimpo

degli aedi

abiti forse nel puro

sguardo del neonato o nel bagliore

della lama

uscito da una novella di borges

imprendibile sei e sdegnosa

mi segui come lo sguardo

di monnalisa

esci dal quadro e

sguinzagli i malcelati sogni

252

UNA CERTA LUCE A FLETTERSI 2

una certa luce a flettersi

nella dimora della mente:

quel tuo ostinato cercare

tra i naufragati ricordi

il volto amato

reciso dalle forbici del tempo

nell’assedio degli anni

oggi ti sorprendi

a dar corpo alle ombre

di fantasmi inanelli il tuo presente

253

COSI’ LA VITA

sprovveduto senza guardia

andavi giù al primo colpo

quello non previsto

neanche dall’oroscopo

groggy ammaccato

ti avvitava l’umana giostra

come rivederti bambino

tra la folla la volta che

t’eri perso

così

a portarti in giro

su piani inclinati

la vita

254

DAI VETRI

the per due ed un sorriso

ricambiando lo sguardo

sopra il bordo della tazza

dai vetri il fermento

con gli ultimi guizzi di luce

e un altr’anno alle spalle

altro non t’aspetti

non la bottiglia dall’oceano

tutto già accaduto

pure

tenti glissare

sui sussulti del sangue

255

NELL’ARMADIO

a volte m’invita a visitarlo

lo spolvero lo lucido e

grato mi si apre in un sorriso

tutto denti

m’improvvisa una danza

indossa una maschera per

l’occasione

si sente solo

quando

le volte non lo considero

lo sento frugarmi nelle viscere

nutrirsi del mio sangue

fortuna ch’è un tipo da

acqua in bocca

256

LE TUE CASE DI VETRO

(ad Antonia Pozzi)

vi specchiavi la verde età

fuggitiva

dipoi a trapassare i vent’anni

la freccia di cupido

ti abbeveravi nei cieli

di Poesia

dove ora svolazzano

senza tempo

bianche colombe le pagine

di vita

vergate fitte

al rango di passioni accese

[Luoghi dove ha soggiornato o abitato: Misurina, Pasturo, Milano.]

257

L’ESSENZIALE

molto dire con poco

degli elementi solo

un accenno come una

pennellata

lasciare immaginare

-l’acqua che canta alla fonte

lo specchio del ghiacciaio che acceca

non è detto potresti rinvenire

come in sogno lucido

tra il soffice manto

il messaggio

di quel saggio abitatore delle nevi

“per una vita proba

l’essenziale”

258

DAL PRINCIPIO QUALCUNO MI SOGNAVA

la mia essenza

si specchia

nel bianco di cieli anteriori

dove

a iniziare voli

in un battere d’ali fuggono

piccole morti

e ad abbracciare il sereno

quel ricucire strappi

nell’azzurro

io sto da sempre

nella scia d’infinito nascere

259

GUERRIERA DI LUCE

(a Santa Madre Teresa)

toccato dalle tue scarne mani

il derelitto

come angelo passava nell’aria

guerriera di luce tu

ultima tra gli ultimi

facesti tua

del reietto la dolorante carne

il tuo annullarti

consegnato alla sacralità del giorno

260

ALLUNATE DERIVE

visioni aprono varchi

nel cuore ove fanno eco

i ricordi e allunate

derive trattengono

vibratile fiammella

resta indefinito

sogno o piuma di nulla

misteriosa fanciulla che si piega

nello specchio

261

SINERGIE

sognare

immerso nell’azzurra luce

il sogno sono io disincarnato

che prove di volo inizio

falena contro il soffitto

col sembiante del fanciullo luminoso

ah quel senso d’onnipotenza

nel guidare

me stesso entro la via regia *

vedermi ospitale

dare udienza ai miei morti

che risalgono pare

dal mare

per “incarnare” il sogno

*definizione di Freud del sogno

262

VITA CONTROMANO

(a James Dean)

il gesto del cogliere

la rosa sul filo del burrone

dove palpebra la luce

lo strappo

nella rete la smorfia che tradisce

quel mordere intestino

l’apparirti anamorfosi il mondo

che ravviva

non sai se deliri o sogni:

del tuo essere “bipolare”

ottenebrato splendere

263

IN UN LEVARSI DI VOLI

scuce tempo Penelope sdegnosa

così noi a sfogliare le ore morte

fuori dal tempo uroborico

in un levarsi di voli sarà voce

del sangue a dirci che forse

non sarà stato che un sogno la vita

264

COMPLICE LA LUNA

entrare

nel labirintico specchio del sogno

dove inconfessate brame

si librano sul filo

di acrobate notti

complice una pettegola luna

265

DIVAGAZIONI

non vai da nessuna parte

quando dici

non siamo che manichini

in mano al destino -ce lo facciamo

in parte noi stessi

dovresti sapere che la vita

ha in tasca la morte e l’occhio

lungo oltre l’umano

orizzonte

in cospirazioni del nascere

come il puzzle di parole

neo-nate

a cui hai sospeso il respiro

custodite

in segreto

in luminosa nube

266

LA MISURA DEL SOGNO

avevi l’occhio lungo tu

nel dire che la vita ricalca

le orme dei passi

altro sangue i destini

che ci unirono

sai:

nelle acque della memoria

oggi di te non cerco

che la misura del sogno

nell’ondivaga luce degli occhi

trasparenze

267

UNA GIORNATA DI

suvvia eccedi

a chi pensi

dare la colpa

come si dice è stata una giornata

così

esageri se pare

ti si spalanchi

d’instabilità un baratro

viola in fondo agli occhi

268

RADICI DI CIELO

ondivago in te l’oscuro

l’alterego che insaziato nutri

albero capovolto che geme

con radici intricate di cielo

ma è un esplodere di vita

l’aprirsi

del fiore

269

IL FIGLIO

non più carrube Signore

torno a casa

non più miraggi

d’eldoradi

sì torno a casa

all’amore totale

indegno

sia io sgabello

ai Tuoi piedi

270

NELL’INFINITO DI NOI

il tuo volteggiare Nina

nelle stanze viola della memoria

-dicevi il reale non è fatuo

apparire o entrare nello specchio

dell’essenza evocando

palpiti di luce

di un tempo senza tempo

noi dal celeste palpito

dicevi- qui siamo

affratellati nel sangue

con la terra e la morte

271

LE VELE DEL SOGNO

me ne andrei quasi di soppiatto

alle prime luci

mentre si fredda la tazzina

mai portata alle labbra

entrerebbe il vasto orizzonte

nei miei occhi azzurrocielo

il mare aperto

nell’abbraccio

delle vele del sogno

272

BRICIOLE DI POESIA

anima

casa di mare

dove a frotte s’annidano

gli uccellini azzurri di Maeterlinck

a ispirarmi l’abc del sogno

a beccare briciole di poesia

ferve nel tuo cielo

un volteggiare

di fòsfeni ed ali

Maurice Maeterlinck, poeta e drammaturgo – 1862-1949

[Nella fiaba teatrale L’Oisseau Bleu (1909), ciò che rappresenta l’Uccello Azzurro è il segreto delle cose e della felicità.]

273

ROSA DI PARADISO

Tu fiore del mio sangue

dal profumo rosa di paradiso

perdonami se non c’ero quando

m’imploravi “Eli Eli”

ma si doveva sostenere

la lingua della Parola

e Tu

occhi rovesciati

chino sulle miserie

abbracciassi dalla Tua croce il mondo

274

ELEGIA

ora m’incolpi del mio silenzio?

e Tu dov’eri mi chiedi

quando a migliaia

venivano spinti sotto le docce a gas

Io ero ognuno di quei poveracci

in verità

ti dico

Io sono la Vittima l’agnello la preda

del carnefice quando fa scempio

di un bambino innocente

Io sono quel bambino ricorda

anch’io in sorte ho avuto una croce

la Croce

la più abietta la benedetta

ho urlato a un cielo distante Padre perché

perché solo mi lasci in quest’ora di cenere e pianto

275

FARSI ULISSIDI

ancora sorpresi dalla vita

ci trovi la morte

vivi

delle prime nuove

come nell’età

impastata di sole e illusione

o farsi ulissidi

nel ricucire vele

per respirare il salso

di aperti mari

276

L’OMBRA 2

meridiana a perpendicolo

poi eccola s’allunga

l’ombra oscuro specchio

che mi ripete

si spezza allorché riflessa

tra pigre nuvole nel lago

277

LA VITA NASCOSTA

(Pasqua di Resurrezione)

in seno a cieli di cui non è memoria

dove nessun grido resta

inascoltato

è la vita nascosta

percepisco

il sangue mio elevato in fioritura

da acqua e luce primaria

benedetto

278

NEL GIARDINO D’INFANZIA

risalgono dal cuore giorni analfabeti

a dire l’urlo della rosa

l’insaziato stupore

e i me stessi

a spiare

dalle crepe dei muri o

a giocare tra losanghe di luce

in un tempo che lento rimonta

279

ANGELI DI CARTA

gli occhi un po’ stanchi

vedo nel mio cielo volare

gli angeli di carta di Rafael

mi pare udirne

il profumo i celesti canti

oh mi vengano in sogno

queste creature fiammanti

le fraterne ali

a coprire

le miserie degli umani

Rafael Alberti, poeta spagnolo – 1902-1999

280

LEVANTE

levante del cuore dove

rinasci

la mente in espansione

la tua

empatia

tutto un mondo che trasloca

nel lasciare la casa del corpo

la penna tuo viatico

vita a fiorire

in un mare d’amore-endorfina

281

COME LO STELO

(Giovedì Santo)

primavera ha le mani

piene di fiori

ma come lo stelo

il cuore mio si flette

in arida aria

282

LE VELE

le vele le vele

decantate dal visionario di Marradi

sui verdi mari del sogno

dove prende l’anima il largo

bianca schiuma ti spruzza

chiarore selenico

dipinge di poesia il cielo

Dino Campana, poeta, di Marradi – 1885-1932

283

SE SEGUI LA PISTA

raggio nella carne

l’altro che di te

preesiste

è avvolgerti d’ombra

il suo ritrarsi

se segui

col lupo

la pista del sangue

284

SENZA TITOLO

fine del giorno

inargentata sul mare

-negli ultimi guizzi

di luce palpita

il cuore delle barche

e la vita? si perpetua

-la vita non può morire

impregnata fin nel verde

dei frondosi rami

casa degli uccelli

la casa è il secondo corpo

-così

strato su strato

i malli dell’anima

questo mondo

l’altro

-da cui beve energia

LO SGUARDO VELATO

2016

LA VITA NASCOSTA

285

L’ESISTERE SPECCHIATO

con lo stillicidio

del tempo a subire

questa piaga dalle nove porte

ma a te presente

il Sé -il celeste- l’esistere

specchiato: vita che si guarda

vivere

un mondo in un altro

Le nove porte: gli orifizi del corpo secondo la Bhagavadgita

286

UN DIO CIBERNETICO?

vita asettica: grado

zero del divino Onniforme

-ma la notte del sangue

conserva memoria di volo

vita

sovrapposta alla sfera celeste

regno d’immagini

epifaniche

emozioni

elettroniche

eclissi dell’occhio-pensiero

287

NEL PAESE INTERIORE

nel paese interiore

eiaculo i miei sogni –

vivo una stagione

rubata al tempo -mimesi

icariana sul vetro del cielo-

nel paese interiore

brucia il mio daimon

di febbre e di luce

288

DELL’INDICIBILE ESSENZA

dell’ indicibile essenza

noi sostanza e pienezza

solleva l’angelo un lembo

di cielo:

in questa vastità soli

non siamo: miriadi

di mondi-entità ognuno

in una goccia

di luce

289

ANGELI CADUTI

fuori dal cielo

bevvero l’acqua del Lete

ora

non sanno più chi sono

presi nella ruota

del tempo

mendicano avanzi di luce –

curano

le ali spezzate

per risalire nell’azzurro

290

PRESENTIRE

finirà qui tutto

il visibile

-col panorama dei sensi

a sopravviverci voce

di sangue in un non-tempo

inconoscibile

l’astronave-di-luce

tra cirri e nembi e corpi

celesti

291

L’ALBERO

di Te

il dito

la saliva il fiato:

ri-fiorire vita

in cuore disabitato

e gli esecrandi

crimini? non

ricordi

dal sacrificio estremo

l’Albero di sangue

si è ingemmato

sopra uno

sconquasso di secoli

292

EPIFANIE

vita che si guarda

vivere e ci guarda

vita che si pensa ed è

-riflessa vita che

apre la fronte del mattino

ed è esistere

nel suo ricrearsi

epifanie

293

FARSI INFINITO

in apparente spaziotempo

un infinito sospeso

-sogno fatto

carne

la vita è alfabeto del tempo

da sillabare

vuoto di forme – ombre

nel bianco respiro

dalle labbra quest’anima s’invola

294

L’ABBRACCIO

(in dormiveglia)

si concentra ed espande

l’amore in quel vivere-morire

delle prensili braccia

sospensione apparente carne e cielo

295

IL SOGNO DI TE

in una sospensione lucente

ride la tua immagine d’aria

nella fodera del cuore

ho intagliato

il sogno di te

sulle ali del vento le parole

che ti dedico

296

LA CASA DELLE NUVOLE

ha bisogno di manutenzione -sai

per produrre versi come miele

-vanno oliati gl’ingranaggi

verificata la tenuta

perfetta dell’ossatura

l’efficienza della struttura

tenerla in ordine come

un condominio

ma tu la ritieni come fosse

di proprietà esclusiva:

contenitore di sogni

è risorsa a cui chiunque

può accedere -ti basta?

297

DI QUA DEL VELO

(non qui né altrove:

semplicemente essere

nel Tutto

-porta della conoscenza)

di qua del velo di maya

trottola del tempo

consuma il suo perno

nella palpebra del sole

un embolo d’ombra dimora

che insanguina il vento

298

MOMENTI

di cos’è fatta la vita-energia

se non di momenti

rallentati

-per cui è un girare in tondo

su te stesso

o forse

di virgole di sangue

e amore

rapprese in un grido

sul vetro del cielo

299

NELL’UNO

dal Tutto

ritrovarsi nell’uno

a vivere il sogno della carne

il sangue che cavalca il vento dove

crescono i passi

lacerato dalle lancette

d’un orologio interiore

un Lazzaro a sollevarsi da cento morti

300

IL SOGNO DI DIO

in seno a cieli

di cui non è memoria

assai prima del corpo

quando già da sempre era la Parola

il sogno di Dio

il Suo soffio

poi la fatidica

domanda “dove sei

Adamo”

e furono

i cieli

capovolti

301

BRANDELLI D’AMORE

falesie di pensieri

tesse ragno di luce

vertigine: come

sarà senza il corpo

-serbata la vita

nella Pietà del sangue

solo espanso

pensiero saremo?

ci consoli certezza

di portare in salvo brandelli

d’amore

302

GL’INTOCCABILI

sì onorarli

i morti che

ci perdonano con un velo di pietà

quelli che sognarono

il loro eldorado

ragazzi degli anta presto

dipartiti

ora di qualcuno

d’essi verrà detto

era un pezzo di pane

-anche se di certo avrà

portato con sé i suoi scheletri

o si saranno nell’altra

dimensione dissolti

303

INFINITUDINE

parabole di carne

siamo archi tesi

nella mano

dell’eterno presente

noi

nel divenire appoggiati ad una

spalliera d’aria

304

DISTACCO

giungere dove ogni

linea s’annulla

un brivido bianco

e sei altro

fiume

che perde nel mare

il suo nome

…………………………………………..

TRANSITI E SOSPENSIONI

305

INANELLATI ALEGGIANO PENSIERI

(la fatica dello scrivere)

inanellati aleggiano pensieri

si frantumano ri-compongono

tu aureolato di fumo

a lasciarti corteggiare

dal misterico chiarore d’una

complice luna

rima sì rima no baciata o

interna e che suoni

un corpo-a-corpo con la parola

intanto

di Selene un dardo

il foglio trapassa

dove ristagna esangue

poesia

306

DALL’IMMAGINE INFRANTA

(a Danilo Dolci)

risalire dall’immagine infranta

-quella dopo

la caduta-

dove è voce

del sangue la ferita del cielo

limare le parti

non combacianti

con la figura del divino

innamorato

dell’uomo nuovo

tu guardi al bambino

che tende

le prime radici nell’aria

307

FIORE DI POESIA

‘lo gnaolio dei gatti

in amore tra gugliate di luce’

belli sti versi

che leggo sorseggiando

un drink ma dove

vai a parare me lo dici?

timore della pagina bianca?

scandagliare devi

macerarti

immergere le mani nel sangue

a far nascere nuovo fiore

di poesia

musica

che arrivi al cuore

308

CREATURA DI SABBIA

io non io esisto

di qua di là dello specchio -una

distanza mi separa: vivo mi

avviluppo in un sogno

lucido

Sogno sono di me

io creatura

di sabbia

309

QUELLA SOSPENSIONE

non già l’appagata

sorpresa ma in vita

tenere l’attesa

cullare

il desiderio

-avrebbe forse

sentenziato il saggio

de ‘I Ching’

sentire nelle vene

serpeggiare

il prolungarsi d’un’attesa

lancinante ma dolce

trattenere quella

sospensione lucente

simile a stillicidio

che scavi la pietra

I Ching – Il Libro dei Mutamenti

310

LIBRO DI POESIE

aspettare per farne

-forse- un “mattone”? o subito

licenziarlo

libercolo smilzo?

alle spalle

l’assedio degli anni: mi spingono nella

strettoia -o foce-

dell’ignoto

gioco

col tempo che resta

a sfidare la morte

visti non visti

i giorni

sciabolate di luce

a sfogliare mesi anni

311

MIMESI

icaro e le ore

acrobate

dove spegnere

inconfessati ardori

il “grido”

espanso

che nell’aria trema

l’angelo

è di cenere

312

FAME

tutto relativo

non Dio

non la fame

ho visto un’ombra

aggirarsi tra i rifiuti

non era un cane randagio

era

un uomo

pro(re)gresso?

la giustizia

artiglia urla

fame di Dio

313

NERO DELLA NOTTE

(a un dissoluto)

punto di non ritorno?

quale

sprofondo ad accoglierti

non sai più

chi sei

dentro giorni perduti

ah ti trapassi una spada di luce

ti canti nel sangue

un angelo

che ti aiuti a grattare il nero

della notte

a sollevarti

dal tuo sudario

di morte

314

VERTIGINE

‘donnez moi

dammi una scala per il paradiso’

dicevo

in dormiveglia e ancora

quali nonsense

aborti di parole frasi

sconnesse

strascichi

bave

era uno scivolare

in me senz’appiglio

come

affetto da demenza

senile o

scoprire in me il bimbo

accoccolato nella mente

315

MIGRANTE

il ragazzo lasciato bocconi

sull’arenile

sembra dormire

avvolto dal manto della notte

gli lava dalla salsedine

la parte del viso

un cane randagio

ora non sentirà più i morsi

della fame

è sazio di cielo

sul corpo un fremito di stelle

316

DEL SOGNO

linea di divisione

-luna del sangue

a ricreare ancestrale

luogo-non luogo

ectoplasmi

-cerchio del sogno

asimmetrico volo

317

ASSOCIAZIONI

i nasi all’insù contro la luce

livida d’un cielo che non promette

un rondone rimasto impigliato

chissà come sbatte furioso le ali

strana associazione

d’idee se va la mente

al ‘falco alto levato’ di Montale

[Le parole virgolettate nell’ultimo verso sono tratte da Ossi di seppia, 1920-1927.]

318

‍CONOSCO LE VOCI

(a tutte le vittime per la giustizia)

conosco voci che aprono strade

di libertà e amore

conosco i nemici della luce

che aizzano i cani neri della notte

lacerando i sogni di nuovi mattini

conosco i nomi

dei poeti assassinati

che dal sangue han levato la voce

-i loro j’accuse

come lingue di fuoco

conosco la “fame” dei senzavoce

il profondo dove si apre il grido

319

L’ALBERO DI GIUDA

tagliando per la pianura

non trovavi più il cuore

sulle punte delle stelle ti volevi

trafitto

e il sangue quasi ricamasse

una scritta ingloriosa

ma il tuo albero

ecco venirti incontro

e già il cappio

vederlo

-sinistro

320

PRIMA DEL GESTO

(altra visione di Giuda)

ti saresti ubriacato col prezzo del sangue

soffocando nel vino

quella lacerazione infinita

ma avresti solo ritardato la fine

prima del gesto estremo

scacciasti via da te quella luce

a guisa d’angelo

non potevi saperlo

eri scritto nel Libro per un ruolo

ingrato

-sulle labbra ancora il fuoco

del bacio

[Giuda Iscariota, secondo Giuseppe Berto, nel romanzo “La Gloria”, aveva una missione da compiere e non è morto dannato.]

321

LUCE E OMBRA

se posso

mi cerco un posto all’ombra

-non m’ispira il tipo lucertola-

ti guardo attraverso gli occhiali

scuri mentre leggi per ore

distesa su uno scoglio

ha un che d’incantesimo

questa sospensione palpabile nell’aria

linea d’ombra e luce

a separarci

ma metti i tuoi ridicoli puntigli

322

STANZE

le notti inzuppate di sogni

quando

nonsense veleggiano

sulle ondivaghe acque dell’inconscio

o ti vedi seguire

una successione di stanze

e ti perdi e ti ritrovi

in un’altra realtà-sogno o dimensione

323

ISOLE

concatenarsi di sequenze evanescenti

sognare di te tu di me ma mai

questi mondi paralleli s’incontreranno

li inghiottiranno onirici buchineri

così le nostre vite

trasversali un fondersi di corpi

ma isole

gli universi dell’anima mondi

di celeste fuoco che si sfiorano e

mai

combaciano

324

UN CIELO BIANCO DI SILENZI

(L’ortografia)

punto sul vivo

da strafalcioni

anche il foglio sembra aggricciarsi

attraversato da una fuga d’ immagini

in un bailamme di fonemi -dalle acque

del sogno a risalire strambe

parole nell’aria di cristallo-

illividisce

un cielo bianco di silenzi

325

LO SPAZIO D’UN SOFFIO

schegge di voci

di abbandono

il pallore di luna riflette

nel bicchiere luce ubriaca

occupi

lo spazio d’un soffio

in fine consegnerai

il nome

326

POESIA-FINESTRA

dici poesia intendi finestra

affaccio dell’anima

bagnata da alfabeti di lune

è finestra su un mare aperto

poesia

per l’orecchio del cuore-conchiglia

327

IL TUO VOLARE ALTO

l’anima spando sulla terra

a ricambiarmi una solitudine

ampia come il cielo

mi appresto a gran passi agli ottanta

e ancor più poesia ti canto

-del mio sangue azzurra ala

ai confini della sera in quel

farneticare che richiama la morte

il tuo volare alto

come preghiera

328

IL SALUTO SPEZZATO

[11 settembre: a 15 anni dalla strage]

tutti ricordano dove si trovavano

in quei fatali attimi

quando il cielo si oscurava

ingoiando cenere e odio

tutti

ricordano -i superstiti- l’ultimo gesto

-uno per tutti la mano levata

quel saluto spezzato

come il battito dell’ora in cima

alla torre

come il pulsare del cuore

straziato

329

ULISSIDE

(l’ispirazione)

prende forma la vela

dalle profondità inconsce

la governa ulisside

o forse si lascia guidare

sull’infinito mare del sogno

speculari all’acqua

emergere vede parole

il fonema del canto

su curvature di luce

330

NEI MIEI SOGNI

c’è un donnone nei miei sogni

mi perdo fra le sue grandi mammelle

piccolo piccolo mi faccio e

come scricciolo

mi c’infilo

nel suo caldo grembo

al riparo degli tsunami del mondo

331

UN SECCHIO DI STELLE

un secchio di stelle

acqua e pensieri

ondivaghi e le stimmate

di te

nella memoria come sangue

rappreso

nel fondo a ravvivarsi

ali

e venti aquilonari

l’ingoio di soli su orizzonti

di fuoco

332

L’ACCUMULO

Tu non persegui

chi usa bilance false

lasci gli si ritorca

l’ingiustizia e l’oro

diventi capestro o ruggine

ahi l’accumulo

cui spezza il cerchio

la morte

333

NOMADE D’AMORE

gli occhi luccicanti

delle finestre

contro la lavagna della notte

che disegna arabeschi

di mistero

dove ti porta il filo

dell’immaginario o del

sognare

dove

questa strana ma feconda

inquietudine

serpeggiante nel sangue

tutti i libri letti i mari

solcati -odisseo tu

nello spirito- dove

questo cuore nomade

d’amore

ti porta

334

LA TUA VAGA ESSENZA

tocco in sogno la fiorita

riva delle tue braccia:

è una dolce pena questo lieve

sfiorare la tua vaga essenza

a un lunare complice chiarore

335

IL GRIDO

non altro che

raccogliere su foglio

il Grido l’amaro

sangue -morte per acqua-

parole a segnare

vergogne

dall’alto spettrale

silenzio su vite

lacerate

336

CASA DI RIPOSO 2

-nella vita chi non si dà muore

mangia se stesso- sentenzia

il “saggio” in degenza

la nuvola

di vapore dalla cucina offre

un che di magico un familiare

tepore

là fuori un mondo che vive

la recrudescenza dell’inverno – gli alberi

orfani di foglie e canti

.————————————————-

ASIMMETRICI VOLI

(2016-2017)

337

HITCHCOCK

mi ha squarciato la carotide

un solitario uccello nero

sparito poi alla vista

nel cielo di cobalto

distratti mi oltrepassavano i passanti

mentre mi dissanguavo

sul marciapiede

il sangue disegnava arabeschi

del sogno

-degni

del genio di dalì

338

QUEL SUSSULTO DEL SANGUE

come

non trattenere il muto grido che sale

fin dal midollo delle ossa

per te Nina ora come stella

del cielo

come quel sussulto

del sangue a non espandersi

in vasti echi

contro muri di cristallo

in questa solitudine che artiglia

morta in me l’attesa

e il giorno azzurro

e il vento e l’odore di te

oggi

che del sangue sei grumo raccolto

negli occhi

339

L’ANGELO

(conversione di San Paolo)

l’angelo sognai

sulla via di Damasco

aprirmi l’altra faccia del giorno

caddi bocconi in estasi

vedevo gli alberi camminare

tutto il mare

in una brocca

340

IN SOGNO

si amalgama il sangue

con alfabeti d’acqua

se inattesi

risalgono

dal mare i miei morti

nell’alone di luna

341

CHISSA’ FORSE UNA NOTA

un rebus di parole

frammenti

di nonsense emersi

dal sogno non del tutto svaniti

tentare di farne una

poesia?

ma è come volere

estrarre sangue dalle pietre

quel gabbiano che ora vedi danzare

sulla spuma dell’onda

-non certo uscito

dal tuo sogno-

chissà non ti porti nel becco

una felice nota

342

COME OSTIA DI LUCE

[Ai martiri della cristianità, che hanno combattuto la buona battaglia.]

irta di rovi

la “parete” inclinata del cielo

vi lasciaste brandelli

d’anima e pelle

ora

il sangue a fiorire

come ostia di luce

343

ULISSIDE

ordito del tempo-maya

isso la vela

per terre

in sogno intraviste

risillabando

palpiti di soli

miraggi d’eldoradi

-la prua che fende

le onde

esce dalla coda dell’occhio

344

LA GRANDE AVVENTURA LA VITA

impastato di sole tu

senza paese

di terra e cielo sei

ricorda ti veste dignità

ancor giovane hai braccia

forti

per capovolgerla la vita

esci dall’inedia solleva

sulle larghe spalle i tuoi figli

fagli scoprire

gli orizzonti

dove grida la luce

345

DELL’EDEN

proiezione sei e lamento

come d’animale disperso

a trapassarti una spada di luce

riflesso di Vita vera

se dell’eden

ti abita solo

quella vaghezza come in sogno

346

LA SVOLTA

impalpabile

mistero è a volte la vita

come il sogno

coi suoi criptati messaggi

da decifrare

ti senti pedina

sulla scacchiera

in un magico sincronismo

ed è la svolta

che poi

ti rivolta la vita

347

QUI DA DOVE GUARDI

gratifichi la stima

di te con un éclair

insieme le ingoi

quelle morti per acqua

tutto già visto già ingerito

pure

cos’è che d’irreale aleggia

nell’aria vitrea qui

da dove guardi

giro piatto d’orizzonte

348

NELLA PIENEZZA

asessuato angelo

dall’immarcescibile aureola

so chi sei ti riconosco

venendomi in sogno

angelo mio specchio

io di te riflesso

nient’altro anelo

che riunificarmi

a te nella pienezza

349

LEVANTE

[leggendo David Maria Turoldo]

quanta pena

-Cristo- per togliere

il pungiglione alla morte

quando

si apriranno i cieli

e l’alba

per noi sarà luce

frontale?

350

NULLA SI PERDE

se

di sé

fu a innamorarti

una melodia ora smarrita

nel tempo

vedrai tornerà –

sì tornerà all’orecchio del cuore

viva come allora

valicando gli anni alle spalle

pure

ogni essenza potrai ritrovare

che ti appartiene

varcato che avrai il muro del tempo

come l’odore della salsedine

del legno bagnato

o -sublimati-

quello della pelle

dell’amore

351

L’ESSENZA

inadeguati noi

gettati nel mare-mondo

legati ad una stella di sangue

noi siamo l’alfabeto del corpo

che grida

il suo esserci

noi essenza degli elementi

appendici della terra

labbra del cielo

352

NON DOMANDIAMO

non svegliamo le lune di vetro

assopite

nella valigia dei nostri spostamenti

da dietro il velario

esse non sanno

dirci se siamo assoluti

non domandiamo

tantomeno alle stelle

a sbiadire nella prim’ alba

e noi

nomadi d’amore

non si sa dove poggiare il capo

353

SPALLIERA D’ARIA

s’adagia ad una spalliera d’aria

l’anima monca

in occhi di verdecielo

una luce analfabeta

invertigina l’essere in questo

slontanare

ma il nome è da sempre

nel seno di Dio

354

CHI PUO’ DIRE

[a un ragazzo degli anni 60]

non certo beata

gioventù

-chi può dire

cosa s’agita in un profondo fitto

di grovigli freudiani

volevi uscire da te

ti attrasse il salto nel vuoto

“non entrambi i polsi legati

un’intera nottata a fissare il soffitto

no non faccio del male ora

neanche a me stesso”

poi il fiotto di luce

a investirti

e le venti candeline -simboliche- da spegnere

non era l’ora che partissi dal mondo

quel mondo che ancora ti chiamava

nel suo grembo di cenere e oro

355

DELTA

dove è grido rappreso

la voce del deserto

si dirama l’essere

aprendo

di solitudine le braccia rotte

356

A SPECCHIO DI CIELO

fraternizzo con Campana

se anelo al silenzio

in un gran porto chiuso ai mali

del mondo

dove a specchio

di cielo sia riflessa

unicamente la bellezza

[Dino Campana, “Canti orfici”.]

357

I SOGNI ALLA DERIVA

insieme a questo corpo

vedrò staccarsi i sogni -quelli mondani

su vascelli di nuvole-

andare alla deriva

sopra un mare che più non m’appartiene

358

UN’ALA D’ANGELO

propedeutico è l’abbraccio

bellezza nell’umano

che schiude mondi ignoti

un’ala d’angelo vibra

sulle schiuse labbra

a sigillare nuova vita

359

ESTASI

[gli ultimi giorni di Paolo (Saulo) di Tarso]

ovunque mi seguivano i tuoi occhi buoni

l’anima

affacciata sul Tuo sangue lucente

ha danzato per il tempo che restava

360

DIETRO IL VIOLA

non hai un appiglio

mentre

a superarti è una luce blanda

anneghi in un mare vasto

di ossimori

come un film sfocato

questa vita in controsenso

quasi una

finzione o solo

apparenza

dietro il viola della memoria

affondano nel nulla i tanti io

361

L’IMPRONTA

ricominciare da qui: dove l’occhio

del cuore

segue la curva della luce

dove si schiude la rosa

tra cristalli di gelo -mentre

lasci l’impronta del “fare”

anima

ti fondi nell’azzurro

rapito dal canto di Silesius

[Angelus Silesius – 1624-1677 -; poeta e mistico tedesco.]

362

LA SLAVINA

perla nel cuore del Gran Sasso

il “quattro stelle” non esiste più

ghermito dalla mostruosa

mano di ghiaccio

meglio la sorte dei sopravvissuti

ti dici

e ancora sperare

sotto la neve una voce udire

pensi ai familiari perduti

deglutendo caffelatte e lacrime

[tragedia del 18 gennaio 2017]

363

SILLABE

(visione)

mettere ordine

nei cassetti della mente

non trovare una pagina volata chissà

vedi rotolano giù

dall’emisfero destro parole ubriache

mentre sul bordo

delle orbite

piccioni piluccano sillabe s-cadute

364

CAVALLI DI NUVOLE

i primi smarrimenti: quando ti sembrava

dovesse cascare il mondo

-disegnavi angosce o voli

pindarici nell’aria

da una feritoia ti guardava

un pezzo di cielo

-tu ragazzino -ricordi-

rifugiato in una baracca

a smaltire l’ “onta” di una derisione

non sapendola costellata di prove

la tua stella

intanto

cavalli di nuvole

a sequenza

dicevano la vita leggera

365

NEL SANGUE DELLA PAROLA

ti fai strada nel sangue della parola

al primo chiaro con la luna

che spiove sui tuoi fogli

d’indicibili fonemi s’imbeve

ora la nuova fragile

tua creatura

366

IN MAGICO DEFLUIRE

peschi un verso dal fondo del tempo

tuo non più tuo

come una matrioska altri ne nascono

in magico defluire

non sai mai dove

ti porta poesia

altri ne scaturiscono che

da dentro premono

spingendo contro il costato

grembo dove sosta un dio minore

e devi gestirne

l’impeto di sangue e luce

367

PALPITI

la parola graffiante

ferita viva lascia nel bianco

l’anima in luce

di sangue

si china sulla bellezza

mentre

rossi palpiti annoda

un navigar di vele

sull’aperto mare del sogno

368

DA UN ALTROVE

a volte la tua vita la pensi

come fosse

in mano a un vento che t’avvolga

in un mantello di luce

tu che in azzurre volte

ti perdi: dimmi cosa

senti da un altrove?

forse

lontananza che richiama

un altro Sé?

369

DOVE NASCE UNA POESIA

non puoi sapere come e dove nasce

una poesia – arco

teso dell’essere che

sulle ali del vento

corteggia il sogno e

pentagrammi disegna

mentre la Musa

come una Venere

esce da un bagno di liquida luce

370

SCRIVI SUL VENTO

non vedi di là del tuo naso

se ridimensioni la trave nell’occhio

dove l’ego veleggia

per terre di conquista

corri sul filo di abissi

di vanagloria

il tuo sogno

cattedrali di nulla

girasoli accesi ed arco-

baleni pare t’invitino

stolto che te depredi

del bello

metti in tavola

pane e rancore

disamore scrivi sul vento

371

VERITA’

non scritte sull’acqua

le mie parole

pure mi nascondo

come l’inchiostro simpatico

mi paleso a chi mi sa

leggere tra le righe

sarebbe

dare perle ai porci

uno sbandierarmi ai quattro venti

per chi è sordo

alla stregua dei potenti

372

L’ACCUMULO

ti preoccupi per il vestito? e

per l’oro nei

forzieri dove urlerà

la ruggine?

la so quella certa

malattia contagiosa

serpeggiarti nel sangue

guarda i gigli

del campo – Lui dice

e

ti senti come chiuso

all’angolo

Lui: ti fidi?

mai hai visto un sì benigno Cielo

accoglierti

373

PER VOLARE

pensa: sono appena passato “di là”

eppure

non me ne sono accorto

vi si sta d’un bene ed è come

in un sogno

tanto ma tanto più vivido

ora

aspetto soltanto di vestire

un corpo fatto d’aria

per poter

volare

374

PAROLE

parole sulla bocca

dell’alba

in dormiveglia mentre

inizi l’interiore viaggio

cavare sangue

da neo-nate parole

in seno a un dio

non visto

dove sale la luce

375

VELE DI NUVOLE

escono fonemi

dal ventre della notte

quasi ectoplasmi

nell’alone di luna

saltabeccanti passeri

sbocconcellano

interpunzioni vaganti

con vele di nuvole

376

VELARIO

amare è fatica

caduta delle braccia

ma dal peso

mortale un cielo ci nasce

strappa dunque

il velario volgi lo sguardo

sul monte

al Cristo trasfigurato

agli ultimi

della terra

377

DISTACCO

ti fai fragile foglia

appoggiata ad una spalliera di brezza

378

FANTASIA

entravano nella cruna del sogno

salendo su per il naso

vele e gabbiani danzanti sulle creste

nei mari di Melville

era voce d’acque a lenire giorni

feriti

nell’anima a perdere

379

ARCO D’AMORE

noi siamo proiezione di Dio

e come angeli incarnati

del nostro Sé

similmente di noi

i nostri figli

-frecce scoccate oltre

il corpo

dall’arco teso dell’amore

380

ACQUA E MEMORIA

in cadenza di respiro

acqua e memoria

siamo

scafi a solcare oceani

del periglioso esistere

su un vento salato

s’invola

la sacralità della parola

381

DIETRO IL VELO

splende rosacea luce

sulla bocca dell’alba

miriadi

di stelle nascoste alla vista

come la vita

dietro il velo della morte

-a cogliere

aneliti d’infinito

382

LE VOCI REMOTE

un’accoppiata

di parole o una frase

sentita o letta risuonano e

sono una fitta

nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume

è un sudario

che raccoglie le voci remote

delle anime in sogno fermatesi lì

sotto la luna menomante

di Seferis

Ghiorgos Seferis, poeta greco – 1900-1971

383

LIQUIDA

è striscia di luce verde

la mente

mentre la forma

assumi

dell’involucro-status quo

alchimie del sangue

nel vestire la vita

il chi-sei

serpeggia

si morde la coda

384

PRIMAVERA

si posano le uve dei suoi occhi

su silenzi sospesi

teneri corpi come giunchi

dondolano nella luce

sognando la vita altra

—————————————–

VITA TRASVERSALE

LE VOCI REMOTE

2017

1

LE VOCI REMOTE

un’accoppiata

di parole o una frase

sentita o letta risuonano e

sono una fitta

nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume

è un sudario

che raccoglie le voci remote

delle anime in sogno fermatesi lì

sotto la luna menomante

2

ONDIVAGHE MACERI PAROLE

quando ti rigiri tra le lenzuola

-ondivaghe maceri parole

dove latita il cuore-

somigli al gabbiano ferito

che solo in sogno ritrova

il suo mare – la vita altra

3

SOGNO DI CUPIDO

aleggiavo “per l’aere”

-io figlio di Venere- o

era il mio doppio incorporeo che

con molte frecce al suo arco

germinava amore

vedevo

nel tempo di Veneralia

in un cielo quasi dipinto

splendere carnale fiamma

[Veneralia: festività romana celebrata il I° aprile, dedicata a Venere Verticordia (“che apre i cuori”).]

4

FUOCO AZZURRO

lascia che sia

più che naturale

da una forzatura un pastrocchio ne verrebbe

come l’idea di ritagliare lettere

per “confezionare” una poesia

fa’ che sia lei

a visitarti col suo azzurro fuoco

ti salga fin dalle viscere

ti cali nell’humus della parola

5

LA GRANDE AVVENTURA LA VITA

“marinaio col mal di terra”

se mai ne perdessi il gusto -della vita

dal cuore della zolla il verde grida

sempre vita rinasce

all’infinito

lei è mamma-chioccia

-travalica la morte col suo tepore-amore

6

GENERAZIONI

eccoti un ectoplasma ovvero

un antenato

a sentenziare da un aldilà

-non sapete neppure vestirvi

-bella forza: voi con i vostri

doppiopetti

vi credevate dio in terra o guappi

noi

casual-cibernetici

della libertà siamo bandiera

grida il rosso

del nostro sangue nelle piazze

per le ginocchia aria di primavera

7

ELUCUBRAZIONI

dicono esce dalla testa

il corpo astrale parto della mente

è sempiterna la mente

come il reale che in sogno appare

liquida luce – oltre

la mente solo ombra o niente

8

PRIMAVERA CANTERINA

di verde in chiome folte

natura si riveste

a specchio di sole -sangue

di primavera-

becchetta

l’immagine nell’acqua

il chiurlo e ti fa il verso

se abbozzi un motivetto

9

L’ESTRO

rischiava la galera chi

procurava cibo

ai fantasmi era l’editto

del castello

pure

l’intrepido ragazzino

Arthur R. giocava il tutto

per tutto pur d’avere in cambio

versi “divini”

o più probabile fosse

solo un sogno e lui stesso sogno

nel sogno e i versi

parto del suo estro

10

MONDO DI LUCE

m’invitano i miei morti

a una uscita fuori porta

amano

farmi partecipe del loro mondo

m’avvedo

dagli occhi lucenti e i sorrisi complici

ch’è molto molto gradita

indispensabile quasi la mia presenza

ché senza orfani sarebbero

e tristi forse

pur essendo estraneo al loro mondo

di luce

11

IO SONO IL MARE

danzi su creste d’onde

gabbiano Jonathan

io sono il mare l’immenso

desco su cui ti posi

-ti guizza nel becco preda lucente-

io sono il mare tua madre

se in burrasca

vieppiù in simbiosi siamo

ti abbraccia il mio cuore trasparente

di salsedine

poi per l’azzurra volta

ti vedo svettare – verso

profondità di cieli

verso quella

libertà che aneli

12

L’INNOCENTE

già l’immagino i titoli

“classe 41 – stecchito da una raffica”

ho a volte il pallino

-farneticare dell’età-

che d’improvviso qualcuno mi spari

da un’auto che rallenta e poi via

-come in una scena da gangsters

-è fantasioso ma

freddamente reale

dove -si sa- a pagare

è chi non c’entra un bel niente

13

FUMATORI D’OPPIO

figure inconsistenti

come carta bruciata

sbriciolata d’un soffio

e

alberi che camminano

capovolti e navi

di nuvole

visioni aleggianti nelle

stanze del tuo sangue

Jonas

preso nella rete dei

fumatori d’oppio

14

SE QUALCUNO E’ A SPIARTI

lasciartele scivolare addosso -dici-

distaccarti sempre più dalle cose

finanche da questo

corpo: vederti presente

a te

come nel sogno – quasi

evanescente

sogni

e sei sognato –

mondi speculari

vedi: se

qualcuno è a spiarti

non sei che tu

da un altrove

15

SOGNARMI

sull’otto orizzontale

librarmi etereo

piume d’angelo a coperta

di cielo

16

SE LASCI CHE LA VITA

il moscerino che taglia nella luce

del monitor

l’ultima tua poesia riveduta

sembra imbeversi

del sangue delle sillabe

in questo minuscolo essere

smarritosi

nella sua realtà-sogno

vedi te stesso se lasci che la vita

ti conduca lungo

i labirinti viola della mente

17

TRASMIGRA IL TUO GIORNO

compiacerti dei tuoi beni?

ma dimmi cosa ti porti

di là?

lasci pure questa veste

oggi affidata nelle mani

dei “restauratori”

-la vecchiezza un obbrobrio!

ecco vedi trasmigrare

il tuo giorno

in sudari di calce

18

ED E’ SANGUE IN LUCE

esilio di carne

anse d’ombre

ed è sangue in luce

l’ancestrale fiorir

d’appigli

a schiudere il giorno

19

SIMBIOSI

di notte sto bene con me e l’altro

sono io l’altro che -c’hai mai

pensato?- non proietta ombra

ombra di me è il sogno

come un bambino

avvolto dal regno delle ombre

affido tutto me stesso alla notte

20

COMPLICE L’OMBRA

non un posto al sole

non m’ispira il tipo lucertola

ora dove sosto

un venticello spira

che mi pettina i pensieri

aggrovigliati

nel cielo della mente

dove un abbozzo

di poesia inizia

a mettere ali

21

IL LA’ PROPIZIO

quando sperimenti il fantastico e

non focalizzata l’immagine salta

sul video della mente

quando magari

è Borges a darti l’abbrivio

il là propizio

dal suo cielo d’esagoni e sfere

[ultimo verso: ispirandomi a “Finzioni”, di Jorge Luis Borges]

22

DOVE PALPITA IL SOGNO

da una dimensione parallela

il Sé in me rispecchia

la sua primaria origine

punto dell’eterno

dove palpita il mio sogno

di carne e cielo

23

TESTIMONI

di sole indorate

distese a maggese

ricamate di fiori di sangue

per mano assassina

tramante nell’ombra

vòlto al cielo: testimone

non “profeta” di

panegirici

fulminato a due passi

dal luogo di culto

le mani ancora nell’atto

di benedire

-come in un tempo sospeso

l’oscillare di grani

di rosario

24

LA CARA MUSA

ti ci arrovelli ma non trovi soluzione

ti ha lasciato a metà la cara musa

sei come quell’albero reciso

la cui ferita bianca

non si vede sanguinare

25

SIC TRANSIT

confidare

nelle cose che passano

è appendere la vita

al chiodo che non regge

è diminuirsi la vera ricchezza

-arrivare all’essenza

lo scheletro la trasparenza

26

RICORDA

[ispirandomi a David Maria Turoldo]

sei granello di clessidra

grumo di sogni

peccato che cammina

ma sei amato

immergiti

nella luminosa scia di chi

ti usa misericordia

ritorna a volare:

ti attende la madre al suo

nido

ricorda: sei parte

dell’Indicibile – sua

infinita Essenza

pure

nato per la terra

da uno sputo nella polvere

27

AD ALTEZZE SEGRETE

(volontariato)

spendersi

in un percorso di amore

il cuore aperto ad altezze

segrete

sperimentare l’Altro da sé

nel diversamente abile – pasta da

modellare: ci affondi

le mani e ci rivolti

la vita

lui ti ricambia con l’oro

di un sorriso

28

CLOWN

la tua magia è fumo

che vola sul tempo

fra palpebre d’aria

l’ora si fà elettrica

nel cielo

di un capriolare d’umori

29

ESPANSIONE

il sogno è proiezione? o

sei tu in veste onirica

uscito dal corpo?

sognare è un po’

essere già morti

come

nell’oltrevita

e l’essere si espande

si sogna moltiplicato

in fiore atomo stella

appendice? o

espansione è il sogno?

30

NUDO ALLA LUCE

è velo che cadrà la carne

rendere fruttuosa la morte

“perdendo” la vita

rovescio

dell’io tra nome e senza nome

ma è l’amore che mi sceglie

-nudo

alla luce

ho sognato d’essere trasparente

31

QUELL’ETA’

siamo quelli

di un’età ahimé biasimevole

se la moglie impreca

per la camicia ricamata di sugo

“l’altra faccia”

-a firma di arabeschi

di sangue sulle strade-

quell’età da sballo

32

ALLUCINOGENI

corrono brividi nel sangue psichico

dentro l’occhio di Selene ondeggia

distorto volto d’angelo

bruciarla la vita sul filo

della notte liquida

33

SANTO CHE SOFFRI

Amore inchiodato alla croce

Sole che apri spiragli

nei cuori di carne

Luce che accechi i potenti

t’incontriamo nel povero

ma non ti conosciamo

come Pietro al canto del gallo

cosa mai saremmo senza di te

che hai sepolto per sempre

la morte

chi mai saremmo se

di te facessimo a meno

l’ultimo giorno verrà

e noi perduti

perduti per sempre senza di te

Santo che soffri

che ci ami fino alla morte

[Il titolo è preso da Ungaretti]

34

TUTTO E’ PREGHIERA

una farfalla è una farfalla ma

tutto un mondo nella sua essenza

la natura

riflesso del cielo è preghiera

ogni respiro ogni sangue

vòlto verso l’alto è lode

l’anima nel suo profondo

in segreto s’inginocchia e piange

35

SPRAZZI DI LUCE

non riesco a saziarmi di Te

penetri nella

mia vitrea solitudine

con sprazzi di luce come

attraverso una smagliatura

36

LA CARA MUSA 2

giungerà con quest’aria incendiata

tra un ghiacciolo e un bagno la cara

musa latitante da giorni

intanto afose notti

inzuppate di sogni

hanno complice una luna menomante

37

DIETRO UN’ALBA CADMIO

ha dipinto nel tempo il suo

“capolavoro” di nulla?

-spuntato

da duemilanni il suo pungiglione

dietro un’alba cadmio il nero dove

ogni volta la ricacciamo

-nell’oceano di energia

miseramente essa si spegne

l’humus si nutre

di vermi e foglie: non si rinnova

la vita mangiando se stessa?

in un palpebrare di luce

del sangue l’aprirsi in fiore

38

SU ASSONNATE RIVE

su assonnate rive uno scorcio

si frange di tuo vissuto: i tanti

io disincarnati i tanti

ingoiati – non hanno più

ombra che nel sogno

nell’onda del sangue

39

VIVE UNA LUCE

vive nell’akasha una luce che

custodisce quel mosaico che dici

destino

tu sei l’ombra

del Sé: l’alterego o se vuoi

l’angelo che

ti vive a lato nei

paradossi della vita

40

FRATTO IL TEMPO

fratto il tempo dove

è ritrarsi di vita

come da risacca l’onda

il mostro a tratti

ghermisce la memoria

che vuole eradere ricordi

l’angelo è cenere

dove gridano ustioni

di luce

41

INVETTIVE

[a Padre Pio, tacciato di impostura]

una parola un fendente

minimizzi

l’orgoglio un ordigno

inesploso

carità

ti accompagnerà nella polvere

42

TENTO VERSARE VERSI

tento versare versi

sulla chiara facciata del foglio

“navigare di nuvole pigre” -questo

l’incipit

ma ahi cara musa

son già qui arenato

potrei imbastire una rima

tipo fiore-amore o

scrivere il verso più bello

dettatomi in sogno

pure

fibrilla nel sangue un qualcosa

che non saprò dire

43

NELL’OLTRE

imprigioniamo paure

in mantelli marchio privacy

ci genuflettiamo

a ipocriti sorrisi

nell’oltre

non ci son porte e chiavi

è tutto -in trasparenza-

un fondersi di sguardi

44

COL TUO CORPO D’ARIA

[A Mirta Rem Picci, 44 anni, suicida il 17.7.17.]

ti attirò lo strapiombo del vuoto

mentre mani cercavano afferrarti

un buco nel cuore hai lasciato Mirta

al tuo amorevole amico

ora

danzi il flamenco che amavi

col tuo corpo d’aria

e da un altrove “detti” poesie

quelle

che non hai avuto il tempo di scrivere

45

CASA DI NUVOLE

a volte non è ancora poesia

ma la sua forma possibile

lasci che fluttuino parole

che essa prenda sangue e voce

ti lasci condurre e non sai

dove ti porti

-dimorerà

la poesia

forse in una casa di nuvole

TRASMIGRA IL GIORNO

46

TRASMIGRA IL GIORNO

compiacerti dei tuoi beni?

ma dimmi cosa ti porti

di là?

lasci pure questa veste

oggi affidata nelle mani

dei “restauratori”

-la vecchiezza un obbrobrio!

ecco vedi trasmigrare

il tuo giorno

in sudari di calce

47

IL GRIDO

non lasciare ch’emerga

il mostro come da abissi

marini fa’ che affoghi

nel suo sangue

rabbuia nelle vene il giorno:

grido che tende

levarsi nell’aria rossa

48

INFINITE VITE

infinite vite possibili

ha forse l’anima

quel che è detto da taluno

l’essere moltiplicato

mai si chiude il cerchio?

è come traversare innumerevoli

porte nei meandri dei sogni

o abbandonarsi a visioni

di déjà vu

non si chiuderà il cerchio se

come si sa

è del Demiurgo un continuo creare

infiniti

mondi-entità col solo sognarsi

49

QUEL SORRISO

senti la vita quasi fosse

apparenza in vaghezza di sogno

l’anima è spersa dove fitta

trama d’ambiguo s’incaglia

ah le uve dei suoi occhi: uno spasmo

di luce – una spina nel sangue

e quel sorriso -oggi

che ti sorprendi a inseguire ombre

in cerca del suo profilo-

ti si trasfigura in un graffio

difficile da decifrare

50

SEGUENDO L’OMBRA

i tavoli tra ombra e sole dove

sedeva chi più non c’è

la mente è in fermento

nel lento giro del sangue

in questo scorcio di cielo

mi sposto seguendo l’ombra

seduto a leggere Brodskij

mentre

lo sciabordio dell’onda mi culla i pensieri

che vagano

sul filo di versi in fieri

mi distoglie

il ronzio di una mosca: salto un rigo

nero della pagina

il libro si chiude di scatto

sul giorno azzurro

51

MEMENTO

la luce si spalma

dentro la parola

che di sé vive:

a ricordarci la bellezza

lasciarci impregnare

di fascinazione

nell’orfanezza del sogno

52

SANTIAGO

traversare il ponte sull’Atlantico

t’ispira qualcosa

che appunti in un angolo sicuro

della mente

dopo

per davvero

guardi in un modo diverso le cose

è quello stupirti

amando l’Amore

il cammino di Santiago

finisce nell’Oceano

[percorso Fatima – Santiago di Compostela]

53

L’ASCETA

è nell’invisibile dice

l’architettura dell’essere –

perfezione la carne che si

trasfigura

il resto è apparire o maya: mondo

i cui regimi e regni andranno

capitolando – insieme a chi

li rappresenta

54

SUL CANCELLO

drappo viola dalla finestra affisso

sul cancello di fronte: un altro vicino

agli ottanta è andato a miglior vita –

non ritirerà più

il giornale al mattino

il passo pesante il fiato corto

unificatosi col suo doppio

ha lasciato qui la zavorra

55

EROS E THANATOS

far l’amore e la morte sono in stretta

connessione:

l’appagamento è un dolce morire

attimi che sembrano infiniti

perché amore e morte si abbraccino

come la terra nel suo grembo accoglie

le foglie cadute

56

CRONACA

“in luce di sangue vita ti diedi

e tu l’hai gettata nel cassonetto”

ahi quel cielo di carta stampata

che s’indigna sotto gelida penna!

57

SCORCI DI SETTEMBRE

scorci di settembre è l’ombra

a dominare i posti prima assolati

che trovavi nelle tue uscite

familiare ti è l’ombra ed è

dissonanza se ti sorprende

il pensiero di quel bambino che

dopo il crepuscolo ha paura del buio

e se non mangia arriva il mammone

con tre tocchi -sotto il tavolo

[mammone: in gergo è l’orco]

58

IN TE LA LUCE

s’inginocchia in te la luce

ti dividi

nelle due dimensioni:

dreamtime e corporea insieme

a sorvegliarti è l’Occhio

interiore –

il tuo doppio di perfezione celeste

[dreamtime: il tempo della creazione]

59

ANGELO DELLA LUCE

adagiati creatura del sogno

sulla curva del nostro abbandono

la lontananza è ferita insanabile

un cielo d’astri divelti

e tu balsamo sei

-tu orifiamma tu altezza

sognato stargate-

dove voce insanguinata c’inchioda

dalla caduta

60

LUCE ALTA

luce alta – paiono

incendiarsi le finestre degli hotel

un altro caffè

spezza la mattina –

strilli

di bambini in pineta lampi di

sole tra il fogliame

“Dio c’è” è la scritta sul

muretto che delimita la spiaggia

dichiararlo a cuore aperto:

ché un miracolo

è la vita

61

QUALCUNO TI CONOSCE

-non credi in un dopo? e

in un prima? e il mondo

pensi s’è fatto da solo?- ti chiedo

e tu t’aggrappi agli specchi

ma nulla va perduto

sai:

Qualcuno ha contati

tutti i tuoi capelli

davanti

a un pericolo mortale

un’invocazione ti salirà alle labbra?

62

IN VAGHEZZA DI SOGNO

ti rigiri e vedi -in vaghezza di sogno-

un te estraneo vagare

per strade buie e vuote

come un sansebastiano a trafiggerti

gli strali della notte – senti

recalcitrare

in te l’uomo vecchio -ah convivere

con gli umori di un corpo-zavorra-

ti avvedi d’aver perso le chiavi

di casa mentre un gallo

canta

in lontananza ed è l’alba

63

PIU’ D’UNA VITA

convivere con gli umori

di un corpo di morte

dall’animalità all’angelo: questa

l’impervia salita

più d’una vita se dal sangue

fioritura sia d’ali levate:

ogni passo ne perdi una piuma

64

ULISSIDI

andare per procellosi mari in cerca

del proprio nome l’origine

la loro Itaca

coglierne forse la voce nella

cavità del cielo

insufflate le narici da un vento salino

quel battere del sangue

di cui si parlerà a un nuovo approdo

e i morti? quelli che sono

parte del loro cuore alla ventura?

entrati nel mito

essi custodiscono

quel mai perduto nome

65

FORSE UNA NUBE

(a Pierluigi Cappello)

mi accoglierà un non-luogo

non più inalerò resina di abeti

alle finestre degli occhi colombe

bianche si poseranno

mi abbraccerà vaghezza

forse una nube vorrà dire casa

66

DI STAGIONI DI SOLE

ho sognato mio padre -non è giunto

il tuo momento- mi ha detto

di nuovo agli alberi cresce

la folta chioma

è tempo dei gatti in amore

-il ciclo si ripete della vita

quante ancora ne restano

di stagioni di sole -mi domando- di quel

sole che si spande come liquido oro

sul tavolo a cena

67

FIUME D’ECHI

rotte voci e forme

impermanenti

sotto luna menomante

anime siamo

che si cercano

fiume d’echi

la cui scia

porta con sé il lamento

di nomadi d’amore

68

VANAGLORIA

la forma assumi dell’involucro-

status quo

mentre a preesistere

in te specchiato

è quel pizzico di vanagloria

ingannevole capriccio

che rimonta a un giro di vento

69

IL GRIDO 2

resilienza questo vivere

morigerato e anse d’ombre

dappresso dove annega il grido

sudate notti e sogni

scollati da grigie albe

e chiederti

se non sia impari lotta

aggrapparti a rupi erose dai venti

70

LE MANI AFFONDI

in emorragie di non-senso

ricacci al fondo il Sé

superiore

uniformandoti al mondo

le mani affondi

nel sangue delle convenzioni

mentre

all’angelo lucente del sogno

tarpi le ali

facendolo all’alba svanire

71

FONEMA

insufflato dal dio

passa come un vento di mare

il ricercato fonèma

che nel sogno dispiega le ali

di scintillante bellezza

72

CUORE DI PAGLIA

è dell’umano il tempo

non certo dell’anima e ti pare

d’esser sempre giovane anche se

vicino agli ottanta il fisico non rende

se cavalchi

un’emozione ecco spunta una lacrima

e senti capriolare

questo cuore di paglia

come un imberbe a prima cotta

73

RICAMBIO D’ALI

va controtempo in un ricambio d’ali

l’angelo insozzato di mondo

nel sonno del giusto

abbevera le radici

del sangue della luce

74

QUEL SENTIRTI

può piacere quel po’ d’intontimento

in banchetti interminabili

col capotavola

che devi urlare per farti sentire

due parole per darti un contegno

col tuo dirimpettaio

non toccando temi impegnativi s’intende

controllando i freni inibitori

una comunione di anime allegre

ma tutti i commensali alla fine

si resta perfetti estranei

poi fuori il freddo pungente

a sollevarti il bavero e

quel sentirti un cane di nebbia che vaga

che ha perso la strada

75

‍ETERNO PRESENTE

kronos esce dal mare

prenatale

il domani è un imbuto

dove fluiscono gli oggi

coi sordi tamburi del sangue

dove in fondo

agli specchi annegherà la

realtà

relativa: lì il mondo che

si vede

rovesciato

76

SULL’ACQUA

sul grande mare del sogno

veleggiano i miei morti

gli occhi forti di luce

con un cenno m’invitano

al loro banchetto sull’acqua

d’argento striata

m’accorgo di non avere

l’abito adatto

cambiarmi rivoltarmi

devo

vestire l’altro da sé

77

INQUIETI FUOCHI

nuvole a stracci nell’azzurro

curve ariose di voli

vastità di te solo: figura

inespressa lacera ombra

ti aspetti una eco un suono

in questa sospensione

inquieti fuochi son gli occhi dell’anima

mentre guardi

un gabbiano staccarsi dal tramonto

78

LA REGIONE DEL SOGNO

la via regia puoi dirla

vita trasversale

nell’ondeggiare di curve di luce

del pensiero allucinato

vedi prendere vita

le figure surreali di dalì

e ancora da questa

infinita vastità del sogno

emergere gli angeli di rafael

o le eccelse visioni

di blake su uno sfondo viola

[Via regia: definizione di Freud del sogno; Rafael Alberti, poeta spagnolo]

79

E IL VENTO S’IMPIGLIA

(soliloquio)

in meditazione ti trovo

assiso sui gradini del tempo

chi interroghi

sotto una luna menomante?

vedi

e se fosse soltanto un apparire

questa vita

protendimento di un luogo della mente

dove passano navi di nuvole

in sogno e figure

evanescenti e il vento

che s’impiglia in grovigli di foglie

80

L’INVERNO DEL CUORE

[mancanza dello stato di grazia, ovvero aridità d’ispirazione]

sentirsi disabitato

simile a quell’albero nudo

da cui son fuggiti i canti

vivere

di stelle spente

81

FEDELE ALLA VITA

mia vita

senza rete t’appigli

alla Bellezza intaccabile

a quella del cuore e alle

armoniose figure della danza

o del cavallo nel bianco salto

finché ti chiedi dov’è

lei l’ irraggiungibile

non tutto è perduto

voltato sei sul giusto

versante lucente ancora

una volta – vita

fedele alla vita

82

IL GRAFOMANE

sei tu che graffi con la penna

questi fogli che raggricciano

come una bianca pelle

i tuoi quaderni riempi

per lasciare ai posteri parola di Dio

mentre qualcuno da lassù

guida la tua mano

a riempire fogli e fogli

come in trance

vivi di grandiose visioni celesti

e anzitempo contempli

di Dio il volto

[Jakob Lorber, si definiva “lo scrivano di Dio” – mistico e chiaroveggente sloveno, 1800 – 1864.]

83

NELLE NUVOLE HAI CASA

dimmi Nina: che vedi

tu che hai casa nelle nuvole

tu che sai il linguaggio dei voli?

forse

la giovinezza spezzata

che ora in lampi di déjà vu ritorna?

o

rivivi nel cuore

verde dell’acqua

che ti vide sirena emula del canto

di odisseo

-rapimento

dei sensi

che in sogno ancora mi seduce

84

IL POZZO DEI RICORDI

come la volta celeste

s’immilla di presenze il sogno

in questa moltitudine

la tua

cerca il non rassegnato cuore

ma è beffarda sequenza

come seguissi

la velocità d’un treno

forse la tua figura è sepolta

in fondo al pozzo dei ricordi

da cui risale flebile

eco

85

DUE NOTE

e come puoi oggi accennare

a quel motivetto che ti arrovella

se non è la mente

sgombra da impellenze che artigliano

restano due note nell’aria

monche

e il canto strozzato come d’un

barbagianni

mentre abita

il cuore

una danza di foglie

86

QUELLA PARTE DEL MONDO

[la sorte degli immigrati morti nel Mediterraneo]

è un presentito bianco grido

il cielo proiettato su

quella parte del mondo: un mare

tappezzato di cadaveri

agghiaccia il sangue mentre

la forchetta è nell’aria

o

non smuove la vista e

l’assuefazione è sovrana?

87

SOGNO

è calda l’acqua dell’oceano

ove sono immerso come quando

ero nello stato prenatale

traquillo nuoto non ansia mi prende

anche se scorgo solo

davanti a me l’orizzonte

ed ecco

vedere venirmi incontro

i miei morti portati sull’acqua

e

madido di luce destarmi

88

L’ELEMENTO CELESTE

tornerò ad essere pensiero espanso

quando dalla scena

sarò sparito

dove si curva all’orizzonte il mare

sarò forse atomo

fiore o stella e

in estasi

mi unificherò all’elemento che da sempre

mi appartiene

89

UN ARCO SULL’INFINITO

dal non-luogo che immagini

non potrai quel giorno

farci un fischio per darcene notizia

se sarai per davvero

passato a “miglior vita”

mettendo a frutto le esperienze

secondo gl’intimi

desideri irrealizzati quaggiù

e se vestirai un corpo

d’aria e sarai arco

teso sull’infinito

90

DOVE L’ANGELO

un dove di trasparenza t’assale

ti entra nei sogni

azzurro soffio di vento

sul sangue psichico

luce ferita

dove l’angelo con ala pietosa

i crudi patimenti copre e il tuo cuore

AFFLATI

2018 – 2019

1

SPERDUTAMENTE ALTROVE

(2018)

un intrico di rami

fitto a mo’ di tetto -quasi

a contenere la dolce indolenza

d’un meriggiare montaliano

vastità di te solo

a spandersi

in un infinito galattico

saperti

così sperdutamente altrove

2

CALVARIO

(a San Massimiliano Kolbe)

portavo le mie quattr’ ossa sul calvario

accomunato alle migliaia di sventurati

lungo i binari della morte

ti parlo

a nome di chi nome non aveva

ti parlo dalla regione del dolore

con la bocca dei morti

ove germogliano fiori

di quel perdono che non è dei vivi

3

SILLABE

pilucca sillabe

la mia anima di carta

l’attraversa noetica luce

ammicca la musa nell’azzurro

dei miei vaniloqui

epifania di voli

4

LE SCALE DI MONTALE

quante volte ho sceso scale

pensando a “quelle” di Montale

-ancor giovane ti senti e il braccio

non l’ hai voluto-

e quella certa luce a flettersi

sulla mia dolce indolenza

nel sentirmi chiedere che si fà

stasera

voglia non ho di uscire -ci assediano

gli anni- sediamo sui gradini

del tempo sotto una luna menomante

(2018)

5

IN UNA SOSPENSIONE LUCENTE

dormire abbracciati -io che non

riprendo sonno-

il glu-glu-glu di colombi

sul terrazzo-

a inondarci la bianca luce

delle stelle che andranno a svanire

una mosca è il verso che mi ronza

in una sospensione lucente

sento che creando noi si viva

d’ infinito

6

COSA VUOI NE SAPPIA

(parla un agnostico)

tu dici

il sopra è il sotto citando I King

ma cosa vuoi ne sappia

di capovolti cieli e dell’essere

“rivoltato” a un colpo di vento

erudiscimi allora e dimmi

cos’ è la verità tu che non

la ritieni un optional

io so soltanto di terra

e non ho baricentro

lascia perdere l’anima e dimmi

se qualcuno mi ha chiesto di nascere

7

IN SOGNO

vedevo di dalì il Cristo pie(a)gato

gli orologi molli danzare

mutando forma

i lunghi colli

di modigliani curvarsi

e gli uccelli di mantegna invadere

il mio studio

lasciando deiezioni

ancora intinto nel giallo

il pennello di kandinskji

[Opera di Dalì: “Cristo di San Juan de la Cruz”, 1961]

8

GEOGRAFIA DI GRAFFI

dirò di quella volta

che l’ondata mi strappò

come una gigantesca mano

dallo scoglio

pensavo fosse finita

mentr’ero sballottato

come una cosa

poi mi guardai

la geografia di graffi

e mi toccai

inebetito

9

COME NUVOLE PIGRE I PENSIERI

di quei momenti che

come nuvole pigre i pensieri

veleggiavano verso isole di spleen

nell’essenza del sogno

e lei tenerezza

in sorrisi di rose

ad aprirti il cuore nel passare

come un arco nel cielo

10

LA SCRITTURA

torna sulla terra

pensa alla

realtà degli ultimi ai

margini

i voli non fanno

per noi

lasciamoli ai sognatori

la tua penna sia invece un fuoco

a trapassare l’essere -voce

di chi non ne ha

e la scrittura

-angelo di giustizia- si elevi

in luce

11

ORIZZONTI DI PALPITI

il cuore a specchiarsi nel grido

di luce mentre stormi

d’ uccelli

disegnano asimmetrici voli

e

si mutano in forme d’ animali

le nuvole

l’ urgenza di ricreare orizzonti

di palpiti

su tela o bianco foglio

l’ arte

è un viatico per restare

immortali

12

L’ASSENTE

è nella natura delle cose

-dici quasi rubandomi

luce dagli occhi-

che la foglia maceri rinasca

sul ramo e allo stesso modo

l’assente

ha il suo “posto” etereo e

d’ un sangue e una voce vive

come invisibile radice

13

HIKIKOMORI

stiamo pulendo le strade dai sogni – tutto

così asettico e

ora non sappiamo dire

i ragazzi dove appenderanno i loro

aneliti

senza saper vedere

il giallo d’ una foglia

raccogliere il grido d’ un gabbiano

il virtuale li reclude

-hikikomori- nelle loro stanze

sempre più in tenera età

e il cuore annaspa

senz’aria

14

LUNGOPO’

noi due mi dici

siamo della stessa pasta

-quanto a me non so dire i difetti

la trave nel mio occhio

le anatre abboccano

le nostre briciole

tra dorati riflessi e giochi d’acqua

tu

ti mantieni bella e gli anni non sciupano

questa luminosità del viso

mi chiedo quanti inverni

ancora nelle ossa

che gemono nelle giunture

15

AUTUNNO

amore vagabondo dicevi

di smemorate carezze

nei primi versi giovanili

perché poi vagabondo

oggi non te lo spieghi

tempo

uggioso diresti uguale

mestizia

a ottenebrare il cuore

ripensi con nostalgia

alle corse tra sciabolate di sole

nella verde età fuggitiva

autunno è la stagione dei morti

17

ULISSIDE

occhi di terra e di cielo

e oceani

occhi ove vive

noetica luce

a sognare procelle e bompressi

e

un’itaca lontana

esce dalla coda dell’occhio

il tuo vascello

a circumnavigare terre di mistero

ed è casa

di mare aperto

l’anima del viaggio

18

I PASSI IN CADENZA

sei la mia spina

Rosa

pelle di pesca

ti elevi e danzi

sopra le nuvole

a corteggiarti le stelle

invidiano

gli angeli i tuoi passi

in cadenza

tra archi di luce

19

LISTA D’ATTESA

e siamo in lista d’attesa

dici con un mezzo sorriso

-dall’angolo del labbro la stessa

sigaretta mai accesa

anche vivere è un vizio che

-aggiungi scherzoso- ci dovremo

togliere un giorno

ed è umano chiedere se

possibile una dilazione al

Pantocrator

spiralante il pensiero – navigano

gli occhi in un mare

d’aria

20

IL COMPROMESSO

(divertissement)

l’hai adocchiata da tempo

la bella villetta

in cima alla collina

col suo bel giardino

e tanto verde intorno

dove possa correre

felice la tua cagnetta

e tu a fare footing

non vorresti fosse un sogno

hai anche studiato

la planimetria

sei pronto per il compromesso

e accendere un mutuo

ma di’: non corri troppo

dentro il tuo sogno e

ti comprometti?

21

IN QUESTA VITA CHE VIVI

l’angelo veste una parabola

di carne

egli

la tua entità lucente

la tua statura

luce della vita messa negli occhi

22

SENZA TITOLO

un’alba cadmio

apre spazi

inusitati nel cuore

usciti dal sogno

beccano sillabe

gli uccelli di maeterlinck

in un cielo di vetro

da un luogo non-luogo

le uve dei tuoi occhi

chiamano il mio nome

genuflesso nella luce

23

NELL’OLTRE

[Parla il ragazzo che ha perso la sua amata in un incidente.]

il tuo sangue spanto -Nina-

che intinge

di deliranti arabeschi le mie notti bianche

e quell’ albero con i cuori incisi

a sopravviverti – le radici impregnate

del nostro amore

ma tu anima di stella

sei nell’Oltre

24

NEI CIELI DI TORINO

nei cieli di Torino

promette pioggia livida luce

uno sguardo di sottecchi

al vicino di panchina

mentre leggo Kavafis

-le dà fastidio il fumo?-

al mio cenno spegne

garbato come ne trovi pochi

la metro e sei al centro

Porta Nuova la trovi

intasata di affaristi ed extra-

comunitari

un cappotto liso fa da coperta

ad un barbone e il suo cane

ad uno sputo è in sosta

una testarossa fiammante

tra i morti e i viventi

il mondo ha denti aguzzi

25

IL ROVESCIO

spossato sono dal mio sogno

non mi sovviene per quale ragione

nell’ondivago moto del cuore

mi disperavo e

come un agnellino piangevo

il sogno dicono

è il negativo del reale

il pianto è gioia

e lo stesso sarà entrando nell’orbita

di cieli dell’Oltre?

il rovescio dunque

di questa realtà che ci appare

per speculum in aenigmate?

mi aspetto buone nuove

prosit!

26

SOGNO DALINIANO

(splendenza rubata da un

non-dove -mi dico- questo

piccolo universo racchiuso

nel profondo di noi piccoli

universi)

mi ero

annullato in pensieri allucinati e

in un abbaglio di figure

Gala e Mae West mi sorridevano

sdentate

[Tra i famosi dipinti di Dalì: Gala, di origine russa, sua moglie e musa; Mae West, attrice, New York 1893 – Los Angeles 1980.]

27

DI LUCE DI SANGUE

sostanza

sei di luce e di sangue

le cellule cambiano di continuo e

non sei più lo stesso di prima

-com’ è ogni ciclo in natura

ma eco

insopprimibile in te risuona

d’immortalità:

sempre a

superarti

a superare d’un passo la morte

28

ANGELO

angelo icona della volta

che mi vedevi da lassù

la testa all’ indietro

a contemplare i lineamenti perfetti

nei tuoi occhi vedevo palpitare

il cuore della Bellezza e

m’ incantavo

poi per paura

del male del mondo

la sera mi rifugiavo nel sogno

di te e toccavo il cielo

quando

dopo la mia accorata preghiera

venivi a visitarmi

29

ANSE D’OMBRE

anse d’ ombre

notte bevuta sudata notte

un grumo di sangue la parola

nel bailamme l’anima dissolta

sogno sputato

l’essere svuotato di forme

ad un cielo muto appeso il grido

30

L’EGO

non è che fumo

il tuo riflettere se

al tuo (d)io t’ inchini

l’ interpellarti cade nel vuoto

come un assordare di cristalli

inutile imbiancarle

le pareti pregne

d’ insormontabili retaggi

31

TUTTO E’ ANCORA POSSIBILE

ti senti altrove e il più

delle volte fuori dal coro

ti chiedi se -nell’ordito della vita dove

si spezza la parola- ti sei perso

qualcosa – vorresti allora

rovesciarti come un guanto

riconoscerti come il

fuori del tuo dentro

aprirti a un’ alba che

diradi questa

corolla di tenebre

e sai che tutto

è ancora possibile

32

COSI’ ESISTE LA PAROLA

così esiste la parola

nutrita del sangue degli dei

prende il largo quello che si dice

afflato o musa ispiratrice

alla scoperta di fonèmi

fa cerchi concentrici

nel lago fondo dello spirito

33

ALLUCINOGENI

stato d’ incantesimo

inventarsi un cielo

delirio che

sanguina luce

l’ anima travestita

a farsi pseudo-

incarnazione di un sogno

breve estasi – amara

al “risveglio”

34

LATITANTE LA MUSA

sillabe cadute dagli occhi

l’ingoio di stelle a svanire

“credi resistere ai piaceri della tavola

ma dai che hai -fidati-

il colesterolo buono”:

questo

salvi dal tuo dormiveglia – relitti

a galleggiare sul mare ipnagogico

tenti trarne una poesia

giri in tondo con le parole – latitante

la musa

35

MIGRANTI

segni indecifrabili

lasciano lungo il percorso

come orme sulla sabbia

è stato un miraggio

la terra promessa

negli occhi pezzi di cielo

a dire l’ avverso destino

resta un muto grido

di scatole nere sepolte nel cuore

36

DI GIORNI A PERDERE

nel bailamme di giorni a perdere

in virtuale ti giochi

la vita testa e croce

all’altezza di precipizi

ti avvolge il manto del vento

cogliere il fiore-essenza del tempo

dirti se l’esistere sia

quasi finzione o sogno

37

IN BILICO

giungeremo

nell’Oltre dove le ombre

parlano col vento

increduli e colmi

di lucente meraviglia – noi resi

impalpabili

essenze e vieppiù reali

tanto che ci parrà un sogno

l’aver attraversato

nella carne la morte

nel circolo del sangue

noi in bilico

un piede nel mistero

38

ALLO SPECCHIO

ho un rospo-invettiva

mi sta lì

lo raccolgo in un foglio

intanto lascio gridino le pietre

per la bellezza deturpata e

il suo esse-o-esse

per i figli del progresso dio-boomerang

dai chiusi orizzonti e una vita

di passi perduti

per l’uomo e il suo specchio

dai mille rebus irrisolti

dove confluisce la sua storia

intanto la luna

non più ispira rime e sogni

divorano topi famelici

la polpa del mondo

39

INDIVISA SOSTANZA

sono indivisa sostanza

dimora delle origini

porto il respiro di voci

tra ramate ombre

nelle trame del vento

lascio si dilegui la morte

mi vivono nella carne

illimitati cieli

mi ustiono di rosacea luce

40

QUANDO L’ANGELO

quando l’angelo verrà a chiamarti

discreto senza tromba

e avrai lasciato questo corpo frale

-burattino senza fili-

aleggerà nel cosmo la tua essenza

col bagaglio di esperienze e sogni

(quei sogni che non muoiono mai)

sarà un capriolare

di dolce vertigine

come immergerti in una pace amniotica

41

LA DOMANDA

l’abisso capovolto della croce

duemila anni

e il grido vano lacera l’aria

“Padre perché”

sasso

gettato nel lago del mistero

la domanda

a toccare una

impercettibile

morte apparente

42

A DARE SMALTO A UN SOGNO

silenzio allagato di luna – una

silhouette nella mente ondeggia

e gli arzigogoli

a dirmi vano

il ricordo sgualcito dal tempo

dalla foto color seppia

mi guardano

i suoi occhi velati di mestizia

-ah l’assedio degli anni

e il cuore

a dare smalto a un sogno sbiadito

43

SOGNAI ATLANTIDE

vaghi e ondosi pensieri

risucchiati in nero gorgo

si fecero sogno-incubo e

il sangue gridò sugli orizzonti perduti

mentre la mostruosa mano dell’oceano

ghermì in un baleno

intere terre sommergendole

e l’antica città sparì

solo un gabbiano planato

sulla bianca cresta laggiù

sembrava farmi il verso

44

CON GLI OCCHI DELL’OLTRE

con gli occhi dell’ Oltre

ci guardano i morti

e tu avvolto nel sudario

delle convenzioni

tu che ti pieghi nello specchio

nel dirti quali ombre

il tuo cielo offuscano e

quale trave ri-cresce

nel tuo occhio

con lo sguardo dell’ Oltre

ci vedono i morti

se stessi e i vivi

gli è dato perdonare

45

LA MANO DELL’ANGELO

(leggendo una poesia datata)

-ma è mia questa poesia?-

avviene che il sangue dirami

il suo flusso e il cuore

sia per un attimo terra

di nessuno

le immagini tornate alla luce

poco a poco

si fanno riconoscere

come rispolverate

dalla mano dell’ angelo

46

UN RICCO NATALE

(essenza in fuga è il cuore

a disperdersi

tra luminarie ed epifanie del nulla)

mi sovviene quel Natale

che l’ angelo si staccò da me

per chinarsi benevolo

sul derelitto sotto i portici all’addiaccio

fu il calore in quel giorno santo

a farlo sentire ancora

persona

[“epifanie del nulla”: espressione presa in prestito da un amico poeta]

47

DALL’INERZIA

scuotersi dall’inerzia: vegliare

con le lampade accese

nel turbinio del mondo

olio non manchi della saggezza

mentre

come acqua di fiume scorre il tempo

a riva

non cali densa tenebra

48

LO SPIRITO DELLE COSE

quell’ essere consanguineo

con lo spirito delle cose – non sai a volte

che smarrimento ti prende

vivi in una bolla

di vaga luminosità e

ti si confonde il sangue con l’indaco

del cielo

l’inerzia ti tende

la mano ma senti che tutto

può ancora accadere

49

NO MAN’S LAND

ti lasci scivolare addosso

le avversità o le mille e una fake

news nonché le tragiche

morti per acqua

il movimento eludono gli occhi

di un volo

sotto una luna bislacca

sei terra di nessuno

dove non battono i tamburi del sangue

50

NEL MISTERO LUCENTE

non vedrai più per speculum

in aenigmate

assorbirà la tua essenza il Tutto

nel suo mistero lucente

sarai nella danza la danza

sarai sull’arcobaleno del cielo

sarà come abitare una casa sul mare

con lo stridio dei gabbiani e nel

sangue vivrà per sempre il fiore

della passione

ti sorprenderai

di aver contribuito a dare al mondo

la bellezza

51

RELATIVO IL TEMPO

relativo elastico

il tempo -sovvengono

gli orologi molli- i tuoi busillis

aleggiano sul vuoto

annegano

nel sangue della clessidra

annaspi nella spirale

del tempo uroborico – idolo del nulla

il tuo io si frange negli specchi

52

COME NELLA PRIMA LUCE 2

diciamo che non sai

da dove è venuta l’origine

di tutto

solo che sei

orfano di Dio

dai voce alla notte

sognando di uccelli

che volano in fondo agli specchi

e ti avvolge la bolla

di un tempo non-tempo

come nella prima luce

53

CADERE DAI CIELI DEL SOGNO

cadere dai cieli del sogno

fino allo stato di coscienza

-che ha occhi per riconoscere

il frutto proibito

avanzare su filo teso

acrobati tra nuovi barbari

votati all’arrivismo

in un battesimo di deliri

cala il sole ingoiando i sogni

la concupiscenza va di fiore in fiore

la bellezza è sfigurata e

la poesia annaspa

54

DIMENTICA

[mi giunge voce in sogno del Glorioso]

tutto dimentica come Io ho dimenticato

nelle tue preghiere mi supplichi

di liberarti dalle catene della carne

mentre urla il sangue

le “piaghe” in questo scorcio d’anni

e come può non accoglierti la luce

se tu da questa hai origine?

ti dico dimentica

i bianchi deliri della solitudine

i voltafaccia

dei giorni perduti

dimentica

come io ho dimenticato

sulla croce

55

PER STUPIRSI

per stupirsi bisogna

fermarsi

l’impossibile si fa

possibile

riconoscere ciò che sembra

umanamente assurdo:

l’anziana rimase

gravida – la vergine partorì

stupirti –

come sentirti

scricciolo sul palmo della

Sua mano

56

ETERNO PRESENTE

Lui il Giusto l’ ha in tasca

la morte

dunque niente

paura: quel che diciamo

il nulla

non esiste

di terra e sangue

anelito e cielo siamo

oggi è il sempre

eterno presente

57

LA ROSA DI SANGUE

in sogno spio se

riesce a passare “qualcuno”

per la cruna

Dio non è stanco

mai dell’uomo

gl’ insulti gli sputi

gli scivolano addosso

Lui perdona sempre perché “non sanno”

sempre viva è la rosa di sangue

e splende di bellezza

58

LE ISOLE DEL SOGNO

un certo alone di magia ti avvolge

ed è quello stato di grazia

che ti fa veleggiare su navi di nuvole

verso le isole del sogno

a risillabare

fonèmi e palpiti t’ invita

la musa dai generosi seni

sotto una luna ammiccante

59

CHI CI DIRA’

chi ci dice dove

sarà la nostra essenza

non lo sapremo

che di là

forse

spogliata dell’ io

convoglierà nella memoria cosmica

dove arde il sangue

col palpitare degli astri

in un continuum di vita

cosa saremo

chi ci dirà?

60

IN UN TEMPO SOSPESO

in un tempo sospeso

resta appesa la sillaba

a una goccia d’ inchiostro

quella che non sai dire

che si avvita nei gorghi

dell’ immaginario e si dibatte

per uscire da sé

il nudo respiro

lo avviluppa

un lenzuolo di sogni

61

FRAMMENTO DI STELLA

da altro sangue

a convergere i nostri destini

e tu dicevi

“trentaquattro all’alba”

di giorni da sgranare

poi Nina frammento di stella

a renderci lieta la vita

e

a reggerla tutt’oggi

siamo noi i bastoni

in un mondo dagli orizzonti incupiti

62

NELLA TUA CONTINUIRA’

ci stai ancora bene nel tuo soma

malgrado la spada di damocle degli anni

spiace un giorno

lasciare i cari libri e

l’ “abitudine” alla scrittura

ma nella tua continuità

la mente espansa

avrà infiniti collegamenti e

sarai tu il motore di ricerca

sarai nel Tutto e tutto

è te -cos’ altro più-

63

C’E’ DEL BUONO

sempre ci si trova

a scalzare la morte

noi umani o la foglia la rosa

damascena

si riveste ad ogni ciclo

la natura – ingiallito

grida il cespuglio il verde nuovo

c’è del buono che ci salva: trovi

allo sportello

chi un sorriso ancora dona

64

COME MONNALISA 2

simile alla monnalisa

che il tuo sguardo segue se ti sposti

è musa risvegliata l’idea latente

che in modo misterioso ti prende

corpo e anima

allora dallo stato di grazia

ti lasci portare al guinzaglio

65

DUE NOTE 2

due note

insistono nella mente

risalendo da un altrove in sogno

inducono

a una mestizia

che non sai dire

come quando intenerisce

il cuore

abbeverandosi a un filo di pietà

66

PER NASCERE FARFALLA

rivolti convenzioni

ti affidi all’inaspettato che

abita ogni tua cellula e sangue

rovesci il senso

del mondo: strato su strato

risali

cieli

per nascere farfalla

67

UN CANTO NELLE VENE

scompariremo

sì – la verità ci attende

spariremo alla vista

per essere altro: forse

vaghezza di nuvola o

sorriso di fiori

saremo volti

che galleggiano

sulla superficie del sogno

e avremo nelle vene un canto

68

Il BELLO CHE HAI DENTRO

(a una madre)

sarai o già sei musica e luce

se vivi per il bello

che ti fa vibrare le intime corde

pensi è un miracolo questo

fagottino che ti trovi in braccio

che dorme come un angioletto

nessuno potrà strapparti

il bello che hai già dentro

che ti supera

69

FIORE DEL SOGNO

fiore del sogno

ricamato di nonsensi

su sbavature di ossimori

sequenze di figure

daliniane

uscite dalla bocca della notte

fiore del sogno

che apre oblò

sul bello o sulla follia

70

SAPREMO

sapremo – io di te tu di me dei nostri

scheletri nell’armadio

di ciò che non ci siamo detti

delle ammutolite coscienze nell’ora

alta delle scelte

dove si curva l’orizzonte dei pensieri

sapremo – non per speculum

in aenigmate: trasparenti saremo

71

E OGGI CHE MI RITROVO UOMO FATTO

padre che sei rimasto di me più giovane

consumato anzitempo

una vita sul mare e le brevi

soste col mal di terra

avevi la salsedine nel sangue

così presenti

mi restano le rare passeggiate

mattutine e mai che mi avessi preso

per la strada in discesa

a cavalcioni sulle spalle

di carezze non eri capace

e oggi che mi ritrovi

uomo fatto

sai: mi fa male quel distacco

72

CONOSCERO’

[ispirandomi a David Maria Turoldo]

non oso toccare

il Tuo amore: rendimi

bianco come neve

per quel giorno che

mi si schiuderà la porta

che mi tiene nella morte

invadendomi la luce

allora

conoscerò

come sono conosciuto

73

DIRE DEL SOGNO

dire del sogno

di orologi molli e

di allucinate visioni

dell’inconscio che s’apre a ventaglio

portandoti a guinzaglio lungo

corridoi asettici senza

interruzione di porte

sentirti avvitare

nella vertigine

capriolare nell’orbita

di stato ipnagogico

risalire

al grembo-casa di mare

74

LO SPAZIO DI UN VOLO

ahi i ponti sgretolati

o pure considera quelli

detti collanti di carne e di sangue

e il desiderio che

si fa arco d’amore

filo teso d’acrobata

all’altro capo sei Nina

e mi vedi adesso

varcare fra nuvole in sogno lo spazio

di un volo fino alle tue braccia

75

DEJA’-VU

a perforare il bianco silenzio

l’ eco d’ un gemito lungo

corridoi e alle volte

di camere d’ albergo dei suicidi

v’ è un qualcosa d’ ancestrale che torna

per condurti dove sei già stato

nel tuo profondo il pendolo oscilla

dì una vita trasversale

76

PER STUPIRTI

in extrema ratio

ti aggrappi a curve di sguardi

per poterti ancora stupire

conoscenza è dall’alba dell’uomo

il primo anelito

in un cielo di silenzi

il tuo richiamo si spezza

77

SE AMORE SCRIVI

salverà il mondo

la poesia? no di certo non è cosa

immanente: il suo grembo è di celesti

aneliti ed è voce

di conchiglie che fa eco nei sogni

è la smorfia del clown

il bacio

condito di lacrime in un addio

l’ala d’angelo che perde una

piuma se senza il cuore “amore” scrivi

78

L’ENIGMA

il bambino col nasino all’insù

lo sguardo è un punto interrogativo

-i suoi perché

vagano nello spazio -alati- e

cristallizzano

altro l’Enigma

-racchiuso in una bolla-

altro i perché

dall’antichissima voce

alveo di siderali lontananze

-è il sogno il nostro specchio?

-dietro il velario di carne

chi siamo?

79

L’ IMMAGINARIO

[Leggendo “Finzioni” di J. L. Borges]

l’ immaginario apre al volo e a squarci

di vite trasversali

realtà sfumanti

nel mistero: parvenze a rapirti

in insondabili cieli d’ esagoni e sfere

porte spalancate

a risucchiarti

in innumerevoli stanze

fino agl’ inaccessibili meandri

del sogno

80

UN VAGO SCANDIRE DI NOTE

ti stringe il cuore un vago

scandire di note

legate a quel ricordo di lei

reciso dalle forbici del tempo

con l’imbarazzo del ragazzo imberbe

le lasciasti due versi d’addio

chissà non sia nell’aria

la risposta e la porti nel becco

il gabbiano

che scorgi al mattino

lambire le creste dell’onda

o solo plani

a inalare respiri

d’amanti dei fondali

81

ONIRICA

altro il reale mi dico –

a trapassarmi una lama di luce

mi sveglia un’accecante

finestra-specchio

mi vive ancora una distesa

di mare

a riempirmi di serenità –

vedevo venire dal largo

i miei morti che mi sorridevano gentili

non mi sentivo carne ma solo sogno

sapevo d’essere

82

PROFUMI NINNOLI 2

[sindrome di Stendhal]

profumi pinzette ninnoli

la collana sulla specchiera

resta a dire il gesto

dell’indossare

spesso

nelle sere vuote

una mano ti attira nella tela

effigie di lei e il suo sudario

ma peschi solo sogni

di ragno

dentro la vertiginosa trama

83

NELL’ULTIMO SANGUE

ora nell’ultimo sangue

è il vuoto delle braccia

ma sai non è difficile

far rivivere

la tua figura dall’ali recise:

un po’ mi consola

la visione

di te languida riversa

sull’amaca

mentre gli uccelli ti cantano

sulla testa

84

UN NON SO CHE

a volte

un nonsoche ti attira

come lo scandire di versi armoniosi

o la luce di uno sguardo

ci vedi un mare

aperto e

pescatori cotti dal sole

a prendere a morsi la vita

sognare la morte

un bimbo che piange

una donna che aspetta il suo uomo

tutto un mondo ci vedi

non sai spiegarlo

questo incantamento che ti fa star bene

questo amare la vita

85

LA VERGINE

se lo mangiava con gli occhi

il suo bambino

riscaldato dal fiato animale

dovrà -nel dolore della luce-

bagnare di lacrime i piedi della croce

Mater dolorosa – et

admirabilis

tu dal celeste manto

davanti agli ultimi ritocchi

Raffaello

insonne ti guarda rapito

DELL’INDICIBILE

2019

1

SINCRONISMO

[ispirandomi a Jung]

quando dici

nel posto giusto al momento giusto

-o sbagliato se vuoi- e ti chiedi

cos’ era a spingerti:

fatalismo o un

sincronismo d’ eventi

certo

non potevi non passare

da lì in quel preciso istante

-prestabilito?-

dove ad incrociarti era il tuo

alterego

2

A NUOVA PRIMAVERA

[la carenza dell’ispirazione]

sono quello spazio

che ti dice bagnami

del tuo humus come una terra

abbandonata

che implora

di ridonarmi luce

nutrirmi coi fonèmi che conosci

farmi sentire vento

che sulle ali conduca alfabeti

come una preghiera

ah rimpiango quel sillabare

di palpiti di soli

che ora in sogni monocromatici

mi appare irraggiungibile

implora

quel vuoto spazio che sono

di farmi rinascere a nuova primavera

3

LA TENTAZIONE

immagina quanto debbano

sembrare infiniti

gl’ istanti della carne che urla

quando

in due è diviso l’essere

entrerebbe in te un mare

sul cui fondo

ti avviluppano tanti tentacoli

se bastassero le braccia incorporee

della mente

a liberartene

4

NOI OMBRE STAMPATE

album – libro bianco

di noi ombre stampate

vi è sospeso

il rosso grido

del fiore che anela aprirsi

fiore della nostra essenza

sdoppiata

nel tempo piegato su

quello specchio di tenebra

di figure estinte

5

ANCHE PER VOI

salgo sulla croce anche per voi disse con gli occhi

rivolto a quelli che lo inchioderanno

anche per voi che ancora nei secoli

mi schiaffeggiate sputate

negando la vita buttandola tra i rifiuti

aizzando popolo contro popolo

sotto tutte le latitudini

salgo sulla croce anche per voi

che mi sprecate nelle icone

per voi nuovi erodi/eredi della svastica

che insanguinate la luce delle stelle

oscurando la Notte della mia nascita

anche per voi potenti della terra

razza di serpenti

che non sopportate di sentirmi nominare

dal mio costato squarciato fiumi di sangue

tracciano il cammino della storia

la mia Passione è un solo grande urlo muto

di milioni di bocche imploranti

dinanzi al vostro immenso Spreco

con cui avete eretto babeli

di lussuria come cultura di morte

VENTO SALINO

[ispirandomi a

“Febo, cane metafisico” di Curzio Malaparte.]

alla mia cagnetta piace inalare

il vento salino

quando sulla battigia

la lascio libera e

lei va veloce come una saetta

poi arresta la corsa e

naso all’insù -lo sguardo

un punto interrogativo-

scruta un cielo carico di nubi

forse ci vede figure

strane – forse animali

come succede a noi umani

7

L’ALBERO INTAGLIATO

il bosco brulica di vita –

primavera l’albero

intagliato

lo abbraccia la luce – pende

dal ramo il sapore di un addio

il suo palpitante sanguinare

come la ferita di un tronco

fulminato

8

DI FIAMMEGGIANTI PALPITI

(ad Alda Merini)

di fiammeggianti palpiti

dicevi garbata

e a un tempo sanguigna

cantando

lo spazio dell’anima

dei voli asimmetrici e

di amori tuoi devastati

cantavi

mentre ti fuggiva

dagli occhi la vita

d’albe di sogno la luce

vedevi salire ai Navigli

e senza remore

nudo esponevi

del tuo sangue il fiore

martoriato

9

DA UNA PARABOLA

una terra “dove

scorrono latte e miele”?

breve

il tempo – vedi è già sera

prostrato

dinanzi alla Sua splendenza

di “roccia spirituale”

la voce odi che

disarma:

“dammi il tuo cuore”

10

ABBRIVIDISCE UN CIELO

un cielo abbrividisce bianco di silenzi

guarda Signore come mosche annegano

i tuoi figli – un mare di cadaveri

niente più scuote sorprende

-agonia del mondo

quando finirà: ancora e ancora

speculano sulla pelle dei miserabili

gli scafisti trafficanti di morte

11

FEBBRE AZZURRA

del senso del bene

che ti prende per mano o del

sentire indicibile

suggerito dall’angelo che non vedi

febbre azzurra

di quell’agitarsi nel sangue della musa

o dell’infinito spazio

della mente aperta al sogno

quando chiami i morti

la cui empatia

ti dona uno stato di grazia

che oltre il giorno perdura

12

NO MAN’S LAND 2

l’incognita dell’ora – sempre

a metà strada noi che siamo

terra di nessuno:

il fratello oscuro

che s’agita nel sangue

a mimare

il dolore del cosmo

penetrati da tutto il freddo

del mondo –

immersi nel mistero di noi

13

CHI TI CREDI

(contro la prepotenza e la superbia)

usi il plurale maiestatis

ma chi ti credi

aureolato tu di vacue

onorificenze

che col lupo segui la pista

del sangue

nightmare per te se

ti fronteggiasse un davide

ad abbattere con fionda quel tuo trono

di tracotanza

anche le pietre canterebbero – sì!

14

L’AFFRONTO

oltre l’età

dell’oro o della incoscienza

sbattiamo la faccia contro la notte

il primo impatto

forse quando

ci si isola perché ci hanno

gratuitamente derisi

e non sappiamo quali

“affronti” o spine o ferite

tenga in serbo la vita

per noi

sotto un mutevole cielo

15

IMMAGINI PASSEGGERE

la composizione dell’apparire

di cui è fatto il mondo – maya

se vuoi o fuoco dipinto

in questo vortice d’ombre

noi siamo

a noi stessi estranei: forse polvere

di stelle o solo immagini

passeggere

specchiate in un vacuo sogno

[fuoco dipinto: da un verso di Maria Luisa Spaziani]

16

LA LUNA NEL BICCHIERE

al quartiere della movida

addentano luccichii

bevono la luna nel bicchiere

dopo l’alto livello dei decibel

un silenzio striscia lungo i muri

tra vertigini di ebbrezza

chi saprà decifrarli

i respiri spezzati dove la parola

impastata annega

e nel cuore

incenerisce la carezza di un dio

17

LE PAROLE LEGGERE

come pensate

vogliono subito uscire nell’aria

posarsi sulla pagina-lenzuolo

sotto tante lampade

vite in fieri

chiamano legami

fan ressa una

scrematura è tuttavia

pressante

si cercano nel sangue

in epifanie di luce

18

MESSAGGERI

se li richiamiamo alla memoria o

solo diciamo il loro nome

ci rassicurano coi loro

impercettibili sussurri

per dire

eccoci

messaggeri incorporei

aleggiano su altri mondi – recepiscono

echi di tante entità –

vogliono dirci: “non siete soli”

19

GLI SPONSALI

(impressioni da un matrimonio)

banchetto luculliano e la musica

a palla il sorriso ebete da

“bicchiere di troppo”

lo spellarsi delle mani

il bacio casto la lacrimuccia

e

prima che il tempo li sciupi

l’indomani i fiori

andranno ad onorare i cari

familiari passati a miglior vita

20

SEI L’ATTESA E LA FERITA

Dio ti sognò e fece

del tuo sangue una cattedrale

sede del co-creare

sei l’attesa e la ferita

-da te così distante

fatto di abissi capovolti

e frammenti di memoria – cavalchi

il dorso del mare

dove un’itaca chiami senza voce

21

LE PAROLE

le parole giacciono avvolte

in sudari

toccate dalle mani dei morti

neo-nate

le scrive il mattino

sulle ali del vento

concepita dalla notte-madre

sanguina luce

quella che credevi smarrita

22

ED E’ UN PRESENTIRE

siamo buchi neri

affamati di cielo

ed è un presentire

come una mano sulla spalla

il doppio celeste che

chiama dall’ intime fibre

estrae dalle viscere la memoria e

la custodisce nell’ akasha

attende il ricongiungersi

nell’ abbraccio cosmico

23

COME ONDE DI LUCE

il già e il non ancora

la prima venuta e la seconda

quando

i cieli si apriranno e

come onde di luce o

purezza d’ angeli

schiuderà la parusia atomi

di verità

24

I POETI

i poeti “maledetti” vanno via presto

neanche il tempo di assaporare la gloria

-gira nella testa un celebre verso

di Bellezza o di Rimbaud-

vogliono mostrarci il passo d’addio

affacciati a un cielo carico di futuro

25

SOSTA

ricalchi i miei sentieri

riflettendoti in ogni mio pensiero

angelo che da me sei

invocato

da che ti so nell’oltre

tanto somigli -uno

stravedere?- a quello della volta

che da bambino in estasi guardavo

naso all’insù per ore

oggi -pesano gli anni e aspetto

il ritorno al grembo- mi crogiolo

s’una pietra ancora calda di sole

nel giorno che declina

26

LA SPINA E LA ROSA

sin dalle acque creaturali

prerogative del cuore

la spina e la rosa

emersi da naufragi-di-sangue siamo

fioriti dagli occhi – prima

di trasmutarci nell’aria

la luce una velata “ferita”

rosa che s’asconde

27

FANTASIA 6

che se mi chiedessero

ti piace la vita da clochard

in un certo senso approverei: non fosse

altro che per sentirsi libero

come un uccello senza il burocratico cappio

(ma vedere un poveraccio morto all’addiaccio

sì che ti stringerebbe il cuore)

i vivi mangiano i vivi e i morti

sono concime per la terra

un giorno

mi piacerebbe spuntasse almeno un fiorellino

all’altezza del mio cuore rinsecchito e nero

28

IN UN DOVE RIFLESSO

(dedicata alla donna)

affido alla pagina

questo grido inchiodato

te lo vedo

in un dove riflesso

materializzarsi nel braccio

a inane difesa dai colpi ciechi

del vile

affido alla penna

il raccapriccio

per la rosa di sangue che si espande

in questi tempi oscuri

29

LA FORMA DELL’ACQUA

il nostro sangue si confonde con l’indaco

dove il volo d’ una rondine s’ eclissa

dietro una nube

camminiamo con i piedi nella morte

-chi più cosciente chi meno-

siamo

senza bandiera terra di nessuno

-la forma dell’acqua

è quella che la contiene

30

D’ ISPIRATA LUCE

le ali azzurre della fantasia

sono vele ora e ti vedi

odisseo

a solcare i grandi mari

lambire inesplorate

terre

le vergini terre del sogno

dove s’imbeve il nascere

d’ ispirata luce

preludio alla bellezza

31

LIBRO SACRO

la riga nera balza dalla pagina

è cuore sanguinante

soffio dello Spirito che accoglie

è la piaga del costato

delle mani trapassate dai chiodi

produrrà i suoi frutti

non sarà polvere nel vento

la Parola fatta pane

32

GLI ALBERI DANNO UDIENZA

il noi è scalzato dall’io

l’altro neanche più lo si calcola

la sacralità della vita è una favola

le nostre menti che

per secoli d’arte e bellezza

hanno gettato al di sopra della notte

ponti di luce

ora annaspano in un vortice mortale

palpita la terra tradita

gli alberi danno udienza agli gnomi

33

VITA ZINGARA

ama passare interi pomeriggi

appollaiato sull’albero preferito

con la frescura delle foglie

dove nella pace gli nascono poesie

o si diletta a contemplare per ore

la lunga teoria di formiche amiche

che sanno dell’aria e del sole

non del peso della vita

un’ idea

sarebbe trasferire nei suoi versi

insieme all’asimmetrico avanzare

l’ istinto conservativo

nel loro ben ordinato universo

nonché la frequenza dell’atto

sessuale

di cui si dovrà documentare

quest’ uomo ama la vita

zingara senza cappi

gli mancano solo un paio d’ ali

34

‍GEOMETRIE INGANNEVOLI

(della tentazione)

giorni si dipanano

in geometrie ingannevoli

il maligno si cela tra le pieghe – tu

percorri lo scintillante sentiero

dove l’esistere

s’ imbeve delle radici della luce

lui è lì a spiare mentre

inconscio ti pieghi nello specchio

35

APPARENZE

qui

di noi solo apparenze

-ridimensionati siamo

-acqua e memoria un sogno di volti

delle nostre ali -dalla nascita-

abbiamo perso ogni tanto una piuma

e la chiave del cuore

-ahinoi- dimenticata in soffitta

tra arnesi fuori uso

mangiati dalla ruggine

36

RILEGGENDO

rileggendo capita mi sorprenda

la mia penna

sangue o inchiostro?

-quando le scrissi le parole

pareva aleggiassero

guidate da una mano d’angelo

o emergeva dal sogno il loro

criptato alfabeto

così dai fonèmi

ero portato al guinzaglio

37

IN DIVENIRE

vorresti

levitasse l’anima in cerchi

espansi nell’etere

mentre rappresi restano

negli occhi pezzi di cielo

cadono voci

come in frantumi di cristalli

su mari aperti -vedi-

si scrive la vita picara

38

COME CAMMELLO

come cammello da cruna

o porta stretta passerà

di là il sangue genuflesso

l’ Eccelso adorando ?

esulteranno allora le tue ossa ?

chi a dirti di capovolti cieli

-rovescio dell’ apparire-

se non l’angelo inavvertito ignorato

nei giorni grassi

39

IL CUORE DELLA LUCE

(Monna Lisa)

più che lo sguardo in sé

lo avviluppa il cuore della luce

entrando nel quadro

quella luce enigmatica che

lo seduce come musica lieve

sottofondo di un oltretempo

a saziare il suo cielo

un mare aperto in quegli occhi

d’inesprimibile incanto

40

CAINO

hai levato il braccio

e hai capovolto i cieli

dai recessi del sangue

rimonta la melopea selvaggia

hai sul collo il fiato di colui

che abomina la Croce

e ti trascina nel vortice osceno

41

SEMBIANZE

aiuta la vecchia foto seppia

se non ti venisse in sogno lei:

si perdono i precisi contorni

non di rado nel labirinto interiore

ah ricreare di palpiti un vago

sentire

nel tempo caduco che mastica

sembianze e ricordi

come quando nell’ immobile luce

su un’ altalena si dondolava la vita

42

SCATOLE NERE

scatole nere nel cuore sepolte

hanno banchettato i pesci nel ventre

del relitto ignari che la storia

del mare abbia un sangue e una voce

sul fondale il salone

è un acquario dove sullo specchio

piace immaginare

-resistita al tempo- una scritta

buffa col rossetto -ma jolie-

la coda dell’ occhio

ha impresso

un ovale di donna ottocentesca

43

PALPEBRA DEL CIELO

(estiva)

giocare con le nuvole

raffiguranti capre o cavalli

confondersi queste con i pensieri

allucinati di uno stato ipnagogico

lungo il nastro autostradale

per te l’estate si è chiusa

con un forte temporale agli scorci di luglio

con ombrelloni divelti e fuggi fuggi

a chi dirai

non ci sono più stagioni – sì

che ammicca una palpebra del cielo

44

BARBARIE

vedi passarti l’ esistere – vivi

il fuori del tuo dentro – ti

appare “un sogno la vita”?

-e il dolore quello

del corpo crocifisso

o lacerato da cavalli in

direzioni opposte? ti fai

un film entri in un’ era

di barbarie

tuttavia la nostra

a quella -ahinoi!- s’ ispira

(Pedro Calderòn de la Barca – 1600-1681 – “La vida es sueño”)

45

IN UN DOVE

in un dove che non sappiamo

dicono c’ è festa perenne

il vino giammai manca

è il sangue della fratellanza

in un oltre che non conosciamo

il leone giacerà con l’agnello

noi abbracceremo

senza braccia chi ci aggrada

in una cosmica kermesse

dove non vi sono cuori ostili

46

APEIRON

la luce-energia

fatta densa

nella materia si oscura

di che siamo fatti dunque?

energia del cosmo

stretta a imbuto

in un tempo rallentato?

forse

corpi-in-prestito che

si leveranno dal letto di tenebra

per sfociare in un

altro mare?

47

LA VERGINE 2

la bellezza che ti colse

rosa d’amore

t’imporporava il viso di fanciulla

era il fiat

la bellezza fatta persona

ala d’angelo

a custodirti

non ti preservò dalle brutture del mondo

Mater dolorosa

pie(a)gata eri ai piedi della croce

48

POESIA E’

la poesia è traduzione

da una lingua sconosciuta

è dall’ Origine –

dal Verbo

è lettere storte sull’acqua

poesia è del vento e della foglia

è il cuore delle stelle o la musica

della pioggia sulle tegole

la fiamma che arde

della nostalgia di Dio

49

SI LEVAVA ALTO NELLA LUCE

(a Pablo Neruda)

sia il tuo verso la ferita

a farsi nuova voce – lettera

di fuoco – j’accuse

(nella terra di sangue e d’ amore

si levava alto nella luce

il tuo Canto generale

a cui facevano coro i morti ammazzati)

50

DA QUEL DOVE CHE T’HA ACCOLTO

(certe volte sembrava che un punto

ci attraesse oltre le nuvole – o

almeno così era per me)

e dunque anche tu

adesso mi precedi

varcando il mistero

con la valigia di sogni

non mi aspetto un fischio da quel dove che

t’ ha accolto

-per te sempre estraniante

a ragione: essendo noi

mortali

51

CANTO DI SIRENE

la normalità non esiste: la vita

è una continua sorpresa

in luce-ombra navigante nel sangue

saltate le coordinate

-farfalle di fumo- niente

di più facile che canto di sirene

svii

dallo scavo del profondo ove il Sé

si manifesti

52

VERRA’ IL TEMPO

c’ è tempo e tempo

quello della gioia quello del dolore

la vita ti ha insegnato a piangere

non puoi chiedere di essere liberato

se è stabilito

che il cornuto ti debba stare dappresso

con la tagliente sua lingua biforcuta

verrà il tempo

-oltre il tuo lento morire-

a rimarginare le ferite della luce

ora nello specchio

vedi agitarsi le ombre dei tanti

io vissuti

i tuoi errori

53

LEVARSI IN FIORE

(la crisalide si posa

sulle dita dell’alba)

muore

l’animale resta l’entità

dell’ origine

Mente infinita espansa

inondata di luce

ed ecco l’anima levarsi

in fiore

54

CORTEGGERO’ LA BELLEZZA

trasvolerò mari d’aria

tra galassie interstellari

stanco di questo mondo ipocrita

troverò assegnato un posto

secondo i meriti

dove abiterò per sempre

lì corteggerò la bellezza

presentita mai conosciuta

sulla terra

55

LA PAROLA CHE SANGUINA

colgo la parola che sanguina:

scrivo la vita che

si alterna tra naufragi e

benedizioni

ulisside impenitente

rammendo le mie vele

reduce da viaggi psichici

ho dimestichezza con la morte

con la stessa naturalezza

del mio sapermi eterno

TRASPARENZE

2019- ’20

1

GIOBBE

Signore liberami

da questa gravezza della carne

-ora mi pesano gli anni

come macigni-

ascoltami – quando

il sangue grida le ferite della luce

ed io come giunco mi piego

in arida aria

2

MUSICA SACRA

mi attirarono le note dell’organo

il tempo si era fermato e

fu come uscire fuori da me

uno sconosciuto luogo di pace

mi accolse

non era sogno o visione: quella musica

sacra era divenuta parte

di me del mio spirito

mentre mi avvolgeva una luce

noetica

in empatia con gli angeli e i morti

3

L’EGO 3

apri il giorno

come una scatoletta

-usa e getta

ti affidi alle vacuità dell’oroscopo

la tua nonchalance

dove ti porta

il cul-de-sac che imbocchi

ti si ritorce in un grido

ti dico svuotati

abbandona l’io: fa’

che confluisca nell’immenso mare

del noi

dov’ è condivisione

ché svii da quelle insidie

dell’ abbraccio mortale

la vita ti sia una colomba

che si posi sulla mano

4

NECROSI

cos’ è che ti cresce?

fa senso vedere – cellule

morte si autoespellono

attraverso il dito in

sudorazione

porti con te questa escrescenza

pendula a mo’ di piccola

cresta o mini-veliero se

ci lavori di fantasia

infine la bruciatura e

te ne liberi

al limite -pensi-

eliminare le impurità è forse

aspirare all’angelo

5

L’AMORE CHE SAPPIAMO

l’amore dal volto della Bellezza

quello che avvicina

all’assoluto

non è di qui

l’amore che sappiamo

quello che ci lascia un cangiare di nuvole

ad adombrare aride spiagge

ci assalirà con un vuoto

ad ogni sospiro

dolore d’ una perdita

dall’ origine del mondo

6

IN QUESTO GIORNO STORDITO DI LUCE

in questo giorno stordito di luce

il mio lavoro incessante

di sole

per gli ultimi

i senza voce

i perseguitati che Lorca cantava

per i bambini scandalizzati

dal prelato

-meglio per lui dice il Vangelo

legarsi una pietra al collo

il mio è questo grido che rilancio

contro le sbarre dell’ indifferenza e

la viltà di chi trama nel buio

di una notte di pietra

di chi gira sul proprio asse

ombra che sanguina nel vento

di chi segue la pista del sangue

e ha il passo pesante

sopra la tenerezza

canto per la dignità dell’uomo

che fa della sua insopprimibile libertà

ali di luce

a lambire le fonti del sogno

7

DELL’IMMAGINARIO (DEL SOGNO)

li vedevo salire dal mare

dal grande mare aperto

i miei morti che dispensavano sorrisi

era esplicito il loro invito

lo si leggeva negli occhi forti

di luce

ma una vocina dal di dentro

mi diceva

che non era giunto il tempo

8

BOCCHE DI CHITARRE

alla sua morte per fucilazione

anche le chitarre emisero lamenti –

a un ordine dei generali

dalle loro bocche uscirono insetti

bibliofagi

a divorare pagine e pagine

di versi sparsi per il mondo

ma lo spirito del popolo è vivo

la memoria è vasta come il mare –

venne ricomposto il poema

insanguinato

fino all’ultimo rigo-respiro

si può uccidere un poeta

non la poesia

(Federico Garcia Lorca, 1898 – 1936)

9

IL CASO E’ QUEL PER CENTO

tutto è convenzione e il caso

è quel per cento che fa il destino

se ci troviamo

nel posto giusto al momento giusto

-o al contrario- è quella

sincronicità indimostrabile

che fa ruotare i mondi e noi

non siamo che

mistero a noi stessi

piccoli astri

Sincronicità: concetto di Carl Gustav Jung, 1875-1961

10

TRA LA BESTIA E L’ANGELO

tra la bestia e l’ angelo

corda tesa sull’ abisso

nel divario della mente dove destrieri

scalpitano inesausti

bivaccano i tuoi fantasmi

o si mimetizzano tra

la fantasiosa tappezzeria dei divani

semmai si annoiassero sai

dove trovarli: a giocare ore

e ore con le nuvole

tenendo al guinzaglio i sogni

11

LE IMPRONTE CHE HAI LASCIATO

fermatosi il giro del tuo sangue

non avrai più nome né voce

le impronte che hai lasciato?

impigliati ai rami

fra cirri e nembi

l’essenza dei tuoi versi sparsi

i ricordi i sogni gli io che fosti

forse dal fondo dello specchio

riaffioreranno

-in una luce ferita-

quelle immagini a un moto del cuore

12

IN QUESTO MOMENTO SOSPESO

il guanciale intriso di sogni

tu languida ti volti per un bacio

come calamite i corpi si attraggono

lenta c’ inonda la luce dell’ alba

sembra quasi

che la pineta affacciata sul mare

ora entri nella nostra camera -noi

rami in un ricambio di foglie-

anche in questo momento sospeso

si può sentire un assaggio d’ eterno

13

NEI CIELI DELL’INCONOSCIBILE

e in quel momento ora x

è solo un restituire

consegnare le ferite

alla terra

la luce degli occhi al cielo

e

farsi plurale

ponti di luce nella Mente espansa

a invadere e aprire varchi

dove ali di un già presentito

sogno -aperte

per il volo-

si librano nei cieli dell’inconoscibile

14

PICCOLI MONDI

essere in sintonia

-cuore e mente-

con l’universo

come nel sogno abbandonato

il corpo -noi piccoli mondi

nell’alto mare aperto:

ulissidi

a lambire

terre dell’inconoscibile

nella pienezza dei sensi

15

LA POESIA CHE CI SALVA

la poesia

è la bellezza che ci salva

da questo stare inadeguati nel mondo

vedi

con la poesia non si scherza

(a parte palazzeschi e qualche altro)

essa vuole nascere dal sangue

macerarsi nel profondo fino a

mettere ali

non lo crederai ma i fonemi

aspettano solo d’ essere chiamati

la costruzione

va da sé dev’ essere armonica

come un diapason

col traboccare delle emozioni

16

NUGOLI D’ANIME

riposano i corpi mentre la notte

ha tra le braccia nugoli d’ anime

rivolte verso la stessa fonte di luce

ondivaghe

fuori dal guscio esse aleggiano

insinuandosi nei meandri del sogno

si trovano a percorrere

corridoi interminabili

o tra vertigini di spazi

a capriolare

si trovano in ambienti familiari

rivivono déjà-vu

17

RINASCERE NEGLI OCCHI

all’inizio nel tempo

primigenio

il primo stupore in un volo

ai piedi dell’angelo

sarà poi precipizio della luce

ma si resta

nella memoria della rosa

che vuole rinascere negli occhi

18

A GUIDARTI LA MANO

vedi un gabbiano planare – tu

assiso s’ uno scoglio nella

calura di luglio qualche verso abbozzi

sarà tautologico ma è quanto

ti sale da dentro:

“siamo di terra ma lo sguardo dice

la celeste origine – la sua

luce dove l’anima dimora”

è aspirazione alla bellezza

a guidarti la mano:

non con inchiostro ma col sangue

scrivi

19

A PRESCINDERE

questo uscire rientrare nell’alveo celeste

è racchiuso in un tempo

rallentato

un lampo nel cuore dell’ universo

t’ è stato messo nel cuore il senso

dell’eterno – a prescindere

ogni giorno ti riscopri vivo

come il seme

20

AL PARCO 2

gli prepari il posto a tavola

come quando era in vita lo senti

vicino gli parli in sussurri e

con dolcezza

son passati tre anni da quando

lo portavi in carrozzina al parco

-nell’incipiente primavera gli alberi

mettevano folte chiome-

e ogni tanto ti fermavi

per asciugargli un filo di bava pendente

ricordi

le sue parole: chi non si dona

mangia se stesso

21

ALBA

nella luce che sale

generosa sei

come musa che l’abbrivio dà

col primo verso

-aria

di vetro – parola sospesa

come andare in mare aperto

sogno o stato di grazia

22

ALLE PORTE DEL MARE

cicatrici di luna il rosso grido

delle estati lunghe sulla pelle

quando liberavi le ansie

inchiodate alle porte del mare

di sandokan emulando nelle

ore di canicola

le scorribande a perdifiato pei vicoli

cerbottane e bandane

prestandosi al magico

rituale

con vele e bandiere

panni stesi nell’accecante sole

23

ANCHE TU A PRECEDERMI 2

un salto a volo d’angelo

a superarti nella luce

una luna assonnata

ti sovrasta –

ammiccano stelle

anche tu

a precedermi -amico di penna-

sulla via dell’Inconoscibile – uscito

sei dal cerchio d’ombra

dal quadrante dove batte

l’ora del mondo

24

ANDANTE

dopo l’ultima pioggerellina

i saltabeccanti passeri

muovono una piccola danza sul mio davanzale

troveranno le briciole della mia colazione

m’immagino in sottofondo

un andante di vivaldi

e

nello sdilinquire del cuore

mi si apre il cielo

25

ANELITI D’INFINITO

è la vela rossa della Passione

a prendere vita nel tuo sangue spanto

nella luce

ti dai d’amore in aneliti

d’infinito

anima persa per rive sfiorite

negli occhi

26

ANTINOMIA LA MORTE 2

rinfranca il pensiero d’essere

immortale -e già dalla ferita della

creazione lo sei-

la morte ti cerca?

uscito dal guscio tu sarai altro

l’anima libera sarà dai lacci

lo spazio mentale onde di luce e amore

niente d’ imprevisto se la morte

non ti sorprenda più della vita

27

ASSONANZE 2

aureolato di fumo

vaga il pensiero nei meandri del sogno

s’aggriccia il foglio sotto

l’impulso della penna in cerca

della giusta assonanza o

d’una metafora felice

in enfasi il cuore

s’abbevera

alla fonte generosa della musa

28

BREVE IL TEMPO

ti ricorderanno un giorno?

ti sorprendi

a evocare oggi i tuoi fantasmi

altro tempo

età dell’oro quando

il sangue sparpagliato nella luce

semidio ti levavi

come in volo

ora ingrigisce il giorno

chi a ricordarti?

29

CIELI CAPOVOLTI

nel cavo del grido

deflagra rombo di tuono e

scalpitano nella testa

destrieri impazziti

egli non vede

più il corpo della madre

solo cieli capovolti e

accovacciato in un angolo

della parete che separa

vita da vita

trascorre le ore vuote suonando

l’ocarina

30

COME INVISIBILE RADICE

ricordi

ventenne o giù di lì:

pane amaro i primi timidi

tentativi

ti vedi chino

su fogli e fogli fitti

i pindarici voli

le cadute

come invisibile radice

quel virgulto

negli anni

ha preso vita e sangue

31

COME NELLA PRIMA LUCE

si è

legati al cordone del sogno

quello viscerale – che ci vede

come nella prima luce

destare in noi l’angelo

svogliato – lasciare si schiuda

il fiore dell’anelito

in un canto – che abbracci

la sacralità della vita

32

CONTROSENSO

no non ha senso questo tempo

frantumato fra le dita

-c’inseguono le lancette di kronos

i bambini giocano all’ikea

e non nei prati

i genitori hanno tempo solo per loro

cosa pensa -se pensa- quel pesce che agonizza

soffocato dalla plastica? che questo

è il peggiore dei mondi possibili?

33

COSA DICE IL CUORE

fu il caso o il destino

a farli incontrare

all’uscita del discount sotto l’ombrello

lei la sua verve

lui il suo magnetismo

prima che se ne avvedessero

erano finiti a letto

quanto durò la storia se storia fu?

dalla sera alla mattina – un lampo

cosa dice il cuore

dove ti porta non lo sai spiegare

34

COS’E’ LA POESIA

la poesia è indefinibile

fa tremare i polsi

è l’abbraccio di un albero

il sorriso di un bambino

la poesia

nasce dal sangue e ha dimora celeste

quando si partorisce una poesia

ti si aprono i cieli

poesia

è dove l’angelo perde una piuma

35

CRUNA DI LUCE

come quel file danneggiato che non

si riesce a eliminare: diciamo un po’ simile

lo stato d’ animo di chi non si sente

realizzato ed è la sua anima

un buco nell’immenso

ti sarà capitato un file corrotto:

ti sta sui cosiddetti ed è come

la vita che gira in tondo -i suoi

ingranaggi che non combinano

-ma dopotutto un file

è un file -dici

quel suo bel titolo ‘cruna di luce’

“chiave” non ha e nemmeno

il cammello ci può passare

36

C’E’ DEL BUONO

sempre ci si trova

a scalzare la morte

noi umani o la foglia la rosa

damascena

si riveste ad ogni ciclo

la natura – ingiallito

grida il cespuglio il verde nuovo

c’è del buono che ci salva: trovi

allo sportello

chi un sorriso ancora dona

37

DA CHE SEI NELL’OLTRE

corpo -dicevi-

di esperienze ricettacolo?

smesso che hai quell’abito -soma-

il tuo Sé manifesti

che attraversi i mondi

da che sei nell’ Oltre

rinato come a primavera

l’albero nudo

38

DA UN IMPERSCRUTABILE SENTIRE

ti attraversano come una luce sottile:

sono sempre con te i tuoi morti

mai andati svaniti -ci crederai?-

saldano le tue radici

“vivendo” con te ancora: ubiqui e

onnipresenti

da un imperscrutabile sentire

puoi percepirne al tuo fianco la presenza

sono essi a suggerirti in un soffio

semmai ti giunga

una ispirazione

sostano dentro gli specchi

si fanno tuoi consiglieri

quando non sai deciderti

sul colore di un maglione da indossare

allucinate presenze

ti accompagnano in quel mondo parallelo

ch’è la regione del sogno

39

DAL MIO POSTO PROTETTO

mi “nascondo” nel corpo

da me emergono alfabeti

afflati

enunciate sillabe

mentre

questo che mi contiene

ha un piede nella morte

dal mio posto protetto

complice una luna che m’ispira

mando messaggi di luce

a volte

me li suggerisce un angelo

40

DAL SUO SANGUE SI LEVA ALTO

(ad Aung San Suu Kyi)

non violentate più la primavera

del suo giovane sangue

non pugnalate la colomba

del suo cuore aperto alla

compassione

non schernite più la disarmante

verità che proclama

aizzandole contro

i mastini della notte

dal suo sangue si leva alto

il grido di fierezza

all’ unisono con l’ oppresso popolo

.

[Sul finire degli anni ‘80, Aung San Suu Kyi fonda la Lega Nazionale della Democrazia. Il regime birmano la condanna agli arresti domiciliari per 5 anni, poi per altri 15, e infine a 3 anni di lavori forzati, prima di essere liberata definitivamente. Viene insignita del Premio Nobel per la Pace nel 1991.]

41

DALL’IMMAGINE SPEZZATA

risalendo dall’immagine

spezzata

fino all’ultima ferita

in un sol grido rivivono

squarci d’identità che furono

te

li inghiottirà una

fuga di luci

bava

di ragno a

tesser latitanze

42

DEGLI ABUSI

strillai come un aquilotto

di lacrime inondai il banco:

sollevato da terra

per le orecchie

dalla capa ‘e pezza Angela

(spero oggi un angelo)

per aver iniziato il quaderno di bella

con un grossolano errore

-abusi oggi come ieri

solo che un tempo erano “sommersi”

.

(capa ‘e pezza: in gergo la suora; Angela, nome fantasia)

[il grave errore consisteva nell’aver scritto “geofrafia” invece di “geografia”.]

43

DI FOSFENI E NUBI

a labbra di luce poesia mi desti

da assonnate rive

vaghezza

vi transita di fosfeni e nubi

ove intoccabili sogni

dimorano

44

DI LUCE L’ABBAGLIO

colma la bocca

di luce l’abbaglio

della veste

sentivo nelle ossa un fuoco

come lazzaro

mi sono levato

e andavo leggero come nell’aria

45

DI PALPITI DI LUCE

bianca colomba si posa

su creste di pensieri

invertigina l’essere

tra fluttuanti sillabe

in un capriolare di palpiti di luce

46

DI QUA DEL VELO 2

(non qui né altrove:

semplicemente essere

nel Tutto

-porta della conoscenza)

di qua del velo di maya

trottola del tempo

consuma il suo perno

nella palpebra del sole

un embolo d’ombra dimora

che insanguina il vento

47

DI SGUARDI E’ IL SOGNO

di sguardi è il sogno o polvere

della creazione noi polvere

del sogno noi sogno di Dio

tra intermittenze

di fòsfeni veleggia

l’ “occhio” per inesplorati lidi

48

DOVE L’ANGELO 3

ti dici quale angelo – quello

delle favole? mentre nel cuore

ti alberga il grido stridulo

del risentimento

-nell’ordine cosmico

è il boomerang che non vedi

dov’è l’angelo ti dici

semmai salga dal fondo

di te a illuminarti?

vieppiù continui a respingere

mani tese

in un cielo bianco di silenzi

49

D’UN SOGNO

casa sul mare dove vidi

la luce

sulla porta un ritaglio di cielo

a visitarmi i miei morti

venuti sembra

dal mare

sorridermi mentre

mi vedono

con naturalezza librarmi

falena contro il soffitto

50

EMARGINATO

quest’uomo: tristezza

d’albero nudo

avanzo di vita aperta

ferita

-occhi scavati

che perdono pezzi

di cielo

quest’uomo

puntato a dito

quest’uomo fatto

torcia

per gioco

51

ENERGIA COSMICA

(a Stephen Hawking, in memoria)

ci partorì un oceano di energia

noi minuscoli granelli

finita infinità

dai buchi neri insondabili

forse nuovi mondi

nascono – inarrivabili

soli

non siamo in questa

vertiginosa vastità

in infiniti

cerchi

spaziamo

[finita infinità: da un verso di Emily Dickinson]

52

FASE REM

aprono il mondo della mente

facendosi presenze

i dolci animali d’acqua e cielo

nel vortice di luce

ti si rapprende negli occhi il volo

e l’argenteo guizzo

appena desto

-assimilando ancora frammenti

di visioni-

chiederai all’onda all’uccello al vento

la chiave l’origine che

dall’apparire traspare

53

FONEMI

nella bocca della notte

-la luna sopra il petto-

il letto è un mare dove sillabe

perdono sangue

“e il naufragar” non è che di parole-

carne slabbrati fonèmi

a far piovere

nelle tasche del cuore

54

HIKIKOMORI

un vivere a ritroso

le spalle all’oriente

dove

cresce la luce

vuoto delle braccia

vite

separate

tra l’ombra e l’anima

.

Hikikomori: in Giappone sono oltre un milione.

E’ il fenomeno di ragazzi che vivono di “rapporti” virtuali chiusi nella loro stanza fuori dal mondo.

55

IL BUIO DEGLI ANNI

(a tutte le vittime per la giustizia)

negli occhi delle primavere

violentate

il buio degli anni

di piombo

la pioggia di sangue

la vostra morte

luminosa

il sangue delle vostre primavere

di là dal buio

dell’ora

ecco levarsi alto

come un urlo

al centro della storia

IL CIELO E’ TERSO

(2020)

56

IL CAMMINO

il sognare di sé che si sogna – forse

così la vita

perché il cammino – dici

breve il tempo

per cercarti:

trovare l’ anima –

quella luce ch’ è in te il dio

inconoscibile

ti passano davanti

le sequenze

dei tanti “me stessi” trascorsi

ma già sei altro

57

IL CIELO E’ TERSO

la coda dell’occhio il gesto

come a voler scacciare una mosca

ed è un fuoristrada

a investirmi alle spalle

entra la luce

il cielo è terso – mi dò

il buongiorno

mi risponde a breve

il borbottio della moka

58

IL GRIDO CHE SALE

era forse quell’embolo

ad allagare di visioni la mente

tutto quel rosso

come un mare di sangue

e il grido a salire

dalla vertigine del sogno

-e se sogno non era?

trovarsi diviso

tra reale e irreale –

nelle vene del buio una danza

di folletti

59

IL GUARDIANO DEL FARO

sembra toccare il cielo

attraverso la grande vetrata

gli fa visita il gabbiano

unico amico

al crepuscolo alla stessa ora

nel becco l’argentea preda

l’uomo del faro:

non uno stravedere

come il ragazzo l’ ha sempre sognato

tra spume d’ onde e uccelli marini

altro è

questo solitario

leggendo nel profondo:

senza amici per poter

chiacchierare: una ferita

la perdita della compagna

morta qualche anno prima di parto

la sua Nina

ora gli pare di vederla

tra le ombre della sera quando

si accendono le stelle

60

IL NOSTROMO

narrava dei suoi viaggi

-il mare a cullarne le memorie-

i porti toccati e lasciati

Oslo Amsterdam

le taverne ove non mancavano

scazzottate come nei film

le volte ch’ era cielo di tempesta

con gigantesche creste d’onde

-negli occhi gli si leggeva

raccontando

che bastava un niente a morire

avvolti dal fumo

della sua pipa di schiuma

noi ragazzi ne eravamo rapiti

-ci passavano nello sguardo velieri lontani

Jim il nostromo egli era

per il borgo natio

-occhi di cielo e cuore

grande come il mare

61

IL RIFLESSO

m’abbaglia l’accecante

riflesso d’un lunotto

tengo la strada – poi

il tunnel mi da pace

e m’acquieto con le note

di stardust

esco nella luce come destato

dal sonno della morte

62

IL SANGUE SULLE PIETRE

baluginio d’albe su vuoti

orizzonti – sale

la luce sui nomi perduti

filo spinato

taglia la memoria insonne

inani fughe

ancora grida il sangue

sulle pietre

63

IMPOSSIBILI APPRODI

-orza alla banda!-

la faccia cotta dal sole

il marinaio

tende a quegli approdi impossibili

apparsi solo nel sogno

la terra è ancora lontana

facile perdere

la rotta fare naufragio

se non “credi” senza vedere

64

IN TRENO

lei immersa nelle righe

nere mentre il paesaggio

-alberi case- fuggiva

sbirciavo il titolo

era in inglese – un

mattone a vederlo

distolse altera lo sguardo

lei biondo- platino e sola

conciliava un sonnellino

ora il monotono

sferragliare

65

IN UNA GOCCIA DI LUCE

s’arresterà questo giro del mio sangue

lo sguardo trasparente riflesso

in un’acqua di luna

sarò pietra atomo stella

mi volgerò indietro sorridendo

delle ansie che scavano la polpa dei giorni

delle gioie a mimare maree

nullificate di fronte all’Immenso

allora non sarò più

quell’Io vestito di materia

navigherò il periplo dei mondi

corpo solo d’amore

in una goccia di luce

66

IPOTESI DELL’IMPOSSIBILE

combatti contro i mulini

a vento delle ipotesi

ti vedi quel filo d’aquilone

tenuto da un bambino e

toccare il suo cuore e il cielo

o quel bimbo ti vedi

tenuto dal genitore per mano

o ancora -tra fremiti d’ombre-

quel figlio prodigo

che ti torna in sogno: che anni

scavalca a ritroso

per chiedere perdono

al padre sul letto di morte

67

ISOLE 2

s’aggrovigliano mai combaciano

come i fili d’una ragnatela

in composizioni improbabili

tramate forse nei sogni

in un alone di luna evocano i morti

fan gesti propiziatori

sono intrecci di mani di sguardi

anime che si cercano

68

L’ESSENZIALE

arrivare all’essenziale: via

il superfluo (lo sa bene il poeta – un

sansebastiano trafitto

sul bianco della pagina)

così il corpo: si giunge

col vento azzurro della morte

al nocciolo: all’Essenza: non altro

della vita

che avanzi in pasto al suo vuoto

famelico –

quando nella curva

del silenzio

essa avrà ingoiato la sua ombra

69

L’OMBRA

negativo di me mio vuoto

in proiezione mi copia con inediti

profili tagliati nella luce – se dal

di fuori la spiassi mi direi sono

io quello?

pulviscolare ha i contorni

del sogno e i suoi fòsfeni

si spezzetta se riflessa inafferrabile

fantoccio mi diventa

pure mio vuoto mia metà

che estinta con l’ultima sua luce

rientrerà nel corpo- contenitore

unificata con la terra – senza un grido

tutt’uno con la morte –

senza perché – solo ombra

70

LA BELLEZZA DELL’ANGELO

con l’avanzare degli anni

senti sempre più il distacco da tutto – ogni

cosa ti lasci scivolare addosso

-come il sogno ch’è a svanire

oggi preghi lo Spirito del cielo

ti faccia luce:

ti mostri l’azzurro sentiero

per la bellezza dell’angelo

71

LA DOMANDA DEL SANGUE

sordi alla domanda del sangue

noi

sotto un cielo bianco di silenzi

le parole rimaste in gola

cadono

come un infrangersi di cristalli

in nostra vece

sentiremo forse gridare

le pietre

72

LA LUCE ESSENZIALE

punti all’ esteriore

e non alle cose del cuore?

vedi: non ha consistenza quanto

non nasca da radice

del sangue o semmai sopravviva

di effimero lucore

essenziale quella luce

ch’ è la bellezza della rosa

immortale

palpitante tra le mani

73

LA LUNA DEI POETI

ho la luna dei poeti

-pesci sull’ imum coeli-

scivola

la barca della passione

verso terre di mistero

pesco sogni di ragno

nell’ intreccio di parole

nate sulla bocca dell’ alba

mentre

uno sbuffo di vento

porta afflati d’ amore

74

LA MANO DISEGNA NELL’ARIA

la mano disegna nell’aria

il suo profilo indugia

su bocca naso e occhi

la mano della mente ben conosce

quei dettagli come la madre

che l’ ha generata – Nina stella

del cielo che mi cammina nei sogni

ora sono aghi

che trafiggono

nell’ accendersi nel sangue

la mai sopita passione

mentre la mente disegna

dove fermenta il cuore

75

LA MUSA LATITANTE

dalle vene del buio

-dove a raccoglierti

vuol chinarsi l’amore-

defluisce arido sangue

stai come

quel gabbiano dall’ala spezzata

che non sorvolerà il suo mare

76

LA PAROLA NUDA

mi seduce la parola enfatica

-sia d’amore o quella che

(d) enuncia

che s’attorce al cuore in un nodo

di passione

parola

nuda come la verità – mio faro

brilla

nel buio come stella

di fuoco

e non la puoi estinguere

77

LA PASSERA

memore della bella accoglienza

me la trovo sul davanzale ogni mattina

per “condividere” la colazione

è d’un piumaggio lucido e vellutato

l’ho chiamata “nerina”

sempre puntuale

precisa come un orologio svizzero

chissà mi chiedo

chi troverà ad accoglierla quando

anch’io avrò messo “un paio d’ ali”

78

LA PISTA DEL SANGUE

sconvolgere i cieli

vorresti?

rapportare il mondo

con l’ asettico tuo doppio?

chi vuoi che spezzi

per te una lancia

se vai col lupo

seguendo la pista del sangue

in modo sistematico

vedrai crescere detrattori

a stigmatizzare le tue fisime

uomo di cartone

79

LA STANZA DEL CUORE

custodirvi l’essenza

primaria –

il suo fiato il suo mistero

è creativa la stanza del cuore:

la vedi tappezzata

dalla immensa pagina del mare

dove scrivere i sogni

con l’inchiostro della notte

vi respirano sinergie d’altre

dimensioni

80

LA STANZA VIOLA

la stanza viola della mente

veste l’anima

del quadro in cui ti perdi

dalla tela vedi crearsi

iridescenze -e il sangue

si spande nei colori-

presenze

daliniane

erompono dal sogno

81

LA VERITA’ E’ UN LUSSO

la verità è un lusso dice quel padre

che non ha ottenuto giustizia dopo anni

per il figlio falciato in una rapina

trovatosi per caso lì in quel frangente

dice -un sasso sul cuore-: forse

è di un altro mondo la verità

-tutto come sempre

insabbiato prescritto

nessuno sa –

e sulle coscienze crescono peli

82

LA VITA INFINITA

con l’avvicendarsi degli anni

si risvegliava in te il bambino

negli ultimi tempi

c’era sempre lei a rifarti

il letto a tagliarti la carne

il tuo angelo

premuroso

che non ti perdeva di vista un momento

eri un omone- bambinone

te ne sei andato troppo presto

quel giorno vedevo al tuo capezzale

nei tuoi occhi cerulei veleggiare

la vita infinita

83

LA VITA INTERIORE

dirla “potenziale” questa mente

fin quando non sarà espansa

e unificata nella primaria

origine

di sogni e di pene

-scritte su cieli di carta-

e di effimere gioie

come la felicità che sempre sfugge

lei si nutre

abbeverando del sangue

della passione

la vita interiore

84

LACERAZIONE

ragazzi strafatti

che han preso la china d’una vita

contromano

ragazzi che s’ attraggono

e vivono come se

non vivessero

invecchiano dentro gli specchi o da

hikikomori

abita il loro sangue una notte che

si lacera all’ infinito

-le famiglie:

da raccoglierne i pezzi

ragazzi che bruciano

bruciano come candele

85

LATITANTE LA MUSA

sillabe cadute dagli occhi

l’ingoio di stelle a svanire

“credi resistere ai piaceri della tavola

ma dai che hai -fidati-

il colesterolo buono”:

questo

salvi dal tuo dormiveglia – relitti

a galleggiare sul mare ipnagogico

tenti trarne una poesia

giri in tondo con le parole – latitante

la musa

86

LE SFIORITE RIVE DEL CUORE

le sfiorite rive

del cuore e la verde

età fuggitiva

ahi i segnacci

rossi sui quaderni

-simboleggianti nell’inconscio

gli errori adulti che

ti segnano la vita

e in lampi di ricordi

quella corsa

dei grembiuli come ali

in voli bianchi verso

casa

87

LE VOCI REMOTE

un’accoppiata

di parole o una frase

sentita o letta risuonano e

sono una fitta

nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume

è un sudario

che raccoglie le voci remote

delle anime in sogno fermatesi lì

sotto la luna menomante

88

LEI DALLE SNELLE CAVIGLIE

avvenne in me un parapiglia

si sconcertarono i miei neuroni

come lei apparve -il rigoglioso seno e

le giunoniche forme- nel suo incedere al

Valentino

ogni tanto in sogno rivive

evanescente figura

inarrivabile

lungo la coda dell’occhio

lei dalle snelle caviglie

89

LO SGUARDO VELATO

dò i miei “occhi” a quel che passa

in questo scorcio di tempo che mi resta

d’intenerimento

la stessa

luce la losanga sul letto

la goccia pendente

dal ciglio lo sguardo velato

ora come allora

quando

“morte ti colse fior

di giovinezza” scrivevo

ventenne o giù di lì

-ah ridicolaggini

90

LUCE COSMICA

il suo sguardo benevolo che

abbozza un sorriso lieve

dalla vetrata della cattedrale

illuminata lassù

mi ricorda l’angelo

sulla volta del soffitto

quando da bambino ero

cagionevole e a letto

oggi

mi sorprende un moto

di commozione

nel dilatarsi il cuore

in una luce cosmica

91

L’ESSERE-PENSIERO

l’ angelo o essenza

primeva

in veste d’apparire

in amore converte

il suo fuoco ancestrale

è ubiquità ed ali l’angelo

o essere- pensiero

astronave di luce che

circumnaviga cieli interiori

92

L’AFFLATO

si leva

da un’ alba rossa di passione

l’ afflato del cuore

quasi ad alleviare

-volo lieve di farfalla-

le brutture del mondo

asimmetriche tracce

lascia la poesia ch’ esprime

l’ angelo- farfalla

93

L’ALBERO

di Te

il dito

la saliva il fiato:

ri- fiorire vita

in cuore disabitato

e gli esecrandi

crimini? non

ricordi

dal sacrificio estremo

l’Albero

di sangue

si è ingemmato

sopra uno

sconquasso di secoli

94

L’AMORE E’ UN VOLO

l’amore è un volo

che si stacca dai tuoi tramonti

e lascia una mesta dolcezza

come virgola di fuoco

quel dolore che si ferma negli occhi

sulle ferite -sai-

lavora a tuo favore il tempo

95

L’ANGELO 3

s’inzacchera le ali nella melma

del contingente

minimo sette volte in un giorno

si prende cura come una seconda madre

di chi gli fu affidato alla nascita

dalla Misericordia divina

arcobaleni e nubi son la sua dimora

transitoria

si piega sul tempo umano –

lo senti se ascolti

sostare nel buio delle vene

96

L’ANTAGONISTA

aprii la valigia

era piena di libri e di sogni

di vaghe nuvole e stanche lune

gli chiesi se leggesse poesie

arricciò il naso: -non mi nutro di quella

“manna” il mio cielo è di pietra e

non ne vedi angeli affacciarsi

né madonne

-non siamo -noi due-

della stessa razza

io

da opportunista

nello scrigno non porto chimere

97

L’OMBRA (ALTRA VERSIONE)

davanti

dietro di lato s’ allunga

si spezza se riflessa

in acqua mutilato corpo

mi ripete

negativo di me profilo

esangue

finché vita

avrà

da estrema obliqua luce

98

L’ORDINE DELLE COSE

nel momento del distacco dirai

forse impropriamente

“è mancato” – invece d’ un accorato

“ci abbracceremo nell’ altra dimensione”

mancato sì alla scena

del mondo

com’ è giusto per l’ ordine delle cose

’apparenti’

la stella nana la formica

99

L’ORIGINALE

si perde

armonia nel rifare una nuova

poesia da una datata:

ne risulta un vaso incrinato

allo stesso modo ogni

esemplare è intoccabile:

è dall’origine

della foglia la foglia- madre

come la pensò Iddio –

così la parola

così la natura

toccare i geni è una bestemmia

che sale al Cielo

100

MANIFESTO

ritagliare dai giornali

lettere cubitali

per farne una poesia- manifesto

già vedi uomini- sandwich

popolare le piazze

il rosso grido di denuncia

abbasso x viva y

-sordi i governanti

al lamento dei poveri

vedi: giungerà il momento

in cui

si abbatterà repentino uno

tsunami

a rovesciargli la poltrona

101

MARE D’ERBA

con l’ avanzare degli anni

riduci sempre più il percorso

delle tue camminate

giungerà il momento

di affacciarti solo sull’ uscio

o dalla finestra vedere l’ immensa

distesa di verde e nello

stravedere la scambierai per quel mare

che ti vide nascere

-ti brilleranno gli occhi andando

col pensiero alla fanciullezza gaia

ora quella luce è fuggita

lascerai

impregnato quel mare d’erba

di amori e pene ed eterei voli

102

MARINA

sull’onda bianca della pagina

inavvertita la musa

come un’ala si posa e

si china discreta

a ricreare di palpiti un vago

sentire di mare

103

MEMORIA DI VOLO

memoria di volo

dell’ antenascita – quando l’ angelo

benigno si piegò

nel vestire la carne

ora nello smarrirsi dei mattini

in un’ aria di vetro

da memoria si torna a essere

sogno

a raccontarci è l’ infinito

mare

104

MI STRACCERA’ UNA MANO

sto incollato

a un muro

vi resterò forse fin quando

m’imbavaglierà una reclame

di nonsoché o forse

mi straccerà una mano ignota

ma sarò ancora la voce

di chi non ha voce

sarò il suo sangue

che urla attraverso

i miei squarci

105

MIMESI 2

mutevolezza come

di nuvole

-parabole

-alchimie del sangue

mimesi icariana

la giovinezza frale

-nei suoi umori

intinta

la penna di Goethe

106

MORTE BIANCA

al paese (le donne avvolte in scialli

si segnano ai lampi)

hanno saputo di Valter

volato

dal traliccio angelo senz’ali

“non venire a mettere

radici -scriveva al fratello-

qui anche tu nella

città di ciminiere e acciaio: qui dove

mangiamo pane e rabbia

dove si vive

in mano a volontà cieche”

107

NEL FIUME DI LUCE

forse

veleggiando nel fiume di luce

anche loro i morti ci sognano

per non annoiarsi

dove cade il giorno

come un vibrare in nudità di sguardi

piegati sul cuore della terra

il loro bianco respiro

108

NELL’UNO

dal Tutto

ritrovarsi nell’uno

a vivere il sogno della carne

il sangue che cavalca il vento dove

crescono i passi

lacerato dalle lancette

d’un orologio interiore

un Lazzaro a sollevarsi da cento morti

109

NELL’ANIMA BAMBINA

come non ricordare il rifugio

del passerotto intirizzito

le mani a giumella e il caldo fiato

o il micino di pochi giorni

lucido di saliva

portato in bocca da mammagatta

come non riconoscere

le tracce lasciate

sul sentiero teatro di giochi

e l’acuto

richiamo della madre

la tavola apparecchiata

inondata da sciabole di sole

immagini vive custodite

nell’anima bambina

che ancora ti chiamano dal buio

fondo degli anni

110

NELL’ARIA VEGETALE

si aprì il mattino azzurro

nell’aria vegetale

come un mare nel seno del cielo

e da una costola

per lui Egli la plasmò

dalle sinuose forme

a far tondi gli occhi vogliosi

d’un amore tendente alle

stelle

——————————————-

AFFLATI

(2020)

111

NOI DUE

chi resta

avrà dall’altro da lassù lo sguardo

o dai recessi dell’essere dove

si presume

risieda l’anima

chi resta alzerà gli occhi al cielo

in un atipico silenzio

rassegnato

un’altra primavera e

nuovamente

guarderà il glicine fiorire

si domanderà

dove stanno i ricordi vissuti

pezzetti di cuore

sa che tutto è

un eterno presente

112

NOTTE LIQUIDA

orfanezza del cuore

su sfiorite rive

occhi

come laghi in fremiti di vita

dove

distorto volto d’angelo traspare

lanciarsi anima e corpo

nell’ebbrezza della notte liquida

113

OCCHI DI PARADISO

quel giorno che ci hai lasciati

parlava il tuo sguardo muto

-occhi di paradiso

quel giorno

l’angelo ha colto il tuo dolore

e lo ha appeso ad una stella

ora tra arcobaleni e vento

il tuo aquilone

sparito nell’infinito

è come volesse cercare

lì il tuo cuore

114

PAROLE 2

parole sulla bocca

dell’alba

in dormiveglia mentre

inizi l’interiore viaggio

cavare sangue

da neo- nate parole

in seno a un dio

non visto

dove sale la luce

115

PIU’ D’UNA VITA 2

convivere con gli umori

di un corpo di morte

dall’animalità all’angelo: questa

l’impervia salita

più d’una vita se dal sangue

fioritura sia d’ali levate:

ogni passo ne perdi una piuma

116

PRIMAVERA 2

capita che il bosco mi parli

ogni volta che abbraccio il “mio” albero

-risale

a un rito atavico

l’abbraccio: patto di luce- amore-

mi parla -il bosco-

tendendo le mille sue braccia

nell’espandersi in canti che allargano il cielo

la casa degli uccelli

si fa allora santuario del cuore

empatia

che mi congiunge

all’esplosione della fioritura

come fossi io nell’albero

117

PROFUMI NINNOLI

credi non sarà così per sempre

non come qui a guardare

per speculum in aenigmate

quel non riuscire a focalizzare

il profilo di lei

come quando la vedevi sbucare

da dietro la curva

della strada al ritorno dal footing

tra le altre suppellettili

ora a prendere polvere

sulla specchiera stile ottocento

profumi pinzette ninnoli

la collana

orfana del collo esile

il guardarti in tralice nelle sere vuote

lei da una foto sfocata

118

PROVE DI VOLO

anneghi

nell’effimero d’una vita marginale

tenti nell’indaco prove di volo

-fino a che dura il sogno

da quale parte è la verità ti chiedi

nei momenti lucidi

119

QUALCOSA VERRA’

qualcosa verrà

in quest’ora anodina

a farsi sangue e presenza

il bianco a violare

ricamandolo di fonèmi e voci

da sirena ecco si veste

la musa

su onde a sognare

-incoronata di nuvole vaghe

come un’eco

quel melodioso canto

che si negò odisseo

120

QUALE IL TUO NOME

quale il tuo nome nel registro

della Luce

quale la tua figura

inespressa

questo non aversi

come morire sognarsi

in seno a cieli

di cui non è memoria

caduto il velo

un ri- trovarsi

moltiplicato

121

QUELLO SQUARCIO DI CIELO

in grazia creativa mi sento

oggi che mi è clemente il tempo

-nuoto nel mio

immaginario

nell’approssimarmi agli ottanta

non mi fermo a fare bilanci

o scongiuri

né mi guardo indietro

solo il giorno

predestinato aspetto

e tanto più inimmaginabile

sarà quello squarcio di cielo

-ad attirarmi a sé

122

REPERTI

lui -il “cornuto”

che continua a lavorarci contro-

lo vedemmo nelle case della morte

col fumo della carne bruciata

lo riconoscemmo nella “bestia”

umana

dopo gli anni orrendi oggi

un museo: in mostra scarpe

valigie occhiali e

una montagna di capelli

i reperti

della vergogna

non sogni o finzioni quelle “nuvole”

ma

dalle fumate si sa che a levarsi

erano ali d’angeli

123

RICORDI

confondersi del sangue col colore

dei papaveri nel sole

ampie distese a perdersi

mentre all’orecchio del cuore

a far capolino una

melodia nel tempo andata

ricordi

ci si appiattiva scalzi col fiatone

nell’erba alta

dopo una volata e

in levità d’angeli

quasi non si toccava terra

124

RISILLABARE PALPITI

risillabare palpiti

di soli e

generare amore dove

il cuore mette ali

elevarsi come aquila

negli’ infiniti cieli

annullarsi del pensiero

guru in stato di

levitazione

125

ROSA IL TUO FIATO

rosa il tuo fiato

fragranza di bosco la tua pelle ambrata

apparivi sirena

distesa s’uno scoglio

allucinazione forse

mi facevi un cenno

mentre il cielo s’apriva in una luce

aurorale

come il tuo sorriso

126

SAREMO

il sangue starà

circumnavigando il periplo dei mondi

quando l’io non esisterà più

cosa saremo nessuno può dire

saremo nel Tutto

dove tutto ha nome armonia

forse

non aureolati – fioriti

nelle braccia di Dio

come nella prima luce

127

SCAMPOLI

rimanere in essere

incapsulati in una vita

ch’è copia

sfocata dell’Originale

dimezzata vita: scampoli

pure

zampillo d’acqua viva

dall’Io subliminale

la difficile luce

128

SCHEGGE DI PENSIERO

sai d’ essere schegge di pensiero

per unificarti alla Mente- madre

dove sei già stato vuoi tornare

ma non ricordi il “dove”

tornare

da dove ti sei staccato

come la foglia che

riprenderà ad abbeverarsi di luce

dopo essere macerata nella terra

129

SCRIVERE SULLA SABBIA

scrivere con la luce

la vita la morte

vestire di primavera i gigli

non così l’uomo

dal suo primo apparire

preso nel vortice

delle cose

egli scrive su sabbia l’avere

-nel cuore la paura

del bambino

130

SCRIVO SULL’ARCOBALENO

scrivo sull’arcobaleno

dove il mio angelo è assiso

in veste di musa

egli mi suggerisce parole

macerate nel sangue

che mi si nascondono

alla “vista”

a volte dall’arco-

baleno cade una sillaba

ed io la recupero

riprende vigore

all’angelo traspare un sorriso

che si fonde col mio fiato

131

SE AVRANNO VOCE

ed è pleonastico il tuo dire

i tempi son cambiati e

alle piante seccano

i timidi germogli

i pesci son gonfi di plastica e

i cieli di cenere

e i mari piangono coi miei occhi

lasciare parlino i fatti

se voce avranno

in una -lesta?- inversione di tendenza

132

SE INDIETRO TI VOLTI

era solo un sogno – sarai

come la moglie di Lot mi disse

se indietro ti volti

accondiscesi sebbene

controvoglia: ribellione mi

corse nel sangue

altri vedevo passare

per la via della “prova”

ora tramutati in statue – che prima

di me ridevano

133

SENZA TITOLO 5

le cose

mi chiamano e la morte

è lontana

vastità contemplo

l’anima

è il verso del gabbiano

nel lambire l’ onda

134

SENZA TITOLO 6

un’alba cadmio

apre spazi

inusitati nel cuore

usciti dal sogno

beccano sillabe

gli uccelli di Maeterlinck

in un cielo di vetro

da un luogo non- luogo

le uve dei tuoi occhi

chiamano il mio nome

genuflesso nella luce

135

SIESTA

di sé t’innamora il perfetto

endecasillabo

“meriggiare pallido e assorto” –

rilassante quasi a conciliare

il sonno

di qua dove sei

la pineta – di là il mare –

chiudi il libro di Montale

e gli occhi

contro l’ obliqua luce fra i rami

in te mezzo assopito

ora perdura

il dondolio delle altalene

e dei teneri corpi

quasi fatti d’aria

136

SOLITUDINE

si è al punto che

ogni giorno

è uno in più a dar scacco alla morte

-finché ci siamo- la candida

filosofia dell’anziano

il consueto giro pomeridiano

per godere un po’ di sole

non si muove foglia

ma voglia il cielo

risparmiargli una solitudine feroce

che scava come goccia nella roccia

137

SOPRA IL SENSO DELLE COSE

chi può conoscere

meglio della terra i morti

l’inverno col suo bianco manto

il silenzio copre e il loro cuore

oltre orizzonti di palpiti

vegliando aleggia

il mistero

sopra il respiro dei vivi

sopra il senso delle cose

come un sole freddo

138

SPAMPINA LA ROSA

turbine avanza

in un batter di ciglia – deserta

la piazza solo una gatta sotto

un’auto acciambellata

han lasciato i vecchi

il loro gioco di carte

più in là la bellezza

deturpata

al crocevia del grido

la rosa spampinata

139

SPLEEN 3

lo scoglio

e tu

come un tutt’uno

quasi sul ciglio

del mondo avvolto

in una strana luce

labbra di cielo

questo

contatto di sole

vedi nell’aria

marina

un gabbiano planare

su una solitudine

che ti lacera

all’infinito

140

SPLEEN 4

brusio di voci

galleggiare di volti

su indefiniti fiati

si sta come

staccati

da sé

golfi di mestizia

mappe segnate

dietro gli occhi

vi si piega

il cuore

nella sanguigna luce

141

SUL FILO TESO

camminando su filo teso

se la mente vacilla e

s’affaccia su orrido abisso

Tu lo sai –

è l’altro me a cui

ho dichiarato guerra per onorarti

son diviso e ogni pensiero contrasto

se emerge non da sangue

e come potrebbe

la pianta ripudiare la radice? e la corolla

che s’apre alla luce odiare la luce?

142

TEMPO-SOSPENSIONE

tempo elastico

gli orologi molli di dalì

tempo- sospensione l’aprirsi del fiore

tempo di blake

sospeso nel balzo

lucente della tigre

tempo diluito non- tempo onirico

tempo dilatato che

scandisce deliri di luce

in una tela di van gogh

tempo sospeso

immobile indolore

felicità animale

143

TRIPUDIO DI LUCE

aspetto l’ ineluttabile

disfacimento della veste

come l’ albero delle

foglie

quelle macerano

l’ albero è albero

il suo sangue in letargo

attende

un nuovo tripudio della luce

144

TU MADRE DEL MIO SILENZIO

tu madre del mio silenzio

tu cattedrale del sangue

indiato

-poesia- apri lunghe sospensioni

e varchi

e archi di luce ricrei

tra ciglia d’amanti

tu fai spuntare fiori tra le pietre

preservi un raggio di sole

per gli occhi persi

del povero cristo

nei giorni anodini

145

TU REGINA DELLA NOTTE

sei nelle mie corde e metti ali

a sorvolare questo male oscuro

d’un mondo fatto a pezzi

tu regina della notte

poesia che ti sveli

al lume d’una luna menomante

l’anima è inclinata nella luce

ci salverà la bellezza?

146

ULISSIDE 4

occhi di terra e di cielo

e oceani

occhi ove vive

noetica luce

a sognare procelle e bompressi

e

un’ itaca lontana

esce dalla coda dell’occhio

il tuo vascello

a circumnavigare terre di mistero

ed è casa di mare aperto

l’anima del viaggio

147

UN CIELO DI PALPITI

si punterà verso

il non- luogo dell’ Inconoscibile

intrisa la vela del sogno

del sangue della passione

uscendo dalla bocca della notte

-e siamo grumo e infinito

vivo di palpiti sarà quel cielo

tenerezza di madre ad accoglierci

148

UN NOME UNA VOCE

un alone di mistero emana

dai lampioni sul lungopò la sera

ectoplasmi o perdute

identità pare s’aggirino

sui viali battuti solo

da qualche meretrice

pensi

possa ispirarti qualche verso

quest’atmosfera impalpabile e attendi

riconoscibili

un nome una voce

che ti salgano da dentro

149

UN SORRISO

vedi l’allodola planare

il suo volo un immaginario arco

lascia nel cielo

“l’albero lo riconosci dal frutto”

pensi

come curiosamente ti sorprenda

quel detto dei Vangeli

e come

il dimenticato aspetti solo

come pane un sorriso

-ti vedrebbe

come un angelo qui sulla terra

che gli allevii la ferita viva

il sorriso è l’inizio

-lo sai

150

UN VENTO DI OSSIMORI

posizione fetale: ideale per lasciarti

abbracciare da morfeo – in una

sospensione lucente – la mente

assediata da iperboli

grandi come case

e da un vento di ossimori

151

UNA POESIA TIPO QUELLA

fa sorridere una poesia tipo quella

di Neruda “ode alla cipolla”?

se ne cogli la vera profondità

penetrando fin nella radice

della terra da cui è nata

sentirai l’ebbrezza del sangue

che canta alla luce gemmante

come una celeste musica

indorato dal caldo sole

quel bulbo

finirà sotto la mezzaluna

con lacrime

-companatico dei poveri

s’ usa dire

152

VAGHEZZA ERA O VISIONE

quell’attraversarti la mente

da nonsense e surreali figure

daliniane

come uscite da un sogno

perdevi la percezione del tempo:

davanti a te

un lungo corridoio asettico

senza interruzione di porte

era come entrare nella morte –

infine sfociare

bagnato di luce

in altra vita –

sogno nel sogno

153

VERTICALITA’

dolore non solo quello

da carne- urlo animale

ma sublimato

negli assi della croce

guardando in divenire

là dove conduce

Passione per la porta stretta

154

VIAGGI

“il più bello dei mari” quello

ancora da navigare o solo

sognato

così la poesia

più bella si dice

sia quella ancora da scrivere

viaggi

da odisseo viaggi mentali

apertura a ventaglio

dei sensi

in una immersione nel sé

[I° verso da Hikmet]

155

VISIONE

su di te vedi piegato il cielo

dalle leggiadre braccia

ti sale su per le narici

la barca di cristallo della

passione

veleggiando sul filo del respiro

nella camera della mente

non è detto non t’appaia l’angelo

dell’ affresco

che ti rapì quand’ eri bambino

156

VITA CENTUPLICATA

tu nelle braccia di Dio

rapita nel sole

piccola Margot

tu rosa vestita per la vita

quella vita che

non ti fu dato vivere

ora

centuplicata

credimi

immergermi vorrei in quel Sole

che nel sogno in barlumi ora

intravedo

157

VITA CHE TI SVELI

assisa sul bordo della luce

vita che abbracci

infiniti orizzonti

vita riflessa

che non sai dire se vivi

o sogni

vita in esilio finché abiti nel corpo

vita genuflessa

a adorare il sole- maja

di luce

che apri la fronte del giorno

vita- vuoto affamato

sii te stessa

“vita fedele alla vita”

rigenerata dalla Croce

Vita che ti compi

che ti sveli

158

VITA NASCOSTA 2

il muro d’aria che divide

luogo e non- luogo

o solo quell’esistere sognato

che torna come déjà vu

qui solo apparire:

l’essere è vita

parallela – nascosta

159

VITA VISSUTA

aria ferma

di pomeriggio quando le ore

si dilatano e in una chiazza

di sole un gatto acciambellato

sembra sognare

i volti raggrinziti

dei vecchi che giocano a carte

dicono vita vissuta

ti distolgono

dal sovrappensiero bianchi voli che

si staccano dal tramonto

160

L’ETERNA LOTTA

in una bolla d’ inganno è racchiuso il mondo

c’ è sempre un pugnale nascosto

tra le pieghe della veste

appare come animale onirico

il maligno

o travolge come un maelstrom

ogni volta che

il Cristo bagna le sue anime di luce

-tutto Egli dimentica sulla croce

161

SU SFIORITE RIVE DEL CUORE

mea culpa? – considera

la pagliuzza non la trave

in bianchi cieli la sua anima s’impiglia

tra certezze effimere e un nodo

scorsoio l’ego si fa

mea culpa?

lungi da lui

quell’animo candido che

simpatizzerebbe con i morti

su sfiorite rive del cuore

un gabbiano solitario plana

162

APRE ALL’ARIA LA ROSA

si leva il mattino azzurro

carezza la riva della luce

sull’ orlo dell’ abisso la rosa

apre all’ aria i suoi petali

arco d’ amore

lei la vita

nel suo mettersi in gioco

163

COME NELLA PRIMA LUCE

figure – paesaggi -la voce

nomina le cose

come nella prima luce

vi assegna un’anima

-gli oggetti

si fondono ai corpi – familiarizzano

coi gesti

giovane è la vita nel prodigio

dei fiori

164

BUCO NERO

(ad una corrispondente immaginaria)

aspettando una risposta che non arriva

-ma forse sei entrata in un buco nero

dalle vicende del mondo assai lontana o

posso immaginarti già di là

a corteggiare le stelle

l’ultima poesia

che forse non leggerai

è infarcita di alcuni paroloni

filosofeggianti

benché sappiamo sia vitale

nel rivederla

fare opportuni tagli

come fa con noi questa vita

nel modellarci

165

LE VOCI REMOTE

il letto del fiume

è un sudario

che raccoglie le voci remote

delle anime in sogno fermatesi lì

sotto una luna menomante

166

CONSIDERAZIONI

che Egli sia nato in primavera

non al freddo e al gelo

-come alcuni studiosi ipotizzano-

nessuno può dirlo

(convenzioni degli umani: il periodo

i festeggiamenti per prima

la pancia e il sacro viene poi

banalizzato)

e che Egli

sia nato di pelle scura

è probabile

-ma perché fare distinzioni

di colore

OLTRE L’ESILIO

(2021)

167

VIRGOLA DI CIELO

tu dici dopo non c’è più niente

-e la coscienza?

quella che ti fa dire sono persona

-che nell’aria stretta si fa

virgola di cielo-

no

non la distruggerà nessuno neanche

il fuoco

168

INCANTESIMO

donna dei boschi: occhi

di cerbiatta – la sua

anima di foglia

di sé m’innamora

169

QUEL CHE SI DICE TSUNAMI

ingegnarsi per bypassare quel che si dice

tsunami interiore pari al lutto

di una persona cara

elaborarlo mettendo in campo

l’autocontrollo (yoga) e

spruzzate di benevolenza e

autoironia – sviando

il testacoda dei sensi

lasciarsele scivolare addosso

le cose

destarsi allora con altri

occhi

170

LA LUNGA ATTESA

-alla fine

è dura questa coda da scorticare-

gli scriveva trepidante d’ attesa

come se lui dovesse

tornare dal fronte

(era

in trasferta per tre settimane)

-sai:

la bambina la sento

come sorridermi in grembo –

sogno i suoi dolci occhi azzurrocielo-

171

MOMENTI D’INCANTAMENTO

entro ed esco dalla tua anima

dove dimorano pezzi di me

un odore di pini ci avvolge

-certo lo senti anche tu-

i nostri passi sul viale accecato di sole

-un grido di gabbiani e l’ascolto

del mare in una conchiglia:

questi i momenti

d’ incantamento

fermati dal nostro amore imperituro

172

DOVE SEI

sparire nel nulla

è l’urlo della rosa dischiusa

consola a tratti un palpito

di luce selenica

che abbraccia il ricordo

ravviva empatie

gentile il velo spiegato

dell’angelo

su un lato del cielo

173

IL TUO GARBO

forse solo nell’ oltre saprò –

si scioglierà l’ enigma – e intanto

i tuoi modi garbati che ritornano

nella camera viola della mente

mi sorreggono per il tempo a me concesso

mentre perso sono

nel perimetrare il vuoto che lasci:

un’ ombra feroce

mi strappa all’abbraccio del sangue

il buconero risucchia

presenze umori respiri

non il tuo garbo che in me

non si cancella

174

FRAMMENTO DI LUCE

(ispirandomi all’ “Aleph” di Borges)

siamo un frammento di luce

particella dell’Altissimo

tale splendere

ha attraversato i mari dell’anima

toccato terre

inesplorate care all’odisseo

indiviso frammento

custodito nel profondo di noi

l’aleph che unifica i mondi

175

CIELO STRAPPATO

c’ è sempre una donna dietro

una fiaschetta di whisky tenuta

nascosta – semmai per illudersi

di lenire

la lacerazione di quella mancanza

un cedere

all’ebbrezza e alla lunga trovarsi

più che uno straccio

sulla specchiera

profumi ninnoli a far bella

mostra di sé

mentre un cielo strappato

raccoglie il muto grido

176

LA GIOVINEZZA

e sì che nell’alta

vegetazione

si nasconde un cuore di paglia

-solo a vederla

svoltare l’angolo

sono le fatidiche farfalle

e l’onda del sangue che rimonta

ah i lunghi meriggi a passare

tra sciabolate di sole

nella verde età fuggitiva

177

NELLA PRIMA LUCE

ci accorgeremo che non siamo

esistiti che nel pensiero

è la mente che crea – essa si

materializza in ciò che vuole

nel grembo del cielo fu l’ immagine

del primo uomo che

Dio sognò nella prima luce

178

LA SACRALITA’ DELLA VITA

il male si sa è la grande

ferita -ma c’ è

tanta fede discreta:

il cui fervore equilibra

i piatti della bilancia

si dirama il sangue della passione

in direzioni inaspettate

mentre

la sacralità della vita ha ali

d’ aquila

a librarsi imperiosa sulla

banalità del male

179

IN QUESTO CIELO BIANCO DI SILENZI

non ti vedrò più Nina

se non in vaghezza di sogno –

oggi mi nutro come un passero

dei tuoi scritti di luce che aprono

su universi solo a te noti

e che forse ospitano la tua

essenza mentre mi appare

delinearsi il tuo volto

in una nuvola vagante

in questo cielo bianco di silenzi

180

OLTRE L’ESILIO

il più bel giorno è quando

oltre l’esilio della carne

mi verranno incontro i miei morti

e i parenti giunti da lontano

a qualcuno scapperà una lacrima e

nell’estremo saluto c’ è chi leggerà

con voce tremante alcuni versi

“ti sei staccato come foglia

adagiata su una spalliera di brezza”

181

DA UN ALTROVE

e tu a lumeggiare le mie sere

anima di candore e di sogno

si fa conca il cuore

ad accogliere

dei versi dettati da un altrove

182

SOSPENSIONE LUCENTE

lente figure d’ animali in sogno

t’ appaiono le nuvole – mai

somiglianti l’ una all’ altra

e le gocce della pioggia:

sono sempre diverse cadendo

anche se ti sembrerà incredibile

tutto così singolare – unico

vedi:

in una sospensione lucente

lo stacco dell’ uccello dall’ albero

traccia un irripetibile arco

d’ amore nel vasto cielo

183

MARE APERTO

mare-anima

sognata dai primordi

in infinito creare

fa vela il cuore

per l’azzurro pelago

184

LA POESIA

(da un po’ che non brucio

della sua luce:

non mi prende febbre

di quell’ agitarsi del sangue)

tento qualcosa del tipo: “la vita

ti ha tarpato le ali Nina

rosavestita – ora

è il vuoto delle braccia”

questo l’incipit

ma ahi

è latitante la musa che

non mi dà il “la”

plana un

gabbiano da me non lontano

chissà non porti nel becco quel

verso che mi manca

185

QUEI VERSI PERSI

[nel percorso col bus verso Brescello]

poi di ritorno a sera

carta e penna o se vuoi tastiera

il bianco che ti fissa

e ti ci perdi

un muro

la mente un muro

provi con un verso

impreciso poi un altro

ma no non era così

che l’avevi pensata

eppure ce l’avevi tutta lì

come una cantilena tra veglia e

sonno negli occhi la confusa

striscia bianca sulla destra

ed eri in uno stato di

tortura-goduria

trattenendoli ancora quei versi

ma ora niente

un muro la mente

risucchiati da un buco nero

186

COVID-19

(navigano migliaia di morti

sotto la volta viola della mente)

questa “bestia” viene dalle bestie

-così dicono i

ricercatori (?) – pipistrelli serpenti et

similia

e

così ancora una volta -certo

per altri versi- come quando

il primo uomo entrò nella morte

scende

in campo il nemico

invisibile: il serpente ingannatore

187

L’ANIMA CHE SCRIVE

uscita dal margine del foglio

ove ha sostato per un tempo-non-tempo

ora sorvola il mondo piagato

dove sola

immacolata piuma in luce resta

188

AFFLATI

la scrittura si traduce in genesi

di fonèmi – espansi

in luce accensioni del sangue e voli

orifiamme o altezze

pari ad afflati d’ angeli

189

IL DOPO

ci aspetta sempre

un dopo: il di là

da venire

aria di nuovo aleggia

negli occhi – che ci

sorprenderà – e

ancora non sappiamo se

croce o delizia

189 a

IL DOPO 2

distacco dal corpo -dall’ albero

della foglia

abbrividire della rosa appena

colta e non sapersi di

bellezza effimera

190

VITA LEGGERA

una vita in leggerezza

ragazzi galleggiano sugli eventi

sfidano la morte

se c’ è un dio? – il suo silenzio –

il corpo i sogni un tutt’ uno

col digitale

-uffa ‘sto ciuffo alla elvis che non tiene!

manate di gel

-ma è

sorpassato ritrovi oggi

la cresta da gallo

cedrone

191

MAROSI

marosi mangiano l’ arenile

sulla linea cielo-mare

un battello dove suonano un blues

-l’ urlo del vento disperde

le struggenti note

plana e becca

la cresta bianca un gabbiano

leggo s’ un muricciolo e

mi confondo tra le righe

-mi si specchia come in sogno

il mio “doppelganger”

192

MOMENTO

in un silenzio ovattato

filtrano

le prime luci dell’alba

ancora viva la voce dei morti

venuti a visitarti in sogno

a rigirarti ti trovi

in intrecci di piedi di mani

-il morso

della carne

-labbra che si cercano

193

CREATURA

sembra che il solo sguardo

la mantenga in vita

la sua creatura

ché Lui la pensò

ancor prima di sognarla

in forma ed essenza

poi del sogno

il suo farsi

carne e respiro

194

‍UN DIO MINORE

(a battesimo d’ inchiostro

un dio minore -molto

ma molto minore)

quella “balaustrata”

a cui s’ appoggia verso dopo

verso

il mio estro -musa

malinconica non troppo-

(Balaustrata di brezza/ per appoggiare stasera/ la mia malinconia. G. Ungaretti)

195

IL GRIDO

si fionda nel buconero della carne

l’ angelo caduto:

materia densa non più luce

lo veste il Grido-rimpianto

che si sfilaccia in un tempo rallentato

(vita non è che ossimori

e stelle di latta

vita spezzata come lama

nell’acqua:

vita incompiuta

nell’immenso: puoi dirla infine

un dettaglio

pure

un amore disperato)

196

DEL SOGNO

anche il sogno è vita – con le sue

-dicono- doti divinatorie ma attira

anche quell’annullarsi quando

non sei ostaggio di morfeo e sprofondi

nel nero seppia assoluto

mentre

intorno a te vivono le cose

e tu non sei più che un tronco

portato dalla corrente

MARE APERTO

(2021)

197

ORIONE

da tempo i libri di mitologia

sono soppiantati dai videogiochi –

negli occhi dei ragazzi

non più l’incantesimo di un cielo

percorso dal Carro celeste e da Orione

-che annaspa

in un mare nero seppia

198

M’ INDUCEVA L’ESTRO

poeti si nasce? – non sapevo

d’ esserlo quando m’ induceva

l’ estro a scribacchiare su carta

da zucchero e alzavo gli occhi al cielo

per un gioiello da carpire

al divino

199

LAGHI DI MISTERO

ombre stampate – ombre

a vestire figure

passeggere

luce degli occhi

ai primordi -ritagliata

nel blucielo – ove

immergersi

in laghi di mistero

200

CONGETTURE

più che terra mi dico

un cielo in frammenti

il sogno e la ferita

siamo

più in su quel levarsi

dell’ onda che ci avvolge

il punto zenitale

della luce

201

MARE APERTO

ho un “posto” dove andare -che

mi aspetta-

a cui fanno eco non sirene ma aneliti

dove

nella morte apparente

spasima la composizione della luce

ho un luogo che

mi aspetta: come andare in mare aperto

con la bussola del cuore

202

COME ENTRARE NEL DIPINTO

cavalcare onde irrazionali

di nonsense onirici

come entrare nel dipinto e

vedere da una nuova

angolazione ri-creata dall’ occhio

il confondersi del sangue coi colori

203

ALZHEIMER

la memoria s’ è addormentata nell’ anima –

la memoria che come un fuoco inestinguibile

ti faceva dire io sono

ora non sai più chi sei

e perdi la strada di casa

giorni e notti attraversano

le tue ossa e

la tua voce si è rotta nel vento

e se al mattino tì sporgi dietro i vetri

è per vedere solo ombre o fantasmi

come in un sogno ininterrotto

204

ISPIRAZIONE

cos’ è l’ ispirazione se non

un qualcosa che urge nel sangue

prima di vedere la luce

una folata di vento

e sei il vento

una vampata di fuoco e sei il fuoco

-con spasimi d’ anima vivi le cose

parole come lacrime

cadono dagli occhi della mente

solo qualcuna

preziosa si posa

ai piedi dell’ angelo

sul bianco immacolato del foglio

205

ANELITO

(sfogliando Salgari)

quella porta che apri sull’infanzia

ha gli echi del mare e il caldo

rovente di scogliera che ricorda

il tuo passo inquieto ribelle

i tumulti del sangue

resiliente

come l’ insonnia della vela

per il buonvento

206

LA VITA SCORRE

la vita scorre

e quel senso

sempre del fugace

in ogni cosa

ma il mare

il mare è nel cuore di Odisseo

che si interroga

a specchio del cielo

l’uomo

è per la meraviglia

207

OLTRE IL VISIBILE

anima siamo con un corpo frale

la beltà è fiamma sotto

la cenere:

di là dal visibile

a dircelo è il cuore

dove discreto l’ angelo ci affianca

208

PAESAGGI INTERIORI

tu dici

la vita è della morte

vita che indossi

che mastichi e ti mastica

la chiave o il

rovescio -sai- è quella

“vita fedele alla vita” – ad aprirti

paesaggi interiori

ritagliandoti uno spicchio di cielo

209

L’ ETA’ SPAVALDA

il volo degli aeroplanini

con su scritte indecenze o

un candido complimento

e la destinataria avvampa

dal primo banco c’ è chi lascia

cadere la penna

per guardare le mutandine della prof

poi fuori come scalmanati allo

squillo della campanella

e ahi ci scappa l’occhio pesto

innato senso

di rivalità tra bulli

per una bocca di rosa

210

NONSENSE

il pensiero allucinato ti apre

varchi daliniani di nonsense

anche la tua figura si deforma

come gli orologi molli

e il cuore si libra

sul fiato

del dove e del quando

211

IN INFINITO ESPANDERTI

(a Gabriele Galloni)

ti vedo con fare garbato

rivolgerti ai morti tu che anzitempo

sei dei loro sei come loro

tu che ne scrivevi chiedendoti

“in che luce cadranno”

tu cuore amante dell’ ignoto

alla sua riva in infinito espanderti

(tra virgolette il titolo di una sua opera – 2018, RP)

212

NON SEI DEI LORO

nel chiuso della stanza o

di pomeriggio nel sole

da un po’ ti sorprendono

a parlare coi morti – questi

non tornano e tu non sei

dei loro -ancora-

sono spirito (ma di essi

poco si sa) -ubiqui

ti leggono il pensiero e a volte

giocano con le nuvole – quando

nelle tue pareidolie

ti pare ravvisarli

213

LUNGO UN FIUME D’ECHI

quel che accade “deve” accadere?

stabilito dall’alto

o da occulta trama?

e il libero arbitrio allora:

è al 50? al 30?

vestiamo le possibilità

le decisioni sofferte

tra gorghi del sangue

sarà un caso ma

trovarci di qua della strada

invece che di là

potrebbe ribaltarci la vita!

siamo tenui fiammelle

lungo un fiume d’ echi

(“caso” o quella definita “sincronicità” junghiana)

214

CONDONO

“condono” dici?

se era massacrato – una maschera

di sangue

la persona: un solo grande urlo

guerriglia urbana –

la pelle rischiano

gl’ inviati del tg

tra lacrimogeni e

manganelli che fendono l’ aria

abuso

di potere: come vuoi

chiamarlo

-un nuovo caso Cucchi

come tanti altri cristi in croce

215

UTOPIA

presi in un giro mortale

lasciare tra le mani

trascorrere le ombre della sera

utopia

raccogliere i frammenti di una vita

in un numerabile infinito

(primo verso: parafrasando Ungaretti)

216

L’INFERNO

(mala tempora ed è belzebù

a guidare la danza)

l’inferno è sulla terra

è l’ uomo stesso a crearselo

da quando caino alzò la mano sul fratello

da quando fiammate di odio

aizzano popolo contro popolo

per la supremazia di nazioni

e nascono come funghi velenosi

nuovi satrapi

(le vittime a migliaia

le raccoglie Dio nelle sue braccia –

giammai può il suo Amore

contenere l’ inferno)

esso

è in terra se vedi annegare

negli acquitrini la bellezza

217

PER UNA VOLTA

(quasi una preghiera)

volesse il cielo una volta

mi conducesse il mio angelo e

in una visione ipnagogica

sentirei il mio sangue espandersi

ai quattro lati della terra

a forma d’ una grande croce

sentirei allora

esplodermi il cuore

in tanti frammenti d’ amore

ma sono un peccatore

218

A VOI MORTI

mi rivolgo a voi

morti usciti dalla morte

voi non più in morte-vita

vivi ben più che i vivi

siete in noi e in nessun luogo

lontanissimi e vicini

lungi da voi ripercorrere

i meandri della memoria

perdervi e ritrovarvi

e ancora perdervi

nei dedali delle passioni

fuggevoli

è l’ atavico sangue a dire

“sono” –

è ritorno all’origine: come

nella prima luce

219

L’ INCONOSCIUTO

vertigine dei numeri

all’ infinito

tanto più che i granelli

di sabbia

così gli universi

le miriadi di mondi

l’ aleph: il punto

inconosciuto dove Dio li vide

specchiati nel Suo Sogno

220

LE PAROLE NON DORMONO

le parole non dormono

cercano il loro sangue

incessanti si affacciano

alle finestre degli occhi

nude presenze emerse

dal fondo dove è coro

di voci che sanguina

in luce

221

IL VIAGGIO

vedi aleggiare

il tuo soma d’ aria

a varcare confini di mistero

ulisside

su rifiorite rive

d’ un’ itaca celeste

222

MATTINO

nello specchio del comò

si guarda una luna sghemba – prima di

dissolversi

indugiano nel sangue

sfilacciati sogni –

si attende supini

mano nella mano

che cresca la luce

e c’ inondi col suo

buongiorno

……………………………………….

ASSONANZE

(2021)

223

PIETRA DI SOLE

scintilla il sogno

sopra la vita ondivaga

luce affebrata

accompagna

questo scorcio d’ anni

nel meriggiare ti accoglie

una pietra calda di sole

224

NEL SUO SEGRETO

non senti il grido della terra?

la natura si rivolta

araba fenice

la sacralità

della vita violata

è intatta

non è la notte del mondo

la rosa

ha in sé nel suo segreto

la bellezza

225

SECONDA VITA

all’alba svaniscono i sogni?

o sono parte di noi

insediati nell’ intime fibre

come una seconda vita

disincarnata?

attori-spettatori

secondo la “via regia”

trovarsi alla stazione o in

riva a un mare cristallino

-déjà-vu che ricorrono

in placida naturalezza

via regia: definizione di Freud del sogno

226

I POTENTI

“beato chi pratica la giustizia”:

i potenti voltano la faccia

i potenti operano al buio

non sopportano la luce che li acceca

ogni opera buona

di chi è troppo “umano”

è sasso d’ inciampo

i potenti dileggiano

chi osa parlare

d’ amor fraterno

al grido del povero

prostituito alla vita

oppongono un ghigno feroce

227

LE PAROLE

imbastire dei versi e

renderli appetibili? suvvia

non cercarli attendi

che vengano a te come in sogno

propiziatorie parole

neo-nate

dal sangue emerse

in luce

228

L’ APPAGAMENTO

(visione)

ti accoglie un mare di luce

e sei come appagato

di tutto

tu essendo tutto nel Tutto

ti si apre lo sguardo su

infinite dolcezze

mai sognate nemmeno

in alveo materno

la trasparenza del cuore

ecco librarsi sulle

corde del fanciullo

luminoso

229

NATALE PRAGHESE

(da una omelia)

la maestra imprigionata

la verità bendata

-macché! tutte fantasie!

-Gesù bambino non esiste!

di qui

il tumultuare in crescendo

di quei piccoli cuori:

e a quelli -i miscredenti-

sarà stato negato l’ abbaglio

di luce che avvolgeva

le anime innocenti

quando esse chiamarono

all’ unisono il Verbo incarnato

230

LA VITA SI GUARDA

la vita si guarda

vivere specchiata essendo

dell’ Oltre il suo rovescio

solo

apparire – geme la

natura: non senti le doglie

del parto?

231

INCANTAMENTO

sorprendete sempre

voi palpiti mutati in versi

se il cuore ha un balzo per una

metafora felice

come quando il bambino

gli occhi ridenti

spalanca per la novità

delle ciliege appese alle orecchie

232

FEMMINICIDIO

tempo di ribollir del sangue

e cielo e terra si tingono di rosso

l’abbaglio della lama tra la folla

impossibile sfuggire ai fendenti ciechi

l’ attimo dopo

lui è rivoltato in sé

-non più lo stesso-

nel proprio tragico buio

233

SENTO QUALCOSA IN ME

sento qualcosa in me

che non è di questo mondo

mi trapassano gli strali delle

convenzioni ma nella

curva degli occhi tremano

frammenti di stelle – stimolo

la mia innocua follia

nel segreto degli specchi dove ali

d’ angeli leniscono

l’ ebrietà del sangue

234

L’ INGANNO

-che vuoi da noi?

-sei venuto a rovinarci?

vedono i loro progetti

mondani contrastati

da quest’ uomo che si dice dio

le sottigliezze dello spirito

maligno si attivano dal primo

uomo e continuano a infierire

con danni irreparabili

-che vuoi da noi?

il male lo credono il bene

in quella loro cecità

235

DI LUCE E SOMMESSI GRIDI

è quasi fatta

tutta in dormiveglia come

nella testa una musica – poi

da eliminare i nonsense o

addomesticarli vestirli

ché diano colore

emergono i fonèmi dal fondo

tu li prendi di slancio e sono gonfi

di luce e sommessi gridi

236

CHISSA’ DOVE SEI

abbracci avvolgono il cuscino

gioca un raggio di luna

tra i tuoi capelli

ti guardo

dormire – penso

chissà “dove” sei ora

tu che ami i viaggi

interstellari

tu immersa in un

senzatempo

d’ esagoni e sfere

(ultimo verso: ispirato a J. L. Borges)

237

L’ISPIRATRICE

dopo forse più d’ un migliaio

dettate dall’alto o dal profondo

di te ti chiedi

se a crearle non sia stato

un altro e non tu:

specie delle più

datate non riconosci la mano

l’ispiratrice vagheggia nella

testa in auto per strada o

si nasconde tra le pieghe

del divano e

nei momenti più inattesi ti dà

la mano

stornando uno scialbo esistere

238

DAMMI CUORE (PREGHIERA)

dammi ancora tempo

tempo per sognare

altre vite

tempo per

arcobaleni e luce e voli

e che io fedele sia

alla verità

alla fine

dei giorni che non debba

vergognarmi di me

dammi altro tempo – dammi

dolore

per gli ultimi

dammi cuore per gli ultimi

239

L’ALBERO

l’abbraccio è scala al cielo

l’albero che si sente abbracciato

ti è grato con la sua ombra

nel rinvigorire

nell’incipiente primavera

è casa degli uccelli

che sentono

anch’essi il fraterno “contatto”

-sei nella

natura tutta che freme

di vita

240

DIVAGANDO

senza pentimento

strappai le poesie giovanili -sarà

capitato a tanti- altre poi

ripudiate

pezzetti di versi

continuano a svolazzare farfalle nell’ aria

nuove poesie germogliano

come alberi o fiori

241

NELL’ARMADIO 2

l’altro giorno nell’armadio

non trovai uno scheletro ma

in una giacca appesa da anni

un foglietto con alcuni versi

scritti in grafia minuta

li avevo

nelle stanze della mente

dapprima cullati poi

un po’ persi un po’ ripresi

vi vedevo le vele del sogno

andare su mari aperti

ulissidi cotti dal sole

legati a canti di sirene

mogli a tessere tele all’ infinito

e

molto altro: visioni

dissolte nel nulla

chissà quei versi

avessero preso forma

ne sarebbe uscita una piccola perla

no – diciamo

una cosa decente

ad essere onesti

242

NELL’INCERTA LUCE

nel sangue degli echi

i tuoi franti aneliti

le cicatrici di luna e il rosso

grido delle estati che non

vogliono morire

le pieghe dei ricordi

a vestire sorrisi di sole

ora galleggi

in questo brusio di vita

mentre una vecchia pietra ti accoglie

ancora calda di quel sole

che lento annega

e ti attardi

nell’ incerta luce

243

RELATIVO

dall’apparire dello ‘strisciante’

inganno convenzioni lussuria

i pilastri del mondo

relativo il tempo

come il soma come la morte

(il morire: una scrematura)

non del mondo l’Assoluto -che

è vita nascosta

244

VISIONE

siamo mare aperto

espandersi dei sensi

in onde di luce

la nostra stella

custodisce

i vergini sogni

245

SIESTA

(barlume di ispirazione)

quel che resta nella mente

dopo il dormiveglia non è

che balenìo o nulla

tale presentire ha

l’ accortezza

di non immediato svelarsi: resta

nel limbo

sgusciante si cela

tra pieghe del divano

la voce della

tivù rimasta accesa

lo disorienta

246

UN GIORNO SENZA TEMPO

quando stavo per “andarmene”

sentii tirarmi per i piedi

io nel sogno io sogno

criptato

un giorno senza tempo

nella meridiana di sole

ero

tra gli angeli e i morti

247

CENERI E KRONOS

ti parrebbe certo fuori luogo

durante un lauto pranzo se

ascoltassi di morte e di ceneri

-io le custodisco in un’ urna

-no guarda preferisco

le disperdano in mare o nell’aria

pensa: siamo niente – a divorarci

kronos -occhi

di vento e pulviscolo nell’aria

tra un boccone e l’altro

guardando oltre questa

morte che ci attraversa

248

IL FIORE DEL SEMPRE

(ispirandomi a una conferenza di Rudolf Steiner)

vivessi pure cent’ anni

non saprei mai chi sono

laddove l’umano m’ inibisce

la memoria dell’origine

pure urge in me un essere

superiore – il fiore-del-sempre – che

mi sarà rivelato

quando

si aprirà all’ eterno

il trasfigurato corpo

249

LE PAROLE TI FANNO VOLARE

quell’ immaginoso

come in un sogno ad occhi aperti

è un ondivagare di due versi nella

mente domani forse se ne

aggiungerà qualche altro

le parole ti fanno volare

ma la concisione vuole

sia detto “tanto con poco”

empito che sale

come una piccola marea

da attentamente vegliare

250

RITORNARE

ri-tornare?

per ancora sanguinare?

a sfiorarci una felicità

effimera

a trapassarci gli strali

del destino

quando la gioia piena?

giunta l’ ora risparmiaci

la “ruota” se fosse nei Tuoi piani – e

che la morte sia una

accoglici per sempre

nell’alveo Tuo d’ amore

(la ruota si riferisce al samsara)

251

NAUFRAGO DI SOGNI

cosa incresciosa

quel periodo no

dell’aridità d’ ispirazione

-capita a tutti- e ti vedi

impoverito

annientato come

disteso bocconi sull’arenile

naufrago di sogni

252

STATO DI GRAZIA

non lui che scrive

non volute le parole emergono

dai recessi di un dove

viscerale

e in quel mentre si ritrae la morte –

è lo stato di grazia

per chi viene detto poeta

o costruttore di sogni

253

QUESTO AVVICENDARSI DEGLI ANNI

le volte che ti coglie sonnolenza

frammisti brevi tratti allucinati

la testa reclina sulle braccia

lento meriggiare assolato

il ronzio

d’ una mosca e voci indistinte dal cortile

e questo avvicendarsi degli anni

come una marea che ti porta

ma ancora t’ accora -inno

alla vita-

un non raro cinguettio sul davanzale

254

VAN GOGH

certo

si può dire di lui che fu uno

toccato dalla grazia

se il senso del tempo spalmava

la follia sulla tela

col giallo a invadere visioni

allucinate

255

ETERNO PRESENTE

ho sognato una piazza la sua

circolarità senza confini

forse dava nell’altra dimensione

chiamava il mio sangue l’aleph

di borges il suo eterno

presente – dove sei tutto e il Tutto

è te – dove il Figlio

rinnova le sue lucenti piaghe

cogliendo i perduti

256

AFA

vene esplose di questo giorno d’afa

me ne sto seduto s’una pietra

ancora calda di sole

rimuginando pensieri

come nuvole vaganti

-nell’immaginario

ora capre ora angeli-

257

I LIBRI

le tue creature

hanno un respiro una voce

mai che si annoino

sebbene in ombra

vivono nel cuore della luce

i loro sguardi attraversano muri

i dorsi nelle vetrine hanno occhi

sempre vigili

ristà il sangue delle sillabe in una

malcelata calma

258

CERTO E’ L’ETA’

se oggi ti senti in buona parte

appagato è il caso di chiederti dove

sarà finita quella spericolata

baldanza esibita per i soli suoi occhi

-lei distesa sull’amaca

lo sguardo intinto nell’azzurra luce

certo è l’età che avanza e

forse nei sogni t’incontrerà quell’io

dal tempo ormai divorato

259

IL POSSESSO

-guarda: tutto questo sarà tuo

-ah padre padre

che non ci hai saputo amare

mi trapassano gli strali della tua freddezza

le cose? non danno sicurezza

schiavo ti fanno

non hai considerato

la grande apertura alare che dà

la libertà di amare

260

COME ANGELO

è un soffio la vita e già ti vedi nella

dimensione nuova dove tra le “beatitudini” non c’è

moneta né caffè né vino cui non sai

fare a meno e neppure

ha effetto la farina del diavolo

non esiste l’amplesso come lo si pratica

essendo tu come quell’

asessuato angelo che pare

strizzarti l’occhio dalla volta

261

OCCHI PULITI

questo stupido mondo da cui ti fai condizionare –

non ti sentirai del mondo se levando

lo sguardo in sù vedrai l’immenso

specchiato nei tuoi occhi l’azzurro penetrarti

quell’azzurro che è nel tuo nome

in te

stupito d’essere

come quel bimbo occhi-puliti

che vuol toccare la luna

262

MAYA 2

la sera viola inghiotte

tra le anime e le pietre

apparenze di te di me

si leverà un grido dalla cenere che siamo

a chiedere dov’è la vita quella vera

263

IL VERSO

sai

per ore mi sono arrovellato chiedendomi

se dovevo lasciare o eliminare un

articolo in un verso

ridicolo? mania di

perfezione? no – ti dico –

il verso perché tenga

deve dire armonia

respirare lungo come il mare

scorrere come sangue vivo

nelle vene del cielo

inebriarsi

morire rinascere

in una smemorante dolcezza

264

FRAMMENTI DI UNA VISIONE

ali di luce

s’invaghisce dell’angelo il cuore

senza voce sordo

ad ogni mieloso canto di sirene

itaca è negli occhi

il ritorno l’approdo

per l’indicibile altro da sé

265

SUI SESSANTA CREDENDOMI UN RAGAZZINO

sui sessanta credendomi un ragazzino

saltai in malo modo una staccionata

e mi ruppi il setto nasale

riandando addietro mi vedo

smaniare per tom sawyer

quando mi esibivo in acrobazie

sconsiderate per i soli occhi

di una graziosa becky thatcher

266

SU MARI APERTI

l’anima

una finestra sull’immaginario

in espansione dei sensi

azzurrità di cieli

a invadere gli occhi

è senza tempo

il viaggio

su mari aperti

267

LA CONCA DEL CUORE

mani a giumella

ad accogliere

umori del numinoso

giammai

siano infangati

dalle cloache del mondo

268

INGREDIENTI PER UNA POESIA

prendiamo una manciata

di metafore

alcuni ossimori

degli appropriati enjambements

togliamo qualche

fronzolo che stona

il tutto condito

con spicchi di luna

ingredienti per fare una

poesia

ma che nasca dal sangue

come un fiore

panacea sia

per gli occhi

dell’anima nuda e sola

269

RICUCIRE LE ALI

espandere la parte

divina quella detta

anima

bistrattata non di rado quaggiù

ricucire le ali

per contagiarsi di bellezza

270

LA MEMORIA E’ UN GRIDO

(Auschwitz – Birkenau – Mauthausen)

non è dei morti ricordare: la memoria

è svanita col fumo della carne bruciata

ai vivi le notti

spaccatesi alla volta del cuore

la memoria è un grido

inesausto

che corre nell’aria

su prati di sangue

271

ARBORESCENZE

scrivere su fogli d’aria

ai piedi della notte

dove evanescenti

veleggiano i sogni

arborescenze dell’anima

umori sospesi

sulla bocca di un dio minore

272

RESTARE IN BILICO

restare in bilico

tra quel po’ d’intontimento e

una giusta lucidità

il discorso del capotavola

la cui lungaggine

è latte alle ginocchia

la gimkana dei camerieri

-ascelle sudate e

sorrisi smorti- che

si aggirano tra vacue presenze

il quadro infine

è una recita smodata

273

IL GIOCO

averlo nel sangue

sin dallo stato fetale

scrivere “lettere” sulla sabbia

come nostro Signore

truccarsi con barba di nerofumo

emulando un improbabile sandokan

da adulti i giochi del sesso

per stuzzicare l’ “appetito”

intanto

nella fantasia edonistica

vaghezze di nuvole

fanno la vita leggera

274

YIN YANG

sei la mano destra

che non sa della sinistra

il buio la luce

cerchi

in un alone di mistero

il tuo nome alle origini

nomini

la bellezza della rosa

colta sul ciglio del mondo

275

LA PORTA

il cammello inginocchiato

passa per la porta stretta

vi si passerà se spogliati

di tutto

gli altri: “voi non vi conosco”

276

SIAMO OLTRE

siamo oltre: una parte

di noi già nell’oltre

senza saperlo – intangibili

come nei sogni

qui in-consistenza d’ossa

e sangue non si traduce nella

“persona”: di lei è

l’intaccabile: la sbiadita copia

277

NIGHTMARE

preso nel vortice

sentirti cadere dalle nuvole

vaganti su l’empire state building

muri di carta ad avvolgerti

strati e strati togliendoti l’aria

nel cervello versi criptati

come da profondità inviolabili

da ogni lato nonsense

a lacerarti come strali di luce

278

L’ABBRACCIO

sopra il letto piove luce di stelle

mi giro sulla destra per stampare

un bacio sulla gota dell’amata

lei mi corrisponde con un abbraccio

e dire ne sono passati tanti

di anni ed è come fosse ieri

un gallo canta in lontananza ed è

l’alba

DIETRO IL VELARIO

(2021)

279

AVEVO IN MENTE UNA POESIA

stamattina avevo in mente una poesia

stasera

non ricordo più nemmeno un verso

ho lasciato il foglio bianco

con flebili echi d’un mezzo secolo e

ora rammento solo una pioggia di luce

di stelle sopra il letto

e il caldo abbraccio di lei

sullo schermo della mente

un vissuto che sembra ieri

280

ASPETTATIVE

vestono

il rosso della passione

le svolte del cuore

un volo alto

è richiamo

di aspettative in divenire

in un mondo devastato

281

SENZA TITOLO

sono malato d’azzurro

sarò

putrefazione? non “io” certo ma questo

involucro che indosso

mi abita un luogo-non-luogo e sono

invasato d’azzurra luce -oh mio Dio!-

corteggerò le miriadi di stelle

che hai posto nel cielo e

sarò sgabello

ai Tuoi piedi

282

LA BEFFA

ho sognato che

fiammelle erano le dita

che benedicevano

del santo protettore di quel luogo

impronunciabile

lo portavano in processione il santo

lungo la strada stretta in discesa

qualcuno cedette la statua

finì in pezzi

l’ultima beffa

le armi che portavano addosso

283

UN BUCO NEL CUORE

lasciammo l’intima essenza

nella dimora dell’eterno

relativi

sogniamo epifanie di voli –

ed è un buco nel cuore

la bellezza mancata

284

SCOPIAZZARE

meschino espediente -parole

d’altri potrebbero

rivoltartisi contro come jene

cosa risulterebbe infine? una

poesia non-poesia –

né carne né pesce

nemmeno cercarla

devi

tra parole vaganti nel sangue

sarà lei

disponibile

quando meno te lo aspetti

285

DETRATTORI

non si può fermare

lo sbocciare della rosa

se vuol dischiudersi

anche nel gelo

nuda

disarmante

contro i detrattori di

bellezza – che

splendenza emana e

armonia

286

NELLA FINE L’INIZIO

(a Tiziano Terzani)

riconoscere nella fine

l’inzio – di questa

vita il negativo o rovescio

in quel tempo

non trovarsi -ahinoi- ubriachi

di mondo

287

PER UN RICAMBIO D’ALI

Lui ci culla

sul mare della misericordia

della sua carezza di madre

noi siamo indegni

manda a noi abbrutiti

l’angelo per un ricambio d’ali

ma l’impulso icariano

è brivido

che corre nelle vene del cielo

288

DI NOI

di noi

mostriamo esigua vita

più l’esteriore che

quella che ferve nel sangue

i viaggi mentali i sogni

mistero ch’è appannaggio

di proprietà esclusiva

-la testa reclina

il nostro fido ci guarda attento

come cogliesse pensieri

289

IL VINO

il vino del vangelo

è quello delle vene aperte

su cui si posero labbra

di madre

prima che il cielo si oscuri

prima della fine del tempo

“bevete tutti da questo calice

di sangue”

290

PRIMA LUCE

i sessi unificati

vestiranno la grazia angelicata

quella della prima luce

291

L’ALTEREGO

il soffitto ti si fa cielo

nel pregare

angeli ti scendono nel sangue

quando ancora ieri

abbrutito covavi

rancori verso te stesso e il mondo

amore

era parola vuota: eccoti ora

specchiato nel tuo doppelganger

che ogni volta

annega

nel lago della sua spocchia

292

ALLA STAZIONE

nell’intravedersi da lontano

agitare festosi le braccia

come volersi levare

nell’aria – uccelli di passo

293

SI SPERA

si spera che la morte ci trovi vivi

parafrasando un celebre detto di marchesi:

si spera: ché l’uomo

spesso è al di sotto della bestia

(erode/erede della svastica)

a voler oscurare la notte della Nascita

-mentre il mondo continua a girare in tondo

senza un fine catartico

294

IL LUOGO ACCANTO

dovevo immaginarlo

nulla di cambiato

è solo il “luogo” accanto

dove ci si trova trasparenti

come mi sono visto

in sogno una volta nell’altra vita

295

AI PIEDI DELLA NOTTE

un nodo d’inquietudine sospesa

si scioglie ai piedi della notte

sotto una luna ammiccante

l’amore è come l’ansimare del mare

s’abbevera del sangue delle stelle

aduna in sé il sentimento del tempo

vòlto dove è dolce la luce

296

ANGELO DELLA VOLTA

benevolo mi eri

novenne o giù di lì

ché dalla volta mi dettavi parole

di luce per poesie rimaste nell’aria

indicibili voci erano

d’un oltretempo

ove si schiude tremulo il fiore

che porto in me d’eterno

297

IN VESTE D’ANGELO

l’atto dello scrivere

è stato di trance: esci

dal soma e ti cali

nell’immaginario

che in veste

d’angelo una lanterna

ti presta

per i fonemi

298

SOGNI

ti sei visto ancor giovane

più d’una volta esibirti

in acrobazie per i soli suoi occhi

(lei sull’amaca capelli di grano)

o le volte prendere treni

in corsa o librarti contro

il soffitto o disfarsi la

carne fino allo scheletro

-è la sola mente che crea

un oltretempo

gioco iperbolico

quella volta che nel “luogo accanto”

Ungà ti fece un cenno

per dirti

questa poesia la puoi migliorare

299

MEMENTO

bau e miao

la parola gliela leggi negli occhi

ma come tutto il regno animale

essi non si affacciano sulla loro morte

a cogliere

il proprio limite

(forse nel dopo

si è

quel che si fa e si pensa –

e dunque rispettiamo

le creature viventi

inconsapevoli – occhi di stelle)

300

DI LA’

“di là un qualcosa ci sarà” –

“qualcosa” dici?

non basterebbe lo elevassi all’infinito

o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina

quel che si dice

Assoluto: non vi sono porte da aprire

né privacy né pass da nascondere

non tracce da seguire – impossibile perdersi

e ancora: è un compenetrarsi

di eterei corpi – dove il

virtuale/appendice dell’uomo

è un sogno senza coda

301

ANIME FERITE

( è boomerang nell’ordine cosmico

il male e il bene che si fa)

raccoglie il Signore le anime ferite

col mestolo della compassione *

laddove non si smorzano striduli

echi a insanguinare il vento

*rifacendomi a un verso di Gregory Corso

302

IN TE L’IMMENSO

quest’allumare d’anima che

senti come vastità

di rifiorite rive

questo accogliere in te

l’immenso

oltre l’esilio di carne

franta

303

DIETRO IL VELARIO

che siamo –

un fremito – come quello che avvertì

il primo uomo – in questo volteggiare

d’anime erranti

maschere in una

pantomima –

dietro il velario

dove s’apre il grido

della bellezza ferita

riconoscersi

304

PENSO DUNQUE SONO

sono pensiero: ché pensare

non è soggetto al soma

non un organo altro è la mente

lei è ariosa

bramosa di voli

in quella sequenza di figure

quando la nuvola scherza col vento

305

GLI ULTIMI GIORNI

essere di pietra – per sopprimere

quell’ urlo chiuso nelle ossa

“lasciare

che i morti seppelliscano i morti”

no non ci sarà più tempo

per piangere:

già vedi come funereo lenzuolo

penzolare il male dall’alto ramo

306

KERMESSE

marzo le strade ammantate

di coriandoli -magia per i bimbi

si è un po’ bambini anche noi

sbizzarrirsi in maschere da folletto

il gattino col fiocchetto

la ottantenne con un palmo di belletto

l’apparenza è sovrana

il gusto è g(i)usto

truccarsi in bruttezza è bello

307

SOLITUDINE

livido cielo è l’ora

del crepuscolo il vecchio

spalle curve bavero alzato

col suo dolore imbavagliato

lascia la panchina – se lo farà

un bilancio

tornando verso casa?

sguardo svuotato

ha lasciato pezzi di cielo: solo

con l’affetto dei gatti (ci divide

la cena)

le frequenti

notti bianche

conta le ombre sul soffitto

che assumono sembianze strane

308

L’ESSERE E IL NULLA

“credo nella resurrezione della carne”

pensa all’essere impermanente ma

anche che l’ “essere” non cade nel nulla

l’esistere è da sempre

pensi: ed è già essere per sempre

l’essere può frangersi in un gioco di specchi

ma non cadere nel nulla

il nulla non esiste

309

VISIONE

neanche il tempo di pensarlo

e ti ritrovi

immerso in fondo all’oceano

lotte sanguinose avvengono

tra pesci di grandi dimensioni

quelli minuti sembrano sorriderti

la triglia ti fa l’occhiolino

la supremazia è la regola

negli abissi dell’oceano

come avviene in superficie

con gli umani

tra pesci piccoli e grandi

310

D’EMPITI

di fonemi

indiarsi

d’empiti

a capriolare nell’aria

presenze

ancora in fieri in ondivago

sogno

311

MENTORI

ledi armonia se nel

voltarti

chiedi vaticini agli

iperurani

mentori della volta

celeste dal volto

rasserenante

312

QUASI ESTATE

sole ad asciugare le ossa

e i panni in un’ora

il vecchio sofferente aspetta

il sole della morte

giocano bambini alle giostre

sotto l’occhio vigile

non si può morire in giorni come questi:

non ti aspetti

che il criminale si svegli al mattino

e inneschi la bomba nel nome di un dio

313

LA FERITA

si è assuefatti impermeabili

ad ogni evento il più cruento

asettica aria asseconda un vuoto

di umori non fosse per il grido

della pianta alla radice

la sua ferita bianca

314

DA QUANDO LA MANO

tra fiammate d’odio disumanante

aggriccia il cuore del mondo

da quando la mano di caino

si levò e fu un rovinio di cieli

continua a splendere il sole

su acroteri del nulla

e l’uomo a vestire simulacri

si grida alla giustizia mentre

il piatto della bilancia pende

per la vergogna dell’homo sapiens

315

FOGLI-AQUILONI

impregnati dell’humus dell’estro

del vasto respiro di cielo

svolazzano s’impennano appena

liberati dall’artefice dei versi

-suoi non più suoi-

a volerli divulgare per il mondo

316

ASSONANZA

dov’è resettata

da ogni ammennicolo la mente

lì è itaca del cuore

vi è assonanza

coi tuoi morti

risaliti dal mare a custodirti

317

FUORI DALL’ORDINARIO

la realtà non è da sé

è la mente che la crea

asseriscono alcuni illuminati

va da sé

che ti stimolano pensieri

fuori dall’ordinario

mentre un gabbiano ti fa il verso

sorvolando l’immaginario orizzonte

318

DEI MIEI DETRATTORI

(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)

lasciai alla terra il corpo-zavorra

da cui forse con sollievo mi trassi

se sia ala d’angelo a coprirmi

il disonore -si dirà- ora che

s’una misera tomba s’accanisce

dei miei detrattori il ghigno

feroce e lo sputo

319

ANIME CHE SI CERCANO

(ispirandomi a Borges e Pessoa)

anime che si cercano

vestite di apparenza

siamo: forme passeggere

giriamo in tondo senza

mai trovare il centro

lontani da noi siamo

sulla pagina del cielo una mano

d’aria scrive di noi

e delle nuvole

320

IN QUESTO GIORNO CHIARO

(25 aprile)

s’estende a macchia di leopardo

il tuo palpito rosso

su campi a maggese a perdita d’occhio

libertà è un’apertura di vento

in questo giorno chiaro senza sconti

321

INCANTO

i dolci animali d’acqua terra e cielo

a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole

nel mare del cielo un tonno guizzante

assume sembianze sull’onda lucente

il bimbo sogna guardando estasiato

ippogrifi e delfini in lenta sequenza

pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando

noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie

322

DAL NIGHTMARE

uscire di forza

dal nightmare bucando l’aria –

la riuscita

se in parte è già tanto: trovarsi

nel letto della vecchia casa

d’infanzia

sogno dentro il sogno

323

L’INFINITO DI NOI

dentro di noi siamo

un infinito ma confuso: una

“finita infinità”

per dirla con la dickinson

percepiamo a tratti

andiamo come ciechi – vediamo

“per speculum in aenigmate”

e ci sogniamo

324

INTATTO LO SPIRITO

ho ripreso in mano le poesie giovanili

alcune rifatte altre modificate

con severi tagli senza rimpianti

ispirazioni bucoliche vestite di primavera o

di autunnali malinconie

vi è rimasto intatto

lo spirito degli alberi e del vento

la resina la radice linfa da cui vita rinasce

325

CHA LUCE

che luce bagnerà

i nostri morti – che amore – se l’uno

nell’altro si specchieranno – se

si sogneranno: ti chiedi

se con l’orecchio del cuore

la provvida Madre ‘udranno’:

“mangiate di me e non avrete

più fame”

326

CHI ERAVAMO

enigma la vita

siamo non siamo

chi eravamo: dimenticato – solo

incarnata nostalgia

restiamo

della bellezza sulla fronte del giorno

l’urlo del fiore

immarcescibile nella luce

327

L’INDICIBILE PARTE DI CIELO

indicibile la parte di cielo

ch’è in te e ignori

basta

che solo un verso o poche note

ti richiamino

a una strana forza interiore:

e cessi

di sentirti mortale

328

ALBERI CHE CAMMINANO

il cieco della parabola vide

quel giorno

allucinate figure

uomini a forma d’alberi che camminano

(anche se oggi

quasi nessuno li “vede”: santi

di questo tempo)

329

CON L’ANIMA NUDA

con l’anima nuda o corpo

etereo lei mi vedrà

mi attraverserà l’aria

senza scheletri nell’armadio

nella nudità che siamo

di me altra “visione” avrà?

e io di lei?

ci ritroveremo asessuati angeli?

ci accoglierà pienezza?

330

PER POCA FEDE

vertigine dei giorni vuoti –

ci si trova appesi ad una fune

se apriamo la cerniera della notte

il tempo

ci volgerà le spalle per non

esserci fidati abbastanza

e la luce non ci conoscerà

331

RIFLESSO

(il soma: “appendice” del cielo)

siamo solo pensiero

non espanso

frammento della Mente che

crea universi-mondi

(riflesso questa vita

che si guarda vivere:

un mondo in un altro)

332

FANTASIE (IPOTESI DELL’IMPOSSIBILE)

la vita

un giorno puoi sentirti

come un marinaio col mal di terra

e il giorno dopo trovarti

ad annegare in mezzo metro d’acqua

333

LAVAVO LA VESTE

trovai ch’erano fastidiose mosche

ronzanti nella luce della preghiera

a non dar peso

imparai dopo lacrime e sangue

lavavo la veste

invischiata nelle panie della notte

———————————————————

DIETRO IL VELARIO

(2021)

279

AVEVO IN MENTE UNA POESIA

stamattina avevo in mente una poesia

stasera

non ricordo più nemmeno un verso

ho lasciato il foglio bianco

con flebili echi d’un mezzo secolo e

ora rammento solo una pioggia di luce

di stelle sopra il letto

e il caldo abbraccio di lei

sullo schermo della mente

un vissuto che sembra ieri

280

ASPETTATIVE

vestono

il rosso della passione

le svolte del cuore

un volo alto

è richiamo

di aspettative in divenire

in un mondo devastato

281

SENZA TITOLO

sono malato d’azzurro

sarò

putrefazione? non “io” certo ma questo

involucro che indosso

mi abita un luogo-non-luogo e sono

invasato d’azzurra luce -oh mio Dio!-

corteggerò le miriadi di stelle

che hai posto nel cielo e

sarò sgabello

ai Tuoi piedi

282

LA BEFFA

ho sognato che

fiammelle erano le dita

che benedicevano

del santo protettore di quel luogo

impronunciabile

lo portavano in processione il santo

lungo la strada stretta in discesa

qualcuno cedette la statua

finì in pezzi

l’ultima beffa

le armi che portavano addosso

283

UN BUCO NEL CUORE

lasciammo l’intima essenza

nella dimora dell’eterno

relativi

sogniamo epifanie di voli –

ed è un buco nel cuore

la bellezza mancata

284

SCOPIAZZARE

meschino espediente -parole

d’altri potrebbero

rivoltartisi contro come jene

cosa risulterebbe infine? una

poesia non-poesia –

né carne né pesce

nemmeno cercarla

devi

tra parole vaganti nel sangue

sarà lei

disponibile

quando meno te lo aspetti

285

DETRATTORI

non si può fermare

lo sbocciare della rosa

se vuol dischiudersi

anche nel gelo

nuda

disarmante

contro i detrattori di

bellezza – che

splendenza emana e

armonia

286

NELLA FINE L’INIZIO

(a Tiziano Terzani)

riconoscere nella fine

l’inzio – di questa

vita il negativo o rovescio

in quel tempo

non trovarsi -ahinoi- ubriachi

di mondo

287

PER UN RICAMBIO D’ALI

Lui ci culla

sul mare della misericordia

della sua carezza di madre

noi siamo indegni

manda a noi abbrutiti

l’angelo per un ricambio d’ali

ma l’impulso icariano

è brivido

che corre nelle vene del cielo

288

DI NOI

di noi

mostriamo esigua vita

più l’esteriore che

quella che ferve nel sangue

i viaggi mentali i sogni

mistero ch’è appannaggio

di proprietà esclusiva

-la testa reclina

il nostro fido ci guarda attento

come cogliesse pensieri

289

IL VINO

il vino del vangelo

è quello delle vene aperte

su cui si posero labbra

di madre

prima che il cielo si oscuri

prima della fine del tempo

“bevete tutti da questo calice

di sangue”

290

PRIMA LUCE

i sessi unificati

vestiranno la grazia angelicata

quella della prima luce

291

L’ALTEREGO

il soffitto ti si fa cielo

nel pregare

angeli ti scendono nel sangue

quando ancora ieri

abbrutito covavi

rancori verso te stesso e il mondo

amore

era parola vuota: eccoti ora

specchiato nel tuo doppelganger

che ogni volta

annega

nel lago della sua spocchia

292

ALLA STAZIONE

nell’intravedersi da lontano

agitare festosi le braccia

come volersi levare

nell’aria – uccelli di passo

293

SI SPERA

si spera che la morte ci trovi vivi

parafrasando un celebre detto di marchesi:

si spera: ché l’uomo

spesso è al di sotto della bestia

(erode/erede della svastica)

a voler oscurare la notte della Nascita

-mentre il mondo continua a girare in tondo

senza un fine catartico

294

IL LUOGO ACCANTO

dovevo immaginarlo

nulla di cambiato

è solo il “luogo” accanto

dove ci si trova trasparenti

come mi sono visto

in sogno una volta nell’altra vita

295

AI PIEDI DELLA NOTTE

un nodo d’inquietudine sospesa

si scioglie ai piedi della notte

sotto una luna ammiccante

l’amore è come l’ansimare del mare

s’abbevera del sangue delle stelle

aduna in sé il sentimento del tempo

vòlto dove è dolce la luce

296

ANGELO DELLA VOLTA

benevolo mi eri

novenne o giù di lì

ché dalla volta mi dettavi parole

di luce per poesie rimaste nell’aria

indicibili voci erano

d’un oltretempo

ove si schiude tremulo il fiore

che porto in me d’eterno

297

IN VESTE D’ANGELO

l’atto dello scrivere

è stato di trance: esci

dal soma e ti cali

nell’immaginario

che in veste

d’angelo una lanterna

ti presta

per i fonemi

298

SOGNI

ti sei visto ancor giovane

più d’una volta esibirti

in acrobazie per i soli suoi occhi

(lei sull’amaca capelli di grano)

o le volte prendere treni

in corsa o librarti contro

il soffitto o disfarsi la

carne fino allo scheletro

-è la sola mente che crea

un oltretempo

gioco iperbolico

quella volta che nel “luogo accanto”

Ungà ti fece un cenno

per dirti

questa poesia la puoi migliorare

299

MEMENTO

bau e miao

la parola gliela leggi negli occhi

ma come tutto il regno animale

essi non si affacciano sulla loro morte

a cogliere

il proprio limite

(forse nel dopo

si è

quel che si fa e si pensa –

e dunque rispettiamo

le creature viventi

inconsapevoli – occhi di stelle)

300

DI LA’

“di là un qualcosa ci sarà” –

“qualcosa” dici?

non basterebbe lo elevassi all’infinito

o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina

quel che si dice

Assoluto: non vi sono porte da aprire

né privacy né pass da nascondere

non tracce da seguire – impossibile perdersi

e ancora: è un compenetrarsi

di eterei corpi – dove il

virtuale/appendice dell’uomo

è un sogno senza coda

301

ANIME FERITE

( è boomerang nell’ordine cosmico

il male e il bene che si fa)

raccoglie il Signore le anime ferite

col mestolo della compassione *

laddove non si smorzano striduli

echi a insanguinare il vento

*rifacendomi a un verso di Gregory Corso

302

IN TE L’IMMENSO

quest’allumare d’anima che

senti come vastità

di rifiorite rive

questo accogliere in te

l’immenso

oltre l’esilio di carne

franta

303

DIETRO IL VELARIO

che siamo –

un fremito – come quello che avvertì

il primo uomo – in questo volteggiare

d’anime erranti

maschere in una

pantomima –

dietro il velario

dove s’apre il grido

della bellezza ferita

riconoscersi

304

PENSO DUNQUE SONO

sono pensiero: ché pensare

non è soggetto al soma

non un organo altro è la mente

lei è ariosa

bramosa di voli

in quella sequenza di figure

quando la nuvola scherza col vento

305

GLI ULTIMI GIORNI

essere di pietra – per sopprimere

quell’ urlo chiuso nelle ossa

“lasciare

che i morti seppelliscano i morti”

no non ci sarà più tempo

per piangere:

già vedi come funereo lenzuolo

penzolare il male dall’alto ramo

306

KERMESSE

marzo le strade ammantate

di coriandoli -magia per i bimbi

si è un po’ bambini anche noi

sbizzarrirsi in maschere da folletto

il gattino col fiocchetto

la ottantenne con un palmo di belletto

l’apparenza è sovrana

il gusto è g(i)usto

truccarsi in bruttezza è bello

307

SOLITUDINE

livido cielo è l’ora

del crepuscolo il vecchio

spalle curve bavero alzato

col suo dolore imbavagliato

lascia la panchina – se lo farà

un bilancio

tornando verso casa?

sguardo svuotato

ha lasciato pezzi di cielo: solo

con l’affetto dei gatti (ci divide

la cena)

le frequenti

notti bianche

conta le ombre sul soffitto

che assumono sembianze strane

308

L’ESSERE E IL NULLA

“credo nella resurrezione della carne”

pensa all’essere impermanente ma

anche che l’ “essere” non cade nel nulla

l’esistere è da sempre

pensi: ed è già essere per sempre

l’essere può frangersi in un gioco di specchi

ma non cadere nel nulla

il nulla non esiste

309

VISIONE

neanche il tempo di pensarlo

e ti ritrovi

immerso in fondo all’oceano

lotte sanguinose avvengono

tra pesci di grandi dimensioni

quelli minuti sembrano sorriderti

la triglia ti fa l’occhiolino

la supremazia è la regola

negli abissi dell’oceano

come avviene in superficie

con gli umani

tra pesci piccoli e grandi

310

D’EMPITI

di fonemi

indiarsi

d’empiti

a capriolare nell’aria

presenze

ancora in fieri in ondivago

sogno

311

MENTORI

ledi armonia se nel

voltarti

chiedi vaticini agli

iperurani

mentori della volta

celeste dal volto

rasserenante

312

QUASI ESTATE

sole ad asciugare le ossa

e i panni in un’ora

il vecchio sofferente aspetta

il sole della morte

giocano bambini alle giostre

sotto l’occhio vigile

non si può morire in giorni come questi:

non ti aspetti

che il criminale si svegli al mattino

e inneschi la bomba nel nome di un dio

313

LA FERITA

si è assuefatti impermeabili

ad ogni evento il più cruento

asettica aria asseconda un vuoto

di umori non fosse per il grido

della pianta alla radice

la sua ferita bianca

314

DA QUANDO LA MANO

tra fiammate d’odio disumanante

aggriccia il cuore del mondo

da quando la mano di caino

si levò e fu un rovinio di cieli

continua a splendere il sole

su acroteri del nulla

e l’uomo a vestire simulacri

si grida alla giustizia mentre

il piatto della bilancia pende

per la vergogna dell’homo sapiens

315

FOGLI-AQUILONI

impregnati dell’humus dell’estro

del vasto respiro di cielo

svolazzano s’impennano appena

liberati dall’artefice dei versi

-suoi non più suoi-

a volerli divulgare per il mondo

316

ASSONANZA

dov’è resettata

da ogni ammennicolo la mente

lì è itaca del cuore

vi è assonanza

coi tuoi morti

risaliti dal mare a custodirti

317

FUORI DALL’ORDINARIO

la realtà non è da sé

è la mente che la crea

asseriscono alcuni illuminati

va da sé

che ti stimolano pensieri

fuori dall’ordinario

mentre un gabbiano ti fa il verso

sorvolando l’immaginario orizzonte

318

DEI MIEI DETRATTORI

(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)

lasciai alla terra il corpo-zavorra

da cui forse con sollievo mi trassi

se sia ala d’angelo a coprirmi

il disonore -si dirà- ora che

s’una misera tomba s’accanisce

dei miei detrattori il ghigno

feroce e lo sputo

319

ANIME CHE SI CERCANO

(ispirandomi a Borges e Pessoa)

anime che si cercano

vestite di apparenza

siamo: forme passeggere

giriamo in tondo senza

mai trovare il centro

lontani da noi siamo

sulla pagina del cielo una mano

d’aria scrive di noi

e delle nuvole

320

IN QUESTO GIORNO CHIARO

(25 aprile)

s’estende a macchia di leopardo

il tuo palpito rosso

su campi a maggese a perdita d’occhio

libertà è un’apertura di vento

in questo giorno chiaro senza sconti

321

INCANTO

i dolci animali d’acqua terra e cielo

a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole

nel mare del cielo un tonno guizzante

assume sembianze sull’onda lucente

il bimbo sogna guardando estasiato

ippogrifi e delfini in lenta sequenza

pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando

noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie

322

DAL NIGHTMARE

uscire di forza

dal nightmare bucando l’aria –

la riuscita

se in parte è già tanto: trovarsi

nel letto della vecchia casa

d’infanzia

sogno dentro il sogno

323

L’INFINITO DI NOI

dentro di noi siamo

un infinito ma confuso: una

“finita infinità”

per dirla con la dickinson

percepiamo a tratti

andiamo come ciechi – vediamo

“per speculum in aenigmate”

e ci sogniamo

324

INTATTO LO SPIRITO

ho ripreso in mano le poesie giovanili

alcune rifatte altre modificate

con severi tagli senza rimpianti

ispirazioni bucoliche vestite di primavera o

di autunnali malinconie

vi è rimasto intatto

lo spirito degli alberi e del vento

la resina la radice linfa da cui vita rinasce

325

CHA LUCE

che luce bagnerà

i nostri morti – che amore – se l’uno

nell’altro si specchieranno – se

si sogneranno: ti chiedi

se con l’orecchio del cuore

la provvida Madre ‘udranno’:

“mangiate di me e non avrete

più fame”

326

CHI ERAVAMO

enigma la vita

siamo non siamo

chi eravamo: dimenticato – solo

incarnata nostalgia

restiamo

della bellezza sulla fronte del giorno

l’urlo del fiore

immarcescibile nella luce

327

L’INDICIBILE PARTE DI CIELO

indicibile la parte di cielo

ch’è in te e ignori

basta

che solo un verso o poche note

ti richiamino

a una strana forza interiore:

e cessi

di sentirti mortale

328

ALBERI CHE CAMMINANO

il cieco della parabola vide

quel giorno

allucinate figure

uomini a forma d’alberi che camminano

(anche se oggi

quasi nessuno li “vede”: santi

di questo tempo)

329

CON L’ANIMA NUDA

con l’anima nuda o corpo

etereo lei mi vedrà

mi attraverserà l’aria

senza scheletri nell’armadio

nella nudità che siamo

di me altra “visione” avrà?

e io di lei?

ci ritroveremo asessuati angeli?

ci accoglierà pienezza?

330

PER POCA FEDE

vertigine dei giorni vuoti –

ci si trova appesi ad una fune

se apriamo la cerniera della notte

il tempo

ci volgerà le spalle per non

esserci fidati abbastanza

e la luce non ci conoscerà

331

RIFLESSO

(il soma: “appendice” del cielo)

siamo solo pensiero

non espanso

frammento della Mente che

crea universi-mondi

(riflesso questa vita

che si guarda vivere:

un mondo in un altro)

332

FANTASIE (IPOTESI DELL’IMPOSSIBILE)

la vita

un giorno puoi sentirti

come un marinaio col mal di terra

e il giorno dopo trovarti

ad annegare in mezzo metro d’acqua

333

LAVAVO LA VESTE

trovai ch’erano fastidiose mosche

ronzanti nella luce della preghiera

a non dar peso

imparai dopo lacrime e sangue

lavavo la veste

invischiata nelle panie della notte

…………………………………………………..

SOSPENSIONI

2022-2023

1

MARE APERTO

parvenza: “luogo” altro: il sogno

che muove ondivaghi sensi

gesti evanescenti

volteggi – voli

l’anima è un mare aperto

2

IL MARE ERA UNA FAVOLA

“non vorrei più uscire da questa

dimensione eppure basterebbe

come altre volte

stringere forte gli occhi e…”

ma voglia non ne avevo – poi giocoforza

mi ritrovai quasi deluso nel mio letto

avevo lasciato un mare che era

una favola

un’immensa tavola

imbandita per i gabbiani a frotte

3

AMO L’IDEA

più che amarla amo l’idea di lei

stato d’essere: che s’impregna

di bellezza interiore

si ammanta di una luce affebrata

mentre mi poggia la testa

nell’incavo della spalla

e

se combacia col mio pensiero mi chiedo

dove saremo domani

quando il mondo per noi sarà sparito

4

IL POETA

cavalli d’aria – virgola di fuoco il

pensiero saettante: vederti un

sansebastiano trafitto

da strali della parola

5

VITA SOMMERSA

in onde dell’inconscio

si sdipana

l’illusione ipnagogica e

nel gioco sempre inedito delle

immagini

emerge vita sommersa

come ombra che si rompe nell’acqua

mossa

6

L’INTIMA ESSENZA

rifarti gli occhi davanti

a foto che rispolverano anni

di cui puoi dirti contento

a voler fare un bilancio onesto

-non vasi di pandora-

ma per contraddizione

stornare la realtà con l’immaginario

ti sembra più congeniale:

per lasciarti sfiorare

dal difficilmente percepibile

7

DELLE VANITA’

I

non hai mica visto la Madonna – se

sei andato in estasi per uno

scalmanato che si agita sul palco

-emulo sei

sbavi per il successo

II

“vedi tutto questo? sarà tuo se…”

cogli l’intenso e breve

l’offerta allettante – il “se” ti eccita lo temi

ah inganno

del mondo che nasconde una mano

nel sangue dei papaveri

8

I TUOI SANTI

corda tesa tra la bestia e l’angelo

scala al cielo per

l’Assoluto

c’è sempre

l’iconoclasta che

lascia osceni echi nel sangue

dileggiando i santi che

tu Nina preghi incessante

9

DISMESSO L’ABITO

(visione)

dismesso l’abito

mi accompagnarono i cari estinti

portatori di umiltà

non parole la bocca colma

di luce

percorrendo la via per l’eliso

non si toccava terra

10

SE TENDI OLTRE L’ORIZZONTE

riserva novità la mattina

se tendi oltre l’orizzonte

lo sguardo assuefatto ai naufragi

11

QUALE LIMITE

(parla un intellettuale)

[a tutti gli oppressi dai regimi]

aveva appena letto

che subito arricciarono il naso

quelli che si conformano

all’ultimo verso

uno sbieco incrociare di sguardi

aveva superato il limite?

quale

forse della paura

candidamente

parlava di libertà

quella che accende le stelle

sopra un oceano d’amore sconfinato

12

VITE ALTERNATIVE

(s’affaccia la notte su

vite alternative

freudiana “via regia”)

nel balzo lucente

della tigre

trema la bellezza immaginata

(“La tigre” è una famosa poesia di William Blake).

13

LA VERGOGNA

serpeggia sinistra eco

in un cielo stravolto

mentre nel mondo esplodono sogni

dalle emittenti: scoperti nuovi orrori

la vergogna si è nascosta dietro i morti

14

LA COLPA

sono io quel ragazzo che

scappò da casa con poche lire in tasca

e un quaderno d’improbabili versi?

lo sono sì ma dopo sei decenni

non mi riconosco in lui se non nel sogno

ricorrente che al mattino mi lascia

il cuore stretto dall’angoscia

sarà un residuo di “colpa da espiare”

per aver procurato un veleno sottile

a chi bene mi voleva

15

ELUCUBRAZIONI

(l’anima ha le stimmate della vita)

la morte è un artiglio

sulla pelle del cielo

la sperimenta

questo corpo che ci è dato

(corpo dall’invisibile aura

ravvolto nella bolla-anima)

16

VIAGGI PSICHICI

sospeso

alle attese

in dolci smarrimenti

hai dimestichezza con la morte

con la stessa naturalezza

del tuo saperti eterno

17

BELLE PENNE

“non sono poeta” -da altri già

affermato- sì che belle penne hai visto

superarti con tua ammirazione vera

graffiavi fogli riempiendoli

di zampe di gallina

tanto meno eri poeta quando

t’isolavi e all’ombra d’una quercia

t’ispiravi seguendo alti voli

ah quelle velleità custodite

nello scrigno del cuore

18

ESSERE

(ti vien detto di là nell’oltre ma è

molto più vicino intimo)

farti nell’aria stretta

virgola di cielo

essere che scalzi la morte

diminuirti –

per espanderti

19

L’AVVERSARIO

al principio

fu l’nganno – da allora i cieli

capovolti e la morte

chi ci rubò dal cuore

la bellezza originaria?

nella cattedrale del sangue

l’avversario gioca a scacchi

dall’inizio del mondo

20

L’ULTIMA PAROLA

gli furono strappati tutti i figli

come pezzi di carne

-si è provati secondo

il grado di sopportazione

pungolati dappresso dallo

strale del maligno-

Giobbe il giusto lo fu allo stremo

privato dei suoi beni

ridotto a solo guscio grumo di dolore

fino a che non implorò

basta hai vinto è tua

l’ultima parola

Dio del cielo e degli abissi

21

QUANTO AMORE

giunto il momento cosa ti porterai

non suppellettili o libri ma l’amore

che hai saputo dare

non quel lasciarsi vivere

nell’approssimato sogno

di un pesce rosso nell’acquario

22

L’ANIMA TENDEVA

l’anima tendeva alle stelle

quando tu Nina apparivi

rosavestita

stagliata contro un lembo di cielo

ti fermavi nella piazzetta e

ti facevano festa i colombi

planando sul mangime che spargevi

allora

il tuo sorriso era una pasqua

mentre il tempo aveva una sosta

23

OLTRE STRAVOLTI CIELI

(ecologica)

sconsolata la fauna s’aggira

in cerca d’erba buona

chi dirà alla rondine smarrita

non ci sono più primavere

e alla cernia

quello che ingozzi

è rifiuto dell’uomo sconsiderato

questi

cercherà oltre cieli stravolti

nuove terre da violentare

24

LAZZARO

mi addormenterò in Te

finché non mi chiamerai per nome

ora qui mi trovo

un Lazzaro risvegliato da cento morti

sempre

dalle crepe dei muri spunta un fiore

25

NASCITA

più a nascere che a morire pensiero

capovolto dal profondo in dormiveglia

il girasole ebbro di luce dice vita

e tu languida

sul divano mi chiami

per accostare il mio orecchio al tuo ventre

rotondo

come un mondo

26

L’ANGELO

qui sei terra poca cosa

carne e sangue in bilico sul ciglio

della morte

ti porti un anchise sulle spalle

“di là” l’angelo di luce che

ti percorre silenzioso i precordi

verrà

a unificartisi quel giorno

che sentirai cantare le tue ossa

27

UN VERSO

un verso che mi arrivi solo uno

dei tanti gettati nel cestino

da un po’ che non vengo illuminato

sono anziano e ancora affamato

di sogni (più non si dice vecchio)

i migliori versi vengono nella

veneranda età – un esempio è ungà

col suo “taccuino del vecchio” –

quando la mente ancor giovane vibra

sul pentagramma dei sogni

28

COLPO DI SONNO

sentirmi inclinare da un lato

mentre davanti al pc “guardo” un film

e per una strana associazione di idee

pensare per fortuna non guido più

non per un colpo di sonno ma l’abbaglio

rischio reale per il distrofico

di andare fuori strada

29

L’OASI

conti sulle dita

della tua vita le fasi

ne rimpiangi la prima

prima della luce

quando

non distingui realtà da sogno e

da sotto le “palpebre”

segui la barchetta di carta

nel tuo cielo-mare amniotico

dove il tuo

orizzonte è un’oasi

da cui uscirai con un grido

30

CANDIDO

ti senti

come una barca nel bosco

un marinaio col mal di terra

non sei di quelli che

saltano la cavallina

ti levi al canto del gallo

un brodino a sera

per scaldarti le ossa

una frase tagliente

ti scivola addosso

non sanguini

31

IL SE’

niente paura saremo

rinati

(e il corpo?

dismesso l’abito d’affanni)

abiteremo il posto primevo

luogo-non-luogo dove

l’altro è il Sé

32

IN TRENO

gambe accavallate la bionda platino

all’anziano vis-a-vis

risveglia sopite voglie

alberi case fuggono via

lo sferragliare induce sonnolenza

33

IMMORTALARE

immortalare il momento – la

foto è sfocata

immagine

scivolata nel gorgo del tempo

così di te: appesa

all’attimo

dietro l’occhio un’ombra stampata

34

MALGRADO TUTTO

cervelli vuoti a perdere

si schiantano contro un albero

o un palazzo facendo parkour

malgrado tutto le piste

da sci son sempre frequentate

(non v’è manna senza ingegno d’uomo)

i monti si vestono

sempre meno di bianco

l’uggia pervade anche il cuore

lascia a desiderare il sorriso del sole

35

IL CILIEGIO

(in memoria di A.)

ad ogni morte c’è resurrezione

primavera: davanti casa il ciliegio

è fiorito – tu aleggi

sopra la tua morte apparente

36

PILATO

oggi Cristo potresti vederlo

su un barcone tra gli emigranti

o al valico di frontiera

portando insieme a loro la croce

come in un sogno atroce

vedrai pilato distogliere lo sguardo

dalle purulente piaghe

ci si dovrà aspettare forse

discendano “gli dei”

su un mondo malato?

37

MI ATTRAVERSA IL TEMPO

non ho difese alla luce

porto occhiali scuri

dormo poco e male

sempre più brevi le passeggiate

il tempo mi attraversa

la testa

che sperimenta nuovi voli

pindarici

38

‍L’INTOCCABILE

lo scoprono con le mani nella marmellata

e ci si meraviglia se ha spalle

ancora larghe

lui intoccabile coi sacrosanti privilegi

di cui godono i governanti

stiamo lavorando dice

usando il plurale maiestatis

la poltrona quella

non gliela sfilano da sotto

la poltrona è sempre calda

39

IL VIAGGIO

il soma è l’imbarcazione dell’anima

in questo viaggio d’Odisseo

ulissidi lo siamo

a solcare aperti mari

per approdare sulle rive del mistero

di noi

in infinito espandersi

nell’armonia dell’universo

40

UN RAGNO TESSE

uscirai dalla vita con le ossa rotte

dappresso ti sta l’ombra

di serpe che agita il tuo sonno

gli offri i tuoi passi da sonnambulo e

il sudore di sangue emotivo

dove un ragno tesse di versi una tela

41

NUOVE ALI

impastato di terra e sogno

quest’essere scompensato

-gravezza di carne

-invidia di voli

lo attendono nuove ali

a solcare l’indicibile

42

CINICO

sospetti anche della tua ombra

il tuo vagare cane di nebbia

dove ti porta se

rifiuti la mano tesa e

al garbato gli dai “li mortacci”

tu creatura di terra

nell’ora estrema degnerai

il cielo di uno sguardo?

43

PREGHIERA

(Padre Pio da Pietrelcina)

irrorami

della rugiada del Tuo Spirito

questo cuore martoriato

in una violacea alba di passione

indegno mi prostro

sgabello ai Tuoi piedi

44

COME SAREMO

immagina

una luce di mille soli che

è in te e tu nel Tutto

immagina: un’ inconcepibile ma possibile

ubiqua entità

in un donarsi d’amore universale

e ancora

proviamo ad immaginare

Lui che ci rivolta come un guanto

45

ITACA

averle coperte le spalle

le volte che ti giungono strali

dall’alto

dov’è assisa nemesi

che proietta ombre di morte

t’abbeveri alla fonte della grazia

sebbene

non eviterai t’investano

procelle negli anni prima

d’intravedere l’itaca celeste

46

NEL MIO CIELO

le belle nuvole che

vestono forme d’animali

i cari animali d’acqua terra e cielo

i cumuli i nembi io li vedevo

nel mio cielo con occhi innocenti

lassù incantati

immaginando quella la sede

del paradiso

47

ALLUMARE

il non detto esplicito tocca

più del dire – dal profondo

un allumare

(il sasso gettato dal capriccio

della musa

apre cerchi nel lago dello spirito)

48

PROIEZIONI

proiezioni del Suo pensiero siamo

vaganti tra realtà e sogno – in cerca

d’un’isola felice – viaggio

nell’infinito di noi

isole noi stessi – pure

ognuno anello d’una

catena senza inizio e fine

49

CUORE APERTO

pagina aperta

cuore aperto: la poesia è di tutti

la parola spira col vento

-vento di luce-

espone la sua ferita

creaturale

50

DOMANI CREDI GIUNGERA’

come canta vasco

a questa vita non sai dare un senso

domani credi giungerà

un come un quando

all’alba

le finestre avranno occhi

nuovi per la meraviglia

espansa nella misterica luce

51

COME IL SEME

domandarci se siamo

bolo di questa vita

o come

ungarettiane foglie

o semmai ci troviamo

a galleggiare sulla superficie di un sogno

un chiederci

qui disorientati — mentre

come il seme nella terra

ci si aspetta di nascere alla luce

52

L’APPROCCIO

ai primi tentativi

tremavo come una foglia

la vocina mi diceva buttati

anche a rischio di una sberla

ma se usi le buone maniere

(te le avranno pure insegnate)

sta di fatto che ogni

volta mi bloccavo — poi negli anni

mi emancipai e oggi mi viene da ridere

mi spiegò a suo tempo un’astrologa

che la causa era una brutta opposizione

venere-giove prima e settima casa

già alla nascita

e che coi transiti di lì a breve veniva a sciogliersi

53

FEDELTA’ ALLA VITA

(ad Aleksandr Solženicyn)

fatti per la meraviglia

la tenerezza

l’amore

alla gerarchia e all’odio

opponiamo

il tuo j’accuse in virgole di fuoco

una vita

fedele alla vita

-allodola trafitta-

54

IN ONDIVAGO ESISTERE

impregnato di Spirito Santo

mi specchio nella città eterna

in ondivago esistere del sogno

55

SILENZI D’ACQUE

silenzi d’acque –

langue

la luce –

e smemora

un grande lenzuolo avvolge

gli alberi le case

56

L’ACQUA

bere “l’acqua” dell’essere amati

“dammi da bere” disse

alla donna del pozzo – Lui stesso

acqua divina

inesauribile fonte

57

L’OLTRE

non essere

da nessuna parte

esigenza di espandersi

l’oltre

è un oltre in sé che urge

come fiume alla sua foce

58

L’INASPETTATO

mi sveglio e

vengo da un altro mondo mi dico

un posto a lato o non-luogo dove

non c’è cosa voluta ma tutto

è possibile

come librarsi contro il soffitto

o guidare l’auto nell’aria con

un cielo dai colori mai visti

specchiato su placide acque

tutto possibile se ti conduce

per mano l’inaspettato

oh ecco mi sorprende ora

venirmi incontro una grande

farfalla dal corpo di donna

COORDINATE DELL’ANIMA

(2023-2024)

1

NELLA STAGIONE CHE TI SPOGLIA

braccia frondose hai piene d’uccelli

levate al cielo come inno alla vita

il forte abbraccio è il mio grazie di esistere

nella stagione che ti spoglia

il fuggire dei canti mi fa triste il cuore

2

POESIA E’ NEGLI OCCHI

poesia è

negli occhi profondi di una donna

è la leggerezza della piccola danza

del passero sul davanzale

è la fogliolina che spunta dalla terra

poesia è

il neonato attaccato al seno o l’attesa

della mamma sull’uscio

è l’interrogativo nello sguardo

di meraviglia del bambino

poesia è chiedere scusa

è l’abbraccio sospeso nell’immobile luce

3

SPLEEN

irrazionale la vita a tradire

in modo inatteso

l’impulso del sangue

macera come foglie kronos

giorni anodini

a ridosso di ombre stampate

squarcerà una nube il sogno

fatto carne? – forse

qualcosa può ancora accadere

4

SENZA TITOLO

primavera ha le braccia piene di fiori

canta con la voce degli uccelli

l’albero in germoglio ti è grato

sentendosi abbracciato

ti ricambia col suo ombrello di foglie

(poi

alla potatura darà un grido

esibendo la sua ferita bianca)

5

IN UN LEVITARE DI ANGELI

immaginazione pura

spalmata nella Mente universale

fatta palpito e sangue

sogno di Dio

un succedersi

di miriadi di mondi

in perfetta armonia

musica delle sfere

inudibile all’orecchio

in un levitare di angeli

6

IL COMMIATO

morire in buona salute

ciò a cui l’anima tende

mentre al capezzale accorrono

compunti i congiunti

-poi al commiato

vien da dire

ad andarsene son sempre i migliori

7

FORGIO FONEMI SUONI

l’alba è una fucina: forgio

fonemi suoni

usciti dalla bocca della notte

mi sfiora il cuore che trepida

un dio o un angelo

8

MADRE CELESTE

nel palpito di luce alta ti levi

tu orifiamma tu stargate

Madre dei derelitti – Avvocata

fa rivivere delacroix

palpabile il Tuo implorare

ai piedi della Croce

9

VISIONE

(ispirandomi a Borges)

una sequenza di figure ti sfila davanti

tu ne afferri per la coda una

quella che hai da sempre sognato

e

proprio per averla scelta

unica e irripetibile

ti si fa sangue e respiro

sfociando nella luce

è l’aleph che cantò il poeta cieco

10

L’INSONDABILE

le pareidolie e l’occhieggiare del sole

tra nuvole pigre

al crepuscolo degli anni

la solita

panchina ancora calda t’accoglie

insondabile il chi-siamo

balenio saettante nella mente

11

PREGHIERA

(a Simone Weil)

nel sentire celeste

– ginocchia piegate –

il cuore vola alto

12

DEUS ABSCONDITUS

la vita è bella ed ogni

nascita è dono e poesia ma il mondo

è in mano al maligno che in

efferatezze ha superato se stesso

da quando il Supremo gli ha dato

carta bianca rientrando in sé

tu dici Dio ce ne scampi

da patimenti e morte d’anima

ma irreversibile la storia

fa il suo corso prima che il fiume sfoci

in mare aperto

prima che il Deus

absonditus

a noi si sveli in tutta la sua Gloria

13

IL MARE HA TANTE VOCI

il mare ha tante voci

di annegati di gabbiani sirene

ha scatole nere sepolte

il mare è nel cuore di odisseo

itaca è ancora lontana e

vi è chi ha mal di terra e narra

ai nipitini di mostri marini e miti

o realtà chissà dove vissute

forse in un’altra vita

rimaste nella mente grumi di sogni

14

RAMMENDI

un’opera buona o una poesia

rammendano gli strappi del cuore

chiudendo antri di buio

l’abito logorato dagli anni

abbisogna di attenzione e rattoppi

è una rete che più non trattiene

i lucenti guizzi

15

DIVAGAZIONI SULLO ZERO E SULLA O

il nucleo l’anello l’uroboro

due zeri abbracciati ti danno

il simbolo dell’infinito

puoi notare

la vocale o di rimbaud

gli ovali dell’ottocento

la bocca spalancata nell’urlo di munch

le bolle di sapone

immagina

gli occhielli delle forbici gli oblò

simili allo zero o alla o

16

IL CUORE SENZA VOCE

(di bimba sepolta da macerie)

sei parte

di un cielo d’occhi

il cuore senza

voce – bambola murata

a sognare librarsi d’ali

17

DOPPELGANGER

(alla maniera di Caproni)

quel giorno

uscirò da me

per incontrarmi

18

L’ESSENZA

la senti fuori e dentro che

ti attraversa – non ha

spaziotempo ubiqua ai primordi:

come nella prima

luce un soffio un respiro

nave astrale

è l’anima che vola

19

AVIGLIANA

era solo ieri guarda ti dicevo

in questa foto di famiglia

sono quello che fa solecchi

e mia madre mi sorride

oggi il lago è uno specchio lucente

ove annegare le ambasce

tu

nello scatto sorridi alle rughe

mentre faccio solecchi

20

ESTIVA

-davvero c’è un’altra vita? o

è solo nella tua testa- pensa

gli scivola dalle mani il libro

ora lontanissima

gli giunge la voce del mare

plana un gabbiano su

una solitudine d’anime

21

IL FIAT

“essere”

più del mondo vissuto

impastati di terra e di Dio –

di Lui il dito

la saliva il fiato

il fiat della luce

rientrare

come scriccioli varcando la “soglia”

baciati dal sole della morte

22

DOVE SONO

è detto il mondo dei più

e noi a chiederci dove

sono ma piuttosto che un “dove”

è uno “stato”

simile a quando sognamo

è percepibile a volte la loro

presenza nei semplici gesti

come impugnare la forchetta o la penna

o quando ci adagiamo la notte

nella loro ombra

23

ESSERE ALTRO

pulviscolo a librarsi nella luce

ferma

il bruco dalla nascita anela

essere altro

24

PARUSIA (VISIONE)

celeste diamante

incrina il vetro

opaco

svelato

il Vero a farci

veri

25

NEI GIORNI ANODINI

nei giorni anodini

quell’aggrapparsi del cuore: un

toccasana o se vuoi appiglio

la poesia

ti sorride un’immagine d’aria

ed è il suo volto ovattato

in un ritaglio del tempo sospeso

26

E POI FA SERA

il foglietto con alcuni versi

finito nella schiuma

della centrifuga

andati

lui più non li ricorda

un “danno”?

e sì

che gli si apre un nuovo giorno

e poi fa sera

e una luna

ammicca

non finisce il tempo

per la creazione

27

ELUCUBRAZIONI

essere – sentire: siamo

nient’altro che pensiero

tutto

dal ciclo delle maree

al gabbiano che coglie

la preda lucente

all’arco lasciato nell’aria

dall’acrobata al gesto

dell’abbraccio

tutto

appendice

del Pensiero

questo gemello di conoscenza

consanguineo della preghiera

28

A SOPHIA

guagliunce’

forse ti resta ancora

l’intercalare delle mie parti

ti chiamavano ‘a scugnizza

poi sei cresciuta

t’immagino

percorrere i vicoli di pozzuoli

l’incedere provocante

del tuo corpo acerbo

slanciato verso il cielo

e ch’aggia fa’

se ho anche gli occhi della mente

e ancora la vivezza dei sensi

29

ISPIRAZIONE

fare spazio

all’urgenza

assecondare l’onda del sangue

passare al crivello le emozioni

librarsi dell’anima in un

azzurro macchiato di rondini

30

FANTASTICANDO

ci si è evoluti

dall’uomo-scimmia o

homo erectus?

Dio si diletta

con la creazione

delle specie più strane

noi mortali

a chiederci se sia nato

prima l’uovo

31

IO SONO LE MIE EMOZIONI

(visione)

-stanotte ti verrò a trovare-

mi ha detto

-eccomi: sono

con soma o senza

le mie emozioni – grumo

di passioni il cuore

staccato da terra

-mi dici

dov’è il tuo pungiglione?

32

SE TENDI OLTRE L’ORIZZONTE

riserva novità la mattina

se tendi oltre l’orizzonte

lo sguardo assuefatto ai naufragi

33

POESIA

luce inquieta

aleggia nei precordi

muore rinasce la parola

sui crinali del sogno dove

la musa è assisa

poesia

è fanciulla che si specchia

nella cattedrale del cuore

34

NUOVE PROSPETTIVE

cumuli-nembi –

le tue pareidolie

specchi nel lago celeste

la tua pena fatta pane che spezzi

col becco vi fa cerchi il cormorano

vagheggia la mente –

t’intoni

col respiro degli alberi

la vita ha nuove prospettive

35

LONTANANZE

tra smagliature del giorno

scruto il cielo – sogno

lontananze

nuove prospettive?

tra pro e contro di pulsioni inverse

la vita imbroglia le carte

risillaba palpiti voci

36

DI SPALLE

(ad A.)

di spalle

ti sento avvinghiata come un ragno

avverto la tua gradevolezza

come l’albero

“quella” del venticello tra le foglie

stavo entrando in un sogno “voluto”

poi svanito

37

SILLABE

conti sillabe sulle dita

settembre il mare ancora invita

il mormorio della risacca t’ispira?

occhi chiusi “anneghi nel tempo” *

*Cardarelli

38

IL LAMPO

arrampicarti sugli specchi

se vuota è la stanza della mente

e lampo non ti è propizio

allumare d’anima

a dar colore a una vita scialba

39

LA COLOMBA

chi più chi meno

si sconta il proprio “purgatorio” qui

come hitler e i satrapi l’inferno

un’ala di colomba taglierà l’aria

quando il tempo sarà compiuto

per accoglierci il seno dell’Altissimo

40

VOLTI

(ti chiedi se agli altri non appari

come te riflesso nello specchio)

volti e volti a ondeggiare in

sequenza da film

volti che s’eclissano

un ovale come se ne vedono

solo una volta in sogno: l’ideale:

frutto d’immaginazione? sia pure

in cadenza d’inganni

scorre la vita fiume alla sua foce

41

RESPIRI DI CIELO

sono assetato di luce

non so penetrare il Suo profondo

ché

di terra sono e inerme

mi si sciolgono le ore come cera

pure

mi vivono dentro respiri

di cielo

42

PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli

quanto sangue già versato

il Tuo d’uomo-dio

nei ghetti quello del nero

che da secoli ancora grida

Padre nostro che sei nei cieli

quanto ancora da versare

dei nuovi Falcone e Romero

a fare i martiri della storia

Padre nostro

che ci guardi dal cielo

Ti rendiamo grazie noi che baciamo

il Tuo sangue salvifico

43

BOMBA D’ACQUA

la sorprese giù in cantina dov’era

discesa a sistemare

gettare roba inutile pulire

-il cellulare restò a quella data

oggi

inebetito lui si aggira per i viali

si chiederà “Dio perché”

avendo perso la luce degli occhi

vedovo affranto

percorre i margini del tempo

parla con la sua ombra sul muro

44

BOMBA D’ACQUA 2

la catina

era una cabina di veliero sommerso

dove zigzagavano i pesci

del sogno

sogno non era: lei

era dell’acqua: un solo abbraccio

45

DIVAGANDO

la sventola attira gli sguardi

degli avventori seduti al dehor

pensi alla

“bambola” di buscaglione

il solito giro pomeridiano

-breve ormai per l’età-

pensi: è buona decenza

tenere in salute fido

la prostata i denti che ballano

46

QUESTA FRENESIA DI VITA

sempre cerchi il tuo centro

mai soddisfatto ripieghi

sul digitale a tua immagine

(il cellulare

protendimento del tuo braccio)

usi e sei usato

in questa frenesia di vita

vissuta alla giornata

in una gioia feroce:

sei trottola

che gira all’impazzata

47

IN DORMIVEGLIA ALL’ALBA

in dormiveglia all’alba

mi sorprendono pensieri

dove chiama il sangue

lacerato sono dalle foni

tra spirito e carne

ah infine dormire

nell’abbraccio delle stelle indulgenti:

azzurrità

a cui da sempre anelo

48

PARUSIA

alla fine dei tempi

si rivelerà l’arcano

il Santo Spirito ti aprirà le braccia

non da sangue Lo riconoscerai

con la luce non col fango

sarai ri-creato

49

DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

l’amica guardandomi in foto

“in gran forma!” mi dice e voglio crederci

oltre gli ottanta un vortice d’anni

penso chissà

fra un secolo come sarà

questo mondo in mano a chi verrà

se s’userà per umani fini

l’intelligenza artificiale

se vita sarà ancora “vita”

e il sentimento

manipolato vieppiù svilito ?

50

IL RIFUGIO

sono il cormorano incatramato –

non son capace che d’un amore piccolo

legato come sono alla terra

così per il dolore

fardello da portare se il cuore

è squassato e la carne soltanto

urlo animale

ah un rifugio anelo

come grembo di madre

51

LA VITA LEGGERA

ti dici: va’

dove ti porta il cuore

con la vela della passione

verso terre viste solo in sogno

lungo la coda dell’occhio

nuvole vaghe

a dire la vita leggera

52

SEGMENTI

loro -vien detto- ci vedono di là –

saprò io rinonoscerti?

o saremo un unico fondersi

di luce cosmica?

divago – mi arrabatto tra

le righe

un moscerino attraversa la

luminosità del monitor

segnando in diagonale segmenti

tortuosi

come i pensieri della mente

53

BORDERLINE

avvolto in un mantello di vento

a vivere contromano

senza nervi di ricambio

puoi sentire la vita deragliare

su binari del sangue

54

ALLE ORIGINI

ci verrà resettata questa vita?

e le emozioni e i sogni?

sentiremo in altro modo – forse –

torneremo alle origini

come quando eravamo

non duplicati non infangati: veri

come la prima luce

55

UN VOLGERE D’ANNI

mi sveglia il canto del gallo

non trovo la tua mano

ti sei appena alzata

c’incalza tiranno il tempo

in questo volgere d’anni

benché non t’abbia sciupato

questa luminosità del viso

quanti da aspettare ancora

inverni a gelare le ossa

PROSPETTIVE

1

DISTESE

t’innamori della parola

colomba che sorvola

distese dell’anima

2

I FRUTTI

dal modo in cui vivi

ti costruisci il tuo “altrove”

a cospirare

il bene donato

-l’angelo che in te si svela

sarà tempo di

vendemmia

3

VITA PARALLELA

storci la bocca a chi afferma

di là non c’è niente – consapevole

di una vita parallela

non sai come sia ma vuoi pensarla

un infinito mare di luce

dove vivere una giovinezza eterna

dove la Parola ti accoglie

all’ombra delle sue ali

dove la Sapienza si fa conoscere

4

NASCERE

sempre in bilico sul ciglio

d’ondivago esistere

si è imparentati con la morte

nel solco d’un continuo nascere

5

STORIELLA

lo vedeva sempre all’angolo della strada

suonare l’ocarina

un giorno d’istinto

lo abbracciò gli disse suona per me

bel moro lineamenti latini

-scintilla fu o desiderio? – gli aprì

la sua casa e dopo un buon bagno

finirono a letto

qualche mese dopo la storia

finì

lui uccel di bosco amava la libertà

(storiella dal sapore d’una favola

… ma a volte lo è la realtà)

6

RELIQUIE

a scrivere non la mano

ma la mia radice ferita

testimonianza siano

non lettere storte sull’acqua

o che volteggino eteree

dissanguandosi in volo

ma i momenti che restano

nel tempo appesi al cuore

7

DOC

il turbamento

è graffio sul foglio bianco

artiglia la pelle del cielo

lasciando tracce di sangue

nella notte è un grido osceno

DOC: disturbo ossessivo compulsivo.

8

ERA SOLO UN SOGNO

si apriva il sole

con un sorriso largo

ai suoi dardi

l’abetaia prendeva fuoco

la chioma era fatta cenere

(un natale che si piange

i suoi abeti: te lo immagini ?)

9

SENZA TITOLO (CHIAMALO SOGNO O FANTASIA)

il daimon mi condusse in una città

nella città con un vociante luna park

apri i polmoni mi disse qui

si respira una bell’aria di mare -era

la costa di los angeles?-

fu così che m’imbattei

nell’affascinante marilyn

uscita da un ritratto di warhol

10

QUANTE VOLTE

(disturbo ossessivo)

quante volte scorrettamente Ti chiamo

di notte o fuori casa affaccendato

“non nominare il mio nome invano”

quante volte

scrivo per non soccombere –

un altro me forse spia

questo me “fuori posto”

ah quest’afflizione mi pesa

come un macigno

oh quando mi chiamerai dall’oltre

e starò nella pace

dei tuoi invocati cieli

11

NEL NONSENSE DI ONIRICI PENSIERI

la fanno da padrona i suoi occhi

nel nonsense di onirici pensieri

che sostano su curve e anfratti

uscita dal sogno

si leva in un’alba rosata

ectoplasma o angelo

12

DOVE SEI

purgatorio:

lo vive ciascuno il proprio

il gelo nelle ossa

le stelle fatte cenere

nelle desolate notti

la persona che non vedi e non è

a te accanto ti sembra

sfiorarti a volte con tocco

leggero i capelli

nelle notti dove urla la bestia

dello smarrimento

13

ALBERI RADICI

alberi vedi alberi

mutilati capovolti nel tuo cielo

capovolto

gridano radici

-selva di mani

prensili cupidi sguardi-

a sovrastarli la natura

con le sue infinite vite

di rinascita

14

L’ANIMULA

non ha occhi che per voi

occhioni grandi innocenti

vi leccherebbe anche l’anima

tradendo di voi la parte buona

ve ne liberate lasciando

si maciulli in tangenziale

ancora

non avrà occhi che per voi

la sua animula sempre a perdonare

voi bestie umane-non-umane

15

ELUCUBRAZIONI

se il pensiero è sotteso alla fine

Lui ce la tiene nascosta – e

meno male: ché impazziremmo

nelle ultime sue ore l’animale

si nasconde lontano dagli occhi

al contrario dell’umano

che -se all’addiaccio e solo-

piange

un ultimo abbraccio

16

DOVE VEGLIANO ANGELI

(Colui che tutto il mondo alluma (Dante)

fatti figli nel Figlio

su rive dell’essenza approderemo

allumati d’immenso

dove vegliano angeli

ai cancelli della bellezza

17

VIKINGHI

(ispirandomi alla raccapricciante notizia del gatto torturato nel gennaio 2024)

i nuovi vikinghi

scendono in città

sulle loro harley davidson

danneggiano per soddisfare

la febbre del sangue

terrore dei negozianti dalle vetrine spaccate

scuoiano un gatto vivo

sotto i loro sguardi sconvolti

poi fieri della vigliaccata

tracannano birra scura

stravaccati al bar

le gambe allungate sul tavolo

-gli sguardi persi

dietro notti brave e misfatti

18

APPARENZE E SOGNO

“non di questo mondo”: parafrasando

franco – uno sguardo

al cielo da cui cademmo

ricusando la luce

ci rifugiamo nel sogno – noi

quaggiù apparenze

legati a questo

radicato cordone ombelicale

Franco Bonvini, virgolettato il titolo del suo blog.

19

ERA SOLO UN SOGNO 2

legato alla catena di montaggio

agli ottanta e più che mi ritrovo?

mi vien da piangere

-ma era solo un sogno

(calura estiva e non poter bere

alla fontanella a due passi

ché la linea se ne “andava”…

-era questa

realtà!)

20

GUARDARE OLTRE

And death shall have no dominion. Dylan Thomas

guardare lungo: oltre

la naturale dissoluzione

un’alba rosata ti pettina i pensieri

carezza i progetti del giorno

nulla può la morte

se tendi alla bellezza

21

CADRANNO

“non puoi ‘permetterti’ di essere sfiduciato”

(da una omelia)

le Sue piaghe lucenti dolorano

nei derelitti agli angoli delle strade

a due passi dai palazzi di vetro

il barlume di speranza sarà

un vero tsunami

cadranno ideologie regni potenze

quando si dissolveranno

l’eigengrau *

e la polvere del tempo

e il cuore si placherà

alle porte

della Gerusalemme celeste

.

*Lontani dalla luce della verità, ora è come vedessimo il “colore del buio”.

22

FUGGITI I CANTI

(riveduta)

ho sognato d’essere un bosco devastato

-fuggiti i canti

incenerite le chiome-

in me cadevo con schianti d’alberi

cadevo

23

MURO D’OMBRA

il tuo giro al parco

il canto fitto tra gli alberi t’ispira

e chi lo dice:

potresti andartene domani o

fra degli anni finché viva

questa febbre della passione

e parole ti danzano nella mente

e la rosa vorrà fiorire nel gelo

poi sarà il muro d’ombra

24

LA REALTA’ CHE VEDI

“pensare positivo è il viatico per il viaggio”

f.s.

vedi la realtà

secondo il tuo pensiero

è la mente a crearla

a farla e disfarla penelope imperterrita

sì che realtà è il suo farsi implicito

è lo stacco nell’aria

dello sfrecciare delle rondini o del

salto del cavallo all’ostacolo

è realtà il suo accadere – tutto appare sospeso

quando è già altro

25

NIGHTMARE

vide il suo corpo lanciarsi

dall’empire state building

librarsi nell’aria e non

sfracellarsi restare sospeso

in quel senzatempo

voleva liberarsi del peso

che tiene legati alla terra

annaspò nell’aria destandosi

non trovava più il cuore

26

UN ATTIMO E IL LAMPO

(a Mary)

il ragazzo bruciato sul ciglio della notte

-alfabeto dell’amore malato

a librarsi sulle nere ali del vento

“Mary – o mia o di nessuno”

un attimo e il lampo della lama

(senza il coraggio di rivolgerla su di sé)

27

QUALCOSA PUO’ ANCORA ACCADERE

sempre nutri i tuoi scheletri

anche questo febbraio sta andando

la mente è ancora fervida

negli anni al declino

qualcosa può ancora accadere

un prossimo libro da licenziare chissà

un nuovo sussulto del cuore

28

LA CRUNA

per tantissimi è il purgatorio

altri vivono l’inferno qui

passano per la cruna futuri santi

per tanti

“il paradiso può attendere”

.

virgolettato: film di Warren Beatty e Buck Henry

29

D’UN OLTRETEMPO

di cose sconnesse senza capo né coda

questi dormiveglia per fatue ispirazioni

trattengo d’alfabeti perle d’acqua

una barca di carta su onde dipinte

tiene il mare aperto dei sensi

complice è una luna bislacca

s’uno scenario d’oltretempo

30

MALA TEMPORA CURRUNT

“tutto sbagliato tutto da rifare”

da qualche parte c’è sempre una perdita

come in borsa se l’ago oscilla

sul versante di vacche magre

31

PRIMAVERA

mattina sul lago:

si spalma

sugli occhi la luce

intonano

melodie uccelli di passo

è un fremere di gioia la pineta

32

LE MIE NOTTI

i nonsense dei dormiveglia

alternati

al conteggio delle pecore

(andare al frigo non mi attira)

queste le mie notti

di lettere amorfe

di asimmetrici voli

che si spaccano alla volta del cuore

33

UN CIELO BIANCO DI SILENZI

il tuo “purgatorio”

da scontare in questa vita

te lo sei creato prendendo strade storte

un cielo bianco di silenzi

accompagna il tuo pellegrinare

affamato d’amore

34

I CARI MORTI

(a Gabriele Galloni)

nei tuoi versi i cari morti

si cercano e ci cercano o forse

di noi fanno a meno ché hanno

già negli occhi le radici della luce – quelle

a noi nascoste d’insondabile mistero

35

UNTITLED

il corpo quest’opera d’arte

che governeremo fino alla polvere

le gambe incrociate o

a percorrere una vita in salita

le braccia spalancate come Cristo se

mani non abbiamo che piene di niente

quel pizzico di follia ch’è da tutti

dietro lo schermo della mente

la bocca che sputa sentenze

gli occhi lucenti di voli e vele

per un infinito sogno di terre lontane

36

Nell’ultima ora (preghiera)

Ti riconosco nel bambino ch’elemosina all’angolo

a cui dono una moneta ed un sorriso

Ti riconosco nel carcerato pentito

che vede il sole a scacchi

lontano dagli occhi e dagli affetti

Tu Taumaturgo Tu stargate

Signore Gesù Cristo Guaritore di anime

ora che s’approssima l’ora

Ti prego ricordati di me:

generato dal Tuo seme celeste

consegno nelle Tue mani benedette

la mia pochezza che ai Tuoi occhi splende

37

Sarò foglia

giungendo alla Tua soglia

sarò foglia dondolante nel vento

38

Stanotte

stanotte in bagno

scivolo sul mio vomito

un’imprecazione colorita è scontata

da previsioni una giornata

radiosa mi ripagherà lo spero

mi frulla qualche verso bizzarro

le cose rimandate

la barba d’ una

settimana

fa chiaro mi alzo e una

leccatina avverto al calcagno

della cagna

che dal “piano” di sotto fa

capolino

39

Resurrezione

lasciarsi sorprendere dal divino –

aspersi da acqua e sangue

si è vita nascosta nel Risorto

rotolare di massi

dagli antri del cuore

fino ad aprirsi alla luce

40

Forse con gli anni

forse con gli anni

non ricorderemo più i volti

in seppia custoditi nel baule

né i souvenir

portati dai nonni dall’africa

ma avremo negli occhi il sangue dei papaveri

su distese a perdita d’occhio

quando ragazzini si emulava sandokan

in scorribande spericolate pei vicoli

e viva

ci resterà di quell’età l’ammicco

d’una luna a prime cotte

sotto un mutevole cielo lasciammo

aruspici emettere sentenze

41

Cavalli di nuvole

“scusi mi può aiutare?

che c’è scritto qui non vedo bene”

riconoscente a chi si prodiga più del dovuto

-si vede che ispiro tenerezza

apparendo proprio ‘vecchio’ ai suoi occhi

volano mesi anni:

attraversano il cielo come cavalli di nuvole

che si scompongono a un soffio di brezza

42

Parole in dormiveglia

sfiorandomi la spalla un angelo

all’orecchio mi sussurra lieve:

“superato

lo scoglio spunta luce a oriente”

43

Poesia

ti avviti con lucido delirio

nella ridda di parole –

tra sprazzi di coscienza e sogno

insegui gibigiane echi

ecco sfrondarti

forbici-di-luce:

la pagina è tuo lenzuolo

quando in amplessi cerebrali muori-rinasci

la tua anima-di-carta ricrea armonie

in cuore a spirali più alte

(prima stesura 1995, riveduta 17.4.24)

44

Altre dimensioni

lessi non ricordo dove

-ti parrà strano-

che anche i morti sognano

in diverse dimensioni oniriche

sognano di loro stessi e di noi

-noi morti-vivi

45

Archetipi

(come quando a sera non t’accorgi

cadere nelle braccia di morfeo

così vorresti il tuo distacco ultimo)

il momento imprecisato è punto vagante

nell’aria da cui si diramano linee

imprevedibili del sogno che

luce ridonano agli archetipi e

vita autonoma hanno nel sangue

(prima stesura 2004, riveduta 22.4.24.)

46

L’ultima morte

ogni fine sgomenta

pur nella natura delle cose

dopo tante piccole morti

-ti dici- benvenuta sia l’ultima:

poi non vi sarà necessità di sorta né

dovrai chiedere: avrai sempre

piena la faretra di frecce

d’amore

47

Metamorfosi

sbattevo contro le porte della notte

mi affila oggi un vento

di passione: che dirà la “cicatrice”

se non bene del sé “rivalutato”

ora

che mi vendemmia il tempo

48

Madre celeste

irrorasti i piedi della croce

di lacrime salvifiche

Madre

col tuo manto copri di pietà

i derelitti

Tu dei viventi

avvocata Tu incoronata

49

Dissonanze

(della cervicale)

da qualche anno dormo su un lato

non quello del cuore

evito gli aerei precipizi

della stanza capovolta

.

(degli acufeni)

capita sovente

che ad agitare i miei sonni

siano folletti nella testa

che schiamazzano a più non posso

dilatano l’oscena notte

.

50

Tra ondivaghe ombre

nel sogno è l’essere bilocato

allucinati pensieri assumono forma e volto

si destano dal loro sonno i morti

tra ondivaghe ombre

ti specchi nel tuo doppelganger

51

Era una favola il mare

consapevole di trovarti nel sogno

chiederti se riuscirai ad uscirne

tuttavia volendoci restare

ancora un poco

ché

era una favola il mare

su creste d’onde guizzavano pesci

dalle squame luccicanti nel sole

calavano gabbiani a frotte

52

L’origine

in profondità celesti

plasmati dal cuore del

Suo sogno

in una piena di luce

53

Cielo indaco

deriva del sangue –

.

si staccano dal tramonto

voli di sogni infranti

.

54

D’un sogno

il ricevimento la torta

a tre piani – ci potevi annegare

in quel mare di panna –

“dateci sotto –

let’s go”: così

suggeriva melliflua lei

la primadonna – gambe accavallate

ben tornite – sembrava uscita

dalla copertina di playboy

55

Divagazioni

notti agitate insonni – verrà pure

il “sonno del giusto”

nonsense sfarfallano

fra le coltri

la giornata si allunga

l’albero rinverdisce

——————————————————-

RISVOLTI

(2024)

1

Il compianto

il caro trapassato

vede non visto

i commensali e il posto vuoto

vede gli scheletri

usciti dall’armadio

-lo spirito è tra loro inavvertito

il compianto

è sulla bocca dei congiunti

in decorrenza del “compleanno”

-senza il brindisi

2

Coniunctio

e allora avremo dissolto

insieme allo schermo

di apparenze nomi e forme

con lo scenario della storia

e i fiumi di sangue e di parole

anche il sale delle nostre lacrime

3

Vasi comunicanti

hai aperto la camera e

ti sei visto nel tuo letto -sdoppiato

ti sorprendi? dovresti intuirlo

che ondivago sogno e reale

son vasi comunicanti

e allora: quale la realtà ti chiedi

se è sogno nel sogno o che – trovandoti

uscito da te

4

Naufrago d’anni

accogli da naufrago d’anni

il canapo che ti porge l’angelo

ai sussulti del cuore s’innerva

la deriva del sangue che alluma

5

Dove andremo

(“Solo Tu hai parole di vita eterna”)

di sé l’io ci ha vestiti

da che ci staccammo da Lui

scegliendo l’albero della conoscenza

da allora

ci convoglia a imbuto un tempo fugace

al varco è un vuoto affamato

“da chi andremo”

6

Febbre creativa

inesauribile febbre di Dio

febbre creativa di universi-mondi

febbre per l’uomo di cui

Lui non è mai stanco

7

Ma Rainey

(omaggio alla indimenticabile ‘mother of the blues’)

Ma – un fremere viscerale

lei il blues il ritmo la vertigine

Ma è l’ansimare dell’onda

la bocca del mare gli abissi profondi

è il sudore e il sangue

delle piantagioni di cotone

è il senzatetto è occhi secchi

Ma è il vuoto del braccio

tranciato

portato via col pianto del vento

Ma Rainey, pseudonimo di Gertrude Rainey (nata Gertrude Pridgett; Columbus, 26 aprile 1886 – Columbus, 22 dicembre 1939),

8

Irrazionale

l’uzzolo di annotare dei versi

balenati tra veglia e sonno

cosa volevano dire ti chiedi

lascia che parli il cuore tendi l’orecchio

quando lo senti sussultare

cogline i suoni di un altrove

la poesia al più è irrazionale

ti sorprende alle spalle

9

Mattone di poesie

non scarti niente

metti metti

anche quelle così

nate tra il lusco e il brusco

vuoi farti del male – di’ ?

ti attirerai i critici

messo a nudo sotto tante lampade!

però devi pur riconoscere

che quelli sono scarti

della bellezza dell’angelo

suggeriti in dormiveglia o trance

peccato tralasciarli – ti pare?

10

La parola

t’innamora di sé –

abiti

la parola – ti lasci abitare

in luce di sangue

11

Il linguaggio dei fiori

chissà se loro sentono

di esserci: non come

gli animali o gli umani s’intende

ma in qualche misterioso linguaggio

affratellati con la terra e l’aria

nel respiro dell’humus-madre

sanno -i fiori- nell’ offrirsi

al bacio del sole –

del candore

d’un impalpabile sogno

12

Altri tempi

nell’era del digitale

non trovi più la cartolina a libretto

che ti sorprendeva con la musichetta

né il calendarietto profumato del barbiere

con le foto sexy (vietato ai minori)

né la letterina a Natale sotto il piatto

che strappava una smorfia di commozione al papà

né il pianino a manovella per le vie della città

altri tempi – oggi se cerchi

qualcosa te lo dice google

l’intelligenza artificiale pensa per te giacché

ha un quoziente che ti supera!

13

Turbamento

meridiana a perpendicolo

sull’altro lato un po’ d’ombra

altre -di ombre- a tratti le senti

passeggiare a lato del cuore

ondivaghe e sinistre – invochi

l’angelo ma non t’ascolta

sarà già impegnato ad assistere

un più povero cristo

14

Ribaltato

prostituito alla vita

giunta l’ora un tuffo nel “nero”

di qua vedi buio di là tutto

è ribaltato in vita

trasfigurata

un chiaro accecante

vedi uscire gli scheletri

dall’armadio con larghi sorrisi

15

Vita latente

qui solo apparenza ti dici

il tutto -l’Assoluto- è vita

latente:

la bellezza che mordi

16

Vele di nuvole

vele di nuvole e il cuore

dove ti porta

s’attarda

a svelarsi la musa tra pieghe

dell’anima dove si leva

un’alba rosata – a

celebrare la luce

17

L’albero

sono quell’albero reciso

che mostra senza un grido

la sua ferita bianca

la radice ha ritratto in sé

la parola monca

18

Homeless

ho incontrato per strada un derelitto

nelle tasche solo sogni avevo

-veder fiorire una luce

in quegli occhi senza cielo:

aprirgli la porta e il cuore

19

La passione

aveva le sue “cose” e una luna sghemba

quando lo copriva d’improperi

lui zittiva pensando

di mandarla in quel posto

ma la fiamma della passione lo strappava

dal letto di procuste

d’ogni screzio faceva tabula rasa

e rasserenava il cielo

20

Gli anni oscuri

(alle vittime dell’olocausto)

udimmo dietro le porte pianti ed urla

mentre s’incupiva il cielo

e s’espandeva l’ombra del male

l’aria era nera

del fumo dei corpi bruciati

ora

apparteniamo anche noi

alla terra alle radici al vento

ed ha voce di pietà il cuore

21

Vade retro

“vade retro” ripetevo

in dormiveglia – poi da sveglio:

“nulla puoi se Lui

invoco” – seppur lacerato

da estenuanti lotte – io che abbraccio

ogni giorno la Croce

(affetto da DOC: disturbo ossessivo compulsivo)

22

Quel motivetto

quel motivetto che mi gira a vuoto

e non mi lascia

e mi riporta agli anni andati

quando con un soldo

compravo caldarroste all’angolo

quel motivo che mi accompagnava

nelle scorribande per vicoli emulando

sandokan o il pirata barbanera

-banda d’obbligo sull’occhio-

a fare da sfondo al tempo

d’un’età spensierata

23

Per A.

caro fratello

non ti è stato dato di “giocare” la vita:

appena un affaccio sul mondo

fuori dall’alveo di nostra madre

che hai subito rimesso le ali

per altri lidi

potevamo giocare insieme

io giovincello tu ancora bambino

avrei potuto tenerti a cavalluccio

avremmo corso per i prati

e guardare con innocente meraviglia

la farfalla posarsi su un fiore

o immergere le mani nelle acque del ruscello

e poi ridere ridere

nell’incoscienza dell’età

ora -strappato il velo del sogno-

posso solo ricordarti

nella mia preghiera

mentre tu mi guardi dai cieli

con occhi d’angelo

24

Sul ciglio

(nightmare)

sempre in bilico sul ciglio

a lato voragini e fiamme

il più delle volte non rispondo

più di me stesso:

sono il grido dei perduti

al cospetto dell’Altissimo

sarò giustificato?

25

Non più quei brividi

sono arida sabbia

più non mi lecca l’onda

si è ritirato il mare

non più quei brividi sulla pelle

della musa che latita

propiziassero le braccia a conforto

in queste aride notti

al lume d’una luna controversa

26

Poesia è quando

stasera un film già visto

di bevute e scopate (factotum)

per nulla emotivo o poetico

se la poesia è viva ti domandi:

lei è quando

seduto sul water leggi un libro

o davanti a un tramonto bevi per

dimenticare e ti vien da piangere

-ami bukowski

quando t’ispira cavolate

27

Ipnagogica

il mio doppio

con le braccia d’aria

s’inabissa

nei fondali d’inconscio

28

Le tue ceneri

(ad A.)

una nube si specchia nel lago

in pareidolie bizzarre

le tue ceneri

disperse nel roseto

anche tu a precedermi – io

nel vortice degli anni

29

La lotta

all’alba continua l’eterna

lotta dell’angelo

folgorato dagli strali lucenti

“quello” si ritira ma per poco

per rimontare più agguerrito

bava alla velenosa bocca

30

Sognare uno svolìo

arte e poesia tendono

a cicatrizzare ferite

si bea il cuore di bellezza

sogna

in fondo agli specchi uno svolìo

di ali

(ispirata a “L’oisseau blu” 1909, di Maeterlinck: “…gli uccelli azzurri del sogno si nutrono di raggi di luna…”)

31

Una ridda la mente

una ridda la mente

crocifissa al blasfemo

sarebbe forse un cadere in demenza

meno devastante

che questo abbuiarsi del sangue

mostro che come un gioco

m’intrappola in un giro vizioso *

ah la non voluta offesa

ricada su di me Signore

ch’io resti trafitto

sulla punta delle stelle

e il sangue formi le parole:

“Ti amo!”

* affetto da DOC: disturbo ossessivo compulsivo

32

Epifanie

rifrangersi dei

rinsanguati echi

del divenire

33

Riconciliazione

Verbo fatto bambino

nato in una mangiatoia

Ti darai in pasto

“questo è il mio corpo”

sarai appeso ad una croce

Tu compassionevole

ci vuoi simili a Te

un dì trasfigurati

noi nati

da uno sputo nella polvere

o felice colpa!

34

La ripulsa

fioca luce emana

la tua aura se il cuore

non risponde a impulsi

di perdono

per legge di contrappasso

la tua ripulsa è un boomerang

35

Quel motivo

mi venisse almeno in sogno

quel motivo che mi sfugge

a ogni ora del giorno

e che mi prende il cuore

in una lacerante nostalgia

che sia di debussy o di

vivaldi o chissà chi?

il non ricordare mi fa

mutilato nell’anima

fantastico –

un altr’anno se ne va –

nell’ora meridiana me ne sto

s’una panchina ancora calda di sole

seguendo pareidolie in bianche nuvole

36

I difetti

usa le posate

in modo non ortodosso

infila la manica da sopra la spalla

odia gli ombrelli e le filastrocche

farsi fare la barba

(acconsentirebbe da mani femminili!)

deve dare la destra

a chi gli cammina a fianco

detesta la verbosità

vuol sempre dire la sua e

interrompe chi sta parlando

(ma non pretende l’ultima parola)

si accende per

questioni di lana caprina

fa ogni tanto

6-7 starnuti a raffica

è affetto da DOC

(disturbo ossessivo compulsivo)

37

Irriverente la mente

irriverente la mente

del vegliardo scivola

su osceni pensieri

impiccato

all’albero più alto

il puro ideale

che

nutriva il fanciullo

a specchio di cielo

38

Fotografie

affacciato sui ricordi

da finestra che abbaglia:

vi si sfoglia

il quaderno degli anni

ti risucchiano a imbuto

gli io i tuoi fantasmi

39

Placebo

poi

uscito dal dormiveglia

alcune note ti affiorano alla mente

che ti lasciano uno stato

di grazia tutta la mattina

poco importa se si è trattato

di autosuggestione o

effetto placebo

40

Lo spartito

(a Piergiorgio Frassati)

tendi l’orecchio

ascolta lo spartito

che il Signore suona per te solo

41

Invocazione alla Vergine

stargate – Tu orifiamma –

misericorde – Mater

dulcissima –

Avvocata

infinite voci

per la Tua grazia

fluenti

nell’infinito mare delle

beatitudini

42

Corpo di luce

uscire da te stesso

è un ritrovarti

non più guardare un orizzonte

che “il guardo esclude”

la mente un’espansione

dei sensi

là dove si perpetua

la bellezza

avrai

un corpo di luce

e potrai

volare

28.1.25

43

Scomosciuti

le volte -rare- che l’incrocio

il suo garbo è una mano

che mi carezza il cuore

e il sorriso da ‘gioconda’

nel dare il buongiorno

è balsamo – stato di grazia

rare le volte e si resta

sconosciuti

come un’apparizione: è forse

l’angelo che me la fa incontrare

rari gl’incontri

che vanno a molcere

questo scorcio d’anni

29.1.25

44

Sogno impossibile

un mare incantevole

luccicante – piatto

.

la sensazione

di voler trasferire quella

visione fuori dal sogno

.

intatta – viva – con

sottofondo incluso

.

poi riavermi

da quella illusione

.

30.1.25

45

L’inconoscibile

chi ci dice che non siamo feti

nel grembo dell’universo

“tutta la natura geme

delle doglie del parto”

lì nel tumulto del sangue

si agitano le nostre emozioni

chi ci dice che non è

il nostro Sé a sognarci

noi

“materia” del possibile

5.2.25

46

Il nostro sì

noi “siamo” – a prescindere

dal corpo di terra

che limita il volo

sognato

con ali di luce

essere

vita

non vuoto:

il nostro sì

9.2.25

47

In ondivaghi spazi

(visione)

in ondivaghi spazi

lasciano tracce

nella carne del cielo

ali d’angeli

17.2.25

48

Lui mi conosce

Lui mi conosce più

di quanto io non mi conosca

chi non ha scheletri non è

di questo mondo

17.2.25

49

Poesia che nasci

ti levi dal letto di tenebra

monco alfabeto

e annaspi nella luce

veleggia

la tua barchetta di carta

tra perigliosi flutti

sognando un’itaca lontana

19.2.25

50

Ove bellezza ti levi

solare sangue vortica

sul perno dell’esistere

ove bellezza ti levi

a scalzare la morte

21.2.25

51

Doppio celeste

l’uomo celeste

l’uomo terreno:

l’essere sdoppiato – la sua ombra

proiettata

nell’apparire

23.2.25

PROIEZIONI



1


Dove bellezza fiorisce


(ascoltando: waltz no 3 "Dance of heaven" di Shostakovich)


dove bellezza fiorisce

ti vedo angelo della volta

piegato su curvature di luce


istanti in fremiti ascolto

dove piove melodia

su corde del cuore



(Nota: Non da meno il più noto waltz no 2 ne "Il Gattopardo")


24.2.25



2


Fragilità


volare -

la meraviglia della sospensione

nella turchina rarefatta aria -


invidiare quegli ossicini cavi

delle creature del cielo e del "falco

alto levato"


mentre 

nell'assedio degli anni

una fragilità di ossa come vetro


(tra virgolette un'espressione di Montale)


3.3.25



3


Distrofia


di pomeriggio o mattina

camminate sempre più brevi


finisce che

lo guardi dalla finestra il mondo


lo spettro della luce

ti richiama lacerti d'infanzia


porti occhiali scuri

il sole un distrofico lo acceca


12.3.25



4


In sogno


mi appari in sogno Ungà -

"questa la puoi migliorare"

e sbirciando il foglio mi strizzi l'occhio


ah poter appoggiare alla "tua" balaustrata

questa febbre 

il daimon che mi tiene


17.3.25



5

Sotto tante lampade


non ne mangia mai il cestino

le tieni tutte

anche quelle un po' così

che fanno arricciare il naso

-è un peccato dici

sono tue creature


ah i critici!

ti denudano l'anima

sulla pagina-lenzuolo

sotto tante lampade


18.3.25



6

Nulla si perde


nulla si perde

tutto si trasforma - mi dici

quasi divinassi - riflessa nella 

vetrofania del cielo - metà 

del viso in ombra - mi guardi

in tralice - alle spalle una luce quasi 

ultraterrena


22.3.25



7


Untitled


stamattina mi trovo disperato

non so sarà stato il sogno

di quel tizio che inseguivo

per avermi derubato

finì che volò giù dal parapetto

di un piano altissimo

stamane non trovo più il cuore

la primavera ha il sorriso dei fiori

mi bacia la fronte

appoggio la disperazione su una panchina


27.3.25



8


Dietro il velo


"vi ho dato un soma da gestire

entro un mondo transeunte

non lo profanate in gozzoviglie

epifanie del nulla"


Io Sono sentenziò

parlò la Luce -

indi si ritrasse

dietro il velo di maya


30.3.25


9


Volare basso


un volare basso

s'invischia nella melassa

d'infantili ricordi


quando la luna era

lo scrigno dei sogni


e un'altalena dondolava

corpi d'aria


a fare la vita leggera


3.4.25



10

Penso dunque sono


tendo le braccia nella luce

dai rami pendono aborti

-il sangue delle visioni


sono io il sogno

io che mi "vivo"

in un mndo parallelo apparente


4.4.25



11

Nell'oltre


(al fratello minore)


più sù sei ora

dove lo spirito aleggia


e tu dicevi chissà

di là ci dev'essere qualcosa

ora che sei nell'oltre

non potrai darcene notizia


ma pure c'è Chi vede

ora il tuo levarti leggero

su quel levante d'impellente nascere


6.4.25



12


Come un mantra


mi desta un motivo nella testa

mi crogiolo ancora un po' tra le lenzuola

vorrei portarmi dentro quelle note

nel bere il caffè poi per strada

per il resto del giorno come un mantra

ma incombenze me le fanno svanire

come acqua nel cavo delle mani

chissà mi chiedo se verranno

ancora a deliziarmi il cuore


14.4.25



13

Proiezioni


porta senza pareti

vi si entra di taglio

a guisa d'un foglio

vaghezze ondivaghe

in meandri d'inconscio

lì incontri i tuoi morti

gli occhi forti di luce

-proiezione di te

vano decifrarti

sei mistero che vive


15.4.25



14


Fonemi


abusi della rima fiore-amore

trita e ritrita

sali aerei precipizi

di fonemi e arditi ossimori

ti suona un verso sdrucciolo

ti dai un tono 

col "tu" montaliano


21.4.25



15

Vedevamo il berretto spuntare


si scendevano di corsa le scale

fin giù in strada

se la mamma brandiva il battipanni *

quella volta l'avevamo fatta grossa

era andata in frantumi la lampada 

davanti al Sacro Cuore

giocando con una palla di carta

"quando viene vostro padre vedrete"

era la 'minaccia' ma già l'ira sbolliva


dalla finestra -al crepuscolo-  

vedevamo il berretto spuntare

era il papà che staccava dal lavoro in caserma

poi una lavata di testa e tutto finiva lì

.

*In occasione di qualche malefatta diventava il protendimento del suo braccio. Le volte che glielo nascondevamo lei riusciva sempre a ritrovarlo.


24.4.25



16


Né in cielo né in terra


"ti prego fa gettare nella massa operaia"

apri gli occhi: h 7.32

giusto come ogni mattina


cosa vorrà mai dire - pensi

e ripensi: un nonsense

che più nonsense non immagini


sarà forse

spunto per una fantasia

che generi una nuova poesia?


29.4.25



17


A Papa Francesco


grazie papa Bergoglio

grazie di tutto

non sia mai non voglio 

venga insozzata l'aureola

dai detrattori che ti odiano

tu orifiamma

tu sulle orme di Cristo

che benevolo hai difeso

a spada tratta i derelitti

che hai ripetuto fino allo stremo

"la guerra è la sconfitta dell'uomo"

grazie Francesco

per il tuo cuore grande


2.5.25


18


Sarò altro


non guido più

(ma spesso ancora lo sogno)

son distrofico e il sole

mi è nemico

mi abbagliano anche le strisce

bianche


alfine una luce 

ultraterrena

mi avvolgerà e sarò altro


5.5.25


19 

Lembo di cielo


(poesia ripresa degli anni 70)


muoio ogni giorno a me stesso:

un'ombra di pietà

nei miei occhi fa sera


mi è rasserenante

il lembo di cielo

che l'angelo solleva


6.5.25



20


La musica


le mani la voce il linguaggio

del corpo: non sono che atavici mezzi

di espressione


la musica vive nell'aria

che trema di palpiti ed è

da sempre -


convive col canto degli uccelli

e viene da mondi

ultraterreni


10.5.25



21


Si lasciano prendere sulle spalle


(Apocalisse di Giovanni, cap. 7)


vengono dalla grande tribolazione -

oggi il loro cuore

trabocca dalla gioia:

si lasciano prendere sulle spalle

dal buon Pastore


11.5.25



22


Si spalma la luce


"come ti butta?"

i passeri hanno fatto il nido

primavera s'infiora la luce

si spalma sugli alberi le case

quanto a me una distanza

mi separa sempre da me


13.5.25



23


Già il sole s'asconde


già il sole s'asconde e le ombre

si apprestano ad un'atavica danza


un ripudiato sé

"morto" in me da tempo m'irride


-lo trafiggo

con strali di luce-preghiera


16.5.25



24


Tenerezza


"e c'è una vecchia zia sorella di papà

che quando morirà tutto a me mi lascerà"

si riempiva poi la bocca

con la "e" del ritornello:

"e come son felice-felice-felice"


(mi guardava l'angelo della volta

seienne febbricitante) -


dei ricordi di mia madre fu quella

l'unica tenerezza


20.5.25



25


Tra visionari lampi


ho nostalgia della

mia parte mancante


-essenza e

sangue franto-


non ne ho memoria ma la immagino

tra visionari lampi

giocare coi capelli dei miei avi


22.5.25



26


Se vuoi la pace


se vuoi la pace

fai la tua guerra

all'orgoglio e all'ego

se vuoi la pace

impara a morire

all'apparenza

terreno per l'inganno

dello 'strisciante'


25.5.25



27


Hypnos


"il mio nome è del sonno"

cosa vorrà mai dire ti chiedi

ha visioni distorte e voci 

il nonsense che scioglie le briglie

e senza remore

sale su spiralante 

come fumo dal cervello 

di questo corpo come morto


29.5.25



28


Fuori posto


sentirsi fuori posto

in casa d'altri saltano le abitudini

e la pennichella pomeridiana

l'ospite è come il pesce

tocca soprassedere far buon viso

la gatta guaisce il bimbo frigna


"tornate quando volete

qui c'è un bel verde e si respira"


30.5.25



29


La donna


bella per le armoniose forme

Iddio la pensò perché l'uomo non fosse solo

"chi dice donna..." è detto ma

di lei si dirà "benedetta"

quando nel grembo porta una vita


3.6.25



30


Antinomia è la morte


staccati dalla primaria essenza

-ungarettiane foglie-

ne siamo ombre esangui

sin dalla ferita della creazione


antinomia è la morte


7.6.25



31


In attesa


chi ti vedesse - 

ombra di te

per niente in carne


porti le tue quattr'ossa

in questo girare in tondo

negli anfratti del possibile


una voce aspetti

da tanto - in attesa di te 

ti chiami


11.6.25



32


Distrofico


mi è nemica la luce - giammai quella

noetica - celeste


ah quando verrà quel giorno

che l'anima mia si sveglierà nel sole *



* verso da Dino Campana


12.6.25



33

Sogno a catena


esci dal sogno e

ti trovi nel tuo letto

sì - ma sei entrato in un altro sogno

allora ti alzi che è l'alba

e vedi tuo fratello morto da poco

lo tocchi lui si volta e non parla

-la notte è lunga e

questa catena del sogno non è finita

ché ti ritrovi in un'altra sequenza

a dirti ho sognato ma realtà ancora non è  


13.6.25



34

Anelito


bagnarmi nella

iridescente noetica luce


16.6.25



35


Dell'infinito di noi


fatti di sensi? d'intelletto? o della

"materia dei sogni"?


siamo ben altro


di noi ci attende

l'inconcepibile


il cuore lo sente


22.6.25



36


Cogito ergo sum


faccio mio il "cogito ergo sum"

penso e sono

sogno e sono 

creo e sono


in questo ondivago esistere

il creare

è la bellezza che mi salva


26.6.25



37


Siamo


siamo sulla soglia dei voli

nella rarefatta aria

della vertigine del dovequando


siamo non siamo

pensiero siamo


27.6.25



38


Disperi che l'angelo

(crisi esistenziale anni 60)


la vocina suggerisce

"dai una mano di bianco"

tu fai l'indiano ti crogioli

ti acciambelli come un gatto

guardi dall' oblò del cuore

le tue scelleratezze

disperi che dal tuo fondo

l'angelo venga a sollevarti


30.6.25



39


Altri tempi


altri tempi quando

avevi tutti i capelli e

ti dmenavi davanti al juke-box

quando bastava uno sguardo del papà

o quando i genitori a una nota

davano ragione al(la) prof

quando andavano in voga

il "ciao" e la "topolino"

e si scendeva in piazza la sera

per "vedere la televisione"

quando il giorno lo si apriva

col segno della croce


2.7.25



40


Richiami


angeli del Signore

incarniamo una vita 

in esilio dopo la caduta


ad accoglierci 

il maremondo

con i suoi richiami acuti di sirene


4.7.25


41


Nirvana


aleggiare su note come

cullato da onde


-Shostakovic il dio

dei waltz divini-


restare in uno stato 

di nirvana che avvolge


5.7.25



42


Prospettive


certezze? no

sempre un ricercare

la vita è così

un libro da scrivere

giorno dopo giorno

lasciarsi accadere

saggio chi sa di non sapere

e chi sa di sapere non sa

se è nato prima l'uovo


7.7.25



43


Fantasia


un pensiero resta impigliato

in una spina di Cristo

irrorata dal sangue

in arabeschi sul volto


-che rammenta il famoso

dipinto di giotto


17.7.25



44 

Dissolvenza


domani

come in sogno vedrai dall'alto

i resti che furono te: tutto


si dissolve: arrivi

all'essenza

lo scheletro la trasparenza


19.7.25



45

L'albero


forse sarà a sopravvivermi

l'albero vetusto

che bambino mi vide e oggi uomo


sovrappensiero lo contemplo

mentre lamento

l'inverno nelle ossa


27.7.25



46


Sole rosso


il sole rosso

si china e bacia il mare

poi va a morire


28.7.25



47


Sono


dubito

in me

uno slontanare

solitudine che si lacera

all'infinito

scrivo per difendermi

mi aggrappo a nonsensi

questione di vita o di morte

m'ispirano 

pareidolie

sogni daliniani e

pindarici voli

-quindi

sono


6.8.25



48


Cerchi l'ombra


meriggio: la trovi

più sulla destra guardando il mare

ti sposti col lettino leggi

di lì a poco le righe

nere s'accavallano

solca l'ala d'un gabbiano

l'aria imbalsamata

sei lontano dai rumori del mondo


12-17.8.25



49


Preservaci


preservaci Signore

dall'aver bisogno degli altri

preservaci

dalla demenza dalla bava sul cuscino

dalla macchia di sugo sulla camicia

preservaci: ché i figli siano il bastone

oggi c'è poco da sperare

dalla voce acuta nell'orecchio preservaci

pure da qualche sgradito vaffa

dal bisogno di chiedere "per favore

mi allacci le scarpe?"


20.8.25



50


Dio


energia creante all'infinito

absconditus

per divino suo disegno


vortice d'astri -

Pantocrator


22.8.25



51


Ti so dolce presenza


(a Carlo Acutis, presto Santo)

.


ti so dolce presenza

-tu che visitavi i giardini

del cielo-

ti so dentro di me come

un amico o un figlio

.

oh fa che mi penetri nelle ossa

quella purezza del tuo giorno breve


(ripresa da una poesia datata)


23.8.25



52


La compagna


acqua e fango gli portano

via dagli occhi la sua Nina

-smarrisce la vita il suo perno


sola compagna la cagna 

gli legge lo sconforto

con uno sguardo quasi umano


26.8.25



53


L'ateo


egli non ha dubbi

e mi dispiace per lui

appenderà al chiodo il suo "di là 

non c'è niente"

la hack si nutriva di buchi neri

sgarbi corteggia barocco e rococò

vivendo lo spettro della morte


3.9.25



54




Perso lo smalto


mi nutro di visioni

-lo stravedere dei vecchi-

scrivo più sciocchezze di una volta

ho perso lo smalto e in più

la musa mi volta la faccia

un nuovo libro di là

da venire chissà

una scorsa alle poesie datate

ed è come

non riconoscersi allo specchio


6.9.25



55


Sognare uova

(divertissement)


sogni una enormità di uova

le estrai dalle confezioni e

le metti in bell'ordine

chi dice porta male sognarle

pareri discordi

se credi a queste sciocchezze

non vivi più

il mondo è già di per sé

una cloaca (!)


(l'angelo ti suggerisce

questa è da rivedere

poesia poesiola)


9.9.25





NUOVA RACCOLTA


1


Nicotina & smog


scovolino caffè riti

del dopopranzo la sigaretta ci stava 

ora non più son trascorsi cinquanta

di anni e passa ho salvato 

il salvabile sebbene i miei 

polmoni respirino smog 

in una città invivibile


11.9.25



2


Nel dizionario del cuore


(Quando lo stato ipnagogico è materia di creatività)


"per tutto il giorno

le mie poesie hanno luce" 

dicevo in dormiveglia 

neanche si trattasse di lampade votive 

in realtà mai che mi fossi

elevato grazie a Dio e tantomeno

l'invidia dimora 

nel dizionario del cuore


13.9.25



3


Infanzia


lo scambio delle figurine

lo scolapasta-elmo ad emulare

i tuoi eroi mitologici

ricordi Ivo quella volta

che t'allontanasti e

disperati ti cercavano?


i tuoi sette anni

ebbero la spinta

negli echi del sangue:

la vita ti preparava

resilienza del cuore


14.9.25



4


Altra dimensione


nel sonno 

la mente lavora

tra nonsense e lampi

confusi vocii

figure daliniane

fuori dal corpo

in astrale


17.9.25



5





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© Felice Serino

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